DALLA SESSUALITA’ DISTURBATA

AL DOMINIO

DEL MACHISMO OMOSESSUALE

Di Claudio Simeoni




Cod. ISBN 9788891185822

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Percezione

Sulla formazione della percezione

e la selezione

dei fenomeni percepiti

Di Claudio Simeoni

Settima Parte

 

 

Prima di parlare di omosessualità è necessario parlare della relazione fra i sessi che esiste nella società moderna, nell’epoca attuale, nell’attuale cultura. La cultura sociale proviene da una società cattolica in cui vige la gerarchia e l’obbedienza alla gerarchia viene imposta con la violenza in quanto la gerarchia determina l’autorità assoluta. Veniamo da un’epoca in cui veniva imposto ai bambini la convinzione che il carabiniere era un carabiniere (cioè un’autorità) anche quando era in mutande. Veniamo da una società che non lasciava nessun spazio alla persona, ma tutto era organizzato in funzione della gerarchia.

Quando Augias, nella sua rubrica sul giornale La Repubblica in data 08 novembre 2006,  giustifica la pederastia e la pedofilia cattolica attraverso “l’obbligo del celibato”, afferma:

 

“Che cosa chiede la chiesa ai suoi sacerdoti? Che il prete non abbia una vita intima e sentimentale. Il suo oggetto d’amore è la comunità, non può esserci legame privilegiato con una persona. Di fatto il legame religioso non si incontra con al realtà psicologica, se è vero che il 50% dei preti non mantiene il voto di castità. La richiesta di celibato fa sì che facilmente vengano selezionati coloro che non avendo mai provato desiderio sessuale, rinunciano a qualche cosa che non conoscono. A distanza di anni la sessualità può risvegliarsi in forme imprevedibili. Il giovane prete non inganna il superiore: aveva solo rimosso o meglio dissociato la propria sessualità.”

 

Si tratta di affermazioni cattoliche il cui fine è giustificare la pratica della pedofilia e della pederastia da parte dei preti cattolici. E’ “la richiesta del celibato che fa si che…”, non l’educazione al possesso e al dominio che impone a quei preti di veicolare attraverso la pedofilia e la pederastia le loro pulsioni.

Alla base dei comportamenti pedofili e pederasti non c’è la sessualità, ma il desiderio di possesso delle persone. Un desiderio di possesso delle persone nel quale si esprime la sessualità del possessore di persone. Il possesso in cui il possessore veicola le proprie pulsioni.

Augias parte dal presupposto che il prete è creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e cretino; abbia delle tendenze sessuali dissociate; riesca a superare l’esame del superiore; poi si risveglia la sessualità in modo “strano” e così nasca la pedofilia e la pederastia.

Questo è la concezione cattolica della vita degli uomini: un modo creazionista!

Il creazionismo, la volontà del creatore, attraverso la quale si giustifica la distruzione dell’uomo, ma soprattutto si giustifica il mantenimento di tutto ciò che genera continuamente la distruzione dell’uomo.

Corrado Augias affianca l’attività pedofila e pederastica della chiesa cattolica.

Alla base di tutte le perversioni sessuali c’è il bisogno di possesso. Il possesso come elemento fondamentale dell’ideologia cristiana che viene imposto a bambini indifesi. Quando i bambini crescono, alimentandosi del bisogno di possedere, è solo attraverso il possesso, il dominio, l’imposizione possono affrontare la società in cui vivono.

Ci sono alcune persone che possiedono in grande e in grande soddisfano le loro pulsioni; c’è il padre di famiglia che umiliato in fabbrica picchia la moglie e i figli perché, posseduto in fabbrica, esercita la pulsione di possesso in famiglia e c’è il frate miserabile in Italia che fa il missionario in Africa per esercitare la propria pulsione di possesso su persone deboli, indifese e affamate. Coma Teresa di Calcutta. Tanto più è bassa la classe sociale di chi esercita il proprio bisogno di possesso e tanto più è alla ricerca di un qualche miserabile su cui esercitare la propria pulsione di possesso: alla fine bambini indifesi e affidati subiscono atti di pedofilia e pederastia in quanto bestie miserabili su cui esercitare il possesso da parte di preti altrettanto miserabili che confidano nell’impunità garantita loro dalle istituzioni per i loro atti “caritativi”. Molti preti ritengono che violentare i bambini sia un compenso che i bambini debbono loro per la loro attenzione.

E’ necessario partire da questa condizione per capire che cosa sta succedendo nella società civile e poter distinguere fra eterosessualità e omosessualità e sessualità disturbata e compromessa da pesanti interventi educazionali finalizzati a trasformare le persone in oggetti di possesso.

Dividere le persone fra eterosessuali e omosessuali non dice nulla se non si sgombra il campo dalle interferenze di ordine sociale nell’espressione della sessualità delle persone.

Da un lato le persone vengono educate secondo le categorie mentali dell’assolutismo cattolico: identificazione col dio padrone, esse stesse padrone di qualcun altro. Dall’altro lato la società in cui viviamo nega il possesso delle persone e pretende un comportamento civile basato su relazioni fra persone quali soggetti di diritto. Da un lato l’educazione imposta dal cattolicesimo prevede che i diritti siano soltanto di chi possiede e dall’altro la società protegge i diritti delle persone socialmente più deboli.

