Resuscitare i morti
in Apollodoro

L'idea pagana e l'idea cristiana della vita

di Claudio Simeoni

Indice sulle religioni antiche

 

La Biblioteca è un testo di mitologia molto tardo, attribuito ad Apollodoro, che ha il pregio di raccogliere quanto era rimasto e spesso cita episodi mitologici locali.

Quando si analizzano gli Dèi e quanto emerge dal loro comportamento è necessario tener presente che l'insieme culturale sta cambiando, stiamo andando verso il monoteismo. Il monoteismo è preceduto dalla critica filosofica che già aveva modificato il significato del mito. Il monoteismo viene preceduto dalla filosofia stoica, peripatetica, platonica e neoplatonica. Quando il Pseudo Apollodoro scrive la Biblioteca è in atto una polemica del cristianesimo nei confronti delle Antiche Religioni. Se il cristianesimo attingerà a piene mani dallo stoicismo, dal Neoplatonismo e, in epoche successive, dal Platonismo e da Aristotele, la religione Greca, Romana, Egiziana ecc. vengono bollate come "demoniache" o ridicolizzate al fine di far emergere la "superiorità" del cristianesimo.

Eppure gli DEI sono, nonostante i filosofi, capaci di raccontarci qualche cosa di importante anche, e soprattutto, per capire la religione Pagana Politeista di oggi, come in questo brano, relativo ad Asclepio, Apollo e Zeus, su cui oggi mi soffermerò per fare alcune riflessioni.

Nella Biblioteca di (pseudo) Apollodoro si legge:

"Asclepio diventò abile e perfezionò la sua arte al punto che non solo riusciva a salvare i malati, ma resuscitava anche i morti: da Atena, infatti, aveva ricevuto il sangue che era sgorgato dalle vene della Gorgone, e lui usava quello delle vene di sinistra per far morire gli uomini, e quello delle vene di destra per salvarli, e in questo modo poteva anche far resuscitare i morti. Tra coloro che si dice siano stati resuscitati da lui vi sono Capaneo e Licurgo, come afferma Stesicoro nell'Erifile, Ippolito, come dice l'autore dei Naupaktika, Tindaro, come riferisce Paniassi, Imeneo secondo gli Orfici, Glauco figlio di Minosse, come narra Melesagora.

Ma Zeus, temendo che imparassero da lui l'arte di curarsi e si soccorressero fra di loro, lo fulminò. Allora Apollo addirato, uccide i Ciclopi che avevano forgiato il fulmine per Zeus. Zeus stava per scagliare Apollo nel Tartaro, ma cedette alle suppliche di Latona e gli impose di porsi al servizio di un uomo mortale per un anno intero. Apollo andò a Fere presso Admeto figlio di Fere e pascolava il bestiame al suo servizio: fece si che tutte le vacche partorissero due vitelli per volta."Biblioteca III. 120-123

Da la Biblioteca di Apollodoro ed Lorenzo Valla a cura di Paolo Scarpi

 

Questi aspetti dell'Antica Religione Greca hanno colpito molto gli estensori dei vangeli e hanno influito nell'elaborazione della figura del loro Gesù.

Solo che i cristiani hanno assunto la forma che meraviglia la popolazione meno acculturata, quella che non conosceva il senso del mito. Un senso del mito che si stava perdendo per essere ridotto a pura favolistica.

Per riuscire a comprendere il senso del mito antico è stato necessario passare attraverso l'orrore dell'assolutismo cristiano e uscirne mediante un lungo processo sociale con lo sviluppo della scienza e della filosofia della libertà quali prodotti del bisogno della vita degli Esseri Umani.

Così, la miseria dottrinale del cristianesimo che riduceva tutto al solo aspetto fisico poté essere superata. Per il cristianesimo il loro profeta è la parola, il verbo. L'aspetto più misero e più equivocabile della comunicazione umana. Il loro dio crea la forma dell'uomo con il fango. Il dio dei cristiani ha bisogno di controllare i corpi e la sessualità degli Esseri Umani. Gesù stesso promette la vita fisica eterna e la rinascita dei corpi. Il cristianesimo è quanto di più materialistico e meccanicistico esista nella vita dell'uomo.

La resurrezione di Lazzaro è vista come una grande opera di Gesù contro la morte e la resurrezione di Gesù è sempre stata interpretata dai cristiani come la vittoria di Gesù sulla morte. La morte, per i cristiani, è estranea alla vita.

Questo in contrapposizione all'idea Pagana Politeista delle Antiche Religioni per cui l'essenza, il significato, della vita è la morte del corpo fisico! E' la morte del corpo fisico che dà il senso ala vita.

 

Mentre il cristianesimo, sia con Gesù che con Paolo di Tarso, promette la vita eterna e la resurrezione dei corpi ad imitazione della resurrezione di Gesù, Zeus colpisce Asclepio per la sua attività.

Il concetto mitico è molto più antico delle "motivazioni" della sua azione che Apollodoro attribuisce a Zeus.

Con quale motivazione Zeus colpisce Asclepio?

"Ma Zeus, temendo che imparassero da lui l'arte di curarsi e si soccorressero fra di loro, lo fulminò."

E questo dopo che Apollodoro ha indicato che cosa ne faceva Asclepio del sangue della Gorgone che aveva ricevuto da Atena:

"lui usava quello delle vene di sinistra per far morire gli uomini, e quello delle vene di destra per salvarli.".

