L'Agguato - 1^ L'agguato come arte esistenziale

Il Crogiolo dello Stregone nei quattro Canti del Mondo

(testo originale 1998)

Capitolo sedici - prima parte

di Claudio Simeoni

Cod. ISBN 9788893329187

Indice del crogiolo dello Stregone dell'uomo nel mondo

 

L'Agguato, come elemento del Crogiolo dello Stregone, è in relazione alla Follia Controllata, appena trattata e all'ascoltare il mondo attorno a noi che sarà l'elemento del Crogiolo dello Stregone che seguirà.

Per definire l'Agguato dobbiamo parlare dell'arte dell'Agguato.

Perché l'Agguato è un'arte? Perché rappresenta l'arte con la quale affrontare l'esistenza.

Sia l'Agguato che il Sognare sono molto di più che semplici elementi del Crogiolo dello Stregone: sono modi con cui il Crogiolo dello Stregone si esprime.

A prima vista, l'arte dell'Agguato, andrebbe utilizzata nel mondo quotidiano della ragione mentre l'arte del Sognare andrebbe utilizzata per affrontare la percezione alterata nella formazione del corpo luminoso.

Perché l'arte del sognare per affrontare la percezione?

Perché il sogno è una condizione accettata, presente e comunque definita dalla ragione e questa non vive con angoscia la situazione di sogno perché nel dormire la ragione si destruttura e al risveglio si ristruttura. Fra i due momenti c'è il sogno che non interferisce con la ragione. Le immagini del sogno sono "ragione altra".

Si può vivere con angoscia quanto nel sogno si presenta, ma non il sogno in sé stesso. Il sogno è dunque un mediatore fra il mondo della percezione (anche di connessioni neuronali diverse) e il quotidiano della ragione. Così anche l'Agguato.

Il fatto che noi ci esercitiamo l'arte dell'agguato nel mondo quotidiano della ragione ci permette di costruire un sistema emozionale, psichico e comportamentale che ci permette di agire al meglio anche nel mondo delle emozioni e, di conseguenza ci permette una più completa relazione nei Quattro Canti del Mondo.

Proviamo ad elencare gli elementi che concorrono a delineare l'Arte dell'Agguato prendendo come esempio il comportamento di un Essere Tigre:

1) La tigre conosce sé stessa e le sue possibilità;

2) La tigre analizza il territorio nel quale intende cacciare;

3) La tigre ha l'intento di ciò che fa;

4) L'intento della tigre è il suo bisogno (l'intento è interno alla tigre);

5) La tigre individua l'obiettivo del suo intento;

6) La tigre osserva l'oggetto;

7) La tigre nasconde sé stessa al suo obiettivo;

8) La tigre diventa parte indistinguibile dall'ambiente per l'oggetto;

9) La tigre si sottrae quando l'oggetto la individua;

10) La tigre attende che l'oggetto sia in difficoltà;

11) La tigre distrugge l'oggetto soddisfacendo il suo bisogno e, rilassando la sua tensione, alimenta l'intento della sua trasformazione;

Questi undici elementi caratterizzano non solo l'agire che osserviamo dell'Essere Tigre ma è l'agire, più o meno preciso di qualunque Essere che pratica l'Agguato. Sia che si pratichi l'Agguato, sia che si sia soggetto d'Agguato da parte di qualcuno è bene conoscere questi elementi in quanto agendo su uno solo di questi elementi un'operazione di Agguato può essere interrotta o alimentata.

Sicuramente ci sono altri elementi che intervengono nell'Arte dell'Agguato elementi che io non conosco o che non considero importanti ma che potrebbero intervenire nella formazione dell'azione. Io, comunque, identifico questi elementi e da questi parto per definire l'arte dell'Agguato. Ogni soggetto può elaborare il proprio schema sia partendo da questo schema, sia costruendolo in maniera diversa per adattarlo a situazioni diverse.

