DIDIMO GIUDA TOMASO:

L’ULTIMO STREGONE PAGANO!

CLAUDIO SIMEONI

Il vangelo di Tommaso Didimo letto e commentato in chiave Pagana Politeista attraverso le visioni della Stregoneria.

 

Commento dal paragrafo 091 al paragrafo 115!

 

 

PARAGRAFO 91

Gesù disse: "Venite a me, poiché il mio giogo è dolce e mite la mia dominazione, e troverete per voi un riposo".

Il fine del paragrafo è il concetto di riposo: di trasformazione. Il salto qualitativo in un altro mondo. Quale via alla Conoscenza e alla Consapevolezza può condurre a questo senza sviluppare pratiche assurde di ascetismo, privazioni o mortali? Alcune vie alla Conoscenza e alla Consapevolezza sono costruite da Apprendisti Stregoni che dopo aver lavorato e faticato per giungere ad una qualche forma di Consapevolezza anziché dire: "Questa è la meta da raggiungere!" affermano: "Il mio percorso è stato casuale e proprio per la sua casualità ho dovuto superare ostacoli notevoli. Io ti presento il mio percorso ripulito degli errori più madornali che ho commesso!". A volte è inutile scalare la montagna della Conoscenza e della Consapevolezza scegliendo la parete più scoscesa e pericolosa. Con una guida si può percorrere un sentiero un po' meno impervio. Con meno pericoli e con meno angosce nella costruzione del futuro. Si può utilizzare una minore quantità di Energia Vitale e impegno emotivo con maggiori risultati. Così è facile, qualche volta, trovare qualcuno che ti accompagni per brevi tratti. Una guida che faccia del guidarti motivo del proprio sviluppo e fondamento per la costruzione del suo divenire. Così il suo giogo sarà leggero perché il suo scopo non è quello di soggiogare, ma quello di costruire e la dominazione mite perché lo scopo della dominazione è la costruzione e non il predare. Così l'agguato che Don Juan tiene a Castaneda è l'agguato del costruttore e non del distruttore. L'Apprendista Stregone offre questo. Chi è abituato al padrone che si appropria scambia questo per debolezza così perde l'occasione che la pochezza del suo Potere Personale non ha saputo cogliere. Di questo cosa ha capito Matteo? Come Matteo lo usa per costruire miseria e sottomissione? Imporre la sottomissione costruendo ignoranza per produrre miseria attraverso la quale impadronirsi degli Esseri Umani! Così scrive Matteo nel La Redenzione: "In quel tempo Gesù prese a dire: "Ti rendo lode, o Padre, signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Si, padre, perché così è piaciuto a te. Tutto è stato dato a me dal padre mio: e nessuno conosce il figlio se non il padre, e nessuno conosce il padre se non il figlio e colui al quale il figlio voglia rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete affaticati e stanchi, ed io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, che sono dolce e umile di cuore, e troverete pace per le anime vostre; perché il mio giogo è soave e il mio peso leggero". La prima impressione nella lettura di questo pezzo di Matteo è quella di trovarsi davanti ad una persona che sia piena di oppio o eroina. Appaiono evidenti le aberrazioni proposte. L'autoidentificazione col dio padrone che solo egli conosce; la conoscenza che egli possiede come dono del padre e che è stata negata ai dotti; l'invito a sottomettersi prendendo il suo giogo! Sono tutte affermazioni che possono essere fatte da chi si è imbottito d'oppio. In effetti in Palestina di papavero nero ne doveva girare parecchio proveniente dalla Mesopotamia. Matteo quando scrive questa roba è sicuramente fatto d'oppio e il suo desiderio è il possesso degli individui attraverso la loro sottomissione. Anche se il brano si avvicina a quello di Tomaso per l'uso delle parole in realtà indica una direzione opposta. Matteo sicuramente pesca dalla stessa fonte di Tomaso, ma non ne comprende il senso che fa derivare sotto l'influsso degli oppiacei. A tanta aberrazione non esiste altra interpretazione. Come la religione rivelata sottomettendo gli Esseri Umani può essere identificata come oppio dei popoli in quanto ne distrugge la spinta della loro Libertà. Questo passo di Matteo è chiaramente frutto di una intossicazione da oppio e del desiderio di possesso degli Esseri Umani che appartengono alla sua setta in contrapposizione al Sistema Sociale in cui vive. Nulla da stupirsi se gli Zeloti erano intenzionati a far la pelle ai gruppi che si identificavano in queste farneticazioni. In Matteo non si tratta più di interpretare, si tratta di accettare la sottomissione in quanto tale.

PARAGRAFO 92

Gli dissero: "Manifestaci chi sei, affinché possiamo credere in te!". Egli disse loro: "Mettete alla prova la superficie del cielo e della terra, e non avete riconosciuto colui che è davanti a voi. Voi non sapete (come) mettere alla prova questo tempo".

Io non accetto quello che dici per quello che il tuo dire mi porta, ma accetto quello che dici soltanto se tu hai una funzione sociale e un ruolo gerarchico per dirmi ciò che mi stai dicendo. E' il tuo ruolo gerarchico che mi certifica la giustezza e la positività di quanto dici in quanto la distruzione che ho operato sul mio Intento mi impedisce di scegliere e discriminare. Fammi vedere la tua laurea! I tuoi attestati! La tua discendenza! Il tuo curriculum vitae! Nei vangeli ufficiali per ovviare a questo si elabora una discendenza per affermazioni di dio stesso (vedi battesimo di Battista) e regale lungo la "stirpe" di Davide (nemmeno fosse la stirpe imperiale dei Cesari o dei Ming). Se tu sei figlio del dio padrone posso credere anche se dici delle cretinerie senza senso, ma se tu sei nessuno, per quanto è importante quello che dici, io lo rifiuto in quanto tu non mi presenti nessuna garanzia. Gli Esseri Umani quando hanno rinunciato al loro Intento non sono più in grado di riconoscere quanto gli viene presentato partendo da sé stessi, ma abbisognano di un testimone. Così nei vangeli ufficiali appare il giochino del testimone. Se uno testimonia per sé non vale niente, ma se dio testimonia per me...! Dove, come, quando? Una testimonianza è tale perché viene presentata, ma la testimonianza di un testimone inesistente è una testimonianza inesistente. Voi non sapete mettere alla prova questo tempo perché voi non camminate nell'infinito dei mutamenti e dunque non camminate assieme al cielo e alla terra. Loro non hanno un attestato da presentarvi, ma esistono in quanto tali. Voi non siete in grado di camminare assieme a loro perché avete rinunciato a Necessità e Intento nel tentativo di diventare padroni dell'esistente. Riprendiamo quanto detto nel capitolo 33 a proposito di Luca: "Alle turbe poi che accorrevano a lui, egli prese a dire: "Questa generazione è una generazione perversa; essa chiede un segno, ma nessun segno le sarà dato, fuorché quello di Giona." Il segno del terrore che Giona dette a Ninive. Se quanto lui ha fatto fosse stato fatto a Ninive, i Niniviti avrebbero creduto facendo penitenza ben più di quanta ne fecero per la predicazione di Giona. Nessuna prova dà il pazzo di Nazareth a chi ascolta. Costoro devono cedere alla sua parola; alle sue affermazioni. Gli altri non hanno l'intento per vedere le stronzate che sta dicendo. Loro devono essere come fanciulli: predisposti affinché lui li possa ingannare! Ben diverso da Tomaso che chiede l'adesione degli astanti ad Intento affinché possano spostare lo sguardo a quanto egli presenta, ma gli astanti di Tomaso non sono gli astanti di Luca e del suo Gesù pazzo! Gli astanti di Tomaso hanno l'Intento tanto sviluppato da mettere alla prova l'Intento del Essere Cielo e dell'Essere Terra. Anche se potrebbero avere delle difficoltà a cogliere l'Intento di chi sta loro davanti e delle trasformazioni del tempo non sono ingenui come fanciulli né sono pronti a farsi ingannare. Sono in attesa di comprendere quanto si manifesta non sono degli allocchi che stanno pendendo dalla bocca di un povero pazzo!

PARAGRAFO 93

Gesù disse: "Cercate e troverete, ma le cose sulle quali in quei giorni mi avete interrogato, io non le ho dette, allora. E adesso che io desidero dirvele, voi non me le domandate".

La costruzione dell'Essere Umano è un processo di trasformazione continua. Quando il processo è in moto la ricerca dei mezzi attraverso i quali costruirsi diventa una costante del fare umano. Quando ci si lega a qualcuno per farci accompagnare per qualche tratto chi ci guida ci indica la strada che egli ritiene migliore. Oggi ci suggerisce delle cose; domani altre. Noi, che percorriamo quel sentiero, sentiamo fin da subito cosa ci serve. Nel proseguire lungo il sentiero possiamo dimenticare quanto avevamo intuito all'inizio: sta a chi ci dovrebbe guidare continuare a stimolare il nostro fare. Chi ci guida può rimanere deluso. Era sorretto da molte speranze nei nostri confronti. Magari era convinto che avremmo finito per bere alla stessa fonte. Invece di fare un cammino glorioso abbiamo distrutto il nostro fare. Forse la guida che ci siamo scelti era inadeguata. Forse questa guida ha atteso troppo delle forme e delle rappresentazioni che noi non potevamo avere perché se è vero che tutti gli Esseri Umani che cercano la Conoscenza e la Consapevolezza percorrono lo stesso sentiero è altrettanto vero che ognuno lo percorre con le proprie gambe, la propria testa, il proprio cuore. La sconfitta, in questo paragrafo, è più della guida che non del guidato. La guida è delusa perché il guidato non gli pone più la domanda di un tempo. La guida doveva sapere che i tempi del guidato non sono i suoi e che le risposte che doveva dare le avrebbe dovute dare quando la domanda era posta (quello era il momento giusto per il guidato anche se per la guida quel momento era sbagliato!). Questo è un problema di relazione all'interno della Stregoneria. La Stregoneria discrimina fra soggetti diversi quando entrano in relazione. Diverso è il discorso nei vangeli ufficiali dove esiste un solo soggetto di riferimento ed è il pazzo di Nazareth come estensione del macellaio di Sodoma e Gomorra mentre quanto si relazione è oggetto della sua dipendenza, della sua proprietà! In quanto oggetto di dipendenza viene privato delle sue determinazioni, della sua volontà venendo meno ad essere soggetto di diritto all'interno della vita. Leggiamo cosa dicono a proposito i vangeli ufficiali nei Diversi Precetti di Matteo: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; picchiate e vi sarà aperto. Poiché chiunque chiede, riceve; chi cerca, trova; e a chi bussa verrà aperto. E qual è quell'uomo fra voi che darà una pietra a suo figlio che gli chiede del pane? O se chiede un pesce, gli dia una serpe? Se, dunque, voi, cattivi come siete, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli concederà cose buone a coloro che gliele chiedono!" Il confronto fra i due pezzi non è perfettamente coincidente, ma il senso dei paragrafi ci permette di comprendere il senso del cercare e del trovare. Mentre in Tomaso c'è l'affermazione secondo cui la ricerca porta al successo nonostante il soggetto non abbia risposto a delle domande e sia in attesa del rinnovo della domanda che non c'è, in Matteo il cercare e trovare non è espressione di volontà soggettiva in relazione ad un'altra volontà soggettiva con cui si entra in relazione, ma è affermazione di dipendenza di un oggetto dal soggetto padrone. Chi cerca trova! Chi è che cerca? Voi cattivi come siete date cose buone ai figli che dipendono da voi tanto più il dio padrone darà cose buone da chi dipende dal dio padrone. Il senso è l'assoluta dipendenza dell'oggetto dal soggetto padrone. Così l'oggetto chiede, non prende! Non considera sé stesso come soggetto di diritto. Non considera che qualche cosa gli spetti come diritto. Non considerando sé stesso soggetto di diritto è costretto a chiedere per poter avere: è soggetto di carità! In quanto soggetto di carità la macellaia dell'India, la Teresa di Calcutta, dice che i miserabili dovrebbe sorridere di più per rallegrare la vita del proprio padrone stupratore. Il cercare, all'interno dei vangeli ufficiali, diventa cercare la sottomissione e la dipendenza. Esattamente come picchiare alla porta affinché sia accolta la propria disperazione. Per Matteo è inconcepibile che picchiare alla porta possa essere considerato il guanto di sfida che l'Essere Umano lancia per costruirsi nella vita! La differenza di impostazione dei due vangeli è opposta.

