Daimon, demone
la trasformazione del concetto di demonio
dalle religioni del Mito al cristianesimo

di Claudio Simeoni

Discorsi sull'Orfismo

La realtà del Mito

 

Dal V-IV secolo a.c. è iniziato un processo culturale in cui si imponevano, nella vita dell'uomo, le visioni filosofiche di Platone e di Aristotele. Fu un processo molto lungo di modificazione della percezione che l'individuo aveva del proprio corpo e delle pulsioni che si manifestavano dentro di lui. Un processo di trasformazione della visione culturale con cui l'uomo guarda al mondo in cui vive e guarda a sé stesso. Una visione che modifica l'ottica con la quale l'uomo guarda alla propria vita.

Il passaggio è dalla cultura costruita sull'agire a una cultura fondata sulla descrizione.

Si produce il passaggio dell'uomo da una condizione in cui la sua struttura psico-fisica è azione nel mondo in cui vive in una condizione in cui forma, quantità e giustificazione delimitano la struttura psico-fisica dell'uomo.

Quando l'individuo è AZIONE si rappresenta nel mondo attraverso le azioni. Cosa spinge ad agire e come agisce rappresenta l'individuo. L'individuo non viene "giustificato", ma viene rappresentato, manifestato, dalle sue azioni.

Dopo Platone, l'individuo si giustifica. Giustifica il suo agire. Giustifica mediante ragioni, necessità ecc. Ma in quella giustificazione non viene descritta l'azione, ma l'azione viene imposta ad altri Esseri Umani impedendo loro di mettere in atto le loro azioni come adattamento all'azione che subiscono e alla percezione della stessa che ne hanno. La giustificazione per fermare l'azione del mondo nei "propri" confronti.

Le Antiche Religioni cessano di essere nel momento stesso in cui la "filosofia" della descrizione, della comprensione della forma del mondo diventa norma della cultura umana.

Se nell'età del mito l'uomo che era un tutt'uno agiva nel mondo, con l'avvento della filosofia Platonica l'uomo inizia ad essere scomposto.

Due sono le operazioni di scomposizione che vengono messe in atto e che possono essere considerate fondamentali. L'uomo diventa "altro" dal mondo in cui è divenuto e il corpo dell'uomo viene separato dall'anima, dalla psiche e dalle sue emozioni. Se prima tutta la Natura era dentro all'uomo, da Platone in poi l'uomo sarà considerato diverso dalla Natura. Se prima di Platone l'uomo si presentava nella sua esistenza mediante l'azione ed egli era uno nella sua azione, poi verrà scomposto in corpo, mente, psiche e anima.

Due citazioni chiarificatrici prese da Kurt Hubner in "La verità del mito" ed. Feltrinelli:

Parlando di Cartesio (pag.27), scrive Kurt Hubner:

"Si tratta davvero di un'ontologia. Ma su che cosa si fonda? Si fonda principalmente, come si vede, su tre presupposti. Primo: la natura è costruita razionalmente, perché l'ha creata Dio, che è misericordioso verso di noi e quindi anche verso le nostre facoltà conoscitive. Secondo: la ragione che sta a fondamento della natura è innanzi tutto e fondamentalmente la ragione della matematica. Terzo: la somma totale del movimento dell'universo rimane sempre la stessa, perché la decisione di Dio, che ha preceduto la creazione, è immutabile."

Scrive Kurt Hubner in "La verità del mito" ed. Feltrinelli

"Miticamente invece ogni tutto e ogni parte di una specie particolare sono lo stesso identico tutto e la stessa identica parte, per quanto spesso possano comparire, e perciò non sono neppure casi particolari di un concetto universale. Terzo: il caso particolare in cui miticamente, come abbiamo mostrato, la differenza fra tutto e parte scompare, perché in ogni parte è presente il tutto, cioè lo stesso individuo, questo caso particolare all'interno della scienza compare palesemente soltanto come anàlogon, e precisamente nella psicologia. Anche qui infatti si conoscono diversi aspetti di uno stesso individuo, e anche qui l'individuo è identicamente presente in tutti i suoi aspetti. E tuttavia si tratta appunto soltanto di un anàlogon, perché questi diversi aspetti non sono concepiti sostanzialmente come parti, né assolutamente come qualche cosa di numinoso." pag. 195 "Le differenze rispetto alla concezione scientifica di tutto e parte"

La ricostruzione della visione Pagana passa attraverso la ricomposizione dell'uomo prima e la ricomposizione fra l'uomo e natura.

