Il concetto divino di Caos nella
Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana parla della realtà degli Dèi

di Claudio Simeoni

Se qualcuno vuole il libro cartaceo

 

Caos nella Teogonia e il concetto di generare.

La Religione Pagana e la Teogonia di Esiodo

All'inizio fu CAOS!

Dunque, per primo fu Caos, e poi

Gaia dall'ampio petto, sede sicura per sempre di tutti

gli immortali che tengono la vetta dell'Olimpo,

e Tartaro nebbioso nei recessi della terra dalle ampie strade,

CAOS inteso come ente indescrivibile da parte della ragione. Uno spazio senza forma né tempo. Un movimento che per la ragione diventa incomprensibile dal momento che, per la ragione, solo gli enti si muovono all'interno dello spazio e lo spazio non è ente, ma contenente.

CAOS, per la ragione umana, non è un Essere in Sé, ma è soggetto in sé che contiene in potenza Esseri in Sé le cui coscienze germinano e si definiscono nella descrizione della ragione umana. Lo spazio, afferma la filosofia illuminista, non esiste se non nella misura in cui gli enti lo occupano. Lo spazio non esiste in sé, non appare alla visione se non quando il veggente lo occupa.

Da questa idea prende forma la Teogonia Esiodea. Gli Dèi sono trasformazioni della materia che passa dallo stato di inconsapevolezza alla consapevolezza di sé che agisce mediante la volontà d'esistenza all'interno di questo vuoto di coscienza che, rispetto alla coscienza germinata, alla coscienza di sé, è non-Essere. Dall'idea dello spazio vuoto, l'immensa oscurità che avvolge la ragione umana, ha inizio lo sviluppo delle idee dello spazio in cui gli Dèi, coscienze di sé che germinano dalla non-coscienza, agiscono riempiendo quello spazio di cui, gli Dèi, sono oggetti propri di quello spazio della consapevolezza, in quanto, in quello spazio, agiscono, si trasformano dilatandosi.

La modernità o l'attualità del pensiero esiodeo appare oggi dopo che nel 1789 si è concluso la prima fase di trasformazione della Stregoneria per l'uscita dall'orrore cristiano. Fino a solo un centinaio d'anni or sono, quest'idea era assurda ed illogica in quanto la logicità di ogni pensiero era data dall'esistenza di un dio, di un demiurgo, artefice del presente; quale creatore, ordinatore e determinatore di ogni esistente. Oggi si può affrontare un'idea antica di cinquemila anni come un'idea attuale in quanto si è usciti dall'orrore delle categorie di pensiero imposte dal cristianesimo e che rappresentano, all'interno dell'intera storia umana, un grande buco nero, oscuro, riempito dall'angoscia dello schiavismo intellettuale al quale i cristiani hanno costretto per duemila anni gli Esseri Umani.

Lo spazio in quanto ente in sé non è concepibile dal punto di vista della ragione. La ragione pone, al centro del suo pensiero, sé stessa e quanto, di sé stessa, proietta sull'oggettività. Lo spazio, Nera Notte, non appare come Coscienza di Sé, ma è oggettività nella quale si sviluppano le Coscienze di Sé. Nel momento stesso in cui si sviluppano le coscienze, Nera Notte diventa cosciente e agisce sulle coscienze che in essa germinano. Nera Notte è primo "genio del luogo". Lo spazio diventa oggettività che permette lo sviluppo di ogni soggettività. Se lo spazio, come è e nonostante per come la nostra ragione lo descrive, non esistesse, non esisterebbero le condizioni nelle quali si sono articolate tutte quelle coscienze che formando la nostra oggettività ci hanno portato ad essere ciò che siamo.

Davanti allo spazio silenzioso e inconcepibile della ragione il veggente è silenzioso; la ragione sconvolta e l'intuire magico sgomento. Un libro scolastico cita un poema Babilonese:

"quando di sopra non era nominato il cielo, la terraferma di sotto non aveva nome, nulla era se non l'abisso."