L'Agguato è il modo di agire di ogni Coscienza e di ogni Consapevolezza. Sarà descritto nel Crogiolo del Male come la consapevolezza dell'Agguato viene distrutta per predisporre l'Essere Umano ad essere preda di chi pratica l'Agguato per fini distruttivi nei suoi confronti. Se non si pratica l'Agguato si può solo essere prede dell'Agguato e non sempre chi pratica l'Agguato obbedisce ad un intento costruttivo anche nei confronti della propria preda. Uno Stregone pratica l'Agguato nei confronti di un potenziale apprendista, questo può essere apprezzato o meno da un eventuale apprendista, ma egli non esercita l'arte dell'Agguato ed è costretto a subirla. Così gli Esseri di sola Energia Vitale praticano l'agguato nei confronti degli Esseri Umani mettendoli in ginocchio per costringerli a rallentare i loro flussi di Energia Vitale, cibarsene e distruggere gli Esseri Umani così sottomessi.

Anche nel Sistema Sociale Umano l'individuo "furbo", l'imbroglione, rappresenta un aspetto nero dell'arte dell'Agguato che presuppone l'ignoranza della preda negli elementi che compongono l'arte dell'Agguato in modo da subire l'agguato senza potersi difendere.

Quando l'arte dell'Agguato è conosciuta nel Sistema Sociale, si vengono a costruire degli equilibri fra aspiranti predatori e le loro possibili prede che non consentono l'imbroglio e che ci proteggono, comunque, dagli imbroglioni.

L'Essere Cervo conosce l'arte dell'Agguato dell'Essere Tigre. L'Essere Cervo sa perfettamente di essere la preda potenziale dell'Essere Tigre; per questo motivo deve esercitare l'arte dell'Agguato per sottrarsi al ruolo di preda dell'Essere Tigre. Sottrarsi al ruolo di preda dell'Essere Tigre non significa impedire all'Essere Tigre di esercitare la propria arte dell'Agguato, significa tendere un Agguato alla sua attenzione affinché la Tigre non individui in quell'individuo la preda.

Sottrarsi all'arte dell'Agguato significa esercitare l'arte dell'Agguato!

Quando il divino che mi circonda mi ha trasmesso la necessità di elaborare gli elementi che formano il Crogiolo del Male, mi ha teso un Agguato da una conduttrice di radio Gamma 5 che per la sua opposizione a quanto andavo dicendo non esercitava l'arte dell'Agguato e si prestava ad essere preda, in quel momento e in quella situazione, per l'intento che quel divino intendeva esercitare.

Quando la Blavatsky stava morendo per una pallottola ricevuta a Mentana (almeno credo) con Garibaldi, il divino che la circondava le ha teso un agguato proponendole un patto: la guarigione in cambio del suo sforzo per scrivere quella che per lei era la Dottrina Segreta.

Questi sono Agguati funzionali alla costruzione di un divenire e a volte anche piacevoli. La preda non viene danneggiata anzi, riceve dei benefici in cambio di benefici (costruzione di relazioni simbiotiche). Se la preda avesse esercitato l'arte dell'Agguato avrebbe ottenuto sia i benefici sia avrebbe fatto quanto era nel suo intento e nelle sue possibilità in quanto fare quelle azioni alimentava sé stessa dilatandola nel circostante. Invece, il divino delle Coscienze di Sé che ci circondano ha dovuto esercitare la sua arte dell'Agguato per ottenere degli effetti che avrebbe comunque ottenuto, anche in misura maggiore qualora la preda anziché subire l'azione dell'Agguato avesse, essa stessa, esercitato l'azione dell'Agguato nel mondo. Che piaccia o meno, scrivere la Dottrina Segreta ha condizionato la storia del pensiero occidentale molto più di quanto fecero filosofi molto celebrati.

Proviamo ad illustrare, per quanto possibile, i principi dell'Agguato che abbiamo elencato premettendo, comunque, che è possibile e qualche volta doverosa ogni variazione soggettiva sul tema.

Non sto scrivendo un manuale, sto delineando un quadro comportamentale. Un quadro necessario per le proprie strategie esistenziali in un mondo in continuo mutamento il cui mutare dipende dalle scelte soggettive di ogni vivente; Essere Umano nel nostro caso.

