CORTE DI CASSAZIONE:


C'E' L'AGGRAVANTE RAZZISTA NEL


TOGLIERE IL VELO ALLE ISLAMICHE

05 aprile 2006

di Claudio Simeoni


Per una morale della Religione Pagana Politeista

Indice generale dei temi relativi alla Costituzione della Repubblica,
alla Corte di Cassazione in relazione ai principi sociali della Religione Pagana.

 

La notizia:

“Per la Suprema Corte va considerata l'aggravante “di discriminazione all'odio etnico razziale e religioso” il gesto di chi cerca di togliere il velo di una donna di religione islamica che sta andando alla moschea per pregare.

Lo affermano i supremi giudici - con la sentenza 11919 depositata ieri - nel confermare la condanna per atti osceni, aggravata dalla discriminazione razziale e religiosa ad un trentenne di Genova che si era tirato giù i pantaloni al passaggio di due islamiche dicendole “negre di m...” e tentando di togliere loro il velo. In particolare la Terza sezione penale della Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di Giampiero C., un trentenne Genovese condannato dalla Corte d'Appello di Genova il 12 gennaio 2005- per atti osceni aggravati dall'aggravante dell'odio etnico, razziale e religioso. I Giudici di merito - spiega piazza Cavour - hanno desunto “in modo logico e adeguato, la volontà lesiva dell'integrità morale di persone appartenenti ad una cultura religiosa, quella islamica, diversa da quella cattolica dominante nel Paese, dal significato delle parole e dal contesto nel quale le stesse furono pronunciate.”


---


Ci si chiede: cosa induce una persona a tentare di offendere il carattere religioso di altre persone?

Strappare il velo equivale a strappare il rosario alla vecchietta che supplica, per una qualche grazia, la sua madonna. Se è lecito, nella società civile, combattere delle idee religiose, delle idee sociali, non è lecito offendere le persone indifese. In modo particolare le persone fragili che trovano nel sentimento religioso il loro rifugio psicologico. Noi Pagani Politeisti ricordiamo molto bene Simmaco, per questo proviamo disprezzo per Ambrogio il santo dei cristiani!

La domanda che sorge è: da dove emerge la tensione dell'individuo per commettere tale azione?

La risposta è nell'educazione cattolica.

Un'educazione che pur presentandosi agli individui in maniera diversa scaturisce da indicazioni dottrinali per le quali offendere gli indifesi, annientarli, torturarli, è un diritto di chi viene educato ad identificarsi nel dio dei cristiani e nel Gesù di Nazareth. E vero che la chiesa cattolica manifesta i propri principi dottrinali come principi di concordia, ma tali principi non vengono imposti al suo dio, né alla gerarchia che per indicazioni del suo dio è “morta alla legge”, cioè può agire al di sopra e al di là della legge pretendendo l'impunità per i delitti commessi (non ammazzare non si impone ai papi e agli Imperatori che spesso sono stati incitati a farlo). La chiesa cattolica manifesta i suoi principi sotto forma di concordia ai suoi schiavi, mentre gli stessi principi non vengono imposti al suo dio e alla gerarchia. Si tratta dell'insegnamento sociale principe della chiesa cattolica: fatti padrone e avrai l'impunità!

Attraverso quali principi il cristianesimo ha indotto questa persona ad offendere due donne che se ne andavano a pregare in moschea?

“Chi sacrifica ad altri Dèi, fuorché al Signore solo, sia punito con la morte”. Esodo 22, 19

Si tratta di un ordine perentorio che non lascia spazio a discussioni e ad interpretazioni e che nella storia ha portato i cristiani a combattere e macellare chi non era cristiano. Questo ordine entra nella pratica con la quale i cristiani costringono i bambini in ginocchio e indica a loro il dovere di disprezzare chiunque non si metta in ginocchio, come loro, davanti al crocifisso.

L'ordine di macellare chiunque non si metta in ginocchio e la maledizione per chi non lo fa è un tratto caratteristico nei comportamenti e nelle indicazioni dottrinali del dio dei cristiani e del Gesù di Nazareth. Le altre persone, quelle che non appartengono al popolo eletto, quelle che non si mettono in ginocchio davanti al crocifisso, per i cristiani sono delle “non persone”, soggetti che non hanno diritti, individui buoni per essere ammazzati.