L'Erebo! Il nero assoluto che tinge lo spazio senza luce e nel quale gli occhi del veggente si perdono. Lo spazio della ragione è il nero assoluto; lo spazio degli infiniti mondi della percezione è un nero assoluto. La ragione ritaglia la propria descrizione all'interno dell'universale esistente. In quell'universale esistente esiste soltanto il nero Erebo e di nero Erebo è quanto alla ragione appare!

"Generare" è il concetto Esiodeo della trasformazione, il germinare, che diventa Coscienza di Sé. Gli Dèi vengono generati da condizioni! Gli Dèi determinano la loro esistenza mediante la volontà d'esistenza! Quando gli Dèi non determinano la loro esistenza vengono "divorati": cessano le loro trasformazioni e il loro divenire nell'eternità dei mutamenti. Quando le condizioni non sono favorevoli, gli Dèi attendono le condizioni per crescere e manifestarsi mediante la volontà d'esistenza. Si tratta di Dèi immortali. Di forze che partecipano non solo alla costruzione di Sé stessi nell'infinito dei mutamenti, ma si tratta di forze che partecipano all'intreccio universale della vita. Quando queste forze, per la loro capacità di trarre la loro volontà da sé stesse, o per l'intervento di una qualche trasformazione nella loro oggettività si spezzano le catene, la prigione o il vaso che le ingabbia, prorompono alimentando con la loro forza quanto è simile a loro e che può favorire il loro divenire nell'eternità.

Generare deve essere inteso in termini esoterici. Il generare in Esiodo passa sempre attraverso l'attività sessuale. Le interazioni degli oggetti del mondo, in Esiodo, sono interazioni di soggetti che attraverso la loro intelligenza entrano in una relazione sessuale che costruisce una condizione tale da permettere a nuovi oggetti, soggetti intelligenti essi stessi, di iniziare ad agire nel mondo. Da una Coscienza di Sé che determina sé stessa, agendo per relazione sessuale nel mondo, prendono forma e movimento nuove Coscienze di Sé che determinano loro stesse. Il generare non necessariamente è il prodotto della decisione di colui che appare come, ma è soprattutto attività collaterale, come effetto, dell'esercizio della volontà del generante finalizzata al raggiungimento di obiettivi diversi dal generare. Il caso di Erittonio, anche se non citato da Esiodo, ma solo in Apollodoro, è indicativo dei meccanismi del generare in Esiodo. Come indicativo dei meccanismi del venir in esser degli Dèi è il caso di Atena figlia di Meti. Il generante esercita la sua volontà nella determinazione della propria esistenza. Il suo fine è esistere. E' la sua esistenza che determina le condizioni affinché una nuova Coscienza germini da quelle condizioni. Il generare è dato dalla presenza di un'oggettività che permette la generazione e che accoglie il generato; una sostanza che da inconscia si trasforma in Coscienza di Sé; da forze, situazioni o Consapevolezze che spinte dalla propria necessità costruiscono le condizioni affinché Coscienze di Sé vengano in atto. In altre parole, è Necessità propria dell'oggetto che si trasforma da inconscio a cosciente e della situazione oggettiva costruita da enti che determinando sé stessi che permettono alla Necessità del soggetto di cogliere la propria occasione attraverso la quale divenire nell'eternità dei mutamenti. Necessità è presente nell'oggetto che si trasforma al di là che questo sia Cosciente di Sé o meno. La generazione del soggetto, la sua germinazione, altro non è che risposta del soggetto germinante a Necessità che porta al suo venir in essere costringendolo ad usare la sua volontà d'esistenza per persistere nel mondo. Mentre determina il passaggio dall'inconsapevole al consapevole, la qualità del suo divenuto, permette alla volontà del soggetto di indicare l'Intento delle sue trasformazioni.

