1) EMPATIA, VISTA E TATTO NELLA FORMAZIONE

DELLA PERCEZIONE

Di Claudio Simeoni

 

EMPATIA E CAPACITA’ EXTRASENSORIALI!




Cod. ISBN 9788891185822

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Percezione

Sulla formazione della percezione

e la selezione

dei fenomeni percepiti

 

 

Per riuscire a comprendere che cosa sono e i limiti dell’azione di quelle che vengono chiamate “capacità extrasensoriale” è necessario ricollegarci alla fondazione della percezione in età fetale e alle trasformazioni che sono seguite.

Il senso più antico che appartiene gli Esseri della Natura è il TATTO.

Quando si afferma che il tatto è il senso più antico (e il primo che si attiva nel feto in pancia della madre) non si sta parlando di una sequenza di sensi che si attivano nell’Essere Umano, ma si sta parlando delle trasformazioni d’insieme dell’Essere Umano.

Quando si dice che attraverso il tatto il feto di poche settimane percepisce il mondo in cui vive, significa che tutta la struttura intellettiva e psichica del soggetto è organizzata per ricevere ed elaborare le sensazioni tattili.

Tutto il processo della costruzione del senso del tatto ha la funzione di perfezionare la PERCEZIONE PRECEDENTE DEL MONDO. Il tatto si sviluppa come mezzo di conoscenza del mondo in cui il soggetto vive. E prima del tatto? Come si articolava la conoscenza del soggetto? Attraverso l’INTERAZIONE fra i corpi: attraverso l’interazione empatica!

Il tatto è un senso che permette la conoscenza mediante la separazione dei corpi. Attraverso il tatto un corpo costruisce la propria conoscenza entrando in contatto con l’oggetto che vuole conoscere. Non è più nell’oggetto o in simbiosi con l’oggetto che vuole conoscere, ma separa sé stesso dagli oggetti e LUI se vuole tocca o, se non vuole, non tocca gli oggetti dei quali diventa consapevole. Il tatto è un senso che si sviluppa negli Esseri viventi come uno sviluppo dell’identità soggettiva del vivente nella Natura.

Partendo da queste considerazioni si riscontra, negli Esseri della Natura in cui si sviluppa l’Essere Umano, una progressiva separazione del soggetto dal mondo in cui vive iniziando ad allontanare la sua struttura fisica dagli oggetti del mondo.

L’empatia implica un’interazione fisica, psichica e motiva con l’oggetto del conoscere. Il tatto allontana l’oggetto del conoscere e ne permette la conoscenza entrando in contatto, ma lasciando ai soggetti che entrano in contatto la decisione se farlo o meno. Il terzo passaggio è la vista. La vista allontana ulteriormente l’oggetto del conoscere che può essere lontano, ma entrare ugualmente nella coscienza senza entrare in contatto fisico come col tatto né interagire direttamente come con l’empatia.

Nel processo di crescita dell’individuo noi abbiamo un Essere che vive tutto sé stesso, tutto il suo apparato psico-fisico in una relazione empatica. La relazione empatica si sviluppa, come capacità di percezione del soggetto, proprio perché c’è l’interazione fisica fra il soggetto (il feto) e il suo mondo (la pancia della madre). Sull’apparato psico-fisico che si forma nella pancia della madre viene a sovrapporsi, nella capacità di percepire i fenomeni provenienti dal mondo, il tatto. Pertanto tutto l’apparato psico-fisico del soggetto si riadatta per comprendere la percezione ottenuta col nuovo senso. Si riadatta, comprende il nuovo senso, ma non distrugge il vecchio modo di percepire il mondo anche quando il tatto inizia ad invadere tutto l’organismo che se ne serve. La capacità empatica si scompone; una parte diventa percezione mediante il tatto e una parte rimane percezione empatica pura e semplice ed entra a far parte della nostra percezione profonda del mondo. Lo stesso vale per la vista che invade l’organismo e contende al tatto il ruolo centrale nella percezione del mondo per l’individuo.

L’empatia che cosa cede al tatto? Come il tatto si integra con l’empatia? Che cosa il tatto cede alla vista? Come la vista si integra col tatto? E qual è il ruolo dell’empatia in un organismo in cui la vista diventa il senso centrale? Come tatto, vista ed empatia si integrano?

Le capacità extrasensoriali nascono da questo amalgama. Come l’individuo combina dentro sé stesso la trasformazione dei sensi durante la sua crescita e come sposta la sua attenzione all’interno delle relazioni sensorie, contribuisce a far arrivare alla propria coscienza fenomeni che non appartengono all’usuale di quello che egli considera la percezione dei cinque sensi.

Il tatto è empatia e vista allo stesso tempo. Vengono attivate aree comuni del cervello e connessioni neuronali comuni. Eppure tatto, empatia e vista vengono soggettivamente distinte nella percezione dei fenomeni provenienti dal mondo e l’individuo, mediante la sua attenzione, annulla una tipologia di fenomeni per metterne in evidenza un’altra.

Il tatto è il senso centrale nella sessualità nella cui relazione si ha una delle massime espressioni di interazione empatica fra individui e l’area cerebrale, coinvolta nel tatto, è la stessa area cerebrale che viene coinvolta nella vista.