Fino ad oggi tutto il percorso filosofico a partire dal Rinascimento Italiano è consistito nell'aprire spazi di libertà soggettiva all'interno dell'assolutismo concettuale e filosofico del cristianesimo. Data una verità assoluta, tanto da bruciare chiunque metteva in discussione quella verità, la storia della filosofia è una storia di liberazione progressiva dal giogo della verità rivelata. Il problema consiste nel fatto che la verità imposta resta il fondamento da cui la filosofia procede. Nel suo procedere la filosofia non mette mai in discussione il fondamento filosofico, tanto che Pascal afferma: "fra credere o non credere, tanto vale credere. Non si sa mai!"

Per spazzare via il fondamento della verità rivelata è necessario ricomporre l'individuo nella sua unicità (mente, corpo, anima e psiche) e riportarlo a riprendere il proprio posto all'interno del processo di divenire e di evoluzione come specie della e nella Natura.

Della differenza della visione monoteista e della visione propria delle Antiche Religioni, ne è consapevole Marc Augé.

Scrive Marc Augé in "Il genio del Paganesimo":

"La grande forza delle rappresentazioni pagane della persona, che a volte ai nostri occhi dà loro una virtù poetica illuminante, dipende dal fatto che esse non dissociano, a differenza dei nostri approcci analitici, il somatico dallo psichico o l'individuale dal sociale; non li mettono in relazione nel senso stretto della parola, il che presupporrebbe che li avessero preliminarmente distinti, ma consegnano un'immagine del mondo e della società in cui questi elementi vengono a trovarsi già fusi insieme, nel senso più forte del termine. Per queste rappresentazioni non è che l'individualità non si differenzi dal gruppo in cui è inserita, e che i corpi non si differenziano dal mondo da cui traggono forza e sostanza, come vorrebbero alcuni analisti del pensiero "primitivo", ma pongono queste realtà sullo stesso piano intellettuale e accordano loro lo stesso tipo di esistenza; la maggioranza dei cittadini delle grandi democrazie moderne fa la stessa cosa tutta la vita: per essi l'età, la situazione familiare, l'autorità politica son collegate; l'aspetto fisico, il carattere e il prestigio non sono privi di relazione fra loro; le origini familiari, l'abito e il nome parlano al posto della persona. Siamo intimamente convinti, ciascuno per quel che ci riguarda, che non vi è soluzione di continuità fra le nostre peripezie individuali (psichiche o fisiche) e i nostri ruoli sociali, tra i ricordi o le immagini che, come si dice, hanno lasciato il segno, e la nostra salute o comunque le nostre posizioni politiche, non più di quanta ve ne sia tra sogni e "realtà"."

Rimane tuttavia un aspetto molto importante da considerare: comunque l'uomo percepisce una separazione fra la sua mente, il suo corpo e la sua struttura emotiva, e i legami che il corpo vive nella vita sociale si ripercuotono come limiti espressivi nella sua mente e nella sua struttura emotiva, che viene, comunemente, chiamata anima. Questo perché la ragione si è imposta sull'uomo nelle ultime migliaia di anni sovrapponendosi e pretendendo di dominare tutta quella struttura psico-emotiva che ha generato e genera quelle pulsioni e quelle tensioni dentro l'uomo che furono il vero motore dell'evoluzione delle specie.

Così la ragione deve giustificare a sé stessa ciò che sfugge al suo dominio, separando da sé stessa quanto le sfugge e accreditandolo a ragioni diverse da sé stessa.

Questa azione di scomposizione operata dalla ragione si trasferisce nella filosofia in cui l'anima diventa oggetto in sé che entra nel corpo e ne diventa prigioniera. La mente e la psiche diventano attributi di un altro soggetto che assieme all'anima entra nel corpo. Il corpo viene privato della propria determinazione, della propria intelligenza e della propria volontà per essere considerato un mero oggetto che contiene mente e anima.