1) La tigre conosce sé stessa e le sue possibilità. Il conoscere sé stessi non è inteso come i maghi neri cattolici intendono il termine usandolo per definire la "creazione del loro dio padrone" impedendo agli Esseri Umani di affrontare la vita, ma è inteso dal punto di vista della Stregoneria e del Paganesimo Politeista. E' inteso nel senso che io conosco le mie possibilità, le mie determinazioni, attraverso le quali abito il mondo perché, nell'affrontare il mondo, le ho costruite e le ho verificate. Io non prego un dio pazzo perché mi dia la forza di scalare una montagna, ma conosco la mia forza nel camminare perché l'ho sperimentata giorno dopo giorno, qualche volta ho corso, qualche volta ho scalato, dunque, posso ipotizzare quali siano le mie possibilità apprestandomi a fare uno sforzo immane e come io devo distribuire le mie forze per raggiungere al meglio l'obiettivo prefissato. Conoscere sé stesso in Stregoneria significa costruire sé stessi e sperimentare, attraverso l'attenzione nelle attività quotidiane, le proprie possibilità. Conoscenza dei mezzi attraverso i quali costruirsi.

Così mentre si appresta all'agguato, un Essere Tigre dispone di un bagaglio di conoscenze e di possibilità col quale organizzare l'agguato stesso. La capacità di mimetizzarsi, la capacità di odorare, la capacità di aspettare, la capacità di saltare ecc. Dunque, la conoscenza della mimetizzazione, la conoscenza degli odori, la conoscenza dell'attesa, la conoscenza del saltare ecc.. In altre parole è come quando un esercito si appresta a fare una guerra contro il nemico. Il comandante dell'esercito fa un elenco delle armi cui dispone. Tanti cannoni, tanti fucili, tanti mezzi di trasporto, tanti soldati, tanti aerei ecc.. Mentre fa questo analizza la qualità dei propri cannoni, analizza la qualità dei suoi fucili, analizza la qualità dei mezzi di trasporto, analizza la velocità e la forza dei suoi soldati, il tipo di addestramento, analizza la potenza dei suoi aerei ecc.. Non si tratta dunque di una conoscenza di sé come intesa dai monoteisti che prendono l'idea dal "conosci te stesso" socratico. Quegli elementi che l'Essere Tigre analizza li ha costruiti giorno per giorno fin da quando cucciola giocava con i fratelli o con la madre. Li ha costruiti per costruire sé stessa. Lei non conosce sé stessa nel senso monoteista del termine in quanto lei ha costruito sé stessa e, dunque, ella è sé stessa e non deve necessariamente ogni volta fare l'elenco delle salmerie per sapere di cosa dispone. Questa consapevolezza di costruire sé stessi si acquista attraverso la sospensione del dialogo interno. La ragione, normalmente, richiede all'individuo di elencare in continuazione le proprie possibilità e le proprie capacità. La sospensione del dialogo interno permette di far affluire sull'azione tutte le capacità che l'Essere Umano ha costruito sia nella propria esistenza individuale sia come risultato delle trasformazioni della propria specie. La pratica, l'azione attraverso la sospensione del dialogo interno permette all'individuo di far uscire sé stesso senza per questo elencare sé stesso: permette all'individuo di dispiegare le proprie possibilità senza doverle descriverle.