In questo quadro l'arte di Asclepio ci appare come l'esericizio di un potere di determinare la vita al di fuori delle regole. Lui fa morire "chi vuole", lui guarisce "chi vuole" e "chi vuole" fa resuscitare. Questa visione del dio al di fuori delle regole, è una visione molto tarda, è quasi contemporanea al cristianesimo. Ed è in questa scia che viene scritta la figura di Gesù. Un individuo fuori da qualsiasi regola "padrone del sabato".

Zeus fulmina Asclepio perché Asclepio viola le regole del FATO.

Asclepio costruisce il terrore per la morte del corpo fisico e, anziché stimolare gli individui affinché affrontino al meglio la loro vita per affrontare al meglio la morte del corpo fisico, li riporta nel corpo fisico, nel già conosciuto. Asclepio viene fulminato perché si "fa provvidenza" e, guarda caso, è la stessa cosa che fa Gesù. Non attrezza le persone per affrontare la loro esistenza, ma promette loro la resurrezione della carne a patto che loro distruggano sé stessi con la fede in lui.

Ed è esattamente ciò che Zeus condanna rendendo furioso Apollo.

Zeus condanna il delirio di onnipotenza di Asclepio.

Condanna il fatto che Asclepio riporta nel corpo ciò che dovrebbe continuare a vivere come un dio, a meno che non abbia rinunciato alla propria possibilità. Rinunciare alla possibilità di eternità che ha al momento della nascita ogni Essere della Natura. La morte del corpo fisico è il momento di passaggio in cui "il Potere di Essere" che il soggetto ha accumulato nella propri esistenza si trasforma in una forza capace di trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso: la trasformazione del soggetto in un DIO! Rinunciare alla possibilità che si è avuta è il messaggio di Gesù. Solo che Gesù non trasforma gli Esseri Umani in Dei, a Gesù interessa che gli Esseri Umani siano asserviti a lui, non uguali a lui o superiori a lui.

Ed è per questo che Zeus condanna Asclepio.

Zeus non "teme che gli Esseri Umani imparino l'arte di curarsi e di soccorrersi"; Zeus condanna l'onnipotenza che imponendosi sugli uomini li spinge a rinunciare alla loro opportunità per trasformarsi in DEI!

Apollo non è un "dio della metamorfosi", Apollo è il principio maschile della vita. Non è un DIO che attraversa delle trasformazioni morendo e rinascendo. Apollo è il principio maschile della vita; il perturbatore della vita. Non è Dioniso che si trasforma in un dio morte dopo morte! Non è Adone e non è Persefone. Non c'è trasformazione in Apollo, solo il potere dell'espansione e il potere di trasformare la vita (il principio femminile).

Ed è colpendo il "potere dell'espansione" di Apollo che Zeus ne umilia l'attività mettendolo al servizio di un mortale. Circoscrive il suo "potere" all'interno degli ordini di un mortale che ha bisogni solo mortali.

Nel testo del Pseudo Apollodoro sembra quasi che Apollo faccia un "regalo" ad Admeto agendo affinché ogni vacca partorisca due gemelli. In realtà non fa altro che manifestare "ciò che lui è" nell'espressione culturale che qualifica la "potenza di ciò che egli è": IL PRINCIPIO MASCHILE DELLA VITA1

E come principio maschile della vita si esprime anche nelle vacche che porta al pascolo: partoriscono due gemelli ogni volta. Moltiplica il patrimonio del mortale per cui lavora. Apollo non è solo il "pastore di quelle vacche" si esprime anche nel toro che le monta!

Quando la Biblioteca del pseudo Apollodoro fu scritta, si era perso il ricordo "teologico" degli DEI, la loro rappresentazione reale. Era rimasto il "racconto", ma non il significato teologico. Così la "morte del corpo fisico" viene detronizzata dal suo ruolo centrale, dal suo significato religioso, e sostituita col bisogno di immortalità fisico ingenerata dal monoteismo.

Nelle motivazioni che il pseudo Apollodoro attribuisce a Zeus c'è un eco delle paure del dio dei cristiani:

"Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi avendo la conoscenza del bene e del male, facciamo si che non colga dall'albero della vita per vivere in eterno." Genesi

Tolta la centralità della morte del corpo fisico nell'Antica Religione si toglie anche "come si vive"; si tolgono le strategie d'esistenza attraverso le quali affrontare la morte del corpo fisico. Allora rimane solo la disperazione davanti all'imminente morte e questa disperazione si trasforma nell'illusione di una provvidenza che operata Gesù di Nazareth o da Asclepio riporti l'individuo nel corpo fisico concedendogli una seconda possibilità.

Zeus fulmina Asclepio, perché crea l'illusione di una seconda possibilità che NESSUNO avrà mai!

Marghera 22 novembre 2006

 

Indice sulle religioni antiche

 

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Le Antiche religioni

Nella costruzione della Religione Pagana le persone religiose devono prendere i principi delle Antiche religioni. Devono rendere quei principi attuali, veicolarli nella società in cui viviamo, e renderli principi vivi. Se si imita il passato, si riproduce il cristianesimo perché ciò che ci giunge dal passato è interpretato dai cristiani per aumentare la gloria del loro dio padrone.