Significato di consapevolezza

Claudio Simeoni

Consapevolezza

Il termine consapevolezza è un termine che è entrato solo recentemente nell'uso comune della lingua italiana.

Cosa intendiamo quando diciamo "essere consapevoli"?

Noi non possiamo conoscere noi stessi, come sosteneva Platone, perché non c'è una verità di noi stessi. Il noi stessi non è creato da Dio come un oggetto finito, ma noi ci costruiamo giorno dopo giorno in una continua trasformazione.

Non possiamo conoscere noi stessi come non possiamo conoscere il mondo per la sua vastità e perché il mondo ci contiene. Semmai, è il mondo che conosce noi. Però possiamo essere consapevoli della relazione che noi intratteniamo con gli oggetti del mondo o con parte di essi.

La consapevolezza non consiste nel conoscere noi stessi, ma nell'essere con-sapere del nostro agire nel mondo.

Nell'agire nel mondo, la nostra coscienza crea una sorta di isola nella razionalità. Un'isola formata da quanto io ho esperienza o "credo" che il mondo sia in relazione ai fenomeni con cui vengo in relazione. Nella relazione, che va definita sempre come contraddizione, vengono riversate le nostre esperienza, per cui il nostro divenuto come individui, o le nostre credenze, cioè le nostre possibili illusioni, con cui affrontare le condizioni poste dal mondo.

Quell'isola da cui traiamo gli elementi di conoscenza e psichici per agire in base a quelle condizioni poste, si chiama "Consapevolezza".

La consapevolezza non è un oggetto definito in sé, ma è una condizione relativa che mette in relazione l'individuo con il mondo in cui vive.

Tanto più vasta è la mia conoscenza della realtà in cui vivo e tanto maggiore sarà la mia consapevolezza nell'agire nel mondo; tanto minore è la mia conoscenza della realtà in cui vivo e tanto minore è la mia consapevolezza che tenderò a compensare infarcendola di credenze e di illusioni.

La conoscenza che coinvolge la consapevolezza è la capacità di percepire la qualità dei fenomeni, di interpretarli soggettivamente mediante i dati di esperienza e di conoscere le conseguenze che hanno le risposte o le azioni che soggettivamente si mettono in atto.

La consapevolezza si esercita sia nelle relazioni del soggetto col mondo esterno, sia nelle relazioni del soggetto con sé stesso. L'uomo pensa e trasforma sé stesso ogni volta che parla, che pensa, che sceglie e che agisce. Quella trasformazione è conseguenza del suo agire. La consapevolezza porta l'individuo a scegliere la direzione nella quale trasformarsi al di là delle sollecitazioni che riceve dal mondo.

In questa situazione, la consapevolezza diventa Potere dando al soggetto la capacità di determinare le proprie trasformazioni.

Dal momento che la consapevolezza di una persona è parte della sua coscienza, le modificazioni soggettive imposte dall'esercizio della consapevolezza modificano la coscienza dell'individuo. Modificano la capacità di percezione dell'individuo e modificano la capacità dell'individuo di pensare il mondo.

Marghera, 27 febbraio 2023

 

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Ultima modifica 12 febbraio 2023

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