2) La Tigre conosce l'ambiente in cui caccia. L'Agguato viene esercitato all'interno di un'oggettività della quale è necessario essere parte. L'individuo che pratica l'Agguato deve essere parte dell'oggettività in cui agisce. Così l'Essere Umano, le cui mani sono le mani del bosco, agirà nel bosco perché il sentire del bosco è il sentire dell'Essere Umano. La pratica dell'Agguato può essere messa in pratica soltanto dall'Essere che è perfettamente integrato nel proprio ambiente. Il mio piede può agire nella corsa solo se è parte di me. Questo esempio è perfettamente chiaro anche se fa ridere un monoteista. Un piede deve essere parte di una persona altrimenti è carne che imputridisce. Per un monoteista è ovvio. Quello che non è ovvio per un monoteista è che ogni Essere è parte di un'oggettività in cui vive altrimenti è carne o materia o energia che imputridisce. Il legame non è dato solo per quanto la ragione è in grado di descrivere, ma soprattutto per quanto l'Essere è in grado di percepire e di sentire nella misura in cui si rende consapevole di essere parte di un insieme dal quale è germinato, col quale e nel quale agisce. Nel Crogiolo dello Stregone l'arte dell'Agguato è esercitata solo nella misura in cui l'Apprendista Stregone ha fuso il proprio fare con quanto lo circonda. Solo quando l'Apprendista Stregone ha soggettivato l'oggettività diventandone parte e, attraverso il farsi Venere, ha indotto l'oggettività a soggettivare l'Apprendista Stregone. La fusione del Crogiolo nel Quattro Canti del Mondo con l'oggettività permette all'Essere Umano di tendere agguati in ogni Canto del Mondo nel quale riesce a fondere il proprio Crogiolo per agguantare qualunque cosa gli serva per sviluppare il proprio divenire. Conosce l'oggettività nella quale agisco significa non solo conoscere perfettamente il mondo quotidiano della ragione, ma anche il mondo emotivo e il mondo del tempo. Un conoscere che non è elencazione, ma è conoscenza esistenziale.

3) La Tigre è consapevole dell'Intento per ciò che fa. Il vivere nel mondo, non è un gioco, non è frutto di casualità, è il prodotto di Volontà spinta da Intento. L'Intento si esprime come bisogno da soddisfare e Volontà alimenta le determinazioni dell'Essere affinché soddisfi il bisogno rispondendo al richiamo dell'Intento. La tigre non esercita l'Agguato tanto per fare, ma per obbedire a degli stati di necessità. Così l'Essere Umano non esercita l'Agguato se non per obbedire a degli stati di necessità; risolvere le contraddizioni dell'esistenza, sviluppa e alimenta il proprio divenire. La forza che spinge a risolvere le contraddizioni della vita è l'Intento. Senza Intento non c'è l'arte dell'Agguato, al massimo l'esercizio di un trucco o di una truffa con cui imbrogliare qualcuno. L'arte dell'Agguato è esercizio nell'esistenza. Senza Intento c'è la sottomissione, attraverso obbedienza, a dettati che non sono propri dell'individuo. Quando l'individuo soggettivizza l'oggettività fonde il proprio cammino con quello dell'oggettività: cammina assieme. Non si sottomette all'oggettività! Anche se questo può apparire in momenti in cui i bisogni espressi dall'oggettività sono talmente forti che tendono a far sparire i bisogni soggettivi. In ogni caso, la soddisfazione dei bisogni dell'oggettività soggettivata dall'individuo non sono mai in contrasto, in contrapposizione o d'ostacolo per la soddisfazione dei bisogni soggettivi. Questo perché la soddisfazione dei bisogni soggettivi è quanto permette all'individuo di soggettivare l'oggettività. l'Intento attraversa tutta la gamma dei bisogni e si manifesta sia nel microcosmo soggettivo che nel macrocosmo dell'universo con la stessa tensione e con la stessa determinazione.

4) L'intento della tigre è il suo bisogno (l'intento è interno alla tigre). Il bisogno della tigre non è un'idea, un'astrazione. E' un dato materiale comunque si esprima. Il bisogno di mangiare il cervo per attenuare i morsi della fame è altrettanto urgente che il bisogno di afferrare Sapere e Conoscenza per placarne la sete. I bisogni del corpo luminoso sono altrettanto reali e immediati dei bisogni del corpo fisico. Così i bisogni dell'oggettività che si riversano sul soggetto sono altrettanto reali che il bisogno di mangiare quando i morsi della fame afferrano lo stomaco. Se l'Essere Umano è debole, ma è riuscito a soggettivare l'oggettività, questa tende a rafforzarlo in quanto parte di sé stessa. I bisogni di un Essere Umano debole che abbia soggettivato l'oggettività devono essere rafforzati in quanto il rafforzamento di quell'Essere Umano rafforza l'oggettività stessa. L'Intento è il divino che alimenta le scelte di ogni Essere. Non esiste arte dell'Agguato fuori dagli obiettivi di Intento. Non ci può essere arte dell'Agguato quando l'individuo alimenta il Potere di Avere come arte di appropriazione del lavoro di altre mani. L'Intento è la forza che costruisce e alimenta le Coscienze di Sé la cui Energia Vitale si muove immota come un mare nello spazio e che da questa porta alla formazione della Coscienza Universale. L'Intento è una forza che costruisce: sempre! Anche quando la sua opera costruttrice attraversa la fase della demolizione di un edificio vecchio per far posto ad uno nuovo!

