CORTE DI CASSAZIONE:


“LA SATIRA CHE FA SORRIDERE E' EDUCATIVA”

17 marzo 2006

di Claudio Simeoni


Per una morale della Religione Pagana Politeista

Indice generale dei temi relativi alla Costituzione della Repubblica,
alla Corte di Cassazione in relazione ai principi sociali della Religione Pagana.

 

La notizia:

“La satira che fa sorridere ha valore educativo. Il resto è “inutile sgradevolezza”. Ad assegnare valenza etica alla satira, quella che “indica alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone suscitandone il riso”, è la Cassazione. L'occasione alla Suprema Corte è stata offerta dal caso di una diffamazione attribuita ad un quotidiano nei confronti dell'avvocato Giuseppe L. che, in alcuni articoli incriminati, era stato tra l'altro descritto più come “affarista” che come legale (sentenza 9246).”


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C'è un confine che la Corte Costituzionale sta tentando, sia pur fra varie difficoltà, di stabilire. Si tratta del confine fra “satira” e “derisione”.

Ogni satira è una derisione; ogni derisione pretende di essere considerata come una satira!

La Corte di Cassazione, sulla funzione della satira, dice: “indica alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone suscitandone il riso”.

“l'aspetto di persone” è quanto regge il discorso della Corte di Cassazione. “ciò che le persone fanno”, “ciò che le persone dicono” in relazione all'oggettività in cui quelle azioni e quelle affermazioni intervengono.

Ciò che distingue la derisione dalla satira è l'intento per il quale vengono espresse. Se la satira ha lo scopo di indicare debolezze e vizi umani con l'intento di correggerli oppure di svelarne gli intendimenti nascosti, la derisione ha come scopo lo scherno e il dileggio delle persone.

Spesso le due manifestazioni si sovrappongono e il confine diventa labile ed indefinito. In questo caso c'è una regola che permette di distinguere satira da derisione ed è la collocazione, la funzione, sociale dell'individuo oggetto della satira.

Posso far satira sulle scelte del Presidente del Consiglio o il Presidente della Repubblica, ma se faccio le stesse battute o uso lo stesso schema nei confronti del barbone che chiede l'elemosina, scado nella derisione e nel dileggio.

La satira è comunque un mezzo per “castigare” dei comportamenti quando non esistono delle possibilità diverse con cui intervenire.

La satira è sempre rivolta contro chi ha una possibilità di azione e di intervento nel Sistema Sociale. E' rivolta a chi, in grande o in piccolo, agisce nel Sistema Sociale, opera delle scelte o fa delle affermazioni che, riportate dalla stampa o da altri organi, vanno ad incidere sulle opinioni delle persone. Non sarebbe satira una battuta del Presidente della Repubblica che suscitasse il riso nei confronti del barbone che chiede l'elemosina.

C'è stato, ultimamente il problema delle “vignette danesi” che hanno suscitato molto clamore per le reazioni che sono venute dal mondo islamico. Il quel caso il confine fra satira e denigrare è stato superato in favore di quest'ultimo. In quell'ambito non si indicava un potere che derivava da una religione o aspetti di essa per indicare uno stridere fra dogmi imposti e tensioni dell'uomo o delle società, ma si derideva una religione nel tentativo di delegittimarla all'interno di uno scontro, vero o presunto, fra civiltà occidentale e civiltà orientale.

La satira non può essere usata come pretesto per indicare un nemico, ma può essere usata solo come elemento equilibratore sociale nei confronti di chi detiene il potere (o aspetti del potere) al fine di indurlo ad essere più coerente nella gestione del potere. La satira nei confronti di una magistratura che insabbia i processi nei confronti di chi è socialmente forte mentre è violenta nei confronti di chi è socialmente più debole è una satira legittima. Non delegittima la magistratura, ma la sollecita ad una maggiore coerenza giuridica.

A quale principio cattolico si contrappone questa sentenza?

A quello che delegittima l'individuo a criticare il potere; il dio padrone.

Ai cattolici è vietato ridere di dio: vedi Umberto Eco nel libro Il nome della Rosa.

Al contrario, nell'ideologia cattolica, il padrone, il dio padrone, deride gli sforzi di coloro che danno l'assalto al cielo

Proviamo a leggere un paio di insegnamenti della bibbia dei cristiani capaci di far credere ai potenti di turno che la satira nei loro confronti è denigrazione e gli fa immaginare che la denigrazione che essi fanno sia, in fondo, solo satira.