La Natura stessa in cui l'Essere Umano è emerso e si è evoluto, contraddizione dopo contraddizione, viene separata dalla ragione, privata della sua intelligenza, della sua volontà, dei suoi scopi d'esistenza per essere rappresentata come bruta, bassa, volgare. In antitesi alla bellezza della ragione.

L'uomo è intelligente; la natura ha istinto! L'uomo progetta; gli animali rispondono "per riflesso".

La struttura psicofisica dell'uomo è in evoluzione. L'Essere Umano, come lo conosciamo socialmente, è un soggetto infantile ed instabile. La ragione lo rende instabile: da un lato non conosce sé stesso, dall'altro lato tende ad immaginare un sé stesso che proietta sul mondo come modello perfetto ed assoluto di tutte le inadeguatezze che percepisce dentro di sé.

Il contrasto fra ragione che tenta di avere il dominio assoluto dell'uomo e la struttura psico-emotiva che lo ha spinto ad agire nel corso di tutta l'evoluzione è un conflitto di difficile soluzione (se non rimuovendo l'assolutismo e il dispotismo della ragione).

Se oggi come oggi si pone il problema della riunificazione fra manifestazione psico-emotiva dell'uomo e ragione (esautorando la seconda dal controllo dell'individuo e collocandola nel suo ambito), ciò è dovuto per il fatto che la struttura psico-emotiva dell'individuo è stata criminalizzata dall'avvento della filosofia.

Creando la separazione fra corpo, mente, anima e psiche si sono criminalizzate le pulsioni emozionali dell'individuo.

Ciò che era sacro per la vita; ciò che era la vita stessa, divenne peccato e delitto all'interno del dominio della ragione.

Così le pulsioni della vita furono trasformate in quello che i monoteisti oggi chiamano "demonio" e che solo la psicologia moderna e l'attuale neurologia stanno rivalutando collocandoli al loro giusto posto nell'umana esistenza.

Come è avvenuto che ciò che era sacro diventasse demoniaco e criminale?

Ciò che era antico viene conservato in alcune forme dalle ultime manifestazioni delle Antiche Religioni. Così la visione del Daimon altro non è che la rappresentazione della vita che agisce, che crea, che si trasforma in un continuo divenire: il Daimon è il dio che cresce dentro l'Essere Umano e che l'Essere Umano costruisce nelle scelte e nelle azioni della propria esistenza. L'azione degli DEI è l'azione del loro Daimon. Perché le azioni sono il Daimon e il Daimon è manifestato dalle azioni:

Inno Orfico ad Adone

Ascolta me che prego, demone ottimo, dai molti nomi,
dalla chioma morbida, che ami la solitudine, ricco di amabili canti,
Eubulco, multiforme, splendida progenie fra tutti,
fanciulla e fanciullo, tu in tutto sempre fiorente, Adonis,
ti spegni e ti riaccendi nelle belle stagioni ricorrenti,
favorisci la vegetazione, con due corna, molto amato, onorato con lacrime,
dalle belle forme, gioisci delle cacce, dalla chioma folta,
di animo desiderabile, dolce germoglio di cipride, virgulto di Eros,
generato nei letti di Persefone dalle amabili trecce,
talora abiti sotto il Tartaro caliginoso,
talora invece porti il corpo maturo di frutti verso l'Olimpo:
vieni, beato, agli iniziati recando i frutti della terra.

da Inni Orfici, ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Inno Orfico a Demone

Invoco il Demone più grande che fa tremare,
mite Zeus, generatore di tutte le cose, che dà vita ai mortali,
grande Zeus, sempre in movimento, che non lascia impuniti, re di tutto,
dispensatore di ricchezza, quando dovizioso entra nella casa,
e che al contrario raggela la vita dei mortali dalle molte pene:
in te infatti sono le chiavi del dolore e della gioia.
E dunque, beato, santo, cacciando i dolori che che causano molti lamenti,
quanti mandano la distruzione della vita per tutta la terra,
concedi un glorioso buon fine di vita.