In questa situazione, chi è educato dai cattolici, deve aggirare le imposizioni e le leggi imposte dalla società civile per soddisfare le proprie pulsioni di possesso all’interno delle quali manifesta le propri pulsioni sessuali. Aggirare le leggi significa che chi esercita il possesso deve trovare delle persone sufficientemente deboli e dipendenti da non poter rivendicare giustizia  per i propri diritti violati.

Ed è esattamente il problema che Corrado Augias vuole nascondere al fine di aiutare al chiesa cattolica a continuare a stuprare bambini indifesi.

La pulsione di possesso si fa sentire in questo momento storico. Nel momento in cui il vecchio, sia pur in modo faticoso, viene limitato e disciplinato mentre il nuovo non entra ancora nei comportamenti delle persone adulte che riproducono, nell’educare i loro figli, le categorie che hanno acquisito durante l’impero del vecchio.

Si tratta di costruire nei ragazzi una sessualità molto disturbata che da un lato si impone con prepotenza agli oggetti posseduti (vedi il bullismo) e dall’altro lato costringe i ragazzi a vivere una situazione di passività incapaci di distinguere fra prepotenza e diritto in mezzo ad adulti che per il loro “quieto vivere” sono disposti a sopportare microingiustizie nei confronti di ragazzi più passivi incapaci di comprendere il dolore e la violenza con cui quelle microingiustizie sono percepite.

Le microingiustizie sono una costante nella società in cui viviamo e stanno fra l’imposizione del bisogno di possesso che viene imposto mediante la microingiustizia sulle persone (la magistratura non perseguita le microingiustizie, anzi le giustifica in quanto i magistrati ritengono fastidioso doverle perseguire a norma di legge) e l’impossibilità del soggetto di opporre resistenza in quanto la resistenza che opporrebbe verrebbe giudicata una “violenza” e non una reazione ad un atto di violenza assoluto. Solo recentemente una sentenza della Corte di Cassazione ha ritenuto corretto ribellarsi ad una prepotenza di un vigile urbano e, più in generale, alle violenze che individui delle istituzioni commettono nei confronti dei cittadini.

Nella società in cui viviamo, il magistrato ritiene che la persona sia malvagia in sé. Il magistrato non si preoccupa di definire la relazione fra il soggetto e il mondo in cui il “reato” viene ad esprimersi in quanto il magistrato ritiene sé stesso al di là di ogni giudizio. Questa malattia che induce alla deresponsabilizzazione di chi si ritiene autorità rispetto a qualcuno, è l’elemento generatore di un disagio sociale che ha nella sessualità disturbata la sua causa.

I disturbi della sessualità erano già stati individuati da Freud e da tutta la psicanalisi come disturbi alla base dei comportamenti sociali deviati. Solo che la psicanalisi ha sempre trattato l’individuo adulto. L’individuo che presenta una sintomatologia da affrontare e curare.

Freud aveva individuato nelle età di sviluppo la nascita della devianza, ma non aveva mai messo in relazione la devianza con le necessità soggettive dell’individuo di adattarsi all’ambiente che lo costringeva a quelli e solo a quelli adattamenti.

 

La prima cosa che si deve distinguere, per parlare di omosessualità, è fra una tendenza sessuale e il danneggiamento di quelle tendenze provocate all’individuo dalle costrizioni educazionali.

Non si tratta di stabilire che cosa sia l’omosessualità in relazione all’eterosessualità, ma si tratta di distinguere quando i comportamenti sessuali sono disturbati non perché hanno una predilezione, ma perché quella predilezione è stata veicolata in maniera anomala dalla necessità di adattamenti soggettivi come risposte ai segnali che provenivano dall’ambiente al bambino.

Ed è questo che Augias ignora: l’imprinting del possesso. La sessualità come strumento con cui il soggetto sancisce il possesso nei confronti del mondo.

Proviamo a prendere degli spunti da un articolo di divulgazione.

 

Da Salute di Repubblica del

 

“Sessualità danneggiata, quando la colpa è dei genitori.

Tratto dall’articolo di Roberta Giommi dell’Istituto Internazionale di Sessuologia - Firenze

Maschi attenuati

Se esaminiamo oggi il tema di una sottile castrazione potremmo configurarla in una difficoltà di identificazione con maschi adulti dato che la dimensione di crescita e di cura si svolge costantemente nella casa delle donne (famiglia, scuola, servizi) che possono indebolire la dimensione della nuova differenza. Di fronte ad una crescita femminile che ha aumentato la libertà di espressione, i maschi attenuati sembrano essere fragili e preoccupati di fronte ad un potere che leggono come sfida.

Un maschio fragile in genere non ha fiducia nelle sue capacità sessuali, nell’assumere il ruolo di partner tende ad essere dipendente, a compiacere ad ogni costo, mostra una dimensione di obbedienza e non sa costruire l’aspetto complementare della relazione. Le donne che sceglie, o da cui viene scelto,  spesso scaricano su di lui tutti i bisogni di protezione, lo ricattano con i litigi, lo rendono poco efficace sessualmente potenziando l’ansia da prestazione. E’ possibile vederli soccombere, mentre non riescono a chiedere reciprocità, paurosi di non essere all’altezza rischiano di essere traditi con maschi meno fragili, più aggressivi e più intraprendenti sessualmente. La castrazione moderna è questa dipendenza e paura di dover accontentare le attese della partner. Questo problema può essere collegato anche ad un padre debole, cattivo da cui si è cercato di differenziarsi. Ci sono giovani donne, che ancora oggi, possono dare un segnale di assoluta appartenenza alla casa del padre, che fanno paragoni fra lui e i partner che incontrano, che accettano di essere protette dai propri padri, senza rottura di continuità”

 

Questo sistema educazionale, come il sistema per imporre un imprinting al bambino da parte di persone anziane o inabili, è molto usato nei paesi occidentali in cui ci sono adulti frustrati, incapaci di vivere con i loro figli e far partecipi i loro figli della loro vita.