PARAGRAFO 94

Gesù disse: "Non date ciò che è santo ai cani, affinché non lo gettino nel letamaio. Non gettate le perle ai porci affinché non le calpestino".

La Conoscenza non datela a chi non ne saprà fare nessun uso in quanto non è in grado di riconoscerla. Se voi date la Conoscenza a chi non è in grado di riconoscerla questi la getterà via. Dare la Conoscenza non impoverisce il donatore. Al massimo può sprecare il suo tempo compiendo delle azioni inutili. Non date la Conoscenza ai porci affinché non la calpestino. Chi non è in grado di riconoscere il valore delle cose disprezzerà sempre quelle cose come inutili o nocive. Se un Essere Umano centomila anni or sono avesse avuto in mano un fucile mitragliatore contro un animale lo avrebbe usato come una clava. Magari si sarebbe lamentato perché non era sufficientemente maneggevole o efficace. Inevitabilmente ci sarà sempre chi considererà la Conoscenza ignoranza. Non tanto perché la riconoscerà in quanto tale, ma proprio per non riconoscerla. Considererà sé stesso un individuo cosciente e consapevole e considererà le affermazioni, fatte da altri Esseri Umani che non comprende, cose da ignoranti o imbroglioni. Molti giocheranno su questo. "Non vedi che non concludi nulla con la tua pretesa ricerca della Conoscenza? Sottomettiti! Obbedisci!" Così gli individui vengono privati della forza che li spingeva nella ricerca e quanto potrebbe loro servire viene allontanato perché ritenuto non adatto a loro. Qualche volta il tempo è necessario sprecarlo. Anche se i porci calpesteranno la Conoscenza e la Consapevolezza queste non splenderanno meno e c'è pur sempre la possibilità che per uno che la calpesta ci sia un altro che ne riconosca il valore e la preziosità: aggiungo io. Non si abbia paura dei porci. Non sempre l'apparenza qualifica la sostanza. Non sempre il fuori appare come il dentro; l'esterno come l'interno. Diffondendo Conoscenza si può essere incompleti e si possono ricevere insulti e censure, ma non ci si rattrappisce mai su noi stessi. Ciò che è prezioso non datelo a chi non è in grado di apprezzarlo, ma non si abbia mai paura di confrontarsi con chi insulta perché per uno che insulta almeno uno ascolta. Se quanto viene dato sono perle vere qualcuno le saprà riconoscere, raccoglierle e alimentarle. Nel vangelo di Matteo, Diversi Precetti, la frase risulta quasi uguale salvo per l'ultima parte che diventa rivelatrice della direzione in cui il vangelo spinge. Leggiamo: "Non date le cose sante ai cani, e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le pestino con i loro piedi e, rivoltandosi, vi sbranino". L'ultima parte è importantissima. Mentre la preoccupazione in Tomaso è quella di non sprecare tempo in quanto la Conoscenza che viene donata non diminuisce la Conoscenza del donatore, in Marco c'è la preoccupazione di difendere il concetto di perla che ne ha il donatore. Il donatore dà la sua perla al beneficiario. Al beneficiario racconta quanto è bella e utile la sua perla. Mentre in Tomaso il beneficiario getta la perla in Marco c'è il riconoscimento da parte del beneficiario della truffa subita e c'è da parte del beneficiario una rivolta nei confronti della truffa stessa. Matteo difende la possibilità di truffare. E' come se dicesse: "Sappiate scegliere bene la vittima; fate in modo che non scopra la truffa e non vi sbrani!" Mentre in Tomaso c'è la consapevolezza di elargire Conoscenza, in modo giusto o sbagliato che sia, senza danneggiare gli Esseri Umani e il Sistema Sociale in cui vive e, per conseguenza, l'unica cosa negativa che gli può succedere è quella che la sua Conoscenza venga calpestata e negata in quanto tale, Matteo è cosciente che sta truffando Esseri Umani e un Sistema Sociale in cui vive e allora deve preoccuparsi che costoro non lo sbranino. Anche se l'esempio è simile la direzione che ispira è completamente diversa. In Tomaso abbiamo un tentativo di sviluppare la Conoscenza che può essere disprezzato, in Matteo abbiamo la Consapevolezza della truffa che sta costruendo e la preoccupazione di non essere sbranato. Matteo predispone anche l'insegnamento specchiato. Che cos'è l'insegnamento specchiato? E' un'invenzione dei vangeli ufficiali. Che cosa devono fare i seguaci di Matteo quando ricevono delle perle della Conoscenza e della Consapevolezza? Calpestarle e rivoltarsi contro sbranando chi le ha elargite. Essi sono i detentori della Conoscenza e della Consapevolezza. La Conoscenza e la Consapevolezza gliela donata il loro dio e dunque essendo quel dio il creatore del cielo e della terra nessuno può dar loro qualche cosa di diverso in quanto nessuno può superare l'elargizione che nei loro confronti ha fatto l'assoluto a cui essi si riferiscono. Ecco allora l'ordine di Matteo ai suoi: calpestare le perle della Conoscenza e sbranare chi ve le ha offerte. E molti le offriranno in quanto non si renderanno conto che quanto sta facendo Matteo ieri e la chiesa cattolica oggi è la distruzione della Conoscenza e della Consapevolezza. Perché i cristiani fanno questo? Perché la distruzione della Conoscenza e della Consapevolezza è il loro calpestare le perle. Per loro quelle perle non esistono in quanto, come afferma Luca: "In quello stesso momento egli esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: "Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché tu hai nascosto queste cose ai saggi e agl'intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Si, o Padre, perché così è piaciuto a te." Con questo trucco da baraccone la non conoscenza è trasformata in Conoscenza e si ordina di calpestare ogni perla in quanto i cani e i porci (inteso in senso dispregiativo) hanno il possesso della Conoscenza divina attraverso la quale si ritengono in diritto di stuprare l'umanità. Quale differenza fra Tomaso e i vangeli ufficiali!

PARAGRAFO 95

Gesù disse: "Colui che cerca, troverà; e a colui che bussa sarà aperto".

Cercare i mezzi attraverso i quali potersi costruire implica la consapevolezza di poterli trovare. La percezione dell'esistenza di quanto serve o può servire precede sempre la descrizione della ragione di cosa serve per costruirsi. La ragione, attraverso la sua descrizione, può riconoscere l'oggetto atto a modificarla migliorandola, ma è la percezione soggettiva, spinta da Intento, che costruisce la tensione per la ricerca. Il fatto stesso di obbedire alla tensione per la ricerca dei mezzi per costruirsi implica un intuire quanto serve. Il fatto poi di non considerare quanto trovato il fine della ricerca con la fine della modificazione soggettiva non modifica quanto affermato in quanto questo è un altro discorso: la descrizione non coincide mai con la percezione! Il termine bussare sta per chiedere. Il termine bussare implica chiedere, a chi sta oltre la soglia, il permesso o l'aiuto a varcare quella soglia. Chiedere al mondo circostante di alimentare la propria percezione implica chiamare l'attenzione (attraverso il bussare; l'imprecare; come espressione della propria volontà; sfidare) di questo sulla nostra presenza rivendicando il diritto all'espressione del nostro Potere di Essere. Il circostante non può far altro che accorrere a quest'appello fintanto che il fare espresso alimenta il Potere di Essere del circostante. In Matteo troviamo queste frasi sempre all'interno dei Diversi Precetti. In questi non esiste espressione soggettiva dell'individuo. Non esiste determinazione di rappresentazione soggettiva davanti al mondo, ma esiste sottomissione. Esiste accettazione passiva del dio padrone e sottomissione conseguente alla chiesa cattolica in quanto sua rappresentante. Così la volontà soggettiva di rappresentazione dell'individuo espressa nel vangelo di Tomaso viene stuprata in ricerca della sottomissione e dell'accettazione acritica del padrone. Matteo indica chi cerca la persona cattiva. In quanto persona cattiva fa delle azioni che reputa buone. Peccato che le azioni che reputa buone (come il dare il pane ai figli) siano azioni normali della vita e l'aberrazione non consiste nel dare la pietra, ma nel mettere l'accento sulla bontà dell'azione. Quando un'azione deve essere fatta, in quanto quest'azione costruisce la vita, è un'azione doverosa che non può essere considerata buona o cattiva, ma a Matteo interessa vendere le azioni doverose. A Matteo interessa che le persone siano dipendenti dalle azioni doverose. Mio padre mi ha fatto nascere e ha il dovere di mantenermi. E' mio padre che deve onorarmi in quanto sua è la decisione di nascita (e di mia madre!). Matteo vuole stravolgere il diritto alla vita. E' buona l'azione del padre che nutre il figlio. Perché Matteo indica questo? Perché attraverso questo indica dipendenza di riconoscenza del figlio al padre! Proiettando l'azione in termini divini, dal momento che l'Essere Umano vive in questo mondo deve essere riconoscente a suo padre che certamente è nei cieli. Quest'operazione è sporca in quanto non esistendo un padrone assoluto nei cieli al quale essere grato! Una volta che il concetto è stato educazionalmente imposto agli Esseri umani a Matteo altro non resta che riempire di significato il concetto e il volere del padre padrone e a quel volere e a quella concezione piegare militarmente gli Esseri Umani. In pratica Matteo vuole farsi pagare in termini di riconoscenza dagli individui a cui ha venduto le immondizie. Dopo aver provocato la peste con la mattanza dei gatti attraverso lo sviluppo dei topi e delle loro pulci i cristiani ringraziano il loro dio per la fine della peste mettendo in ginocchio chi è riuscito a salvarsi. In questo consiste l'operazione Matteo! Si impossessa di un gesto normale, chiede una risposta eccezionale, per poter agire e stuprare il divenire degli Esseri Umani!

PARAGRAFO 96

Gesù disse: "Se avete del denaro, non imprestatelo a interesse, ma datelo a uno dal quale non lo riavrete".

Cosa costruisce il corpo luminoso nell'individuo? L'attenzione nella vita che impegnando l'individuo a risolvere le proprie contraddizioni lo dilata nel mondo! Cosa impedisce la costruzione del corpo luminoso dell'individuo? La tensione che alimenta il desiderio di possesso e di controllo di altri Esseri Umani! Qual è il consiglio che dà Tomaso? Liberarsi della preoccupazione di dover controllare altre persone. Cosa significa dare il denaro ad uno dal quale non lo rivedrete più? L'indicazione non è relativa al privarsi del denaro, ma è relativa al privarsi della preoccupazione e dell'impegno che implica farselo restituire con gli interessi. Gettare via il coinvolgimento soggettivo che il prestito implica. Significa scaricarsi della preoccupazione di dover controllare il debitore affinché paghi il proprio debito con gli interessi. Questa preoccupazione coinvolge l'individuo e blocca lo sviluppo del suo Potere di Essere per fissare la sua attenzione sul Potere di Avere. Se avete del denaro, usatelo per migliorare le vostre condizioni di vita.

PARAGRAFI 97-98-99

Gesù disse: "Il regno del Padre è simile ad una donna; prese un po' di lievito, lo nascose nella pasta, e ne fece pani grandi. Chi ha orecchie, intenda!".

Gesù disse: "Il regno del Padre è simile a una donna che recava una brocca piena di farina. Mentre camminava per una strada lungi da casa, si ruppe l'ansa della brocca e la farina fuoruscì sulla via; lei non se ne accorse e non badò all'incidente. Giunta a casa sua posò la brocca e la trovò vuota".

Gesù disse: "Il regno del Padre è simile a un uomo che vuole uccidere una persona potente: in casa propria estrae la spada e trapassa una parete, per provare se la sua mano è abbastanza forte. Poi uccise quella persona potente".