5) La tigre individua l'obiettivo del suo Intento. L'agguato ha un fine. Ha uno scopo. Deve essere articolato in funzione di un obiettivo. Il bisogno manifesta l'Intento; l'agguato lo soddisfa. Quale elemento serve a soddisfare il bisogno che si esprime? L'Essere Cervo acquieta i morsi della fame, ma la conoscenza, il sapere, la libertà del fare, la manipolazione di sé stessi per predisporsi al meglio soddisfano altri bisogni e ogni bisogno necessita dell'organizzazione di un Agguato specifico.

6) La tigre osserva l'oggetto. La tigre impara; mette a fuoco l'oggetto al quale predisporre il suo agguato. Qualche volta non lo conosce ma per similitudine è in grado di identificare un Essere Capra come diverso e tuttavia uguale all'Essere Cervo. Entrambi sono in grado di soddisfare i suoi bisogni, ma l'Agguato deve essere teso in modo che l'oggetto dell'agguato dia il massimo profitto col minimo sforzo. L'Agguato deve essere teso in modo da essere vantaggioso. Una preda che sa correre velocemente in spazzi aperti sarebbe troppo avvantaggiata. Un Essere Lepre che si insegue in salita impone troppa fatica; inseguire un Essere Capra sulle rocce è dispendioso e faticoso. E' necessario imparare la pazienza; attendere che l'oggetto a cui si dà la caccia sia nelle condizioni migliori per essere catturato. D'altro canto, l'Essere che sa di essere predato non deve mai trovarsi in condizioni di poter essere cacciato. Un Essere Capra agirà sempre affinché ci siano rocce sulle quali scappare e quando non ci saranno rocce sarà molto più prudente. L'imprudenza consegna il predato al predatore. Così come gli Esseri Umani se non sono prudenti e non praticano l'Agguato si consegnano a chi intende metterli in ginocchio. E' facile trovare i paragoni fra predatore e predato nella relazione fra l'Essere Tigre e l'Essere Cervo. E' molto più difficile trovare la stessa relazione fra Esseri di Energia Vitale che si cibano di Energia Vitale Stagnata ed Esseri Umani che costretti dal condizionamento educazionale a mettersi in ginocchio li alimentano attraverso la loro distruzione. Osservare l'oggetto significa osservare l'insieme della propria vita. Quanto è da salvaguardare affinché non si venga predati. Significa tendere agguati al predatore in modo da non trovarsi mai scoperti e quando si è scoperti essere pronti a capovolgere la situazione per alimentare il proprio Intento. Così l'Apprendista Stregone impara quando nascondere e occultare il proprio agire nel mondo e quando renderlo manifesto. Quando occultarlo affinché sia reso manifesto e quando renderlo manifesto al fine di nasconderlo agli Agguati di chi vorrebbe distruggere l'Apprendista Stregone. L'osservazione dell'oggetto avviene alimentando il silenzio dentro di noi. Mentre si alimenta il silenzio dentro di noi il predatore diventa tutt'uno con la preda e il predato ascolta i messaggi che gli arrivano dal mondo. Così l'Essere Tigre prederà l'Essere Cervo vecchio e stanco; stanco per le numerose battaglie. Battaglie che hanno chiuso un po' alla volta le sue orecchie ai suoni del mondo; oppure l'Essere Tigre prederà l'Essere Cervo troppo giovane, troppo incauto, troppo arrogante nei confronti del mondo che lo circonda.