Questo tipo di “castrazione” psichica, che agisce in maniera diretta sulla sessualità delle persone, genera la prima confusione fra comportamenti omosessuali e comportamenti eterosessuali.

La prima cosa che dobbiamo fare, per parlare di omosessualità, è separare la tendenza sessuale dal come tale tendenza viene veicolata e manifestata dai singoli individui in seguito al condizionamento educazionale ricevuto.

I cani e le volpi si possono accoppiare, dal punto di vista genetico: non lo possono fare dal punto di vista educazionale.

Nei giochi di crescita il cucciolo di cane maschio si fa sottomettere dal cucciolo di volpe femmina. Una volta adulta la volpe femmina non accetta di farsi montare da chi, quand’era cucciola, si faceva sottomettere nei giochi. Si tratta di un meccanismo sociale di protezione di una specie diversificata. Meccanismi di imprinting che agiscono anche sugli Esseri Umani pur presentando caratteri diversi. Produrre un maschio fragile, ammalato di dipendenza e costretto, spesso, a ricorrere alla violenza per sottomettere a sua volta. Un maschio fragile, ammalato di dipendenza che cerca partner fragili da poter sottomettere: è il meccanismo sociale che veicola la sessualità repressa e che Augias vuole proteggere per perpetuare lo stupro di minori ad opera dei preti cattolici.

Per Augias, i meccanismi di crescita e di divenire della percezione degli individui non esistono: Augias agisce come se l’uomo fosse creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e cretino. E questo agire ha delle finalità: mantenere in efficienza i meccanismi di distruzione sociale spostando l’attenzione sull’esecrazione dell’effetto finale.

Se l’articolo individua nell’educazione data dalle donne la causa della fragilità del maschio, in realtà la causa non è la donna, ma la separazione che il bambino vive rispetto alla vita reale come si svolge nella società degli Esseri Umani. Non è il “femminile” che castra il bambino, ma la castrazione del femminile che la società ha imposto a donne mature e le regole di comportamento che queste hanno interiorizzato nei confronti del maschile che cresce. E la cosa più importante della menomazione sessuale che il bambino subisce è la CASTRAZIONE psichico-emotiva. I bambini manifestano tensioni psichico-emotive molto forti che l’adulto avrebbe il dovere di riconoscere e veicolare al fine di permettere una loro espressione nella società civile.

Proviamo a fare un esempio semplificato. L’adulto non può spaccare la faccia al bambino perché questo ha picchiato un suo compagno per togliergli il giocattolo. Bisogno di giocattolo e bisogno di appropriazione sono tensioni che vanno veicolate all’interno delle regole della società civile. Il bambino deve sapere come comportarsi sia per soddisfare i suoi bisogni sia per affrontare le condizioni della propria vita. Imporre il terrore perché non si sa gestire le tensioni del bambino significa essere dei falliti il cui fine è costruire il fallimento nella struttura psico-fisica del bambino. Il prodotto sarà un bambino terrorizzato che per appropriarsi farà del male mettendo in atto delle strategie per non venir scoperto. Un bambino sessualmente castrato.

 

La Repubblica del

 

“Ciao maschio, ora sei uno zelig

articolo di Ambra Somaschini

Dalla stabilità alla trasgressione: ecco i “nuovi specchi” dell’eros

Roma – Erotico, sensuale, desiderabile, con una parola un po’ ad effetto “Macho”. Un maschio zelig, dalle identità che cambiano di continuo. Trasgressivo e intrigante, arriva persino a scegliere il sesso triste, quello virtuale, asettico, sul web.  Un maschio camaleonte, un po’ seduttore e un po’ compagno.  E’ l’uomo 2005 ritratto in un libro, da un’indagine sociologica, da un film. “Gli specchi dell’eros maschile” sei sessuologi Jole Baldaro Verde e Roberto Todella (Raffaello Cortina Editore) lo tratteggia in bilico fra sessualità e sensualità tagliate sull’estetica e sul culto del corpo. Una ricerca del Censis ritae nell’intimità gli uomini dai 30 ai 70 anni che dal ’95 ad oggi si sono rivolti sempre di più agli specialisti per problemi sessuali.

[...]  “L’uomo di oggi ha un rapporto ambivalente con la donna – spiega Concetta Vaccaro del settore welfare Censis – da una parte la vuole tradizionale, ma la trova poco sensuale, dall’altra sceglie quella trasgressiva, di una notte soltanto che grazie all’ansia crea libido. E’ lei a risvegliare le energie sopite, a creare l’ansia della prestazione”. [...] “Il disturbo sessuale tra i maschi è diventato un’ossessione dilagante – spiega la sessuologa Chiara Simonelli – negli ultimi dieci anni sono triplicati quelli che si sono rivolti  alla Società di Sessuologia Scientifica”.”

 

La sessualità disturbata necessita di costruire delle condizioni oggettive appropriate per potersi esprimere. Le tendenze sessuali sono una cosa, il modo con cui le tendenze sessuali vengono veicolate, sono un’altra cosa.