Questi paragrafi danno delle indicazioni attraverso le quali individuare la relazione fra l'Essere Umano e l'oggettività di Necessità e Intento. Tre esempi da leggere in fila in quanto descrivono tre atteggiamenti diversi davanti a Necessità e Intento. I tre paragrafi descrivono l'atteggiamento del costruttore, l'autodistruttore e il guerriero. Il costruttore è colui che prende quanto ha e lo usa per costruire delle condizioni migliori nelle quali crescere e dilatarsi. Il distruttore è tale perché non dà molta importanza a quanto possiede. Che lo abbia o non lo abbia per lui non è importante. Quando giunge a destinazione si accorge cosa ha perso: forse lo rimpiange. La disattenzione, la sua indifferenza per quanto succede attorno a lei le ha impedito di dilatare sé stessa. Lei ha perso le occasioni attraverso le quali crescere e svilupparsi. Lei non viveva con passione quanto si svolgeva attorno. Davanti alla morte del corpo fisico si trova vuota, come la brocca che trasportava. E infine il guerriero. L'Essere Umano che davanti ai compiti della vita forgia sé stesso. Si prepara con disciplina per portare a termine qualunque compito. Prepara sé stesso affrontando le contraddizioni dell'esistenza, accumulando Sapere e Conoscenza; allenando l'abilità delle proprie mani. Il compito del guerriero descritto da Tomaso è un compito estremo che presuppone una preparazione estrema. Tutti i compiti nella vita sono compiti estremi che necessitano di preparazione estrema. L'arte dell'agguato, il chiedersi il perché delle cose, lo scetticismo, la sospensione del giudizio, la meditazione servono per costruire l'autodisciplina affinché l'Essere Umano porti a compimento la costruzione del suo corpo luminoso. Tre modi di essere che definiscono i comportamenti degli Esseri Umani alle sollecitazioni di Necessità e Intento. Troviamo un riferimento in Matteo (probabilmente ce ne sono altri sparpagliati negli altri vangeli ufficiali) ed è sufficiente per comprendere la diversa direzione che i vangeli ufficiali ne danno dell'immagine. Dice Matteo: "Disse loro un'altra parabola: "Il regno dei cieli è simile al lievito che una donna ha preso e messo in tre misure di farina, finché tutto viene a fermentare". Per un cristiano dire che il regno del padre (che comunque in Matteo non sta a significare Necessità e Intento) è simile ad una donna equivale ad una bestemmia. Gli Esseri Umani femminili per i cattolici erano e sono solo bestiame da usare per il lavoro e la riproduzione. In molte epoche non concedevano loro nemmeno il diritto di avere l'anima! Matteo non avrebbe mai potuto pronunciare la frase che viene detta da Tomaso perché a Matteo interessa schiavizzare le persone appropriandosene. Per appropriarsi delle persone deve togliere alle persone ogni barlume di dignità ed affermare che il regno, il Potere di Essere, sia come una donna che agisce significa rendere non solo l'Essere Umano femminile uguale all'Essere Umano maschile in quanto può rappresentare il regno, ma la sua stessa azione è divina in quanto è fonte di costruzione e sviluppo. Pertanto Matteo non dirà mai che il regno è simile alla donna, ma dirà che il regno è simile al lievito. Non c'è pericolo che il lievito reclami davanti all'Essere Umano maschile o alle gerarchie della chiesa cattolica adorazione in quanto similitudine equiparabile all'azione del regno. L'Essere Umano femminile lo potrebbe fare e per un Matteo, il cui scopo è trafficare in schiavi mettendo in ginocchio chi non si può difendere, è meglio identificare il regno col lievito. In Matteo il lievito fermenta. In Tomaso l'Essere Umano femminile esercita la sua volontà (mette il lievito) in funzione del suo Intento (fare pani grandi). In Tomaso l'Essere Umano femminile rappresenta il regno del padre (Necessità e Intento) mentre in Matteo l'esempio rappresenta il suo desiderio di espandere il suo controllo militare su chi non si può difendere.

PARAGRAFO 100

I discepoli gli dissero: "Fuori ci sono tua madre e i tuoi fratelli". Egli rispose: "Quelli che sono qui, quelli che fanno la volontà del Padre mio, costoro sono miei fratelli e mia madre. Quelli entreranno nel Regno di mio Padre".

Coloro che sviluppano dentro di loro Necessità e Intento sono coloro che camminano assieme. Vivono con passione costruendo relazione di mutuo appoggio per proseguire nell'eternità dei mutamenti. Il senso di questo paragrafo è la negazione, da parte di Tomaso, della centralità della famiglia dei ruoli. Perché delle persone vogliono parlare con lui? Non hanno chiesto udienza, non hanno delle relazioni abituali, quotidiane. Essi non dicono: "Io persona voglio parlare con te persona!", ma pretendono di parlargli qualificandosi per il ruolo che ricoprono rispetto a lui. Lui non è una persona. Lui è il figlio o il fratello. Quali relazioni la madre e i fratelli hanno costruito con lui? Sembra nessuna. Non hanno costruito nulla; non hanno mai camminato assieme eppure rivendicano nei suoi confronti dei diritti in quanto madre e in quanto fratelli. Non si tratta dunque di persone che si sono messe insieme per affrontare la vita, ma di individui che giungono esternando un ruolo. Il ruolo non appartiene al Potere di Essere, ma al Potere di Avere. Non sono persone che si relazionano con persone, ma persone che rivendicano un diritto in base al ruolo sociale. Chi sviluppa Intento e Necessità ha scelto di camminare assieme a me e dunque, al di la del ruolo, è colui su cui io posso contare. Chi mi aiuta a camminare nell'eternità dei mutamenti è mio "fratello" e mia "madre". Costoro ricoprono il ruolo all'interno del Potere di Essere. Io costruisco le relazioni per quello che essi sono, per come si costruiscono, non per il ruolo sociale che rappresentano. Vedremo poi come viene trattato questo aspetto nei vangeli ufficiali prendendo come esempio generale Matteo: "Mentre si rivolgeva ancora alla folla, la madre e i suoi fratelli erano fuori e cercavano di parlargli. E uno gli disse: "Ecco, tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori e desiderano parlarti", ma egli, rispondendo a chi gli aveva parlato, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli. Perché chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è mio fratello e mia sorella e mia madre:" Sempre in Matteo leggiamo cosa dice il suo profeta pazzo nel brano I Farisei e la Tradizione: "Egli rispose loro: "Perché anche voi trasgredite il comandamento di Dio per la vostra tradizione? Dio, infatti, ha detto: "Onora il padre e la madre"; come pure: "Chi maledirà il padre e la madre, sia punito con la morte" Invece voi dite: "Colui che dice al padre o alla madre: E' una sacra offerta quanto di utile avresti potuto avere da me, non è più obbligato ad onorare suo padre e sua madre". Così con la vostra tradizione voi annullate la parola di Dio...." In Tomaso è chi cammina con me che entra nel regno; in Matteo è chi si sottomette alla volontà del padrone che diventa suo fratello o sua sorella. Chi si sottomette assume il ruolo di fratello, di sorella e di madre. L'Intento, in questo caso, discrimina la direzione dei vangeli. In Matteo fare la volontà del padre porta a diventare suoi fratelli e sorelle; in Tomaso fare la volontà del padre li porta ad entrare nel regno. In Tomaso il profeta è un Essere Umano che costruisce sé stesso e che esercitando la propria volontà sulla spinta del padre (Necessità e Intento) si costruisce. Da qui chiunque esercita la propria volontà sulla spinta del padre (Necessità e Intento) cammina insieme: diventano fratelli e madre in funzione di entrare nel regno (trasformarsi). In Matteo fare la volontà del padre comporta diventare suoi fratelli e sorelle, ma nel momento in cui si diventa suoi fratelli e sorelle si riconosce che egli è il figlio del dio padrone e si ha la gratificazione di essere fratelli e sorelle del dio padrone. Dove conduce questo? Nessuno lo può sapere: solo il dio padrone! Il tutto in Tomaso si ricollega al paragrafo 102 dove chiarisce quanto intende per madre, padre e conseguentemente per fratelli. La famiglia dei ruoli deve essere abbandonata per costruire la famiglia delle persone. Il profeta di Matteo è il figlio del dio padrone davanti al quale gli Esseri Umani si mettono in ginocchio; il profeta di Tomaso è (intanto Tomaso stesso!) un Essere Umano che costruisce sé stesso aiutando altri Esseri Umani a costruire loro stessi. Pertanto i fini sono diversi. Matteo deve distruggere i ruoli per sottomettere, ma quando i ruoli sottomettono deve conservarli. Ecco dunque il discorso sulle tradizioni. Sull'onorare il padre e la madre! Ricordiamo che questa è una grande infamia volta a distruggere il divenire umano. Infatti la costruzione del futuro veniva bloccata per conservare e assicurare la sopravvivenza della vecchiaia. I vecchi conservavano sé stessi distruggendo il divenire dei figli. I figli che dovevano vivere in funzione dei genitori! Matteo vuole distruggere i ruoli per separare gli Esseri Umani dal contesto sociale in cui vivono e costruire la sua setta. Contemporaneamente deve costruire le condizioni affinché i figli vengano condizionati dai vecchi. Deve pertanto distruggere ogni forma che porterebbe a costruire l'indipendenza del figlio dal passato per fondare un futuro diverso. Il discorso sulla famiglia dei ruoli in contrapposizione alla famiglia di persone la riprenderemo nel paragrafo 102.

PARAGRAFO 101

Mostrarono a Gesù una moneta d'oro e gli dissero: "Gli agenti di Cesare esigono da noi le tasse". Egli rispose: "Date a Cesare ciò che è di Cesare; date a Dio ciò che è di Dio; e date a me ciò che è mio".