Proviamo con un esempio di derisione:

“Tutta la terra aveva un medesimo linguaggio e usava le stesse parole. Or avvenne che gli uomini, emigrando dall'oriente, trovarono una pianura nella regione del Sennaar e vi si stabilirono. E dissero l'un l'altro: “Su facciamo dei mattoni e cuociamoli al fuoco”. E si servirono di mattoni invece che di pietre e di bitume in luogo di calce. E dissero: “Orsù, edifichiamoci una città e una torre la cui cima penetri il cielo. Rendiamoci famosi per non disperderci sulla faccia della terra”. Ma il Signore scese a vedere la città e la torre, che gli uomini costruivano, e, disse: “Ecco, essi formano un popolo solo e hanno un medesimo linguaggio: questo è il principio delle loro imprese. Niente ormai gli impedirà di portare a termine tutto quello che si propongono. Orsù, scendiamo e confondiamo li il loro linguaggio, in modo che non si intendano più gli uni con gli altri”. Così il signore di là li disperse sulla faccia di tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città, la quale fu chiamata Babel, perché ivi il signore confuse il linguaggio di tutta la terra e di là li disperse sulla faccia di tutta la terra.” Genesi 11, 1-9

E' il potente che deride gli sforzi delle persone di dare l'assalto al cielo. Deride le persone che tentano di costruire un loro futuro. Le deride dall'alto della sua forza: come un capufficio che deride gli sforzi degli impiegati di far carriera!

Proviamo a vedere ora un esempio di satira alla quale (o con la scusa della quale) il potente di turno ha massacrato centinaia di migliaia di persone:

“I soldati lo condussero quindi all'interno del cortile, cioè nel pretorio e convocarono tutta la coorte. Poi lo rivestirono di porpora e cinsero la sua testa con una corona di spine che avevano intrecciato. Quindi cominciarono a salutarlo: “Salve o re dei Giudei!” mentre gli percuotevano la testa con una canna, gli sputavano addosso e, in ginocchio, gli rendevano omaggio.” Vangelo di Marco 15, 16-19

Che piaccia o meno, questo è un esempio di satira. Ciò che i soldati prendono in giro non è la persona in quanto tale, ma la sua pretesa di ergersi a padrona degli uomini. La sua pretesa che gli uomini si mettano in ginocchio davanti a lui in quanto egli è il figlio del dio padrone.

(NOTA per il lettore: io uso esempi per un fine preciso. Non si venga a lamentare stupidaggini sul dolore di questo personaggio inventato descritto in Marco; piuttosto, soffermatevi sul dolore alle milioni di persone che millanta di aver provocato il dio dei cristiani con la distruzione di Babele e col dolore che ha sparso per disperdere le genti. Entrambi i soggetti e i loro protagonisti sono TUTTI inventati, ciò che è reale sono gli insegnamenti dei cristiani finalizzati alla distruzione dell'uomo!)

Così il cristianesimo deride gli uomini che danno l'assalto al cielo; e si sente offeso quando si deride chi millanta che quella generazione lo vedrà venire sulle nubi con grande potenza mentre le stelle cadranno sulla terra.

E' un po' come l'impiegato che prende in giro il suo capufficio: “Avevi tante pretese arroganti nei nostri confronti, ma davanti al Direttore Generale hai “calato le brache!”” E' satira nei confronti di un comportamento che manifestava delle pretese soggettive senza avere onore e rettitudine per mantenere un comportamento coerente con il suo superiore.

La Corte di Cassazione deve riuscire, intervenendo nei casi che gli vengono sottoposti a giudizio a distinguere quando si tratta di satira e quando si tratta di offese derivate da derisione.

Però, mentre la Corte distingue le varie situazioni, il sistema educazionale cattolico si impone sulle persone costringendole ad identificarsi e a omologare il loro comportamento in base ai modelli dei vangeli e della bibbia.

Così l'avvocato che scopre le battute sul suo operato, ritiene di essere stato deriso e offeso e non si rende conto di aver agito in modo tale da attrarre l'attenzione di chi osserva le sue azioni nel Sistema Sociale. Si sente un dio padrone messo sotto accusa che dice: “Come, non posso distruggere la torre di Babele?” No, non lo puoi fare; sei ridicolo! E così qualcuno si comporta come i soldati: “Dai padrone, figlio del dio padrone, butta giù la Babele tu che oscuri il sole e che verrai alla destra di tuo padre con grande potenza sulle nubi!”

Con questi elementi della struttura educazionale deve scontrarsi la Corte di Cassazione e tentare, nei limiti delle sue possibilità, di mettere ordine.


Marghera, 26 luglio 2006



Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo

P.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

tel. 041933185

e-mail: claudiosimeoni@libero.it


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