C’era un film del “Grande Lenni” (vado a memoria, non so se l’ho scritto giusto) in cui un attore, parlando di come gli uomini volevano le donne, affermava (più o meno) “le vogliono in pubblico come una maestrina di campagna e sotto le lenzuola come una professionista del sesso di grande valore”. Si tratta della sessualità che si esprime all’interno di : “Roba mia!”. Cioè quel possesso dell’altro che non permette mediazioni o discussioni. Dove la differenza non sta fra maschile e femminile, ma fra attivo e passivo. Dove l’attivo è colui che esercita il potere di possesso e il passivo è colui che viene posseduto e perde ogni diritto davanti a chi lo possiede.

E’ attraverso il possesso e le condizioni del possesso che viene veicolata la sessualità delle persone nella struttura educazionale della società attuale. Si tratta del modello che viene imposto ai ragazzi nella prima infanzia. Quando questo modello viene imposto da una donna, la donna trasmette al ragazzo il senso dell’ “essere posseduta”, ma alla ragazza insegna qualche cosa di più: “il potere che deriva dal farsi possedere”. In sostanza, ai ragazzi non viene trasmesso il modo con cui comunicare sessualmente con l’altro, ma le strategie di possesso che attraverso il sesso si manifestano. Dove, mentre le persone passive conoscono le strategie di potere della passività e lo possono trasmettere anche in condizioni culturali diverse, le stesse persone non sono in grado di trasmettere le tensioni attive proprie del maschio veicolandole in maniera diversa che non sia il possesso o il bisogno di sottomettere.

Davanti ad una situazione sociale in cui il possesso delle persone, che non sia il puro atto sessuale, non è più tollerato e la violenza sessuale o la molestia sessuale viene sempre più precisata dalla Corte di Cassazione, dalle leggi nazionali (in Inghilterra è in corso di approvazione una legge per la quale si identifica il reato di violenza sessuale se la donna è ubriaca), diventa evidente l’incapacità da parte dell’Essere Umano maschile di veicolare la propria sessualità dato il condizionamento educazionale ricevuto.

Smarrimento. Smarrimento e tentativo di soddisfare, comunque, le proprie pulsioni sessuali. Uno smarrimento che induce molti ragazzi a farsi preti con cui nascondere le proprie pulsioni nella concezione che il povero può essere sempre violentato; il povero e l’indifeso è sempre un soggetto privo di diritti; i poveri e gli indifesi vanno cercati là dove si trovano. Lo smarrimento sessuale si sostanzia, dal punto di vista maschile, all’interno del bisogno di possesso in cui soddisfare il bisogno sessuale. Esistono molti modi relazionali in cui il bisogno sessuale del singolo tende a soddisfarsi riducendo l’altro a come “il più forte” vuole che sia. Sia il passivo un uomo, una donna, un bambino o una bambina, anche piccolissimi. Non si tratta di soddisfare una pulsione sessuale; ma si tratta di manifestare la pulsione sessuale all’interno del bisogno di possesso. Dove la soddisfazione del bisogno di possesso garantisce all’individuo che possiede la soddisfazione del bisogno sessuale. Se oggi come oggi assistiamo a manifestazioni di soddisfazione del bisogno sessuale che vengono qualificate come crimine, fino ad ieri le stesse manifestazioni sessuali non erano considerate degli atti criminali, tollerati, spesso esaltati e ancora più spesso le vittime venivano derise.

Il diritto del più forte di esercitare la propria sessualità sui propri sottoposti, sui più deboli, sancendo con questo il diritto di proprietà, è proprio della famiglia cristiana. La famiglia cristiana, tanto difesa da Ratzinger, è la famiglia nella quale si esercita il dominio gerarchico e tale dominio, nel corso della storia, è sempre stato gestito attraverso il dominio sessuale del più forte. Un dominio sessuale che andava dall’impedimento della masturbazione, all’obbligo di sottomissione alla gerarchia, al diritto gerarchico di dominio dove il padre era il padrone dei figli. Da quando questa gerarchia, questo dominio, vacilla, assistiamo a dei cambiamenti nella società in cui le esigenze del nuovo vengono affrontate da individui divenuti con sistemi educazionali vecchi ed inadeguati. Così abbiamo dieci bravi professori di scuola media e un pirla che per la propria soddisfazione personale vessa, tartassa, tormenta, i ragazzi credendosi il padrone del loro futuro e un professore criminale che li disarma costringendoli in ginocchio davanti ad un crocifisso. Davanti a nuclei famigliari che lavorano per attrezzare adeguatamente i loro figli ci sono nuclei famigliari che insegnano ai loro figli ad essere furbi, a vessare altri, a mettersi in ginocchio e a mettere in ginocchio altre persone ecc. ecc. A farne le spese è la sessualità inadeguata delle persone. Una sessualità che si manifesta nella società civile sotto forma di disagio sociale che viene poi censurato dalla Corte di Cassazione che sta lavorando affinché i principi, secondo cui le persone sono dei soggetti di diritto Costituzionale, diventino un principi morali socialmente acquisiti.

La struttura educazionale imposta dal cristianesimo ha sempre inquinato la società civile. I preti cattolici hanno sempre stuprato i bambini esercitando il loro “diritto” al possesso, ma solo ora ciò appare come delitto. In tutta la sua gravità. Solo ora è un delitto contro la persona, prima era un delitto contro la morale e pertanto non richiedeva una persecuzione sistematica del delitto, ma solo una censura saltuaria con una feroce colpevolizzazione della vittima.