In questo paragrafo c'è una presa di distanze fra il fare di Tomaso da quello del Comando Sociale e della pulsione di morte. Tomaso si identifica col proprio cammino di sviluppo, con la costruzione di sé stesso e rivendica come appartenente a sé qualunque elemento in relazione con Necessità e Intento volto alla costruzione dell'Essere Luminoso. Questo lo rivendica a sé stesso! Dopo di che riconosce l'esistenza di un Comando Sociale che esige il rispetto di alcune regole. Queste regole vanno rispettate. La variazione delle regole avviene sempre attraverso l'applicazione delle regole. Esistono regole per ogni relazione del Comando Sociale. Esistono delle regole per distruggere un Comando Sociale. Esistono regole di adattamento; di interazione; di sovversione! Queste regole vanno rispettate ognuna per l'Intento che esprime il soggetto. Dunque date a Cesare quel che è di Cesare sta a significare sia pagate il tributo richiesto, sia, se siete in grado di sostenerlo, date una coltellata a Cesare, sia date una supplica a Cesare affinché modifichi il tributo richiesto. Il date a dio quel che è di dio sta ad indicare l'assoggettamento imposto dai preti di questo o quel dio padrone, in particolare quello ebraico e le sue imitazioni cristiane. L'assoggettamento al dio padrone è ben più feroce che non l'assoggettamento a Cesare. L'assoggettamento al dio impone la distruzione dell'individuo. Cosa si dà al dio padrone? Al dio padrone e alla ferocia dei suoi preti si concede la forma esteriore. Proviamo a vedere come viene distribuito il tributo. A Cesare si paga il tributo del lavoro: il tributo materiale. Al dio padrone e ai suoi preti assassini si concede la rappresentazione, l'apparenza, la scenografia. Alla costruzione del proprio corpo luminoso si concede il proprio Essere, il proprio fare, le proprie scelte: sé stessi. Il tributo può essere più o meno grande a seconda dell'imposizione di Cesare; la rappresentazione può essere più o meno intensa a seconda della ferocia militare dei preti; il tutto a salvaguardia della costruzione di sé stessi. Nei vangeli ufficiali c'è l'esigenza di costruire sottomissione e dunque ogni cosa deve essere letta e strutturata in modo tale da sottomettere gli Esseri Umani alla gerarchia che abbiamo ormai individuato: dio, il pazzo di Nazareth che si identifica con suo figlio, l'evangelista che scrivendo quanto fa ne diventa il rappresentante, la chiesa cattolica che ne continua l'opera di sottomissione degli Esseri Umani. Leggiamo da Marco: "Ma gli mandarono alcuni Farisei con degli Erodiani, per sorprenderlo nei lacci di una questione. Or, giunti, gli dissero: "Maestro, noi sappiamo che tu sei sincero e non hai riguardo a nessuno, poiché tu non guardi in faccia agli uomini, ma insegni la via di Dio secondo verità. E' lecito pagare il tributo a Cesare o no? Dobbiamo pagarlo o non pagarlo?". Egli, conosciuta la loro malizia, disse: "Perché mi mettete alla prova? Portatemi un denaro, che lo veda". Essi glielo presentarono. Egli domandò: "Di chi è questa effige e l'iscrizione?". Gli dissero: " "Di Cesare". Allora Gesù rispose: "Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio". E rimasero meravigliati di lui". Marco è avvezzo ai trucchi da imbonitore. Egli, come del resto gli altri evangelisti, non conosce il significato esoterico della frase che ha scopiazzato da una struttura di pensiero che non comprende e la riformula per esaltare la furbizia di quello che lui chiama figlio del dio creatore. Il figlio del dio creatore costretto a ricorrere ad un piccolo trucco da imbonitore che sarebbe stato smontato dal più idiota dei sofisti. A Marco interessa mostrare la furbizia del suo profeta, ma proprio in questo tentativo ne manifesta la pochezza morale e la vuotezza della sua dottrina. Gli altri tentano di truffarlo, ma il figlio del dio creatore dell'universo si accorge della loro malizia. E allora lui esce dalla trappola! Uscendo dalla trappola lascia gli astanti meravigliati, ma che cosa hanno appreso da quell'insegnamento? Hanno appreso che bisogna essere furbi e imbrogliare l'interlocutore. Hanno compreso che il mondo è dei furbi. Marco raggiunge il suo scopo: dimostrare che il suo profeta pazzo è uno che non si fa imbrogliare dal primo venuto. Nel far questo ci dimostra il disprezzo del suo profeta per la vita. Io voglio sottomettere gli Esseri Umani dice Marco! Gli Esseri Umani devono essere sottomessi a dio di cui io sono la rappresentante dice la chiesa cattolica. Alla fine i papi cattolici con il sangue delle torture si proclameranno padroni degli Esseri Umani e pretenderanno (purtroppo otterranno) che gli imperatori diventino poliziotti diffusori della loro morale. Date a dio il sangue degli Esseri Umani e voi rapinateli del lavoro: sarà il patto scellerato con cui distruggeranno il divenire dell'umanità! Nulla a che vedere con Tomaso! Il date a me quel che è mio scinde la proprietà di un soggetto umano da quella del dio e del Comando Sociale. E' uno dei motivi per cui questo vangelo sarà distrutto dai cattolici.

PARAGRAFO 102

Gesù disse: "Colui che non odia suo padre e sua madre come me, non è adatto ad essere mio discepolo. E colui che non ama suo padre e sua madre come me, non può divenire mio discepolo. Poiché mia madre mi diede menzogna, ma la mia vera madre mi diede la vita".

Che cattivo: ha detto che si deve odiare il padre e la madre! Nei comandamenti dati a Mosè c'è l'imperativo di onorare il padre e la madre. Come stanno le cose? Il padre e la madre non rappresentano delle persone, ma un ruolo sociale. Un'imposizione. Una costrizione. Impone asservimento ad un ruolo. Odiare un asservimento, una costrizione che crea dipendenza è fondamentale per costruire il proprio Potere di Essere. Ogni costrizione, ogni dipendenza è un ostacolo per lo sviluppo del proprio corpo luminoso. La dipendenza, se dipendenza deve essere, va scelta. Deve essere una scelta di un individuo e non rappresentare giustificazione di relazioni più o meno imposte. I genitori sono al servizio della crescita e della costruzione dell'autonomia del figlio; non viceversa. Qual è la mia vera madre? Quando l'oracolo di Apollo profetizzò che il primo che avrebbe baciato la madre sarebbe diventato re di Roma i figli di Tarquinio il Superbo si accordarono per baciare la loro madre mentre Bruto, che li accompagnava, fingendo di cadere, baciò la terra: la vera madre! Colei che costruisce condizioni, ma non impone dipendenza! L'Essere Umano adulto può generare figli, ma deve sapere che quei figli richiedono servizio sia per crescere che per costruire la loro indipendenza. L'Essere Umano adulto deve sapere che l'indipendenza del figlio la costruirà soltanto nella misura in cui egli sta costruendo la sua indipendenza altrimenti costruirà dipendenza nel figlio. Quella stessa dipendenza, qualitativa e quantitativa, che ha distrutto il suo divenire. Odiare indica una determinazione assoluta, totalizzante, che presuppone un coinvolgimento completo dell'individuo nel suo sottrarsi alla dipendenza. La dipendenza è una situazione feroce che impone una determinazione feroce per sottrarsi. Il sottrarsi alla dipendenza è un dovere dell'individuo che percorre l'infinito dei mutamenti. Sottraendosi alla dipendenza si riconosce il proprio padre e la propria madre: Necessità e Intento. Necessità e Intento spingono affinché l'Essere Umano si sviluppi e cresca. Per svilupparsi l'Essere Umano deve usare la propria Volontà e le proprie determinazioni. Deve chiamare le cose col loro vero nome. Deve affrontare le sfide dell'esistenza. Deve sviluppare il proprio Potere di Essere. Per sviluppare il proprio Potere di Essere deve rimuovere gli ostacoli che si frappongono fra ciò che è in quel momento e ciò che Intento impone di raggiungere. Questo rimuovere gli ostacoli che alimentano la crescita del proprio Potere di Essere è quel divino che si chiama LIBERTA'! Così se un Essere Umano non ama la costruzione di Libertà nella formazione del proprio cammino, nella costruzione del proprio Sistema Sociale, nella costruzione della propria nazione non può diventare discepolo di chi costruisce il proprio Potere di Essere. Questo perché la madre che partorì il figlio gli dette la descrizione della ragione mentre Intento e Necessità gli dettero la possibilità di costruire sé stesso nell'infinito dei mutamenti. Tutta questa parte viene ignorata dai vangeli ufficiali i quali non conoscono nulla di esoterico. Per gli evangelisti dei vangeli ufficiali le persone sono solo bestiame da accumulare per costruire la propria setta e distruggere il Sistema Sociale in cui operano. Riprendendo il discorso dal paragrafo 100 prendiamo atto che a Matteo da un lato interessa distruggere la famiglia per separare i membri che gli interessano per formare la sua setta sottomettendoli al volere del dio padrone e dall'altro vuole impedire che i membri giovani della sua setta trovino delle scappatoie per sottrarsi dall'orrore in cui sono costretti e dipendano continuamente sottomessi alla gerarchia familiare. Tutto il discorso di Tomaso non ha nulla a che vedere con quello di Matteo e dei vangeli ufficiali.

PARAGRAFO 103

Gesù disse: " Guai ai Farisei! Sono infatti come un cane accovacciato su una mangiatoia di buoi: né mangia, né lascia che mangino i buoi".

Vedi al paragrafo 40.

PARAGRAFO 104

Gesù disse: "Beato l'uomo che sa da quale parte entreranno i ladri, perché s'alzerà, concentrerà la sua forza, e si cingerà i fianchi prima che essi arrivino".

L'arte dell'agguato è l'arte per prevenire l'agguato. Chi concepisce l'agguato concepisce anche la possibilità di diventare oggetto d'agguato. Chi concepisce sé stesso come oggetto d'agguato comprende anche il fine dell'agguato di cui egli può essere preda. La costruzione del corpo luminoso è arte della vita. Arte attraverso la quale un individuo costruisce i suoi agguati quotidiani. Cosa può volere un ladro? Da quale parte un possibile ladro tenterà di entrare? Non si sta qui parlando del ladro di Conoscenza e Consapevolezza il cui arrivo non diminuisce il tesoro che tocca pur arricchendo il proprio. Stiamo parlando del ladro che danneggia il divenire dell'Essere Umano. Quello che tende a privarlo dei mezzi attraverso i quali costruirsi. Il ladro che distrugge il divenire nei mutamenti. Chi saprà controllare la propria esistenza sapendo dove il ladro di futuro, il produttore di assoggettamento, arriverà sarà beato. Egli metterà in pratica la sua arte (cingerà i suoi fianchi) per impedirgli di portare a termine il suo progetto. La sua ricchezza non ne soffrirà ed egli potrà continuare a trasformarsi nell'infinito dei mutamenti. Gli Esseri Umani conoscono la forza dell'Essere Leone o il veleno dell'Essere Vipera. Quando si trovano davanti a loro hanno imparato che con una buona arma sono in grado di combatterli. Esistono tecniche di combattimento ed armi che possono essere usate all'occorrenza. Quando il ladro o il nemico è colui che blocca la loro percezione agendo per metterli in ginocchio gli Esseri Umani non sanno come reagire. Sono perplessi. Sono sgomenti. Eppure sarebbe sufficiente che ascoltassero i propri bisogni, portassero a termine i propri progetti per lo sviluppo del proprio Potere di Essere seguendo il respiro di Intento per diventare invincibili. Avrebbero i fianchi cinti dalle armi micidiali della determinazione per affrontare qualunque cosa dallo sconosciuto che ci circonda si presenti loro. Nei vangeli ufficiali il cingersi i fianchi è ripreso, ma anche in questo caso il senso è diverso. Leggiamo da Luca: "Abbiate sempre i fianchi cinti e le lucerne accese, e siate voi come uomini in attesa che il loro padrone ritorni dalle nozze, per potergli aprire appena arriva e bussa alla porta. Beati quei servi che il padrone, al suo ritorno, troverà vigilanti! Io vi dico, in verità, che egli si cingerà, li farà mettere a tavola e si presterà per servirli. Sia che giunga alla seconda o alla terza vigilia, beati quei servi che egli troverà vigilanti. Sappiate bene questo, che se il padrone di casa sapesse a che ora vuole venire il ladro, starebbe in guardia e non lascerebbe mettere a soqquadro la casa sua. Anche voi tenetevi pronti, perché nell'ora in cui non supponete il figlio dell'uomo viene"." Chi esercita la volontà in Tomaso è l'Essere Umano che tende un agguato a chi vorrebbe trasformarlo in oggetto d'agguato. In Luca gli Esseri Umani sono i servi e l'esercizio della loro volontà consiste nella vigilanza alla loro sottomissione. In Luca gli Esseri Umani non hanno volontà! In Luca gli Esseri Umani sono come i cani! Feroci e violenti con chi tenta d'entrare nella proprietà del padrone, ma piangono e latrano quando il padrone li prende a calci! I servi, in Luca, devono vigilare con attenzione la loro sottomissione. Solo vigilando con attenzione la loro sottomissione il padrone riconoscente li servirà a tavola. Il padrone riconosce la loro sottomissione e se ne felicita. In Luca non esiste Essere Umano detentore di volontà se non nell'esercizio della sottomissione. Chi sta in guardia contro il ladro? Un uomo come dice Tomaso o il padrone come dice Luca? In Tomaso l'Essere Umano è soggetto di diritto e in quanto tale difende la sua proprietà; in Luca solo dio o il pazzo che si spaccia per suo figlio sono soggetti di diritto e hanno il diritto assoluto sugli Esseri Umani che in Luca appaiono descritti come degli schiavi il cui compito è l'obbedienza. Vigilare per essere obbedienti. Vigilare affinché il padrone non si accorga che abbiamo bisogni diversi, desideri diversi. Sottomettere sé stessi al padrone che priva gli Esseri Umani di volontà e di determinazione. Quali vigliaccate in Luca nei confronti degli Esseri Umani pur di sentirsi padrone e manipolatore di chi sottomette!

PARAGRAFO 105

Gli dissero. "Vieni, oggi preghiamo e digiuniamo!". Gesù disse: "Che peccato ho dunque commesso, o in che cosa sono stato vinto?, ma quando lo sposo uscirà dalla camera nuziale, allora digiuneranno e pregheranno".