"Quando il Signore, Iddio tuo, avrà sterminato davanti a te le genti del paese, di cui stai per entrare in possesso, allorché tu lo occuperai e lo abiterai, guardati bene dal cadere nel laccio: non farti loro seguace dopo che quelle saranno state annientate davanti a te; non cercare i loro déi, dicendo: In che modo queste genti servivano ai loro dèi? Anch'io posso fare lo stesso! Non agire così verso il Signore, Iddio tuo, perché quelle genti hanno fatto verso i loro dèi tutto ciò che è abominevole agli occhi del Signore e che egli detesta: sono giunte perfino a bruciare nel fuoco i loro figli e le loro figlie alle divinità." Deuteronomio 12, 29-31

Oppure, come ordina il dio degli ebrei e dei cristiani:

“Non adorare i loro dèi, né servire ad essi; non imitare le loro azioni, ma distruggili interamente e spezza i loro simulacri... Io manderò innanzi a te il mio terrore; metterò in rotta ogni popolo in mezzo al quale tu entrerai; e farò si che tutti i tuoi nemici si diano alla fuga davanti a te.” Esodo 23, 24 e 27

E per i cristiani, adorare un dio diverso dal proprio non è forse un bestemmiare il loro dio?

E cosa ordina il loro dio?

“Conducete colui che ha bestemmiato fuori dall'accampamento, poi tutti quelli che l'hanno udito bestemmiare posino le mani sul suo capo e dopo sia lapidato da tutta l'assemblea. Tu parla poi ai figli d'Israele, dicendo: chiunque maledice il suo dio, porti la pena del suo peccato; e chi bestemmia il nome del signore, sia messo a morte; lo lapidi tutta l'assemblea, forestiero o natio del paese che sia. Chiunque bestemmia il santo nome, morrà.” Levitico 24, 14-16

E ancora:

“... mentre gli Egiziani seppellivano quelli che il signore aveva colpito in mezzo a loro, cioè tutti i primogeniti; il signore aveva fatto giustizia anche contro i loro dèi.” Numeri 33, 4

E ancora:

“Se il tuo fratello, figlio di tuo padre, o il figlio di tua madre, o il figlio, o la figlia, o la moglie che riposa nel tuo seno, o l'amico che ti è come l'anima tua, t'incitasse in segreto, dicendo: “Andiamo, serviamo a dèi stranieri”, dèi sconosciuti ai tuoi padri e a te, sia che si tratti di divinità dei popoli tuoi vicini, oppure quelle dei popoli lontani da un capo all'altro della terra, tu non acconsentire, non gli dare ascolto: la tua mano sia la prima a levarsi sopra di lui, per metterlo a morte, poi continuerà l'esecuzione la mano di tutto il popolo. Lo devi lapidare, finché muoia, perché ha cercato di trascinarti lungi dal signore iddio tuo, che ti trasse dall'Egitto casa di schiavitù. E tutto Israele oda e tremi, affinché non sia più commessa in mezzo a te, un'azione così perversa.” Deuteronomio, 13, 7-12

E ancora:

“A quella vista tutto il popolo si prostrò a terra, esclamando: “E' il signore il vero dio! E' il signore il vero dio!”. Allora Elia ordinò loro: “Prendete i profeti di Baal: non ne scampi nemmeno uno!”. Ed essi li presero. Poi egli li fece scendere presso il torrente Cison, dove li sgozzò.” I Re 18, 39-40

E ancora:

“Poi radunò il popolo e proclamò davanti a loro: “Acab ha onorato poco Baal! Io l'onorerò molto di più. Fate dunque venire da me tutti i profeti di Baal, tutti i suoi adoratori e tutti i suoi sacerdoti: nessuno manchi, poiché io voglio offrire un grande sacrificio a Baal: chiunque mancherà non rimarrà in vita”. Jeu agiva con astuzia in tutto questo, per sterminare gli adoratori di Baal. Anzi egli dette loro quest'ordine: “Indite una solenne assemblea in onore di Baal”. Ed essi la bandirono. Poi Jeu inviò ancora messi in ogni parte d'Israele, e convennero tutti gli adoratori di Baal: non ne mancò neppure uno. Si radunarono dunque nel tempio di Baal: ed erano così numerosi che fu gremito da un capo all'altro. Jeu ordinò allora al guardarobiere: “Metti fuori tutte le vesti per gli adoratori di Baal”. Ed egli le tirò fuori. Poi Jeu, entrato nel tempio di Baal insieme con Jonadab, figlio di Recab, disse agli adoratori di Baal. “Cercate bene e badate che fra di voi non ci sia qualche adoratore del signore, ma soltanto adoratori di Baal”. Questi allora entrarono per offrire sacrifici ed olocausti. Or, Jeu aveva fatto disporre fuori ottanta armati, ai quali dette quest'ordine: “Chi lascerà fuggire uno qualunque di questi uomini che vi metto nelle mani, pagherà con la propria vita quella del fuggitivo”. Terminato che fu l'olocausto, Jeu ordinò ai soldati e agli ufficiali: “Entrate e uccideteli: non ne scampi neppure uno”. I soldati e gli ufficiali li passarono a fil di spada, poi penetrarono fin nel santuario del tempio di Baal, gettandovi dei cadaveri, ne trassero fuori le statue e le bruciarono. Fecero a pezzi la stele di Baal, ne distrussero il tempio e lo trasformarono in luogo immondo, come ancora oggi.” II Re 10, 18-27

Se ne possono trovare a decine di esempi di incitamento all'odio religioso messo in atto dalla dottrina cattolica su indicazione dei suoi testi sacri.

La chiesa cattolica insegna come lei abbia il diritto di svilire ed offendere infliggendo “pene” non prescritte dal magistrato. Questo si insegna ai bambini che, identificandosi nel Gesù della chiesa cattolica, ritengono di poter vessare a loro volta per diritto che gli viene da tale Gesù. Vedi le bande vessatorie di ragazzini nelle scuole.

Dice la chiesa cattolica:

“Lo stesso Gesù davanti ai giudei che lo accusavano di aver violato il sabato con l'aver ridonato la sanità al paralitico, afferma che a lui fu dal padre attribuita la potestà giudiziaria: Neque enim pater ikudicat quemquam, sed omne iudicium dedit filio. Nel che è compreso il diritto di premiare e punire gli uomini anche durante la loro vita, perché ciò non può disgiungersi da una certa forma di giudizio. Inoltre la potestà esecutiva devesi parimenti attribuire a Gesù Cristo, perché è necessario che tutti obbediscano al suo comando, e nessuno può sfuggire ad esso e ai supplizi da lui stabiliti.” [Pio XI Enciclica “Quas Primas”, 11 dicembre 1925

“Sul “potere coattivo della chiesa”, nella “Civiltà cattolica” del settembre 1854 (II serie vol. VII) si legge:

“Una società indipendente non può sussistere senza potere coattivo; ora, la Chiesa cattolica è società indipendente: dunque non può sussistere senza potere coattivo. Potere coattivo può dirsi quel Potere a cui si compete di usare non solo le ragioni per convincere e persuadere, non solo l'autorità per comandare ed obbligare, ma anche la forza esterna che in quegl'indocili che ricusano la soggezione dello spirito, operi per via di castighi temporali, multandoli nelle sostanze, macerandoli con privazioni e digiuni, affliggendoli con carcere e battiture.” (pagg. 602-03).”

Da qui il concetto del LAICISMO, della legge sociale e civile, COME PESTE da violare:

“La peste della nostra età è il così detto laicismo, con i suoi errori e i suoi incentivi e voi sapete. E voi sapete, o Venerabili Fratelli, che tale empietà non maturò in un solo giorno, ma da gran tempo covava nelle viscere della società. Invero si cominciò a negare l'impero di Cristo su tutte le genti; si negò alla Chiesa il diritto - che scaturisce dal diritto di Gesù Cristo - di ammaestrare, cioè, le genti, di dar leggi, di governare i popoli per condurli alla eterna felicità. E, a poco a poco, la religione cristiana fu uguagliata con altre religioni false e indecorosamente abbassata a livello di queste; quindi la si sottomise alla potestà civile e fu lasciata quasi all'arbitrio dei principi e dei magistrati; si andò più anzi ancora: vi furono di quelli che pensarono di sostituire alla religione di Cristo un certo sentimento religioso naturale.” [Pio XI, Enciclica “Quas primas, 11 dicembre 1925]


Nel cattolicesimo la tolleranza è accettata solo se le persone si mettono in ginocchio.