da Inni Orfici, ed Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Poi la filosofia cambia le carte in tavola. Il Daimon non è più il dio che si manifesta, non è più il dio che cresce dentro gli Esseri Umani, la loro struttura psico-emotiva, la loro forza intuitiva, ma diventa un soggetto diverso dall'Essere Umano. Questa idea viene introdotto da Platone nella sua Apologia di Socrate e attraverso Apuleio "De deo Socratis" entra pesantemente nella filosofia:

Dice Platone nell' "Apologia di Socrate":

"Il motivo di questo comportamento, cui mi avete sentito accennare spesso e in più luoghi, è che c'è in me qualche cosa di divino e demoniaco (a questo certo si sarà riferito Meleto, prendendosi gioco di me, nel testo dell'accusa). Mi capita fin da quando ero ragazzo, sotto forma di una specie di voce che, quando si fa sentire, è sempre per distogliermi dal fare quel che sto per fare, mai per incitarmi. E' questo che si oppone a che mi impegni nell'attività politica, e ben a ragione mi pare: vi sarà ormai evidente, Ateniesi, che se da tempo mi fossi dato da fare in politica da tempo sarei perito, senza essermi reso minimamente utile né per voi né per me stesso."

Un'intuizione soggettiva, che emergeva in Socrate durante le scelte per la sua attività sociale, venne trasformata in un messaggio proveniente da un soggetto a sé, in sé e per sé.

Quest'idea viene a coincidere con interessi sociali, si fonde e si modifica con apporti di culture diverse iniziando a trasformare il concetto di Daimon che da manifestazione del dio che cresce dentro l'individuo diventa la manifestazione di un soggetto che si è impadronito di parte dell' "anima" di un individuo e ne determinandone le scelte mediante le pulsioni, tensioni o suggerimenti.

Nel tardo Neoplatonismo c'è un esempio molto forte in Giamblico e nella sua visione cosmologica sull'assemblaggio corpi e anime. A questo punto il "demone" viene assegnato. E' già un soggetto esistente in sé e diventa "realizzatore della vita dell'anima".

Il demone detta i principi, guida gli uomini e "noi facciano quelle cose che lui ci mette in mente di fare".

L'affermazione del pensiero di Platone nell'Apologia di Socrate si è trasformata in Giamblico in una sorta di dipendenza dell'Essere Umano dal demone. L'Essere Umano è succube del demone e solo mediante la teurgia ieratica l'uomo pone sopra al demone un dio che sorvegli l'anima.

Dice Giamblico:

"Ma se bisogna manifestarti il vero ragionamento sul demone personale di ciascuno, costui non ci viene assegnato da una parte soltanto dei fenomeni celesti né da un solo elemento delle cose che vediamo, ma da tutto il mondo e dalla vita svariata che vi si trova e dal suo corpo multiforme (che sono gli elementi attraverso i quali l'anima discende al mondo soggettivo al divenire) viene staccata per ciascuna delle cose che sono in noi una parte specifica, spezzata secondo la provvidenza individuale. Orbene, questo demone sta in forma di modello già prima che le anime discendano nel mondo soggetto al divenire, e poiché l'anima lo ha preso come sua guida, subito il demone diventa realizzatore delle vite dell'anima; quando essa discende verso il corpo, lui la lega al corpo e governa l'essere vivente che è comune con lei, dà retto cammino alla vita peculiare dell'anima e tutto quello che ragioniamo, noi lo concepiamo perché lui ce ne da i principi e facciamo quelle cose che lui ci mette in mente di fare e governa gli uomini fino al punto che mediante la teurgia ieratica noi poniamo sopra l'anima un dio che la sorveglia e la guida. Allora, infatti, o il demone cede a questo essere più potente e gli cede la dominazione sull'anima o gli si sottomette per collaborare con lui o gli è servo in qualche altro modo, perché comanda." Giamblico, Libro Nono "I misteri degli Egiziani"

Con Giamblico (ma già molto prima) si è consumata la separazione anima, corpo, psiche e mente. Nel Corpus Hermeticum si completa il dominio del demone sull'anima. L'anima che si stacca dall'Uno entra nel corpo e viene presa in consegna dai demoni "che sono in servizio in quel preciso istante".