Tutto questo si ripercuote sulla capacità dell’individuo di percepire i rapporti sociali e la società nella quale si vive in modo conforme alle regole del vivere civile. La percezione dell’altro all’interno delle regole. La percezione nelle relazioni sessuali e le relazioni sessuali che impongono una tipologia di percezione.

La sessualità disturbata non ha nulla a che vedere con l’omosessualità.

La sessualità è disturbata dalla struttura educazionale in cui cresce e in cui deve manifestare sé stessa.

Un discorso a parte andrebbe fatto per la prostituzione come oggi è esercitata, praticata e cercata.

La prostituta offre il corpo in cambio di denaro. Il denaro risolve il rapporto. Il maschio non deve impegnarsi. Il maschio ha un bisogno sessuale e lo esprime in un contesto a cui non gli viene chiesto nient’altro che del denaro. Il maschio viene liberato da tutte le implicazioni psicologiche. Viene liberato da tutte le costrizioni sociali. Viene liberato dal peso che gli procura le donne che ci stanno o non ci stanno o ci stanno quando vogliono starci. Quel potere di possesso mediante la violenza che la chiesa cattolica impone alla sessualità maschile nell’Essere Umano femminile si trasforma in violenza nella gestione del proprio sesso come forma ricattatoria. Quello che appare come un “gioco erotico”. in realtà è un pesante gioco di ricatto sessuale che finisce col gravare i rapporti sociali e famigliari. La prostituta, invece, offre qualcosa e risolve col denaro la sua offerta. Si prende perché si offre e si paga quanto ha chiesto: null’altro è dovuto. La lotta che la chiesa cattolica fa alla prostituzione fa parte della guerra per costruire quella che Reich chiama: LA PESTE EMOZIONALE. Rendere difficile la soddisfazione del bisogno sessuale agli Esseri Umani Maschili per poterli ricattare e indurre al delitto nella società civile. Gestirne le pulsioni sessuali attraverso la gestione di come tali pulsioni sessuali vengono veicolate. Gestire e dominare la percezione delle relazioni personali mediante la gestione del corpo e della sessualità. Costruire sempre più una sessualità disturbata per poterla gestire al meglio.

Rileva la psicologia:

 

“La percezione non si riferisce mai a qualche cosa, ma ad un insieme da cui qualcosa emerge. Il qualcosa che emerge è il risultato del nostro bisogno di senso: “Poiché siamo al mondo – scrive M. Merleau-Ponty – noi siamo condannati al senso e non possiamo fare nulla e dire nulla che non assuma un nome nella storia” (1945 p. 29). Partendo da queste premesse, la fenomenologia nega che si possa separare l’atto della percezione dall’oggetto percepito, perché “vedere” significa “vedere qualche cosa”. “Quando Cartesio ci dice che l’esistenza delle cose visibili è dubbia, ma che la nostra visione considerata come semplice pensiero di vedere non lo è, questa posizione non è sostenibile [...] perché la visione coglie se stessa e si raggiunge nella cosa vista” (1945, p. 484-486). In questo modo la fenomenologia recupera l’’intenzionalità della percezione, rifiutando di poterla considerare indipendentemente dall’oggetto percepito.” Dal dizionario di Psicologia di Umberto Galimberti

 

La sessualità disturbata non lo è in sé, ma perché è emersa come adattamento soggettivo a quanto l’oggettività ha manifestato nei confronti del nuovo nato. La percezione, attraverso la quale l’individuo manifesta la propria sessualità, è selezionata dall’individuo all’interno di quanto l’oggettività gli presenta in risposta alla propria tensioni e ai propri bisogni. Non sono le tensioni sessuali dell’individuo le responsabili del disagio sociale, ma il modo con cui l’individuo è COSTRETTO a veicolarle data l’imposizione che ha subito dalla società in cui vive.

 

Non è compito di questo lavoro cercare le motivazioni per cui esiste l’eterosessualità e l’omosessualità. Questo appartiene alla ricerca scientifica. Questo lavoro prende in esame la percezione dell’individuo e i caratteri che ne determinano la selezione della percezione soggettiva attraverso la quale l’individuo compie le proprie scelte.

 

Salute di Repubblica del

 

“Donne e gay “risvegliati” dallo stesso ormone

articolo di Aldo Franco de Rose

Il cervello dei gay, quando viene stimolato dall’odore maschile reagisce allo stesso modo di quello femminile. E’ quanto sostiene uno studio pubblicato su “Proceedings of the National Academy of Science”. La scoperta, per certi aspetti sensazionale, come suggeriscono gli autori del Karolinska Institute di Stoccolma, porterebbe ad ipotizzare una diversa organizzazione cerebrale degli omosessuali. Infatti alcune aree cerebrali verrebbero stimolate dai “profumi” del maschio e della femmina, che sono un derivato del testosterone presente nel sudore maschile, androstenolo, e di uno steroide simile agli estrogeni presente nell’urina femminile, l’estradione. Secondo i ricercatori questi due elementi rappresenterebbero, rispettivamente, il ferormone prodotto dagli uomini e quello prodotto dalle donne, in grado di agire direttamente sul cervello e stimolare comportamenti di tipo sessuale. Le modificazioni cerebrali prodotte quando si “annusano” i due composti considerati “l’essenza” dell’odore maschile e di quello femminile sono state studiate, mediante la Tomografia ad emissione di positroni (pet) da ricercatori coordinati da Ivanka Savic del Karolinska Institute. Allo studio hanno partecipato volontari uomini – eterosessuali e gay – e donne eterosessuali. I risultati hanno evidenziati che l’ippotalamo femminile e degli omosessuali si attivava in risposta all’androsterolo, mentre l’ippotalamo degli uomini etero veniva “risvegliato” solo dall’estradione. I due odori, inoltre, stimolano prevalentemente le aree ipotalamiche anteriore e la preottica, le zone cerebrali più coinvolte nel controllo del comportamento sessuale. Un dato che rafforza la teoria che i due ormoni costituiscano dei veri e propri ferormoni in grado di influenzare la scelta del partner. Sembra infatti che ciò che le donne indicano come seducente o sgradevole, sicuro o inaffidabile dipenda sopratutto dalle condizioni biologiche e quindi dai ferormoni.”