Quale mancanza un Essere Umano commette per dover battersi il petto per l'errore? Non esiste nessun motivo per farlo. Se qualcuno dovesse farlo qualcun altro può pensare che egli abbia sbagliato o abbia commesso delle mancanze. In che cosa ho sbagliato? Quale sfida ho imposto e ho perduto? Stiamo festeggiando. Stiamo festeggiando lo sposo che è entrato nella camera nuziale. Stiamo festeggiando l'amplesso che dà la vita. Stiamo festeggiando la costruzione del corpo luminoso. L'esistenza dell'Essere Umano è come un lungo amplesso che alimenta l'Energia Vitale che ha dentro di sé. Nel far questo non si può digiunare (non si può far a meno di affrontare le sfide della vita) né si può rinunciare ad affrontarle (pregheremo)! La vita dell'Essere Umano è paragonabile ad un lungo banchetto che va dalla nascita del corpo fisico alla morte dello stesso. I grandi banchetti sono quelli nuziali. I grandi amplessi si pensano siano quelli del primo giorno di nozze. I grandi amplessi che generano nuova vita. Ecco, la vita è generata! Ecco il corpo luminoso viene partorito! Ecco lo sposo esce dalla stanza nuziale! Quella festa è finita! Il corpo luminoso non mangia più; almeno non nel senso fisico! Ora può digiunare! Ora si può sperare che la festa ricominci con un altro sposo e con un'altra sposa. Con un altro banchetto affinché l'Essere Natura continui nell'infinito dei mutamenti. Ora si può pregare, si può supplicare che qualcun altro organizzi banchetti della vita per divenire nell'eternità dei mutamenti. Anche nei vangeli ufficiali troviamo la stessa storia, ma ancora una volta la direzione che indica è diversa. Dice Marco nel suo Digiuno Cristiano: "I discepoli di Giovanni e i Farisei stavano digiunando; e vennero a dire a Gesù: perché i discepoli di Giovanni e i Farisei digiunano mentre i tuoi discepoli non digiunano?". Gesù rispose loro: "Possono forse gli amici dello sposo digiunare mentre lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con sé, non possono digiunare, ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo, e allora, in quei giorni, digiuneranno." Anche in questo caso c'è una lettura alterata della questione. E' al profeta che i suoi amici propongono di digiunare in Tomaso mentre in Marco sono gli estrani al gruppo che non chiedono a Gesù di digiunare, ma ai suoi discepoli. Mentre in Tomaso il suo profeta è un Essere Umano parte degli Esseri Umani che cammina con gli Esseri Umani in quanto la specie umana è oggetto del suo interesse, in Marco egli è il figlio del dio padrone a cui nessuna regola si applica. Quanto va applicato agli Esseri Umani non deve essere applicata a lui. Egli è lo sposo! Egli è il padrone delle tradizioni! I suoi discepoli digiuneranno quando egli non ci sarà più. I suoi discepoli faranno questo in sua memoria. Il soggetto è egli, il figlio del dio padrone, al quale gli Esseri Umani si devono piegare. Il soggetto degli Esseri Umani non sono gli Esseri Umani, ma la volontà del padrone. Il desiderio del padrone. La presenza del padrone. Egli è il padrone. Facciamo festa fin che ci sono dopo quando io sarò morto voi digiunerete! La sottomissione è ancora un oggetto vivo dell'insegnamento di Marco e questo non è fra i più rivoltanti. Come potrebbe dire il figlio del dio padrone a sé stesso: "Che peccato ho commesso?" Il digiuno è accettato da Marco proprio perché esprime astinenza dall'uso della volontà. Ora è necessario usare la propria volontà per alimentare la propria sottomissione facendo festa con lo sposo (perché lo sposo non entra nella camera nuziale?) poi, quando lo sposo sarà morto, allora digiuneranno.

PARAGRAFO 106

Gesù disse: "Colui che conosce il padre e la madre sarà detto "figlio di una prostituta"".

Il termine conoscere, in questo caso, è giocato in maniera esoterica prendendo ad esempio la vita fisica. Coloro che hanno rapporti carnali col padre o con la madre si possono chiamare figli di puttana. Vale anche per il lato maschile! La via alla Conoscenza e alla Consapevolezza del padre e della madre appartiene solo a loro e il figlio che tenta di riprodurre quella via alla conoscenza e alla consapevolezza rinuncia a percorrere la propria via alla Conoscenza e alla Consapevolezza tentando di piegare sé stesso alla via alla Conoscenza e alla Consapevolezza di chi lo ha preceduto. Si definiscono "puttane" tutti quegli individui (maschili o femminili che siano) che impongono agli individui la propria verità e che a quella verità obbligano altri individui a piegarsi. Si chiama puttana il Gesù dei vangeli ufficiali in quanto obbliga gli individui a sottomettersi alla propria parola! Nel paganesimo romano Mani è la fonte da cui l'Essere Umano comincia il suo cammino di sviluppo, ma viene dimenticato in quanto è l'origine del cammino, ma non il fine del cammino! Quando diventa fine del cammino diventa Mania. Riprodurre le condizioni che permisero il nostro sviluppo significa bloccare lo sviluppo stesso. Significa obbligare la vita entro ambiti ristretti e già tracciati. Significa riprodurre il già vissuto e il già sperimentato. Significa combattere e annullare l'audacia con la quale affrontare lo sconosciuto che ci circonda e modificare la nostra descrizione del mondo. Tomaso in questo caso sta usando un esempio nella vita quotidiana per sottolineare una distorsione in campo esoterico. L'individuo che si sottomette al conosciuto rinunciando ad affrontare lo sconosciuto è un figlio di puttana. Ed è un figlio di puttana quell'individuo che all'interno del Sistema Sociale in cui vive rinuncia a rivendicare il proprio ruolo e i propri diritti. Per questo figlio di puttana che ha rinunciato a battere i pugni quella volta che i suoi diritti sono stati violati oggi viene indicato ad esempio da chi vuole violare i diritti delle persone affinché, imitando il suo esempio, rinuncino ai propri diritti. Assumersi la responsabilità della propria vita, assumersi la responsabilità delle proprie scelte, assumersi la responsabilità di affrontare il proprio futuro, assumersi la responsabilità di affrontare l'infinito dei mutamenti impedisce all'Essere Umano di essere considerato un figlio di puttana dalla vita. Certamente coloro che costringeranno le persone a rinunciare ad esercitare le proprie determinazioni nella propria esistenza, ad esercitare le proprie determinazioni nella costruzione del proprio futuro, ad esercitare la propria determinazione per svilupparsi nell'infinito dei mutamenti chiameranno chi non si sottomette figlio di puttana. Seguendo il vangelo di Tomaso è la vita e lo sviluppo della vita il solco dal quale noi guardiamo il mondo. Chi nega la vita, chi la imprigiona entro muri grigi non ha nessun diritto alla considerazione in quanto sarà chiamato stupratore della vita o figlio di puttana!

PARAGRAFO 107

Gesù disse: "Quando di due farete uno, sarete figli dell'uomo; e quando direte a un monte: "allontanati!", si allontanerà".

Questo paragrafo si ricollega a quello n.49. Quando di due (corpo fisico e corpo luminoso) farete uno (corpo luminoso) sarete figli dell'uomo. Il figlio dell'uomo, come già detto in altre parti, è quanto l'uomo partorisce: il suo corpo luminoso. Dire ad un monte allontanati è come parlare di qualche cosa di enorme (tipo le diecimila creature di Quang Tsu pur sapendo benissimo che sono molte di più). Costruire il corpo luminoso permette di fare delle cose impossibili per la ragione e per la sua descrizione. Questo riconduce il significato al paragrafo 49. Il fare pace equivale a risolvere le contraddizioni. La contraddizione è Essere (corpo fisico) non essere (il mondo che ci circonda) e la fondazione del divenire (corpo luminoso). Nel Potere di Essere pace è possibile soltanto come soluzione delle contraddizioni altrimenti è guerra attraverso la quale risolvere la contraddizione. Nel Potere di Essere la soluzione della contraddizione può essere definita come pace mentre il processo che porta alla soluzione delle contraddizioni può essere chiamato guerra. Quando la grande contraddizione della vita fisica sarà risolta partorirà il corpo luminoso che poi continuerà lo sviluppo con categorie di trasformazione diverse. In quel momento, e solo in quel momento, si potrà dire alla montagna (quanto opprime) di allontanarsi e questa si allontanerà.

PARAGRAFO 108

Gesù disse: "Il regno è simile a un pastore che ha cento pecore. Una, la più grande si smarrì. Egli lasciò le novantanove e cercò quell'una fino a quando la trovò. Dopo che si era affaticato disse alla pecora: "Ti amo più delle novantanove"".

La relazione fra il pastore e le pecore riferite a Necessità e Intento mi mette i brividi. E' sempre un gregge in cui viene negata alla pecora la volontà e la determinazione nell'allontanarsi. Accosteremo questo paragrafo a quello simile nei vangeli ufficiali. Qui può essere interpretata come la pecora che rinuncia alla propria volontà e alle proprie determinazioni dove per volontà e determinazione si considera quanto lega la pecora al gregge. Quando l'Essere Pecora rinuncia alla propria volontà e alle proprie determinazioni ha gettato via la propria occasione per costruire il proprio corpo luminoso. Quando l'Essere Pecora ritrova la propria volontà e la propria determinazione Intento ne alimenta il fare per permettergli di recuperare i mutamenti perduti. L'esempio è molto stirato! E' molto difficile, pericoloso e fuorviante interpretare nei termini del Potere di Essere una rappresentazione dove non è riconosciuto il diritto di autodeterminazione dell'Essere Pecora. Questa cecità rispetto agli Esseri Animali porta gli estensori dei vangeli ufficiali a trasformare gli Esseri Umani in bestiame di un gregge il cui comportamento viene approvato fintanto che obbedisce il buon pastore mentre li porta al macello. La visione del gregge è anche la visione del Sistema Sociale dal quale qualcuno si allontana pensando di separare sé stesso da questi. Il Sistema Sociale sta perdendo un contributo di crescita perché alcuni Esseri Umani separano il proprio percorso di Stregoneria dal Sistema Sociale in cui vivono. Il loro percorso di Stregoneria appartiene solo ad essi e loro non sono in grado di riversarne la novità e la propositività all'interno del sistema Sociale in cui vivono. Questi Esseri Umani seguono il fuoco che arde dentro loro e non sono in grado di trasferirne l'ardore all'insieme in cui sono cresciuti. Questi Esseri Umani sono preziosi per il Sistema Sociale. Sono coloro che hanno il fuoco e l'idealità per alimentarne le speranze nella costruzione del futuro ed è necessario che altri Stregoni disciplinino il fuoco che brucia loro dentro e nello stesso tempo facciano loro intendere quanto sia importante la loro azione per lo sviluppo della vita. Questo, ai miei occhi, non è sufficiente per paragonare il Sistema Sociale ad un gregge a meno che Tomaso lo abbia usato come eufemismo per evitare che venisse individuata la relazione diretta fra gli Esseri Umani che cercano la conoscenza e la consapevolezza e gli effetti all'interno del Sistema Sociale. In ogni caso l'esempio fatto da Tomaso del gregge non ha condizionato o distrutto il divenire umano e pertanto l'Intento espresso non è stato inquinato dal comportamento di chi lo ha interpretato. Io, interpretandolo, ho un esempio storicamente davanti ed è il tentativo dei cristiano-cattolici di trasformare gli Esseri Umani condotti al macello. Quest'esempio condiziona la mia percezione! Leggiamo da Luca né La Pecorella smarrita: "Tutti i pubblicani e i peccatori si avvicinarono a Gesù per ascoltarlo;, ma i Farisei e gli Scribi mormoravano dicendo: "Costui accoglie i peccatori e mangia con essi". Allora egli disse loro questa parabola: "Chi di voi, avendo cento pecore, se ne perde una, non lascia le altre novantanove nel deserto e non va in cerca di quella smarrita, finché non l'abbia ritrovata? E quando l'ha ritrovata, se la mette sulle spalle tutto contento e, ritornato a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: "Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecorella smarrita". Così, vi dico, vi sarà in cielo una gioia maggiore per un solo peccatore che si pente, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza". Il senso del gregge come possesso è più marcato in Giovanni che non in Luca, ma Giovanni vedeva sfuggirgli le comunità cristiane incalzate dallo gnosticismo mentre Luca sta gettando le basi per l'organizzazione della sottomissione. Dov'è la sottomissione? Sta nel riconoscere il peccato nelle proprie azioni. Sta nel pentimento per entrare nel gregge. Sta nella rinuncia. Per Tomaso si è smarrita la più grande, quella che contribuiva allo sviluppo dell'insieme. Quella che si smarrisce il Luca è una pecora qualsiasi delle cento che possiede. E' un numero. E' un oggetto di proprietà che è venuto meno. In Tomaso la pecora si è smarrita. Tomaso non indica la direzione dello smarrimento mentre questo è necessario in Luca per indicare la sottomissione. La sottomissione sta nel riconoscere sé stesso in peccato e nel pentimento. Con questi atti si distruggono le proprie determinazioni. Il pastore riconduce la pecora al gregge solo se questa si pente riconoscendo il proprio peccato per essersi allontanata. Il peccato ha allontanato la pecora dal gregge o è l'allontanamento della pecora dal gregge che costituisce peccato? Letto Luca non ci sono dubbi è la seconda parte, ma la seconda parte implica decisione soggettiva. Decisione soggettiva che viene rimossa mediante il pentimento: l'autocondanna per l'allontanamento e la rinuncia ad allontanarsi. Per Tomaso l'esempio inizia e finisce col rapporto fra pastore e pecora e l'esempio deve essere utilizzato nel contesto che Tomaso descrive. In ultima analisi si riconosce a Tomaso l'assenza di una volontà di sottomissione cosa che è evidente sia in Luca e ancor più in Giovanni.

