Significato di Stato mafia

Claudio Simeoni

Che cosa si intende per "Stato mafia" nella Religione Pagana?

Noi conosciamo gli Stati monarchici e gli Stati assolutisti sia quando gli Stati assolutisti sono determinati dal voto, dal suffragio universale, sia quando sono imposti da poteri esterni ai cittadini (esercito, industriali, capitale finanziario, ecc.). Tutti questi Stati sono di origine cristiana e si caratterizzano per la centralità dello Stato, che si identifica con l'assolutismo del Dio cristiano, rispetto ai cittadini a cui, come il Dio cristiano, lo Stato impone dei doveri. Il "Non rubare", negli Stati assolutistici, è rivolto ai cittadini, ma lo Stato, come il Dio cristiano, si riserva il diritto di derubare i cittadini fino a massacrarli, secondo i suoi bisogni, con una strage paragonabile al diluvio universale.

Uno Stato assolutista, sia cristiano che musulmano, ebreo o buddista, è sempre ad imitazione del Dio cristiano e, anche se ai cittadini vengono riconosciuti dei diritti, è sempre lo Stato, il Dio padrone cristiano, che quei diritti li dà e li toglie a seconda delle sue necessità.

Lo Stato mafia è una variabile dello Stato liberale fuso con l'idea cristiano-protestante secondo cui ciò che avviene nella società è voluto da Dio e, dunque, se un individuo ruba e non viene arrestato, ruba per volontà di Dio e, dunque, ha il diritto di beneficiare del mal tolto.

Questa idea è l'idea propria della mafia.

La mafia è un'organizzazione all'interno dello Stato che sfruttando collegamenti con le Istutuzioni si garantisce profitti aggredendo la concorrenza attraverso azioni illegali. Se la mafia, strettamente intesa, mette in atto azioni illegali per assicurarsi il profitto, gli uomini legati alla mafia nelle Istituzioni agiscono per garantire alla mafia sia l'impunità che il godimento dei profitti illegali.

Ci fu un tempo in cui lo Stato fingeva di reprimere la mafia e qualche disgraziato, che pensava a sé stesso come un mafioso, è effettivamente finito in galera. Ma lo Stato, inteso come Istituzioni sociali, ha pensato bene di usare i metodi mafiosi.

In questo modo, la Polizia di Stato viene usata per reprimere chi chiede giustizia o coloro che si sentono offesi da ingiustizie che non vengono sanate dallo Stato. La magistratura, anziché assicurare giustizia ai cittadini, reprime i reati in funzione di una vendetta dello Stato perché lo Stato, come Dio, si sente offeso dai "reati" dei cittadini che non fanno, obbedienti, il baciamano.

I cittadini che chiedono giustizia si devono rivolgere piangenti e ossequiosi al capo-mafia che può essere il maresciallo dei Carabinieri, il Sindaco, il Comando di Polizia o il prete cattolico a cui le Istituzioni concedono una certa libertà nello stupro dei bambini.

Lo Stato Mafia viene eletto dai cittadini perché quella mafia è migliore, secondo loro, nel garantire alcuni benefici rispetto ad uno Stato che si comporta con i cittadini come se fossero "bestiame di scarso valore". Poi, in un secondo tempo, schiarite le illusioni, i cittadini si accorgono che mafia e comportamenti dello Stato sono la stessa cosa perché allo Stato la Democrazia serve per giustificare l'azione mafiosa: se io ti calunnio, caro cittadino, lo faccio in base alla libertà di stampa; se tu cittadino ti ribelli, sei un terrorista o un eversore.

La mafia deruba i cittadini dei loro diritti sociali usando la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Magistratura, che deridono ed offendono i cittadini ogni volta che i cittadini rivendicano i loro diritti.

Lo Stato Mafia controlla l'informazione che usa la libertà di stampa come libertà di propaganda, calunnia, diffamazione spesso diffondendo notizie false e calunniose contro coloro che lo Stato Mafia vuole colpire.

I procedimenti penali, nello Stato Mafia, sono in funzione del dominio sociale della mafia. Non servono a fare giustizia, ma solo a reprimere i comportamenti sociali avversi alla mafia stessa.

Nello Stato mafia, la centralità è sempre dello Stato, come nello Stato assolutista o nello Stato monarchico, ma anziché avere come centro di dominio il re o il potere assoluto, hanno al suo centro gli interessi della mafia che sono difesi dalle Istituzioni perché le Istituzioni traggono profitto dall'attività mafiosa.

Nello Stato mafia non esiste una lotta alla mafia, ma esiste solo un lotta fra mafie in cui, grazia alla propaganda dei media, una mafia buona combatte una mafia cattiva preservando il diritto dello Stato mafia di disporre dei cittadini.

Nello Stato mafia, lo Stato favorirà tutti quei comportamenti che la mafia mette in atto per tutelare i propri interessi. La corruzione soggiacerà a pene che saranno lievi, quando la corruzione coinvolge interessi mafiosi, e pesanti quando si tratterà di fermare concorrenti delle organizzazioni mafiose. La persecuzione dello spaccio di droga, messo in atto dalla mafia, sarà perseguito solo nelle vesti dei piccoli spacciatori mentre i mafiosi, che li gestiscono, saranno favoriti da impunità generale o da comportamenti di magistrati che ne favoriranno l'assoluzione. Viene esecrata e censurata la persona povera che consuma droga mentre si deve tutelare, mediante la privacy, i ricchi, i deputati, i senatori, i poliziotti, i magistrati, che consumano droghe.

Nello Stato mafia la politica e l'amministrazione pubblica sono a disposizione degli interessi mafiosi nonostante una feroce propaganda dei media che censurerà la mafia come il cancro sociale del paese.

Se qualcuno leva la sua voce contro la mafia si provvederà a criminalizzarlo indicandolo come un criminale pericoloso contro l'ordine costituito.

Gli interessi dello Stato non sono più gli interessi dei cittadini, ma sono gli interessi della mafia che relegheranno i cittadini a puri "picciotti" che devono obbedire agli ordini.

Chi potrebbe combattere la mafia che si impossessa dello Stato?

Potrebbe essere il grande capitale internazionale se, il grande capitale internazionale, non fosse a sua volta colluso.

Lo Stato mafia, a differenza dello Stato assolutista o monarchico non è solo "nazionale", ma "sovranazionale" includendo più paesi nelle sue strategie di potere.

Marghera, 30 marzo 2023

 

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Ultima modifica 12 febbraio 2023

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