 

La percezione di un omosessuale viene attivata dagli stessi fenomeni che attivano la sessualità femminile.

Come viene educato l’Essere Umano Maschile omosessuale? Come l’Essere Umano Maschile omosessuale percepisce gli elementi in cui esprimere la propria sessualità nel contesto sociale? Quali sono le esigenze che egli manifesta e che impone il Sistema Sociale per poter esprimere la propria sessualità?

In pratica, qual è l’ideale sociale per l’omosessuale al fine di esprimere la sua sessualità?

Qual è il rapporto con l’Essere Umano femminile?

Come l’Essere Umano omosessuale concepisce l’Essere Umano maschile? Come si comporterebbe se egli volesse mascherare la sua omosessualità? Come veicolerebbe le sue pulsioni sessuali nella società?

 

Fino ad oggi, tutte le ricerche sociali e psicologiche hanno diviso la società in maschi e femmine e ha attribuito i comportamenti a pulsioni maschili o femminili. Ciò che la ricerca sociologica non ha mai preso in considerazione è la presenza dell’omosessualità maschile come elemento importante nella struttura psicosociale dei Sistemi Sociali Umani. Una struttura psicosociale del Sistema Sociale umano che percepisce una certa qualità di problematiche alle quali oppone delle soluzioni partendo dalle esigenze pulsionali dei singoli individui che in quella società sono in grado di mettere in atto delle strategie di adattamento e trasformazione della società stessa.

 

La prima cosa che dobbiamo mettere in rilievo è che l’Essere Umano Maschile (come ogni maschile della e nella Natura) è una variazione dell’Essere Umano Femminile. Si può sintetizzare dicendo che un uomo è una donna mancata.

C’è da chiederci: i singoli individui maschili, quanto si sono allontanati dal modello femminile? Esistono degli animali che possono cambiare sesso, altri sono ermafroditi: quanto questi modelli agiscono nel cervello dell’uomo, nella sua struttura psichica nelle sue tensioni emotive?

Possiamo dire che l’Essere Umano Maschile omosessuale non è un Essere Umano Femminile, ma dell’Essere Umano femminile esprime esigenze, bisogni e tensioni. L’Essere Umano maschile omosessuale necessita di un Sistema Sociale organizzato in maniera appropriata per poter esercitare la manifestazione delle proprie pulsioni sessuali. Un Sistema Sociale che manifesti delle regole che limitando l’Essere Umano femminile gli consenta di dispiegare le sue pulsioni.

Per l’Essere Umano maschile omosessuale l’Essere Umano femminile non è un soggetto sessuale o sensuale, ma è puro oggetto di servizio. Pura funzione sociale. Un funzione sociale che deve essere privata della propria sessualità per impedirgli di manifestarsi in quanto persona sociale.

La sessualità dell’Essere Umano femminile si dispiega nell’intera vita sociale. Non è solo l’orgasmo femminile, ma l’orgasmo femminile manifesta il desiderio sessuale, che manifesta la relazione sociale, che manifesta la nascita, che manifesta la crescita della prole, che manifesta il suo potere (o tende a farlo) nella società civile. La “passività” del femminile, percepita dal maschile, è direttamente funzionale allo sviluppo della relazione e la “passività” femminile, all’interno dell’atto sessuale, non è “passività”, ma è potere che avvolge il maschile.

Cosa diversa è la percezione che di tale “passività” ne ha l’Essere Umano maschile omosessuale che della “passività” femminile afferra soltanto la forma esteriore in quanto non è in grado di avvolgere il maschile che lo penetra. E della forma esteriore l’Essere Umano maschile omosessuale afferra soltanto il potere della penetrazione come manifestazione del dominio, che si inserisce in un bisogno ideologico di appropriazione per assicurarsi la penetrazione del Sistema Sociale. Un Sistema Sociale sottomesso come l’Essere Umano maschile omosessuale immagina debba essere la donna nel suo immaginario: passiva, sottomessa e asessuata!

Per l’Essere Umano maschile omosessuale la donna è una funzione: madre, sorella e serva.

Per l’Essere Umano maschile omosessuale l’uomo è solo la sua preda.

Per l’Essere Umano maschile omosessuale, l’Essere Umano maschile è l’oggetto della sua predazione e l’Essere Umano Femminile il concorrente a cui deve impedire la manifestazione.