PARAGRAFO 109

Gesù disse: "Colui che beve dalla mia bocca, diventerà come me; io stesso diventerò come lui e gli saranno rivelate le cose nascoste".

Bere dalla propria bocca equivale a quanto detto al paragrafo 14 dove dice: "Io non sono il tuo maestro giacché hai bevuto e ti sei inebriato alla fonte gorgogliante che io ho misurato". La fonte della conoscenza ci circonda. Il Condizionamento Educazionale costringe gli Esseri Umani alla cecità. Non si viene educati ad individuare le fonti alle quali potersi abbeverare; percepirne i richiami. Anche quando qualcuno ne prende qualche sorsata non si accorge di essersi abbeverato alla fonte della Conoscenza e della Consapevolezza, ma esalta piuttosto la propria intelligenza o la propria discendenza, la propria stirpe o la propria razza. Eppure è necessario costruire noi stessi. La costruzione di noi stessi ci permette di afferrare quanto ci sfugge. Ci permette di ottenere quella che alcuni chiamano illuminazione. Una chiarificazione improvvisa prodotta dall'accumulo dei nostri interessi. E' sempre la stessa fonte dalla quale il corpo luminoso assorbe saggezza, comprensione e Conoscenza: lo sconosciuto che ci circonda. Per poter abbeverarci a quello sconosciuto è necessario costruirci lo strumento col quale andarlo ad affrontare: noi stessi! In questo paragrafo c'è un'anticipazione della relazione dialettica che caratterizzerà la filosofia marxiana e che era anticipata dalla triade Liber-Libera-Cerere nella religione dell'antica Roma. Colui che beve dalla mia bocca, dice Tomaso, diventerà come me ed io diventerò come lui. Bere dalla bocca non si attinge soltanto, ma si versa. Questo concetto è un concetto sconosciuto nei vangeli ufficiali in quanto il figlio del dio padrone illumina il mondo e rappresenta elemento blasfemico l'Essere Umano che pretende di illuminare il figlio del dio padrone. In Tomaso invece si dice che io riverso la mia conoscenza in te e tu riversi la tua conoscenza in me. Io dò a te e tu dai a me. Bevendo dalla stessa bocca ci costruiamo a vicenda. Ampliamo la nostra conoscenza e la nostra consapevolezza. La ampliamo perché camminiamo assieme. E' vero che Tomaso dice che a lui saranno rivelate cose nascoste, ma è altrettanto vero che egli non può dimenticare le cose nascoste che gli sono chiare. La Conoscenza è un tesoro che per quanto si doni non diminuisce. Per quanti Esseri Umani attingono da quel tesoro questo non solo non diminuisce, ma nutre gli Esseri Umani affinché costruiscano il loro tesoro dal quale anche noi possiamo attingere. E' come se Tomaso dicesse: "Ecco, io affronto la grande battaglia per la vita. Io la affronto da solo, ma poiché tu hai voluto camminarmi a fianco la battaglia per la vita la combattiamo assieme. Tu diventi me ed io divento te proprio perché camminiamo assieme. Se io possiedo un fucile migliore del tuo io ti insegno come procurarti un fucile migliore. Se io ho un cavallo migliore del tuo io ti insegno a procurarti un cavallo migliore. Così io attingo da te. Se tu hai strumenti migliori che io non conosco me ne approprio. Cavalchiamo insieme e dunque, riversiamo l'uno nell'altro! Tutto quello che ho imparato lungo la mia cavalcata ti sarà rivelato!"

PARAGRAFO 110

Gesù disse: "Il Regno è simile ad un uomo che, senza saperlo, ha un tesoro nascosto nel suo campo. Dopo la sua morte, lo lasciò al figlio. Il figlio non ne sapeva nulla: ereditò il campo e lo vendette. Il compratore venne e, mentre arava, trovò il tesoro; e cominciò a imprestare denaro a interesse a quelli che voleva".

Necessità e Intento sono all'interno di ogni Coscienza di Sé. Esprimono il suo divenuto. Sono le forze di trasformazione degli Esseri Umani. Per trovare quel tesoro, per affinare quanto hanno, gli Esseri Umani devono trasformarsi, coltivarsi, costruirsi affrontando le contraddizioni della vita. Se gli Esseri Umani non sono attori della vita ignorano il tesoro che hanno dentro. Lo gettano via gettando via loro stessi. Come gli Esseri Umani possono scoprire quel tesoro? Costruendo la loro determinazione nell'esistenza. Usando la determinazione accedono a quanto hanno di più nascosto. Accedono alla forza che li ha portati a nascere e che è loro stessi. Attingendo a quella forza attingono al loro tesoro e più attingono al loro tesoro più questo aumenta arricchendosi e irrobustendosi. Più un Essere Umano vive attraverso le regole dell'agguato e più gli parrà estranea e assurda ogni forma di sottomissione. Più l'agire determinando sé stesso diventerà prassi e normalità della sua esistenza e più incomprensibili e assurde appariranno le pretese di chi lo vuole sottomesso. Trarre la forza da sé stesso significa aumentare ad usura il tesoro che si ha dentro aumentando la forza e il potere del proprio corpo luminoso in formazione. Quando non si attinge da sé stessi ci si assoggetta a qualcun altro. Ci si nasconde dietro a qualcuno. Non si è mai sé stessi: lo ha detto qualcun altro! Non siamo noi i padroni della vita, ma lo è qualcuno che comanda per mandato di qualcun altro nascosto e al quale rimandiamo per venir meno alle nostre responsabilità. Si eredita la scintilla del Potere di Essere (si eredita Mani) con la quale trasformiamo la morte del feto in nascita del bambino. Quella scintilla è Necessità e Intento che nella misura in cui noi la coltiviamo aggiungendo la nostra volontà e le nostre determinazioni ne sviluppiamo la forza spingendo la nostra Coscienza nell'infinito dei mutamenti. Così ogni Essere Umano ha un tesoro nascosto dentro di sé. Nessuno glielo indica ed egli può vivere ignorando il tesoro che possiede. Il tesoro è la scintilla della vita. Il tesoro che deve curare per coltivare l'eternità. L'Essere Umano lo ignora e vive nell'oblio di sé stesso. Si illude di vivere! Ha un tesoro dal quale non sa trarre nessun beneficio. Quel tesoro lo lascia a suo figlio. Dal momento che egli ignora il tesoro della vita ritiene che anche suo figlio debba ignorare tale tesoro. Egli è vissuto fra mille preoccupazioni. Quelle preoccupazioni hanno occupato l'intera sua esistenza. Non si è chiesto dove la sua esistenza portava. Ha seguito i suoi impulsi generando un figlio al quale ha offerto sé stesso. Ha offerto la sua comprensione della vita senza scoprire il tesoro dell'infinito che lo circondava. Il figlio ha venduto quel tesoro. Era in possesso di sé stesso e non si è curato di coltivarsi, ma qualcun altro ha pensato che dal momento che possedeva un oggetto era utile agire affinché quell'oggetto gli assicurasse la vita, ma quell'oggetto, una volta arato, ha dimostrato di contenere qualche cosa di più che assicurare la vita, ha dimostrato di saper portare il costruttore nell'infinito dei mutamenti. Solo il costruttore può trovare quanto è nascosto perché il costruttore modifica la realtà. Il costruttore agisce affinché quello che ha serva per sé stesso e per gli altri. Il costruttore può trovare le cose nascoste perché non considera quanto esiste fisso o creato ad immagine e somiglianza di un dio padrone, ma tutto è modificabile, tutto è variabile, tutto si può trovare, costruire e modificare per alimentare e arricchire il proprio divenire nell'eternità dei mutamenti. Anche in questo caso l'uguaglianza fra il regno dei cieli e l'uomo non è ammessa nei vangeli ufficiali. Se un Essere Umano è uguale nel fare al regno dei cieli allora l'azione diventa il momento centrale dello sviluppo dell'Essere Umano e viene negata la centralità alla sottomissione. Leggiamo da Matteo: "Il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo: l'uomo che lo ha scoperto lo nasconde di nuovo, e, pieno di gioia, va, vende quanto possiede e compra quel campo." In Tomaso c'era la scoperta della perla che rappresenta la conoscenza e l'Essere Umano rinuncia al Potere di Avere per acquisirla. Oppure abbiamo anche che pescati molti pesci l'Essere Umano prende quello grosso e butta tutti i pesci piccoli a mare. In questo caso, invece, si ha la scoperta di un tesoro e il tentativo di truffare il proprietario del campo. L'uomo infatti mette in essere una truffa per impossessarsi di quel campo pagando dieci sapendo che contiene mille. E' una truffa pura e semplice ben diversa dell'azione di colui che compra un campo e lo lavora trovando il tesoro in contrapposizione a chi possedeva quel campo, ma non volendo lavorarlo ha preferito venderlo col tesoro che conteneva. Ricordiamo sempre che i vangeli ufficiali indicano come la truffa sia l'azione predominante nei confronti degli Esseri Umani. A Matteo non interessano i rapporti fra le persone. A Matteo interessa esclusivamente sé stesso in quanto padrone di Esseri Umani e gestore del loro futuro. A Tomaso interessa costruire il futuro degli Esseri umani di cui lui è parte!

PARAGRAFO 111

Gesù disse: "Colui che ha trovato il mondo ed è diventato ricco, deve rinunciare al mondo".