Generare significa costruire le condizioni affinché qualcosa germini, nasca! Significa passare dall'inconsapevolezza della struttura cui si è parte alla consapevolezza della stessa manifestando la determinazione della direzione delle trasformazioni soggettive relative all'oggettività nella quale e dalla quale si è germinati. Il feto nell'utero della madre ha delle specificità di determinazione in cui manifestare la sua volontà d'esistenza diversa dall'Essere Virus e diverse dall'Essere Sole.

Uno dei problemi che oggi, dopo duemila anni di orrore cristiano, dobbiamo risolvere per comprendere le trasformazioni dell'universo e delle specie della Natura nel suo insieme è la questione del generare. Partendo dalle considerazioni culturali si è costruita, nel linguaggio comune e nei concetti apriori del pensiero, una struttura logica secondo la quale qualcuno o qualche cosa genera. Dove per generare si intende la volontarietà e l'intento dell'atto che genera. Esiodo ci indica come spostare l'attenzione: il generato non è generato dal "genitore", ma germina da sé nelle condizioni che colui che indichiamo "genitore o genitori" hanno costruito vivendo per sé stessi. L'atto del generare non è dato dall'esistenza di un'oggettività che ha in sé i caratteri attraverso i quali qualche cosa diventa cosciente e consapevole di sé, ma è atto di volontà e determinazione di colui che viene in esse, colui che si genera manifestando sé stesso, data la qualità specifica della situazione che è stata costruita.

Nella lettura del mondo della Religione Pagana la questione è diversa rispetto a quella della religioni monoteiste. Il generato si genera da sé, mentre il genitore costruisce le condizioni nelle quali il generato, appropriandosi di Necessità attraverso Volontà d'esistenza determina, nell'oggettività in cui si esprime, la propria esistenza. Nella Religione Pagana viene considerato padre, non colui che genera o crea, ma colui che costruisce le condizioni attraverso le quali la Coscienza viene in essere e la coscienza non viene in essere per volontà di chi ha costruito le condizioni perché, nel costruire quelle condizioni, il "padre o la madre" le hanno costruite per sé stessi. E' un po' come se dicessimo che nella Religione Pagana il soggetto centrale non è il "padre", come nelle religioni monoteiste, ma è il "nato ora"; non è il passato che ha costruito le condizioni, ma è il presente che viene in essere. Il generato è quella concentrazione di materia che incontra delle condizioni attraverso le quali passa dallo stato inconsapevole allo stato di consapevolezza di sé separandosi dal circostante che permane nello stato di inconsapevolezza. Il generante si limita ad espandere sé stesso nell'oggettività, a costruire le condizioni per sviluppare il proprio sapere e la propria conoscenza rispondendo agli impulsi di Necessità di cui si è appropriato attraverso la propria volontà nel momento in cui è venuto in essere. Vivere è l'imperativo del generante, non generare! Il generare è parte del fare e della necessità di espansione del generante, ma non è l'intento primario del generante. Il generante può generare perché si è espanso nell'oggettività scegliendo le condizioni migliori per continuare ad esistere in quelle condizioni, nel caso degli Esseri della Natura, che hanno come effetto secondario la costruzione di condizioni affinché altre coscienze germinino dalla sua attività. In sostanza, gli Esseri della Natura praticano rapporti sessuali perché la veicolazione dell'emozione nella sessualità è una condizione essenziale per la loro vita, il fatto che nel fare sesso costruiscano le condizioni affinché altri Esseri della propria specie germinino, è un effetto secondario dell'attività sessuale.

Il generato nasce da sé stesso in un Caos! In quel Caos agisce con la propria volontà d'esistenza imparando a mettervi ordine. Solo che non mette ordine nel Caos, ma affina la propria percezione per distinguere gli oggetti che formano quello che vive come un Caos.

Le forze che portano il generato al riconoscimento della separazione del proprio essere, il proprio Io, dall'oggettività circostante è interna al nuovo nato, qualunque sia la specie cui appartiene. Sia esso un Essere della Natura o una concentrazione galattica Cosciente di Sé.