I demoni entrano nell'anima attraverso il corpo e la "perturbano" secondo la propria qualità; "energia".

In questo testo osserviamo che la separazione fra pulsioni psico-emozionali dell'individuo e la ragione è completata. I Demoni perturbano e controllano l'anima e "solo la parte ragionale dell'anima resta libera dal dominio dei demoni, atta a divenire dimora di Dio"

Dio uguale ragione; Demoni uguale struttura psico-emotiva!

L'uomo è definitivamente separato. Non è più un'unità funzionale che agisce in funzione del futuro, ma è un assemblaggio di interessi che spingono nella direzione in cui ogni interesse propende.

Dal Corpus Hermeticum:

"Quando ognuno di noi nasce e riceve l'anima, viene preso in consegna dai demoni che sono in servizio in quel preciso istante, quelli cioè posti sotto il comando di ciascuno degli astri. I demoni infatti si danno il cambio senza sosta, non rimangono mai gli stessi a servire, ma ruotano. Questi dunque, entrati nelle due parti dell'anima attraverso il corpo, la perturbano ciascuno secondo la propria energia. Solo la parte razionale dell'anima resta libera dal dominio dei demoni, atta a divenire dimora di Dio" paragrafo 15

Tratto da: "Definizione di Asclepio al re Ammone" XVI parte del Corpus Hermeticum relativa a "Su Dio, sulla materia, sul male, sul destino, sul sole, sull'essenza intelleggibile, sull'essenza divina, sull'uomo, sull'economia del Tutto, sui sette astri, sull'uomo secondo l'immagine."

Vale la pena di sottolineare come, a questo punto, il passaggio logico successivo del processo evolutivo del concetto di Daimon altro non sia che la distruzione del corpo. Il corpo manifesta tutte quelle pulsioni che sono manifestazione della presenza dei demoni. E' sufficiente l'attribuzione del bello e del buono alla mente, come espressione della ragione, e l'attribuzione del male al peccato quale insieme di pulsioni che spingono l'uomo perché qualcuno ritenga necessario distruggere il corpo affinché le pulsioni non siano in grado di esprimersi. E' necessario distruggere il corpo per impedire che il Demone lo usi per distruggere l'anima: far nascere il peccato.

E' un'indicazione propria del cristianesimo che come riuscì ad avere il potere mise in atto tutta una serie di strategie sociali al fine di impedire tutto ciò che permettesse la soddisfazione delle pulsioni dell'individuo attraverso il proprio corpo. L'odio per il corpo raggiunse nel cristianesimo la manifestazione più elevata di odio nei confronti della vita e della Natura. Anche i Neoplatonici e altri manifestavano avversità nei confronti delle pulsioni della vita, ma il cristianesimo fece uscire la repressione sessuale dalla sfera religiosa per trasferirla nell'intero tessuto sociale. Represse il riso e la gioia. In tutte le sue forme con i pretesti più risibili.

Un'onda nera si estese sull'umanità.

Un'onda nera ben rappresentata dalle parole di Paolo di Tarso e della relazione che intercorre fra il corpo e il peccato:

Scrive Paolo di Tarso in Lettera ai Romani:

"So infatti che non il bene abita in me, cioè nella mia carne, poiché il volere sta in mia mano, ma non il fare il bene, poiché non faccio il bene che voglio, bensì il male che non voglio. Or, se io faccio ciò che non voglio, non sono io che lo faccio, ma il peccato che abita in me. Io riscontro dunque in me questa legge, che volendo fare il bene, mi si presenta il male. Difatti, secondo l'uomo interiore, provo diletto nella legge di Dio, ma vedo nelle mie membra un'altra legge, che lotta contro la legge della mia mente e che mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Siano rese grazie a Dio: per Gesù Cristo, Signore nostro! Dunque, io stesso, con la mente servo della legge di Dio, ma con la carne servo della legge del peccato." Romani 7, 13-25

Dopo di che fu solo terrore, odio e morte.