Questo paragrafo si ricollega al paragrafo 82. Mentre nel paragrafo 82 si dice che chi ha ottenuto delle ricchezze può nello stesso modo (o contemporaneamente) arricchire anche il Sistema Sociale in cui vive (Potere di Essere), in questo paragrafo si afferma che se costui vuole costruire il proprio corpo luminoso deve rinunciare alle proprie ricchezze. In realtà non deve rinunciare ad essere ricco, ma deve rinunciare a fare dell'arraffamento il fine della propria esistenza. Non è la ricchezza o l'abbondanza che danneggia l'Essere Umano, ma come questa viene accumulata. Se la ricchezza è il prodotto del proprio lavoro o delle relazioni sociali costruite questa è parte dello sviluppo dell'individuo. Se quella ricchezza è frutto del saccheggio del Sistema Sociale e dell'impoverimento dei suoi membri allora l'attenzione che si mette per ottenerla porta alla distruzione della possibilità di partorire il corpo luminoso. Nel paragrafo 82 dice che dal momento che sai farti ricco tanto vale che agisci anche per arricchire il Sistema Sociale in cui vivi in quanto, in quel modo, costruisci delle condizioni per migliorare la vita (farsi Saturno e costruire l'Età dell'Oro!). In questo paragrafo si dice che se non cessi di fare dell'arricchimento e dell'appropriazione il fine della tua esistenza non è possibile costruire il tuo corpo luminoso. Il senso del messaggio di Tomaso viene snaturato nei vangeli ufficiali dove tutto è sottomesso alla volontà del dio padrone. Leggiamo da Marco dal suo Il giovane ricco: "Allora Gesù, volgendo il suo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto è difficile per quelli che hanno ricchezze entrare nel regno di Dio!". I discepoli restarono stupefatti sentendo tali cose, ma Gesù, riprendendo la parola, disse loro: "Figliuoli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio per coloro che confidano nelle ricchezze! E' più facile ad un cammello passare per la cruna di un ago, che ad un ricco entrare nel regno di Dio". Essi rimasero ancor più stupiti, dicendo fra di loro: "E chi si può salvare?". Gesù fissandoli conchiuse: "Questo è impossibile agli uomini, ma non a Dio; perché tutto è possibile a Dio"." La figura centrale del discorso di Tomaso è l'Essere Umano che è diventato ricco trovando nel mondo la sua ragione di essere e di vivere. La ricchezza indicata da Tomaso non è il possesso di beni infatti la ricchezza è conseguenza di aver trovato il mondo. E' vivere il mondo che ha danneggiato l'individuo anche se lo ha reso ricco. Egli ha trovato nella vita quotidiana, nelle relazioni sociali, nel Potere di Avere, la ragione della sua esistenza. La ragione della sua esistenza lo ha reso ricco, possessore di persone. Questo lo danneggia nello sviluppo del suo Potere di Essere. L'unico modo che ha per tornare indietro è quello di rinunciare alle ricchezze e rinunciare a fondare la propria vita attraverso il possesso, ma egli può rinunciare a fondare la propria vita attraverso il possesso senza rinunciare alle ricchezze. Le ricchezze sono un elemento secondario della sua relazione con la vita. Al contrario nei vangeli ufficiali la ricchezza è l'elemento centrale del discorso. Il giovane ricco che si presenta al Gesù di Marco è un individuo propositivo all'interno del Sistema Sociale in cui vive. E' sempre stato rispettoso delle leggi e dei diritti altrui. Il fatto che sia ricco è irrilevante. Egli sta costruendo sé stesso e questo è quanto il Gesù di Marco non può tollerare. Questo giovane ricco che si è presentato è un individuo sensibile alla vita. Vuole fare meglio e per questo chiede cosa può fare ancora. Il Gesù di Marco altro non trova che privarlo dello strumento attraverso il quale migliorare il Sistema Sociale in cui vive. Il Gesù di Marco non gli dice: "Usa meglio le tue ricchezze!", ma gli dice di rinunciare alle sue ricchezza per poter disarmare il Sistema Sociale in cui vive di un Essere Umano propositivo. Ed è tanto vero questo che i seguaci di Gesù, che evidentemente si sono arricchiti privando altri delle loro ricchezze (o questo era l'intento di Marco), si allarmano e dicono. "Allora siamo spacciati!" "Chi si può salvare?". Evidentemente poveri non erano, ma il Gesù di Marco dice loro in sostanza: "Non vi preoccupate, voi continuate ad accumulare le ricchezze che tanto poi dio, il padrone, fa quello che vuole lui! E' solo quell'imbecille che viene da me per chiedere cosa fare e vedi se mi lascio scappare l'occasione di privarlo delle ricchezze!" Il problema degli evangelisti ufficiali è quello di accumulare ricchezze per rendere forte la propria organizzazione che ha bisogno di molto denaro in quanto separata dal Sistema Sociale in cui vive deve essere sufficientemente forte economicamente per controllare il Sistema Sociale stesso. Oltretutto se viene eliminata un po' di concorrenza tanto meglio. E' da ricordare lo scontro storico per stabilire se la chiesa cattolica doveva essere povera che si concluse affermando che gli altri dovevano essere poveri mentre la chiesa cattolica doveva risplendere in tutta la sua magnificenza. Ancora una volta in Tomaso troviamo un discorso esoterico il cui scopo è costruire lo sviluppo della scintilla divina dentro l'Essere Umano mentre nei vangeli ufficiali troviamo delle strategie politiche per il controllo del Sistema Sociale.

PARAGRAFO 112

Gesù disse: "I cieli e la terra scompariranno davanti a voi, e colui che vive dal Vivente non vedrà né la morte né la paura. Poiché Gesù dice: Il mondo non è degno di colui che troverà se stesso".

Trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso implica una variazione del modo soggettivo di percepire il mondo che ci circonda si da ritenere che il cielo e la terra spariscano. L'Essere Umano che trasferisce la propria Coscienza di Sé dal corpo fisico al corpo luminoso non avrà paura di quanto gli sta succedendo in quanto avrà la consapevolezza che quanto succede è nel normale ordine delle cose. Il riposo dopo il movimento. La forma del mondo non può racchiudere l'Essere Umano che troverà sé stesso. Il mondo, come noi lo vediamo, è forma e rappresentazione perché noi su quella forma e su quella rappresentazione abbiamo fissato la nostra attenzione. Il fatto che noi abbiamo fissato la nostra attenzione su quella forma e su quella rappresentazione non significa che dobbiamo avere la certezza soggettiva che quella sia l'unica rappresentazione e l'unica percezione soggettiva del mondo. La vita come sfida porta gli Esseri Umani a cogliere aspetti nascosti dalla forma e dalla rappresentazione. Quando l'Essere Umano li coglie questi vengono compresi nella forma e nella rappresentazione. Ciò che cambia è l'Essere Umano che attraverso lo sforzo messo in atto per cogliere aspetti diversi dalla forma e dalla rappresentazione è stato costretto a dilatare la sua percezione. Quest'attività di dilatazione è l'unica attività che l'Essere Umano porta con sé alla formazione dell'Essere Luminoso. La trasformazione della percezione attraverso la scomparsa della forma cielo come era rappresentata (descritta) non desta nessuna preoccupazione perché già nella vita fisica quest'Essere Umano coltivava la ricerca di aspetti insoliti e inusuali alla sua descrizione. Il trovare sé stesso equivale al trasferire la propria Coscienza e la propria Consapevolezza dal corpo fisico al corpo luminoso. La degnità del mondo non è la degnità del mondo in sé, ma è la degnità del mondo in quanto forma, apparenza e rappresentazione. Colui che partorisce il proprio corpo luminoso trasferendovi la propria Coscienza di Sé non appartiene al mondo in quanto esce dalla rappresentazione del mondo. Non vede né la morte ne ha paura di quanto accade in quanto la Coscienza di Sé si trasferisce e non cessa con la morte del corpo fisico: non muore. Non ha paura di quanto accade perché l'insolito lo ha sempre affrontato per tutta la sua vita. Quest'Essere Umano è colui che ha trovato sé stesso. La dicitura esatta sarebbe: quest'Essere Umano ha trovato i mezzi attraverso i quali costruire sé stesso. Ben diverso è il discorso che troviamo in Luca. Luca non conosce nulla di esoterico. A Luca interessa soltanto sottomettere gli Esseri Umani, renderli schiavi! Già questo passo è stato trattato nel paragrafo 13, ma è interessante inserirlo anche in questo contesto. Dice Luca: "La legge e i profeti vanno fino a Giovanni; d'allora in poi viene annunziato il regno di Dio e ognuno usa violenza per entrarci. E' più facile che passi il cielo e la terra, anziché cada un solo apice della legge. Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; e chi sposa una donna rinviata dal marito, commette adulterio." La scomparsa del cielo e della terra sono usate in modo diverso. Per Tomaso la scomparsa è certezza nella trasformazione del vivente, per Luca serve a sottolineare l'eternità della parola del suo dio padrone. L'individuo a Luca non interessa se non come individuo sottomesso al suo dio padrone e, per conseguenza, a lui come agente del dio padrone. Assoggettamento proposto dai vangeli ufficiali; sviluppo del dio che cresce dentro come centro d'interesse di Tomaso!

PARAGRAFO 113

Gesù disse: "Guai alla carne che dipende dall'anima! Guai all'anima che dipende dalla carne!".

E' un paragrafo legato al paragrafo n.88. Mentre nel paragrafo 88 la dipendenza era data da un corpo che dipende da un altro corpo e l'anima che dipende da entrambi. In questo paragrafo la dipendenza è dell'anima dal corpo e del corpo dall'anima. La forma della distruzione è data da quell'Essere Umano che anziché costruire sé stesso affrontando la vita per come questa si presenta costruisce una priorità di valori quali quelli spirituali e quelli fisici finendo per accentrare la propria attenzione sull'uno o sull'altro col risultato di non affrontare la vita per quello che gli si presenta, ma attraverso delle fantasie immaginate che giungono a disperdere il suo fare e la sua Energia Vitale. I così detti "asceti" nel tentativo di favorire lo sviluppo dell'anima distruggono il corpo fisico col risultato di distruggere il loro corpo luminoso: la loro anima! I meccanicisti costruiscono studi psichiatrici per bloccare la percezione degli Esseri Umani quando non è perfettamente in linea con la descrizione del mondo. Gli uni e gli altri distruggono il divenire umano. Distruggono la capacità dell'Essere Umano di costruire il proprio corpo luminoso. La dipendenza è sempre un elemento distruttivo per chi partecipa alla relazione di dipendenza. E' vero che fra gli Esseri della Natura la costruzione del corpo luminoso passa attraverso la vita fisica, ma la vita fisica non dipende dalla costruzione del corpo luminoso, ma dalla realizzazione di sé stessa. E' la realizzazione delle spinte di Necessità e Intento all'interno della vita fisica che permette la nascita del corpo luminoso. Articolare la vita fisica in funzione di un corpo luminoso significa distruggere il processo di costruzione dello stesso. Il corpo luminoso si costruisce vivendo. Se si articola la vita fisica in funzione di un'anima significa che si pongono degli apriori alla vita fisica. Significa che si intende piegare la vita fisica a delle immagini fantasiose (il dio padrone, la reincarnazione, l'anima, il paradiso ecc.) che altro non fanno che distruggere la costruzione stessa piegandola ad una verità imposta aprioristicamente alla quale piegare la vita fisica degli Esseri della Natura. La dipendenza di uno dall'altra è distruzione: sempre!

PARAGRAFO 114

I discepoli gli domandarono: "In quale giorno verrà il regno?". (Gesù rispose) "Non verrà mentre lo si aspetta. Non diranno: "Ecco, è qui!". Oppure: "Ecco, è là!". Bensì il regno del Padre è diffuso su tutta la terra, e gli uomini non lo vedono".