7) La tigre nasconde sé stessa al suo obiettivo. L'Essere Tigre maschera il suo Intento. La preda non deve conoscere il suo Intento. Il predato non deve pensare che il suo corpo, la sua vita è in quel momento l'obiettivo dell'Intento dell'Essere Tigre. Nel branco degli Esseri Cervi qual è l'obiettivo dell'Essere Tigre? Nascondere il proprio Intento è il modo d'agire degli Esseri di Sola Energia Vitale ammalati di Energia Vitale Stagnata. Qual è il loro obiettivo nel mettere in ginocchio gli Esseri Umani? Distruggerli costringendoli a donare loro la loro Energia Vitale dopo averne fermato i flussi. Per questo devono renderli dipendenti da un'inesistente trascendenza. "Dio vi ama" affermano mentre costoro distruggono gli Esseri Umani quando supplici in ginocchio bloccano i flussi della loro Energia Vitale costruendo dipendenza in loro stessi e nei loro figli. Il predato si è consegnato al predatore. Il predato consegna la propria prole al predatore! L'obiettivo e la tigre sono uguali; sono sullo stesso piano fisico. Gli Esseri ammalati di Energia Vitale Stagnata predano gli Esseri Umani agendo in piani della percezione in cui la ragione non può attivare. Sono piani percettivi diversi; occorre esercitare una grande determinazione sul piano fisico per essere invincibili sul piano della percezione! Il predato deve imparare a nascondere i propri punti deboli al predatore e far credere al predatore che i propri punti di forza siano in realtà i suoi punti deboli. La relazione avviene all'interno del Crogiolo dello Stregone con l'esercizio della Follia Controllata. Così il predatore deve costruire la situazione per cui il suo Intento non venga percepito dal predato e questo immagini Intenti diversi da quelli che il predatore vuole mettere in essere.

8) La tigre diventa parte indistinguibile dall'ambiente per l'oggetto. La tigre deve diventare parte del mondo che la circonda. Non deve distinguersi differenza. Il mondo circostante è la tigre; la tigre è il mondo circostante. L'arte dell'Agguato implica che il soggetto che tende l'agguato non lo faccia mai con le sue sole forze e per sé stesso ma lo faccia con tutto il mondo circostante in quanto parte del mondo circostante. In questo modo egli non potrà mai tendere l'agguato ad elementi che compartecipano alla formazione del mondo circostante ma solo ad elementi che si sono allontanati dall'essere parte del mondo circostante o ad elementi di cui il mondo circostante (in questo caso l'Essere Natura) se ne può privare senza per questo venir danneggiato. Per formare l'arte dell'Agguato è necessario essere parte del mondo. E' necessario aver costruito la propria interazione col mondo soggettivando l'oggettività diventandone parte. Solo in questo modo si può esercitare l'arte dell'Agguato, altrimenti è arte di appropriazione del mondo. Chi pratica l'agguato non può essere esterno al mondo. Non può alienarsi dalla vita. Gli agguati devono essere all'interno del mondo, all'interno della vita perché, qualunque sia l'obiettivo dell'agguato, questo deve risolvere un qualche tipo di contraddizione che permette alla vita di svilupparsi. L'Essere Tigre tende l'agguato all'Essere Cervo; ma tenderà l'agguato a quel cervo che per inesperienza, vecchiaia o superficialità tende ad alienarsi dal mondo diventando una preda facile. Una preda economicamente vantaggiosa. Per questo motivo un Apprendista Stregone che pratica l'arte dell'agguato non può estraniarsi dal contesto sociale in cui è nato ed è cresciuto. Un Apprendista Stregone è parte del mondo soggettivando l'oggettività in cui vive, i suoi bisogni e le sue tensioni. Un Apprendista Stregone non agisce mai per sé e in sé ma sempre come parte di un insieme di cui diventa espressione all'interno della propria specie nel momento in cui esercita la appropria magia. Così il predato deve essere parte del mondo affinché non essere preda del mondo. Per non essere sacrificato deve diventare parte di esso. I cristiani sono estrani al mondo. Essi sono creati ad immagine e somiglianza del loro dio pazzo. Proprio per questo sono prede di Esseri che si cibano di Energia Vitale Stagnata; proprio per questo sono predati. Solo che il loro essere predati diventa parte attiva nella predazione. Infatti, i cristiani violentano i loro figli, li sacrificano ad Esseri di Sola Energia Vitale che si cibano di Energia Vitale Stagnata distruggendo il futuro dei loro figli.