Nel cervello umano è stata individuata una struttura che ci dimostra che il veder soffrire gli altri può dare soddisfazione. Quella struttura è una protezione della specie. Quel meccanismo è stato forgiato dalla specie umana nelle sue relazioni con la Natura, ma la specie non vive più immersa nell’Essere Natura; la specie umana ora attiva quel meccanismo rispondendo alle sollecitazioni del Sistema Sociale:

 

Quotidiano La Repubblica

 “Quando godiamo quando soffre chi ci è antipatico

Roma – Veder soffrire gli altri può dare veramente soddisfazione. Un gruppo di ricercatori britannici dell’università College of London ha per la prima volta osservato questo piacere, usando la tecnica della risonanza magnetica sul cervello di un gruppo di volontari. Alcuni attori impegnati nel ruolo di cattivi li avevano ingannati durante un gioco inventato per l’esperimento, spiega Nature. E quando i truffatori sono stati sottoposti a delle scosse elettriche leggermente dolorose, il cervello dei volontari si è acceso di piacere. Ma mentre le donne mostravano di provare un po’ di pena, dal cervello degli uomini non è emerso altro che soddisfazione.”

 

Il “te la faccio pagare” è il meccanismo psicoemotivo (probabilmente ce ne sono altri) che arreca soddisfazione quando si riesce a danneggiare chi ha offeso o ingannato le nostre tensioni. Se fra gli Esseri Umani maschili eterosessuali quel meccanismo è un meccanismo di regolazione all’interno del sistema sociale, per gli Esseri Umani maschili omosessuali diventa un meccanismo per danneggiare la società umana. Negli Esseri Umani femminili quel meccanismo è compensato dal bisogno di conservare, comunque, il presente per continuare a costruire il futuro. Per gli Esseri Umani maschili omosessuali non esiste un futuro, ma esistono solo loro stessi; ogni presente in loro si risolve. Lo stesso meccanismo agisce, ad esempio, nel branco degli Esseri Lupo. Il capo branco, quando diventa vecchio, viene vessato se si è comportato in maniera prepotente e arrogante, viene invece sopportato o protetto se si è comportato in maniera saggia.

Quel meccanismo che garantisce all’individuo la soddisfazione nel dispiegarsi di Giustizia, diventa un meccanismo di vessazione quando i bisogni, per i quali si chiede giustizia, sono bisogni di dominio e di sopraffazione.

 

machismo ed omosessualità marciano di pari passo; l’omosessualità ha bisogno del machismo e il machismo si giustifica in una rappresentazione dell’omosessualità come il machismo concepisce la sessualità femminile.

E’ proprio del machismo omosessuale il concetto di padrone.

Sia gli Esseri Umani maschili eterosessuali che gli Esseri Umani femminili, comunque, sanno vivere all’interno di tensioni proiettate verso il futuro. Gli Esseri Umani maschili omosessuali vivono di quello che dominano nel presente. Per questo motivo gli Esseri Umani maschili omosessuali non comprendono gli altri: gli altri devono solo mettersi in ginocchio davanti al loro dominio. E se non si mettono in ginocchio davanti al loro dominio si muove loro guerra. Per l’Essere Umano maschile omosessuale tutti gli altri sono i suoi nemici: gli altri Esseri Umani maschili omosessuali sono i loro concorrenti, quelli che contendono loro il dominio e il possesso; gli Esseri Umani maschili eterosessuali sono i loro nemici perché hanno il potere di generare salti qualitativi economici, sociali e psico-emotivi nella quantità dell’insieme femminile; gli Esseri Umani femminili perché li privano delle loro prede, l’Essere Umano maschile eterosessuale; gli Esseri Umani femminili omosessuali perché ledono la loro immagine macista.

 

Esiste una ricerca del 2002 che conferma questo meccanismo di dominio:

 

Salute di Repubblica del

 

“Macho sospetto

Confermata con un semplice quanto efficace esperimento la vecchia interpretazione psicoanalitica secondo cui i maschi più ostili verso gli omosessuali sono così proprio per reprimere i propri desideri omosessuali. Utilizzando lo strumento che misura l’erezione del pene, ricercatori dell’università della Georgia hanno registrato le reazioni spontanee a filmati erotici eterosessuali, omosessuali maschili e femminili. Spettatori, un gruppo di maschi eterosessuali di cui 29 si dichiaravano a proprio agio di fronte ad omosessuali maschi e 35 che manifestavano segni di disagio di varia intensità, dall’imbarazzo fino all’ostilità.  Identiche le reazioni di eccitamento alle scene eterosessuali ed omosessuali femminili. Ma durante le scene omosessuali maschili hanno avuto un maggior afflusso di sangue al pene il 20 per cento dei non ostili contro il 66 per cento degli ostili all’omosessualità.”

 

In sostanza, l’Essere Umano maschile eterosessuale non ha problemi dal mantenere relazioni sociali con un Essere Umano maschile omosessuale in quanto non ne vive la presenza come un concorrente, salvo subirne il desiderio di potere e di dominio. Al contrario un altro Essere Umano maschile omosessuale proietta il proprio bisogno di dominio sulle persone del Sistema Sociale e percepisce la presenza di Esseri Umani maschili omosessuali “conclamati” come un limite alle proprie pretese di dominio pur avendo le pulsioni omosessuali molto esposte.

 

Il superamento del machismo o di quello che con troppa facilità è definito il maschilismo può avvenire soltanto con la liberazione della sessualità dalle coercizioni morali imposte.