Necessità e Intento sono presenti. Permeano l'esistente. Lo spingono alle trasformazioni. Gli Esseri Umani possono praticare lo sviluppo del loro Potere di Essere o diventare ciechi davanti alle contraddizioni della vita. L'uno e l'altro appartiene alla sequenza di scelte soggettive. Non c'è un salvatore che arriva perché non c'è nulla o nessuno che possa essere salvato. Non c'è un regno fisico che arriva in quanto il mondo come noi lo percepiamo è soltanto descrizione di una struttura più vasta sulla cui porzione la nostra specie ha stabilito di concentrare la propria attenzione trovando questo fare economicamente vantaggioso per il proprio sviluppo. Affinché un mondo diverso appaia ai nostri occhi noi dobbiamo variare il modo con cui percepire la realtà che ci circonda. Descriverla in maniera diversa. Afferrare l'inusuale. Lavorare per superare la nostra descrizione. Aumentare e sviluppare l'interazione fra noi e il circostante. Riversare nel mondo le nostre tensioni e le nostre determinazioni diventando protagonisti e attori della vita. In questo modo possiamo portare a coincidere Necessità e Intento del mondo circostante con Necessità e Intento dentro di noi. Possiamo percorrere i sentieri di Libertà che ci portano a liberare il nostro modo di percepire il mondo della descrizione imposta. Liberare ogni ostacolo che impedisca lo sviluppo del Potere di Essere. Questo è il regno che ci circonda e a questo si può accedere liberando la nostra percezione. Ai vangeli ufficiali interessa l'Essere Umano terrorizzato e sottomesso. Leggiamo da Marco la Desolazione in Giudea: "Quando vedrete l'abominazione della desolazione, posta dove non deve essere, chi legge comprenda! allora quelli che saranno nella Giudea fuggano ai monti; chi sarà sulla terrazza non scenda, né entri in casa a prendere qualche cosa, e chi sarà nei campi, non torni indietro a prendere il suo mantello. Guai alle incinte e alle lattanti in quei giorni! Pregate perché questo non avvenga d'inverno! Quei giorni saranno di una tribolazione tale, quale non è mai stata dal principio di tutte le creature che Dio ha creato, fino ad ora, né più ci sarà: e se il Signore non abbreviasse quei giorni in grazia degli eletti che ha scelto. Allora se qualcuno vi dirà: "Ecco il Cristo è quì; ecco, è là", non gli crederete! Sorgeranno, infatti, falsi Messia e falsi profeti, i quali fanno segni e prodigi per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti. Voi dunque state attenti: ecco, vi ho tutto predetto". E continua nel Il Ritorno del figlio dell'uomo: "Ma in quei giorni, dopo questa tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le forze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora si vedrà il Figlio dell'uomo venire sulle nubi, con grande potenza e gloria." Per Marco il suo dio è nel tempo, non nello spazio. E' colui che deve venire con terrore e con terrore Marco sottomette gli Esseri Umani. Ecco i falsi profeti che faranno segni e allontaneranno gli altri, ma come non erano gli apostoli padroni dello spirito santo la longa mano del dio padrone attraverso la quale agire sugli Esseri Umani? Perché minacciare l'arrivo di falsi profeti se non per indicare la concorrenza come pericolosa? La concorrenza gli impedisce di costruire la setta. La concorrenza gli allontana gli adepti. E quando deve avvenire il ritorno del figlio del dio padrone? Quando i disastri appariranno sulla terra. Dolore e morte fino all'arrivo del dio padrone che arriva sulle nubi in potenza in tanta devastazione. Il terrore pervade l'apocalisse della distruzione di cui i cristiani sono i profeti. Per Tomaso il regno non è nel tempo, ma nello spazio. Intento e Necessità ci circondano e noi li posiamo cogliere. Se le cose ci circondano ci chiamano. Sono presenti. Magari non sono percepite, ma sono presenti e a loro possiamo attingere. Ci sono sempre, nella vita degli Esseri Umani, disastri da affrontare e dai quali partire per la ricostruzione della vita. La scomparsa dei grandi rettili milioni di anni or sono ha organizzato lo sviluppo della vita in maniera diversa. Tutto può modificarsi. Tutto si struttura, ma chi ha il Potere di Avere ha anche il potere di minacciare i sopravvissuti alle catastrofi. Questi, anziché prendersi nelle proprie mani la costruzione della propria esistenza, minacciati dal Potere di Avere che rinnova la minaccia del terrore, parlano di fine imminente dei tempi e per cui dell'inutilità di tentare di ricostruire la vita. Tomaso dice che il regno ci circonda. I disastri modificano la nostra struttura di vita, ma la percezione soggettiva può attingere dal potere che ci circonda e da questo possiamo pescare. Così Don Juan in Castaneda nell'Isola del Tonal può dire: "Abbassò la voce, come se stesse per dirmi qualcosa di molto confidenziale. "Sto per dire forse il più grande brano del sapere che possa essere pronunciato" aggiunse. "E ora vedrò quel che saprete farne. "Sapete che in questo preciso momento siete circondato dall'eternità? E sapete che potete usare questa eternità? E sapete che potete usare questa eternità, se lo desiderate?" Dopo una lunga pausa, durante la quale con un lieve movimento degli occhi mi sollecitò a dire, io risposi che non riuscivo a capire le sue parole. "Qui! L'eternità è qui!" disse, indicando l'orizzonte. Poi indicò lo zenith. "O qui, o forse possiamo dire che l'eternità è così." Spalancò le braccia, puntandone una a est e l'altra a ovest. Ci guardammo in volto. Nei suoi occhi c'era una domanda. "Che cosa ne dite?" chiese con amabilità insistita, come se volesse persuadermi a riflettere sulle sue parole. Non sapevo cosa rispondere. "Sapete che potete estendervi per sempre in ognuna delle direzioni che ho indicato?" aggiunse. "Sapete che ogni momento può essere eternità? Non è un indovinello; è un fatto, ma solo se vi impadronite di quel momento e lo usate per prendere la totalità di voi, per sempre, in ogni direzione." Mi fissò. "Prima non possedevate questo sapere" disse sorridendo. "Ora lo possedete. Ve l'ho rivelato, ma non cambia assolutamente nulla, perché non avete sufficiente potere, le sole mie parole vi basterebbero per fare il giro della vostra totalità e per spostare la parte essenziale di là dai confini in cui è contenuta." Costruire il futuro dell'individuo è il terrore degli evangelisti ufficiali. L'individuo che costruisce il proprio futuro non è controllabile. Così Marco deve distruggere la costruzione del futuro perché tanto verrà il suo padrone a costruire le distruzioni, la desolazione. Tomaso invece dice: quando costruite il dio che cresce dentro di voi potete percepire il mondo in maniera diversa. La percezione del mondo in maniera diversa porta alla sparizione del mondo, della sua forma e della sua rappresentazione. Trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso porta alla scomparsa del mondo come forma e come rappresentazione, ma questo impone il riconoscimento dell'eternità che ci circonda e dalla quale possiamo attingere. Dal circostante possiamo attingere Intento e Necessità attraverso Intento e Necessità che alimentiamo dentro di noi.

PARAGRAFO 115

Simon Pietro disse loro: "Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della vita". Gesù disse: "Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Poiché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei cieli".

L'ultimo paragrafo è di natura culturale. La superiorità maschile in ogni epoca ed in ogni cultura (salvo poche eccezioni) comunque affermava che un Essere Umano femminile non poteva partorire il proprio corpo luminoso. In realtà la fatica del lavoro e la nascita continua di figli distruggevano la possibilità dell'Essere Umano femminile ad affrontare l'esistenza in modo tale da alimentare il dio che cresce dentro di lei. E' vero che incubare un figlio aiuta ad accelerare la propria Energia Vitale. E' vero che l'Essere Umano femminile attraverso le mestruazioni accelera continuamente la propria Energia Vitale, ma attraverso l'assoggettamento continuo e sistematico si distrugge il suo divenire nell'eternità dei mutamenti. "Verrà un giorno in cui direte beato il ventre che non ha concepito e i seni che non hanno allattato!" Che significa esattamente questo: non disperdere la propria Energia Vitale per partorire un numero eccessivo di figli né perdere tempo eccessivo nell'allevarne un numero spropositato. Non significa restare vergini o non provare il piacere, le gioie e le passioni d'amore. Essere simile ad un uomo significa questo: fare all'amore senza doverne pagare conseguenze di autodistruzione! Essere nelle stesse condizioni per poter partorire il proprio corpo luminoso. Essere nelle stesse condizioni per poter sviluppare il proprio Sapere e la propria Conoscenza. Essere nelle stesse condizioni per compiacersi dell'ozio. Essere nelle stesse condizioni per fare sesso senza per questo doversi accollare nove mesi di gravidanza indesiderata e sottoposta per anni alla coercizione di un figlio non voluto. Essere messa nelle stesse condizioni per poter costruire il proprio divenire nell'eternità dei mutamenti. Ogni Essere Umano femminile che coltiva il proprio Potere di Essere costruirà il proprio corpo luminoso proseguendo nella sequenza dei propri mutamenti fino a diventare uno con l'Universo! Cacciamola dice Pietro. Lei è una donna. Lei non è degna di trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. Lei non è degna della vita. La vita è il divenire nell'eternità dei mutamenti, ma chi stabilisce ciò che è o non è degno? Solo la vita! Solo le trasformazioni operate dal soggetto all'interno della vita. Cosa nega Pietro? La possibilità dell'Essere Umano femminile di trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. In realtà Pietro nega molto di più, nega la possibilità di trasformazione dell'Essere Umano femminile al fine di favorire la propria trasformazione all'atto della morte del corpo fisico. La cacciata di Maria per Pietro serve per riaffermare un ruolo culturale che egli intende riprodurre nella via alla Conoscenza e alla Consapevolezza. Proprio negando questo fare è possibile costruire qualche cosa di diverso. L'Essere Umano femminile è l'essenza stessa dell'Essere Natura. E' la sua conservazione e la sua perpetrazione. L'Essere Umano femminile ha molte più probabilità di partorire il proprio corpo luminoso che non Esseri Umani con il cazzo in mezzo alle gambe. Il posto di un Essere Umano non è dove la cultura sociale lo assegna, ma dove la pratica delle sue determinazioni e della sua volontà lo conducono. Tomaso costruisce la ribellione al ruolo per far in modo che l'Essere Umano femminile si trasformi in uno spirito vivo per trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. Ben diverso è quanto scritto nei vangeli ufficiali. Prendiamo da Luca l'episodio di Marta e Maria: "Mentre Gesù si trovava in cammino, entrò in un villaggio, e una donna di nome Marta lo accolse in casa sua. Ella aveva una sorella chiamata Maria, che si era seduta ai piedi del signore e ascoltava la sua parola. Marta, occupata nelle varie faccende domestiche, si fece avanti e disse: "Signore, non t'importa che mia sorella mi lasci sola a servire? Dille che mi aiuti", ma il Signore rispose: "Marta, Marta, tu t'inquieti e ti affanni per molte cose;, ma una sola è necessaria: Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta." Servire e adulare! Questo era il ruolo dell'Essere Umano femminile per i vangeli ufficiali. Luca non conosce altro. E' come se nell'ultimo paragrafo del vangelo di Tomaso si verificasse una congiunzione fra Pietro che appare in quest'ultimo paragrafo e i vangeli ufficiali dove viene riportata in maniera dottrinale quel comportamento che Tomaso censura. Per Gesù di Luca Maria è solo un'adulatrice e il suo Gesù si secca perché Marta che, dopo averlo invitato, sta lavorando per servirlo e tenta di togliergli il pubblico plaudente. Non è solo mancanza di rispetto per l'ospite, ma è riaffermazione del ruolo sociale che in fondo è l'unica cosa che interessa a Luca. Il corpo luminoso dell'Essere Umano non ha sesso. Viene partorito sia da Esseri Umani maschili che da Esseri Umani femminili, ma a parità di condizioni oggettive è più facile che a partorirlo siano essenzialmente Esseri Umani femminili. Da qui la necessità di isolare l'Essere Umano femminile per la paura della superiorità nell'uso della logica e della ragione nel momento stesso in cui la barriera al centro del cervello ha isolato l'Essere Umano dalla percezione del circostante. Rompere il ruolo per riportare, almeno nelle comunità gnostiche, l'Essere Umano femminile al centro dell'attenzione per coltivare la conoscenza e la consapevolezza era un grande successo non solo per Tomaso, ma soprattutto per Simon Mago attraverso Sophia. In ultima analisi i vangeli ufficiali riaffermano quanto di più sporco e quanto di più corrotto esistevano nelle società in cui sono stati scritti e l'esigenza di formare una setta della quale avere il controllo ha teso alla distruzione di ogni forma di libertà che l'Essere Umano era in grado di produrre per rimuovere gli ostacoli verso l'eternità dei mutamenti. In questo Tomaso può essere, a buon diritto, considerato L'ULTIMO STREGONE PAGANO!

FINE GIUDA DIDIMO TOMASO L'ULTIMO STREGONE PAGANO

DICEMBRE 1998

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

tel.041933185

E-mail claudiosimeoni@libero.it

 

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