9) La tigre si sottrae quando il predato la individua. Cosa è importante? Predare o il predatore? Non è un quesito irrilevante. Per i cristiani il "muoia Sansone con tutti i Filistei" è più importante del predatore. Per loro distruggere è più importante del distruttore tanto che hanno inventato una figura che chiamano "martire". Il "martire" è colui che vuole mettere in ginocchio gli Esseri Umani sacrificandoli davanti al suo dio padrone, ma dal momento che i predati non ci stanno a quel gioco e lo uccidono, i cristiani elevano ad esempio l'attività con cui il loro "martire" voleva violentare la società civile. Per i cristiani la predazione è più importante del predatore. Il loro essere predatori non è finalizzato allo sviluppo di sé stessi, ma alla riaffermazione di sé stessi come prede del predatore che essi identificano col loro dio creatore. La centralità nell'idea dei cristiani non è data a sé stessi come individui, ma al diritto del loro dio predatore a predare gli Esseri Umani impedendo loro di cogliere dall'albero della vita eterna. I cristiani negano valore alla loro soggettività (salvo quando si ritengono padroni di uomini in nome del loro dio padrone) non sottolineano la loro soggettività nell'agire nel mondo essere predati o predare non appartiene alla loro decisione, ma a quella del loro dio padrone che agisce attraverso loro. I cristiani devono soggiacere alla volontà del loro dio creatore e per estensione a tutte le gerarchie umane che lo rappresentano. Preservano il diritto del prete di predare gli Esseri Umani deboli nelle galere, negli ospedali, negli asili nido, negli ospizi in quanto così facendo preservano il diritto del loro dio creatore di predare gli Esseri Umani. Nella loro veste di predatori-predati i Cristiani devono essere considerati strumenti di un predatore, non individui consapevoli. Solo in quel modo possono essere classificati! La loro azione non è volta a costruire loro stessi e nemmeno la società in cui vivono, ma a sottomettere l'intero Sistema Sociale per distruggerne le determinazioni e costringerlo a diventare preda del loro predatore: il macellaio di Sodoma e Gomorra. La relazione predato e predatore, nello sviluppo degli equilibri all'interno di un contesto più ampio quale potrebbe essere l'Essere Natura, avviene soltanto fra Esseri che determinano sé stessi per sé stessi esercitando le proprie determinazioni. La rinuncia all'esercizio delle proprie determinazioni in funzione di un soggetto esterno non dà diritto al "rispetto"; si è solo prede o predatori falliti! Per questo motivo nell'arte dell'Agguato ci si espone quando si vuole esporsi e ci si sottrae quando si vuole sottrarsi. Si espone quello che si desidera venga conosciuto e si occulta quanto non si vuole venga conosciuto. Si manifesta quanto soggettivamente conviene manifestare e si nega quanto conviene venga negato. L'esporre e il sottrarre rappresentano scelte soggettive. Quando la preda svela quanto si tende a nascondergli rendendo manifesti gli intenti dell'agguato allora la tigre si ritira. La preda determina l'azione del predatore. Il predatore, quando non è il cristiano che distrugge in nome del suo dio padrone, non è un saccheggiatore del mondo. Il predatore lascia sempre uno spazio affinché la preda possa cogliere il momento in cui sottrarsi alla predazione. Quello spazio è l'alleanza fra il predatore e la preda nella costruzione dell'Essere Natura o nelle relazioni nei Quattro Canti del Mondo. Solo il saccheggiatore, il cristiano, non lascia scampo alla preda. Solo il distruttore vuole sottomettere l'individuo con tutto il suo cuore e con tutta la sua anima. Se l'agguato fallisce l'Essere Tigre si ritira. Ne preparerà un altro in altra occasione. L'agguato della tigre è l'agguato del costruttore nella formazione della vita e degli equilibri nel mondo. Non è lo stupro del dominatore i cui intenti sono solo quelli del sottomettere alla propria volontà sottomessa.