 

Settimanale L’Espresso

 

“Toccare è come vedere

Articolo di Marzia Mazzonetto

Per il nostro cervello non c’è nessuna differenza tra vista e tatto. Ad affermarlo è un gruppo di ricercatori Italiani e americani in un articolo pubblicato sulla rivista americana “The Proceedings of the National Academy of Science”. Dai loro studi è emerso che quando guardiamo un oggetto, oppure lo riconosciamo attraverso il tatto senza vederlo, si attiva la stessa area della corteccia cerebrale. Per scoprirlo, i ricercatori hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale (Fmri), una tecnica che permette di visualizzare i processi biochimici del cervello, in maniera non invasiva. “Sapevamo già da tempo che la zona studiata era responsabile dell’elaborazione delle informazioni visive”, spiega Pietro Pietrini del dipartimento di Psicologia dell’Università di Pisa, a capo del team italiano di ricerca. “Si tratta della corteccia visiva associativa, sta sulla superficie del lobo temporale del cervello: in pratica ci permette di riconoscere il mondo che ci circonda. Quello che non ci aspettavamo, invece, era di osservare che questa stessa zona entra in funzione anche quando il cervello riceve informazioni anche per via tattile”. Di più. Circa tre anni fa il gruppo di ricerche aveva scoperto che per ogni categoria di soggetti che vediamo, nel nostro cervello si produce una risposta specifica. Un bicchiere, ad esempio, attiva una risposta diversa da un libro. Un principio che gli studiosi hanno riscontrato anche in questa nuova ricerca: quando un cieco dalla nascita tocca un oggetto, le risposte neuronali che si attivano sono molto simili a quelle sollecitate in un individuo che sta vedendo lo stesso oggetto. “I nuovi risultati dimostrano che la vista non è un requisito fondamentale per il funzionamento della corteccia visiva”, conclude Pietrini. “Lo studio potrà avere importanti applicazioni nello sviluppo di nuove strategie di insegnamento e riabilitazione dei pazienti che soffrono di cecità”.

 

Toccare è vedere e vedere stimola le sensazioni tattili.

Ci saranno, nella vita della persona, delle sensazioni tattili che si trasformeranno in immagini e delle immagini che si trasformeranno in sensazioni tattili. Inoltre si verificherà un’interazione fra sensazioni tattili e sensazioni visive. Il tattile e il visivo tenderà ad integrarsi al punto tale che ciò che vediamo susciterà sensazioni legate al tatto e il nostro toccare susciterà sensazioni visive. Si instaura dentro all’individuo un meccanismo di percezione della realtà sovrapposto in cui i sensi fungono da “recettori” dei fenomeni, ma la definizione del fenomeno recepito sarà il risultato dell’elaborazione soggettiva dell’individuo.

Dal momento che la stessa struttura neuronale di percezione dei fenomeni, che implicano sia il tatto che la vista, è un divenuto nell’individuo in base alle proprie esigenze come risposte alle sollecitazioni provenienti dal mondo, ne consegue che la struttura di percezione che si formerà sarà assolutamente soggettiva. Un sentire soggettivo che comprenderà una gamma di possibilità di percezione che va dal tatto “muto” alla pura forma asettica. Nel sentire soggettivo si svilupperà la percezione dell’individuo. Il percepito sarà costituito da oggetti che sommeranno sensazioni tattili e visive in un’interazione, sovrapposizione, relazione, tali da presentarsi come un risultato finale al sentire dell’individuo. Quel sentire che l’individuo presenterà nella sua azione e nella sua rappresentazione nel mondo in cui vive.

Ciò che viene semplificato, nella percezione del tatto e della vista diventa, nell’insieme dell’individuo, assai più complesso non solo per l’intervento di tutti gli altri sensi ma anche per le infinite rappresentazioni di tutti gli altri sensi dentro all’individuo.

Per cui avremmo che i suoni si presentano sotto forma di colori o di sapori. Ma questo esula in questo lavoro, perché ciò lo amplierebbe a dismisura.

E’ importante osservare che se l’individuo vede quello che tocca, anche quello che vede si può trasformare in sensazione tattile e anche le immagini illusorie o le allucinazioni assumono carattere di sostanza tale da rappresentarsi, in individui particolari o in situazioni particolari, col carattere di realtà oggettiva.

Quando si parla di capacità extrasensoriali è necessario tener presente questo meccanismo perché, se da un lato questo meccanismo è fuorviante nella formazione del giudizio e delle idee dell’individuo qualora questi cortocircuiti su sé stesso, dall’altro lato questo meccanismo è in grado di descrivere la realtà vissuta in maniera estremamente complessa e complessiva fornendo alla persona numerosi caratteri su cui fondare la propria azione e le proprie scelte nella sua quotidianità.

L’arte della Stregoneria, in questo aspetto specifico, consiste nel disciplinare l’uso di questa capacità trasformandola in uno strumento d’uso dell’individuo e funzionale con cui affrontare il proprio quotidiano. La Stregoneria interviene con l’autodisciplina finalizzata. L’autodisciplina finalizzata permette all’individuo di discernere fra ciò che è illusorio da ciò che sono descrizioni non usuali della realtà vissuta. La Stregoneria afferma: “Se possiamo subire milioni di modi attraverso i quali descrivere la realtà in cui viviamo data la combinazione sensoria con cui la percepiamo, perché non veicolare il nostro intento per armarlo nella descrizione più precisa della realtà stessa?”

Marghera, 15 dicembre 2006

 

Versione aggiornata'Come si forma la percezione in Stregoneria

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

P.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

tel. 041933185

e-mail: claudiosimeoni@libero.it