Significato di poveri

Claudio Simeoni

I poveri

La povertà, i poveri, non sono una realtà ineluttabile della società. I poveri, la condizione di indigenza economica, sociale e culturale, si costruisce. E' costruita da un apparato ideologico complesso che agisce fisicamente mediante attori sociali che si ritengono in diritto di distruggere il divenire di ogni singolo uomo per tutelare interessi di controllo sociale.

Quando si guarda alla povertà sociale esistono due ordini di necessità.

Il più immediato, il più evidente, è un aiuto alle condizioni di indigenza e di emarginazione sociale.

E' il problema che colpisce le persone sensibili quando osservano le condizioni di miseria dell'altro. Si chiama con-passione, soggettivare le condizioni dell'altro e vivere lo stesso sentimento di sofferenza. Questo sentimento porta le persone "sensibili", quelle "aperte al mondo", a soccorrere le persone in difficoltà nella loro immediata difficoltà.

Quest'azione ha un duplice aspetto.

Possiamo dire: uno positivo ed uno negativo.

Quello positivo è offrire quell'aiuto immediato che è legato alla solidarietà sociale: il mio "di più" può essere utile.

Quello negativo è quello espresso dall'ideologia del "Buon Samaritano" dove, il "buon Samaritano", della tua emarginazione, ne fa un patrimonio di riconoscenza e di potere da spendere nella società per il proprio tornaconto personale.

Il secondo ordine di necessità è dato dalle cause che producono la povertà, l'emarginazione e l'indigenza.

Le cause possono essere affrontate solo mediante l'attività politica (intesa come gestione della cosa pubblica) e religiosa (intesa come azione sulla manipolazione della struttura psico-emotiva del singolo individuo).

L'intervento politico nella gestione della cosa pubblica ha la funzione di spostare delle risorse per favorire la limitazione dell'emarginazione. Quest'azione è nell'interesse del capitale sia industriale che finanziario. Maggiore è la massa di persone che possono spendere e maggiore è la circolazione della ricchezza che favoriscono l'accumulo di capitale.

Quest'azione viene contrastata da chi, usando i poveri e gli emarginati (il Buon Samaritano) come strumento di potere sociale deve mantenere un alto grado di povertà sociale per legittimare il proprio potere sociale.

Quest'ultimo potere, articolato in molte rappresentazioni, sono poteri che hanno la loro base nell'ideologia religiosa.

Nel grande capitale mondiale, la chiesa cattolica, le chiese evangeliche, le chiese ortodosse, musulmani, buddisti, ebrei, hanno un ruolo economico fondamentale nell'accumulo e nella distribuzione della ricchezza e, nel farlo, determinano la quantità e la qualità dell'emarginazione sociale. Spesso decidono quali paesi vanno favoriti e quali distruggere.

E' fondamentale che gli uomini "credano in Dio" ed è fondamentale che gli uomini siano convinti che "credere in Dio" sia spiritualità e non bieco materialismo meccanicista.

Questa forma di convinzione, nell'ultimo secolo, ha generato quella forma politica che va sotto il nome di nazional-socialismo o, più semplicemente, nazismo!

Perché nazional-socialismo?

Perché, come dice Gesù: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi." (Giov. 15,12) E lo dice in seguito a cosa? Agli uomini, diversi dai loro, che come tralci di vite si seccano e loro "lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano" (Giov. 15,6). In sostanza, socialismo, mutuo soccorso fra noi, e bruciamo gli altri che, non essendo noi, sono tralci di vite che si seccano. Che sia razzismo, che sia donna, che sia nero, che sia emarginato, che sia portatore di malattia o quant'altro per il nazional-socialismo c'è una separazione fra sé e l'altro dove l'altro deve riconoscere il suo stato di inferiorità o essere infilato nel forno crematorio della vita (o circoscritto in un qualche ghetto).

Gesù ha bisogno dei poveri per esercitare il suo potere: "I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete" (Mc 14,7) Far loro "del bene quando volete" significa soprattutto "bruciarli quando volete per salvare le loro anime" facendogli del bene. Avere i poveri (poveri come oggetti di possesso) significa avere potere di dominio sociale ed è quello che Gesù incita: dovete essere poveri, la società deve essere povera perché in questo modo si conquista il regno dei cieli.

Ma Gesù non è povero, è un ricco che non lavora e si pone nella società come il "superuomo" nazista che "figlio del Dio padrone" ha diritto di vita e di morte sulle persone. Gesù manifesta il principio ideologico secondo cui "o fai quello che voglio io o io ti ammazzo", perché sono il re figlio di Dio. Da qui deriva il concetto di "popolo eletto", "razza ariana", "razza Piave", ecc. Tutte categorie sociali per legittimare la superiorità, con diritto di vessare, di un gruppo sociale su un altro. Deriva al punto tale da essere interiorizzato dagli individui nella struttura emotiva e non può essere rimosso da scelte razionali o di convenienza sociale.

