COMMENTO A DUE DOMANDE FATTE DAL GIORNALISTA S. L. NELL'INTERVISTA PUBBLICATA DA IL GIORNALE IL GIORNO 03 OTTOBRE 2004!


Per comprendere lo spirito con cui un giornalista fa un'intervista è necessario analizzare le domande che vengono fatte all'interlocutore.

Il giornalista S. L. viene a farmi l'intervista con una lista di domande preparate che, dice, ha dedotto dalle pagine che ho messo in internet.

Voglio porre l'attenzione su due domande che mi ha fatto e che ha riportato nell'articolo pubblicato su Il Giornale in data 03 ottobre 2004.

Voglio porre l'accento su due domande in particolare:


1) Quindi Vangeli, Talmud e Corano che parlano di Gesù per lei sono leggende. E Tacito, Svetonio, Plinio il Giovane che fanno altrettanto? E Mara Bar Serapion, storico siriaco che narra del “saggio re dei Giudei” messo a morte e lo paragona a Socrate? E Flavio Giuseppe, generale ebreo, che nelle Antichità Giudaiche descrive Cristo come “uomo sapiente”?


2) Gesù profetizza ai suoi discepoli: “Il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso”. Dice proprio “ai pagani”. Si sente corresponsabile di questa morte?


Perché queste due domande sono interessanti?

Perché sono domande che manifestano delle finalità (certamente ce ne sono altre) per cui l'intervista è stata fatta.


Il pazzo di Nazareth non è mai esistito.

Affermare che sia esistito l'individuo descritto nei vangeli ufficiali è una truffa.

Non tanto perché possa o non possa essere esistito un individuo che ha ispirato la scrittura di quei vangeli, ma perché il fatto che sia esistito viola la realtà che ricade sotto i nostri occhi. La sua esistenza avvalla l'esistenza del dio creatore, avvalla la teoria creazionista, avvalla il diritto dei cristiani a scannare chi non si mette in ginocchio davanti a loro, avvalla il diritto dei cristiani a stuprare bambini ad imitazione del loro Gesù! Ciò che possiamo accettare è il fatto che siano esistite delle persone che affermano l'esistenza di un dio creatore, che affermavano la creazione e con essa la conseguente apocalisse, che si ritenevano in diritto di scannare chi non si metteva in ginocchio davanti a loro, che costringevano i bambini ad interiorizzare la credenza del dio padrone. Possiamo anche individuare gli interessi di dominio che hanno portato delle persone ad elaborare queste credenze e ad imporle con la violenza (vedi “Storia Criminale del Cristianesimo” ed. Ariele)

D'altro canto è recente la notizia fatta dalla rivista Focus (Settembre 2004) a proposito di una truffa orchestrata su un'urna cineraria, secondo cui le possibilità che in una famiglia di Gerusalemme ci fosse una combinazione di “Giacomo fratello di Gesù e figlio di Giuseppe” nel 30 d.c. erano almeno 20.

Pertanto, nell'eventuale cronaca di un sommovimento di piazza a Gerusalemme qualcuno si sarà chiamato Giuseppe, qualcun altro Gesù e qualcun altro Giacomo.

Riconoscere la realtà sembra che non sia un dono del nostro giornalista S. L. che cita in sequenza tutta una serie di personaggi che, secondo lui, testimonierebbero che Gesù, il figlio del dio padrone e padrone lui stesso (quello che in quella generazione avrebbe dovuto venire con grande potenza alla destra di suo padre e preceduto dalle stelle che cadevano sulla terra ecc.), che quel Gesù è esistito.

Curiosa questa domanda che scambia delle illazioni quasi per delle prove. Tutti gli autori citati riportano delle illazioni (una squallida leggenda metropolitana) messe in giro dai cristiani per giustificare la loro sindrome da onnipotenza e la loro necessità di distruggere i Sistemi Sociali di allora.