Il cristianesimo non riconosce la centralità della nascita in quanto demanda la responsabilità della nascita al dio padrone come estensione del concetto culturale e sociale dei genitori. I genitori come padroni dei figli in quanto loro generatori; gli Esseri Umani schiavi del dio padrone in quanto prodotto della sua creazione. E' nel cristianesimo il concetto centrale del "padre che genera il figlio!" mentre crea ex nihilo quanto esiste e rivendica il possesso dell'esistente in quanto da lui creato. Nel far questo il cristianesimo priva l'esistente delle forze della sua germinazione. Priva l'esistente della determinazione soggettiva di espandersi nell'oggettività in cui la germinazione è avvenuta. Nel cristianesimo il termine "padre" è sinonimo di "padrone".

Riconoscere la centralità del generato rispetto all'oggettività in cui viene generato, al di là che questo sia il nero Erebo o la pancia della madre degli Esseri della Natura o, sempre in questi, l'uovo deposto o il seme, è importante per riconoscere nelle Coscienze di Sé esistenti il loro essere Dèi che usano la loro volontà d'esistenza per espandersi nel loro circostante.

Dove diventa importante questa disquisizione? Innanzi tutto per comprendere la Teogonia. Gli Esseri si generano al di là della volontà del generante. Gli Esseri, una volta generati, non hanno doveri nei confronti del generante, dei genitori o delle condizioni dell'esistente da cui cono venuti in essere ma, colta l'occasione della loro esistenza, devono obbedire a Necessità che li spinge ad espandersi nel mondo. La generazione degli Esseri non avviene necessariamente seguendo le regole che gli Esseri Umani immaginavano proiettandole nelle intenzioni di altri Esseri. La generazione avviene al di là della consapevolezza e dell'intento dell'Essere o degli Esseri che generano. La generazione di una Coscienza di Sé è l'intento proprio materia o Energia Vitale che si trasforma da inconscia in coscienza qualora incontra le condizioni opportune. Infine, dal punto di vista sociale sposta l'attenzione della centralità sociale dal generante, il padre, il padrone del generato, al generato come patrimonio del Sistema sociale stesso attraverso il quale fondare il suo futuro. Inoltre, le azioni di ogni Essere sono azioni divine perché, al di là dell'Intento con cui l'Essere le riveste, sono generatrici di tensioni che a loro volta generano Coscienze di Sé che tentano di diventare eterne nell'infinito dei mutamenti.

Ogni volta che una Coscienza emerge e viene in essere, emerge da un Caos nel quale deve costruire un ordine percettivo con cui costruire delle relazioni per divenire. Caos è sempre presente. Caos ci circonda e ci stimola a modificarci. Caos è l'immenso in cui viviamo e che penetriamo grazie al nostro coraggio e alla nostra volontà.

Caos è la fonte della nostra stessa vita!

All'inizio fu Caos e nel Caos Gaia, dall'ampio petto, perché è sostanza di ogni Coscienza di Sé, si estende muta ma con la qualità fondamentale della vita: l'Intento, Eros dalle ali d'oro la cui potenza agisce per costruire le Coscienze che emergono dall'inconscia Gaia che è Caos agli occhi di ogni nuovo nato.

Questo sistema di trasformazione è proprio della Teogonia esiodea. Ed è un sistema proprio del percepire e del sentire degli Esseri Umani.

Appunto trasmissione radiofonica del 2000 – inizio revisione 18 settembre 2014

Nota: la traduzione della Teogonia è tratta da Esiodo "Teogonia" trad. Graziano Arrighetti edizione BUR

Marghera 20 settembre 2014

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Claudio Simeoni

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Guardiano dell'Anticristo

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L'analisi della Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana ha forgiato una propria visione del mondo, della vita e del venir in essere delle coscienze fin dalle origini del tempo. Tali idee collimano nel tempo presente con le idee delle religioni e dei culti prima dell'avvento della filosofia e furono osteggiate militarmente dall'odio cristiano contro la vita. Analizzare Esiodo ci permette di chiarire il punto di vista della Religione Pagana.