Secondo l'ideologia propagandata dai cristiani, i poveri, gli indigenti, gli emarginati sono poveri, indigenti ed emarginati non perché i cristiani li hanno costruiti tali, ma per volontà di Dio che a ciascuno ha assegnato la propria condizione sociale (vedi Paolo di Tarso). La stessa cosa era sostenuta da Platone.

Seconda parte

La povertà non è semplicemente una povertà economica. La povertà è una condizione sociale caratterizzata da un delirio psicologico individuale, educazionalmente imposto, che consiste nella mancanza di conoscenza fra sé e il mondo. Il povero viene indotto a pensare che non esiste nessun'altra condizione esistenziale se non quella che sta vivendo e dalla quale può uscire solo idolatrando il denaro. La visione del mondo del povero viene circoscritta alle sue condizioni di vita e la cultura a cui gli è permesso accedere è solo la cultura di sopravvivenza.

La mancanza di denaro che gli impedisce al povero di soddisfare i bisogni, diventa l'ideale desiderato perché è l'unica possibilità per uscire dalla propria condizione.

Il povero rincorre chiunque gli promette denaro e non si cura delle conseguenze delle sue azioni pur di garantirsi denaro.

Il povero si aggrega a chi elargisce elemosina soddisfacendo un qualche suo bisogni primario. Nello stesso tempo, chi elargisce elemosina, utilizza il povero e la con-passione per il povero, per farsi sovvenzionare e raccogliere denaro che solo in minima parte verrà versata ai poveri che, per chi elargisce denaro, i poveri devono continuare a vivere in quella condizione perché, da quella condizione, lui trae potere e denaro.

Un'associazione che aiuta i poveri, con le donazioni acquista un furgone per aiutare i poveri. Il furgone non va ai poveri, va all'associazione che aiuta i poveri. Pertanto, dalle elargizioni per i poveri sono sottratti i denari per il furgone che diventa patrimonio di ricchezza per l'associazione. Questo discorso minimale, che serve per dimostrare, nasconde i miliardi che la chiesa cattolica e gli altri cristiani hanno raccolto, per i poveri, e che hanno usato per costruire un patrimonio immobiliare e finanziario con la motivazione di aiutare i poveri.

Il povero, che è tale in un ambiente opulento o tale da costruire emarginazione (neri, donne, sesso, ecc,), risponde con la necessità di sopravvivenza che non è altro che una necessità che viene veicolata dalla pulsione di vita portando un soggetto, chiunque esso sia, a sopravvivere adattandosi alle condizioni che incontra.

L'errore che fanno le persone benestanti è quello di pensare ai poveri non con la testa del povero, che si è adattato alla sua condizione in decine di anni per sopravvivere, ma con la loro testa pensandosi poveri: cosa avrebbe fatto il benestante di oggi se fosse costretto a vivere in miseria? In un ambiente di poveri non sarebbe sopravvissuto perché inadeguato psicologicamente ed emotivamente a sopravvivere in quell'ambiente.

I soccorritori di poveri, in realtà, soccorrono sé stessi. Soddisfano il loro bisogno di sopraffare qualcuno più debole di loro. Soccorrono i miserabili per sentirsi migliori dei miserabili ed esercitare potere nei loro confronti. "Ti do la coperta, o non te la do?" Io posso dartela o non dartela. Io ho il potere di dare o non dare: tu non hai il diritto di ricevere, sono io che concedo! Come il Dio dei cristiani.

Ed ecco il politico che si rivolge ai "soccorritori di poveri" per avere quel pacchetto voti che gli serve per garantirsi lo stipendio. I soccorritori indicano ai poveri quel politico che "lavorerà per risolvere i loro problemi" e lui li risolverà favorendo l'associazione di aiuto ai poveri la quale aumenterà la propria ricchezza incamerando in silenzio e propagandando le piccole elargizioni che servono ai poveri per continuare ad essere poveri. L'associazione di "soccorritori di poveri" cura il suo "patrimonio di poveri" perché i poveri garantiscono i guadagni all'associazione.

Tutto, obbedendo a Gesù: "I poveri li avrete sempre con voi e potete far loro del bene ogni volta che ne avrete voglia!" Purché sia davanti alle telecamere. Quando non vi serviranno più li potete buttare a mare.

Marghera, 03 marzo 2023

 

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Meccanico

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Ultima modifica 12 febbraio 2023

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