Il concetto di Demone si sviluppa ulteriormente. Si coniuga alla superstizione presente anche nelle tarde società antiche. Il cristianesimo fa della superstizione parola del suo dio. Tutto è creato da dio. Tutto è perfetto. Solo i Demoni vanno contro la creazione. Le persone si ammalano? Colpa del peccato e dei demoni! Arriva la peste? Colpa del peccato e dei demoni! Ci sono guerre e carestie? Colpa del peccato e dei demoni! Scoppia un terremoto? Colpa del peccato e dei demoni. Nascono figli deformati? Colpa del peccato e dei demoni!

Nessuna ricerca scientifica, nessuna ricerca culturale, nessuna ricerca sociale! Tutta la creazione sarebbe perfetta se non fosse per l'intervento dei demoni che provocano il peccato.

Ed eccoli bruciare gli eretici; ecco bruciare le donne che chiamano Streghe!

I Demoni possono fare qualunque cosa; i Demoni sono responsabili e anche le persone che sono nel peccato stringendo patti con i Demoni.

Così la superstizione viene elevata a modello sociale.

Vi presento un esempio tratto da Girolamo Menghi uno dei responsabili del massacro delle donne che non si possono difendere!

Tratto da Girolamo Menghi "Il Flagello dei Demoni" ed. Neri Pozza

"Ho però voluto riferire queste, accioché ogn'uno possa vedere e conoscere quanto questa opinione sia falsa. E un'altra opinione sopra di ciò, la quale dice che il demonio (perché il fatto paia miracoloso) nel tempo che il maleficio è provocato dal vomito ovvero al bisogno del corpo per disotto, velocissimamente e invisibilmente porta ivi queste cose, pigliandole in altre parti, e sono cose vere, reali e naturali, le quali con tal destrezza e modo con la naturale sua potenza inserisce nel vomito dello maleficiato, che niuno (quantunque esperto) se ne può accorgere. Questa opinione mostra la verità in questo, che gli demoni possono portare quelle cose da parti lontane; ma se negasse che gli demoni non possino portare nel corpo umano quelle cose, sarebbe falsa perché (come detto sopra) le possono a suo piacere dividere e riunire insieme: conciosia che possino muovere localmente le loro parti come gli piace e intrometterle nel corpo e poi cavarle fuori, se gli piacerà; e questo possono fare con la naturale sua possanza."

E' così macellarono milioni di persone!

Quando corpo, anima, mente e psiche vengono separati significa che ci si sta preparando a circoscrivere l'individuo attraverso un giudizio su aspetti dell'individuo stesso.

La rinascita del Paganesimo deve necessariamente procedere alla riunificazione dell'uomo in tutte le sue parti e curare particolarmente quelle che oggi appaiono le "interazioni" fra ciò che storicamente è stato diviso: corpo, anima, emozioni e mente.

E' un percorso religioso del tutto nuovo, rispetto all'epoca attuale, che mette al centro del suo sviluppo l'uomo inteso come corpo fisico, come corpo psichico-emozionale, come soggetto sociale e come soggetto che agisce all'interno della Natura.

Si tratta di un percorso religioso che incide sulla struttura emozionale dell'uomo generazione dopo generazione. Dal momento che non esiste un modello di uomo liberato dalla coercizione delle religioni monoteiste possiamo soltanto percorrere un sentiero di trasformazione che ci porta a incontrare l'uomo del mito. L'uomo che agisce nella sua vita per fondare il proprio futuro non solo come individuo, ma come Specie e come Natura.

Quando l'Imperatore Giuliano voleva ripristinare il culto precristiano, in realtà voleva promuovere il Neoplatonismo: cosa diversa dal Paganesimo!

Quando qualcuno ruba ciò che è dentro il vostro cuore sta già facendo le prove per bruciare vive le persone!

13 marzo 2006

 

Discorsi sull'Orfismo

 

Indice sulle religioni antiche

 

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Le Antiche religioni

Nella costruzione della Religione Pagana le persone religiose devono prendere i principi delle Antiche religioni. Devono rendere quei principi attuali, veicolarli nella società in cui viviamo, e renderli principi vivi. Se si imita il passato, si riproduce il cristianesimo perché ciò che ci giunge dal passato è interpretato dai cristiani per aumentare la gloria del loro dio padrone.