L’Essere Umano maschile omosessuale vive di dominio, per il dominio e nel dominio può (che lo faccia o meno poi è un altro discorso) veicolare le proprie pulsioni. Noi sappiamo che esistono molti Esseri Umani maschili omosessuali che si battono nella società civile per la liberazione dei costumi sessuali etici e morali, ma sono quelli che non hanno potere e che vengono repressi dagli Esseri Umani maschili omosessuali che determinano e impongono le regole morali ed etiche all’intera società civile. Un po’ come gli ebrei. La loro ideologia religiosa è nazista, eppure, fino a qualche tempo fa’ la maggioranza degli ebrei era socialista. Gli ebrei furono tra i protagonisti della rivoluzione d’Ottobre, grande fu il loro contributo allo sviluppo della filosofia e lo stesso stato d’Israele fu fondato predicando modelli socialisti.

Come facevano dunque ad essere socialisti se l’ideologia religiosa ebrea è nazista?

Perché erano perseguitati!

Erano vessati!

In quanto perseguitati e vessati cercavano la solidarietà di altri vessati e di altri perseguitati. Quando poi hanno potuto perseguitare e vessare a loro volta, l’ideologia nazista, di cui erano portatori attraverso la bibbia, ha potuto dispiegarsi nella loro struttura psico-emotiva ed aver soddisfazione nell’esercizio del dominio nei confronti dei più deboli. Per questo motivo il segretario del partito politico, che rivendica la tradizione fascista in Italia, è stato accolto come un amico del popolo d’Israele.

La liberazione della percezione sociale legata alla sessualità può avvenire solo attraverso la liberazione dei costumi sessuali. Una liberazione totale ed incondizionata che se da un lato protegge le persone dalla sopraffazione garantendo alle persona la proprietà e la disponibilità per sé stesse del loro corpo, dall’altro lato impedisce a chiunque di imporre morali personali e private al fine di condizionare i comportamenti personali.

 

La liberazione dei costumi sessuali e la separazione fra dominio e morale porta alla modificazione dell’organizzazione cerebrale delle persone e della loro percezione nei confronti del mondo in cui viviamo.

L’attività sessuale, come ebbe a rilevare Reich, è fondamentale per agire sulla struttura emotiva delle persone e per poter ottenere delle modificazioni cerebrali funzionali allo sviluppo dell’individuo e della società civile.

 

Il giornale La Repubblica del

 

Una ricerca pubblicata su “Nature”

Quando il sesso modifica il cervello

Roma – L’attività sessuale può avere riflessi non soltanto nello sviluppo psicologico ma può “imprimersi” nel cervello, modellandolo. Le esperienze sessuali possono influenzare direttamente le caratteristiche di alcune cellule cerebrali è l’ipotesi suggestiva formulata negli Stati Uniti da un gruppo di psicologi dell’università di Berkeley e pubblicata oggi sulla rivista “Nature”. La teoria proposta da i ricercatori si basa su quanto osservato in laboratorio, mettendo a confronto alcune caratteristiche del cervello dei ratti, dei quali solo alcuni con una vita sessuale attiva. Finora, hanno rilevato gli studiosi, si riteneva che fossero le strutture cerebrali ad influenzare la vita sessuale, ma adesso i risultati dell’esperimento fanno pensare che “è possibile che siano le differenze del comportamento sessuale a causare differenze nella struttura cerebrale”.”

 

Sullo stesso argomento, Il Gazzettino

 

[...] “Finora, hanno rilevato gli studiosi, si riteneva che fossero le strutture cerebrali a influenzare la vita sessuale, ma adesso i risultati dell’esperimento fanno pensare che “è possibile che siano le differenze nel comportamento sessuale a causare differenze nella struttura cerebrale”. Il passo all’uomo è breve e Breedlove ritiene che “interpretare alcune correlazioni fra il comportamento umano e la morfologia neuronale potrebbe confermare che i due aspetti sono reciprocamente legati”. L’ipotesi degli psicologi di Berkeley capovolge completamente la prospettiva dalla quale finora era stato considerato il rapporto tra sviluppo del cervello e comportamento sessuale”.”

 

L’attività sessuale, come ogni altra attività praticata con costanza, modifica la struttura cerebrale. Solo che l’attività sessuale coinvolge la sfera emotiva profonda dell’individuo.

Ne era ben consapevole Wilhelm Reich che nella “Psicologia di massa del fascismo” nel 1933 scriveva:

 

“Se il sentimento nazionale deriva dal legame alla madre (senso di patria), il modo di sentire mistico nasce dall’atmosfera antisessuale che è indissolubilmente legata a questo legame familiare. Il legame autoritario-familiare ha come premessa l’inibizione della sensualità sessuale. Tutti i bambini di tute le società patriarcali subiscono senza eccezioni questa inibizione sessuale. Nessuna attività sessuale, per quanto possa essere proclamata ad alta voce e possa sembrare “libera”, può ingannare l’esperto su questa profonda inibizione; inoltre, molte manifestazioni patologiche nella successiva vita sessuale, la tendenza ad eccessi patologici ecc. derivano proprio dalla inibizione della capacità orgastica di sentire. Il naturale risultato di questa inibizione, che contraddistingue ogni educazione autoritaria (“impotenza orgastica”) attraverso sensi di colpa e paure sessuali inconsci è un desiderio orgastico incancellabile che agisce inconsciamente e che si manifesta con sensazioni di tensione nella zona del plexus solaris.”

 

L’impedimento alla sessualità, l’impedimento al disporre del proprio corpo, comporta un’organizzazione cerebrale e un modo di affrontare la quotidianità legato a quel “machismo” direttamente funzionale all’Essere Umano maschile omosessuale e alla società schiavista come il cristianesimo ci ha insegnato a percepirla

Marghera, 02 gennaio 2007

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

P.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

tel. 041933185

e-mail: claudiosimeoni@libero.it