10) L'Essere Tigre attende che l'oggetto sia in difficoltà. Una caccia deve essere sempre vantaggiosa. L'intento preme per la soddisfazione del bisogno che esprime non per l'oggetto da predare. La scelta dell'oggetto da predare appartiene all'esercizio della volontà e delle scelte dell'Essere Tigre. L'Essere Tigre esercita il proprio libero arbitrio all'interno delle possibilità che le si presentano e in base al proprio divenuto soggettivo. Fuori da queste relazioni non esiste esercizio del libero arbitrio; non esiste caccia; non esiste trasformazione di sé stessi. La tigre deve imparare la pazienza. Deve attendere che gli eventi maturino. Un balzo troppo presto fa fuggire la preda. Scoprirsi mette in allarme il mondo. Così facendo, non soddisfa i propri bisogni. L'Essere Tigre deve attendere che tutto sia pronto. Deve attendere che soggettività ed oggettività coincidano. Deve attendere che il suo bisogno di predatore si allinei con le necessità dell'Essere cui appartiene: l'Essere Natura. Attendere! Imparare la pazienza! Imparare a frenare i propri impulsi e i propri desideri. Far in modo di non trovarsi mai in una situazione di debolezza. Agire in funzione del tempo che viene incontro. La caccia va predisposta prima che i morsi della fame si presentino. Quando la fame chiude lo stomaco è troppo tardi. Si costruiscono cattive strategie di caccia. Si è costretti ad arraffare quanto si presenta a portata di mano senza poter discriminare. Prevedere cosa si deve fare. Prevedere cosa succede se... L'attesa è possibile se non c'è urgenza. Non come il pazzo di Nazareth che si getta come un affamato, indisciplinato in mezzo ai rami di un fico per vedere se ci sono ancora fichi anche fuori stagione. Solo un demente che ha distrutto la propria capacità di guardare il tempo che gli viene incontro può fare questo. Solo un pazzo un individuo alienato dal mondo e dalla vita, disperato e angosciato, può distruggere l'albero perché non ha fichi fuori stagione impedendo ad ogni altro Essere Umano di mangiarne quando sarà la stagione dei fichi. Imparare la pazienza e imparare a costruire un agguato partendo dal tempo che viene incontro, non partendo dalle necessità contingenti. Un agguato non ha solo dimensione spaziale, ma anche temporale. Un agguato non deve essere pensato soltanto a livello fisico, ma anche per oggetti psicologici, emotivi ecc. Un agguato è caratterizzato sia dall'oggetto che si deve agguantare sia dall'intento che spinge le nostre necessità.

11) La tigre distrugge l'oggetto soddisfacendo il suo bisogno, rilassa la sua tensione e la sua tensione, alimentando l'intento della sua trasformazione, modifica la Tigre. L'agguato non è fine a sé stesso ma obbedisce alla relazione Reichiana di Tensione-Accumulo-Carica-Scarica-Rilassamento. Solo all'interno di questa relazione si può esercitare l'arte dell'agguato. Fuori da questa relazione esiste soltanto il saccheggio per il saccheggio. L'arte dell'Agguato è l'arte del costruttore! E' l'arte di chi impasta la terra per costruire la creta, costruisce i mattoni per costruire la casa. L'agguato porta a fagocitare la preda e a trasformarla. Ma la preda dell'agguato può essere qualsiasi cosa. Un abile cacciatore d'agguato può raccogliere qualsiasi cosa sia nel mondo della ragione che negli infiniti mondi della percezione. Ogni volta che un cacciatore d'agguato fagocita una preda egli cambia, in quanto il predato modifica il predatore. Ogni volta che un cacciatore fagocita una preda costruisce sé stesso e partecipa alla costruzione dell'oggettività in cui vive. Gli intenti del cacciatore sono propri del suo divenuto. Le sue predilezioni lo qualificano. Le predilezioni del cacciatore esercitano l'intento qualificando la direzione in cui il cacciatore si sviluppa.

Settembre 1998

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Il Crogiolo nei Quattro canti del Mondo

Noi viviamo in un mondo che non è fatto di soggetti ed oggetti, ma viviamo in un mondo fatto di soggetti che agiscono e che modificano continuamente la realtà che abitano. Dèi e intelligenze che si adattano alle condizioni che incontrano e agiscono per modificare quelle condizioni. Agiscono modificando sé stessi e le stesse condizioni che hanno trovato nascendo.