E' vero che le gerarchie cattoliche sono costrette, dal Sistema Sociale, a dichiarare l'accettazione della pluralità razziale e confessionale del paese, ma l'attività dei cristiani negli oratori e nelle parrocchie continua a diffondere odio religioso. La chiesa cattolica continua a chiamare all'attività missionaria nei confronti di chi non è cattolico e quando l'azione missionaria non è sufficiente incita alla violenza, all'isolamento, ad atti di prevaricazione nei confronti della piccola gente. Non si tratta solo di alcune “frange” riconducibili alla lega, ma si tratta di un atteggiamento che la chiesa cattolica costruisce nei confronti di chi non si può difendere.

Alla chiesa cattolica piacciono le persone che tendono la mano e chiedono la carità; non piacciono le persone che rivendicano diritti.

La chiesa cattolica le considera arroganti a meno che a chiedere i diritti, per loro, non sia il parroco o il vescovo a sua maggior gloria. Come il Gesù di Nazareth che incita, chi si metta in ginocchio davanti a lui, ad amarsi, ma esprime odio feroce per chi non si mette in ginocchio davanti a lui.

Così, se i musulmani fossero arrivati in Italia come dei pezzenti ai quali il popolino, educato dalla chiesa cattolica, poteva fare quello che lui voleva (“I poveri, infatti, li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete” Marco 14, 7), si sarebbe sentito forte nei confronti di quelle persone e in diritto di vessarle (o far loro del bene quando voleva). Ma questi individui sono venuti come delle persone. Chiedono di essere considerate delle persone. Osservano le leggi e chiedono il rispetto di ciò che sono senza offendere ciò che sono le persone del paese che li ospita e al quale offrono le loro braccia per aumentarne la ricchezza.

Ed è qui che scatta la molla d'odio.

La chiesa cattolica ha impedito che le persone nate, vissute e cresciute in Italia si attrezzassero per affrontare opportunamente la loro vita. Ha agito per trasformarle in “poveri di spirito” e “privi di conoscenza” con la promessa che questa gliela avrebbe data il suo dio ed ora arrivano questi musulmani, che per i cristiani sono manifestazione di satana, che pretendono di essere trattati da persone. Persone come lui che va in chiesa tutti i giorni. Non solo, ma spesso il loro grado di istruzione e la loro capacità di comprendere il mondo e di agire in esso è migliore di quella del cattolico italiano.

Pur essendo sempre lo stesso spirito e la stessa tensione, il reato che scaturisce dall'offendere togliendo il velo a delle donne islamiche per strada è compiuto da piccoli uomini. Da persone di classi sociali culturalmente povere anche se questo spirito di odio religioso compenetra anche classi sociali culturalmente più elevate.

Umberto Eco non strapperebbe mai per strada il velo ad una donne islamica, ma offende, bestemmiando, una religione diversa dal cattolicesimo nella televisione di stato. Lo spirito manifestato è lo stesso: odio religioso per chi non riconosce la podestà della chiesa cattolica e dei suoi insegnamenti.

L'azione della chiesa cattolica è finalizzata a costringere le persone ad identificarsi con essa, agisce su tutte le persone; non tutte le persone rinunciano in modo così massiccio ad essere delle persone civili per aggredire chi porta il velo per strada o, in generale, offendere volutamente e arbitrariamente il sentimento religioso dei non cattolici.

Tanto più l'educazione cattolica ha agito privando l'individuo della sua capacità di comprensione del mondo identificandolo in maniera massiccia con l'onnipotenza del dio padrone, tanto più queste persone sono pronte a commettere reati abietti nei confronti di persone indifese.

Marghera, 26 luglio 2006



Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo

P.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

tel. 041933185

e-mail: claudiosimeoni@libero.it


Torna all'indice generale del commento alle sentenze della Corte di Cassazione!