Gli autori romani citati riportano quanto dicono i cristiani; non avevano motivo per analizzare quanto i cristiani dicevano. Lo stesso vale per il Talmud scritto dopo che i cristiani hanno provocato la distruzione di Gerusalemme massacrando persone inermi, tanto la fine del mondo era imminente e il loro pazzo profeta stava per venire dalle nubi con grande potenza. Del Corano conosciamo l'epoca in cui è stato scritto e le finalità. Mara Bar Serapion scrive fra il 72 d.c. e il III secolo d.c.. Pertanto è certo che riporta le voci e i racconti che sente dai cristiani. Riporto a fine pagina una breve scheda di questo personaggio prelevata da un sito in internet che il nostro giornalista avrebbe potuto trovare facilmente. Per quanto riguarda l'affermazione di Flavio Giuseppe, a quanto ne so, è un falso medioevale (credo che appaia su un solo codice) che nemmeno la chiesa cattolica usa per tentare di dimostrare l'esistenza del suo pazzo profeta.

Le affermazioni di questi personaggi hanno lo stesso valore di quelle che qualche anno fa ha fatto Biffi per esaltare e colorare la figura di Gesù: pure e semplici illazioni.

Il giornalista ha scritto la mia risposta, o comunque una parte significativa di essa. Però qui non stiamo parlando della mia risposta, ma della sua domanda: perché questa domanda e non, per esempio, Latona o Temi all'interno della religione Pagana. Eppure non ha mancato di notare la statuetta di Temi che tengo nella vetrina del salotto (anche se l'ha scambiata per giustizia). Ricordiamo che è venuto ad intervistare un Pagano Politeista, non un ateo!



La seconda domanda sembra un tentativo maldestro di colpevolizzare l'intervistato.

“Dice proprio “ai pagani””

E' noto, ed io l'ho riportato su almeno due pagine http://digilander.libero.it/barb3/noipagani.htm

e http://digilander.libero.it/barb3/greci.htm , che il termine “pagano”, per riferirsi a chi pratica religioni diverse dal cristianesimo, fu un insulto imposto mediante editto imperiale nel 373 d.c. al posto del termine Gentili. Ora, dal momento che la filologia non l'ho inventata io, le cose sono due: o c'è un errore di traduzione o, più verosimilmente, si tratta di un'ennesima interpolazione fatta dai cristiani al fine di giustificare il massacro dei pagani. Un'interpolazione fatta, mettiamo, nel V secolo che per 1500 anni è stata spacciata come una profezia del pazzo di Nazareth. Un falso che avvalla l'esistenza di un inesistente profeta e che il giornalista, nell'intervista, mi ritorce contro chiedendomi: “Si sente responsabile di questa morte?”



Io avrò il difetto di una leggera dislessia che mi porta a saltare delle lettere o a scrivere frasi non ordinate e che mi costringe a lavorare molto per modificarmi, come prontamente rileva il giornalista S. L. quando scrive parlando del mio primo scritto di vent'anni fa: “...in cui la varietà d'accenti rende complicato stabilire dove finiscono le congiunzioni e comincino i pronomi.”, però “...dal basso del suo diploma di terza media...” mi guardo bene dal formulare, sotto forma di domande, affermazioni così... a meno che l'intervista, in realtà, non nascondesse propositi diversi dalle pure finalità giornalistiche: chissà perché questo dubbio si sta sempre più rafforzando dentro di me.


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A cura di:

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 041933185

E-MAIL: claudiosimeoni@libero.it


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Prelevo dal sito:


http://www.earlychristianwritings.com/mara.html

Information on Mara Bar-Serapion

Mara Bar-Serapion wrote anytime between 73 CE and the third century CE.

In a passage in which Mara may be dependent upon Christian informants, Mara Bar-Serapion makes these casual remarks:

What advantage did the Athenians gain from putting Socrates to death? Famine and plague came upon them as a judgment for their crime. What advantage did the men of Samos gain from burning Pythagoras? In a moment their land was covered with sand. What advantage did the Jews gain from executing their wise King? It was just after that their Kingdom was abolished. God justly avenged these three wise men: the Athenians died of hunger; the Samians were overwhelmed by the sea; the Jews, ruined and driven from their land, live in complete dispersion. But Socrates did not die for good; he lived on in the teaching of Plato. Pythagoras did not die for good; he lived on in the statue of Hera. Nor did the wise King die for good; He lived on in the teaching which He had given