1000 - la cavalleria
Il filosofo del secolo è
Shelomoh ben Jehudah ibn Gabirol Avicebron
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La storia della Stregoneria dall'800 al 1800
Terza parte

di Claudio Simeoni

Storia della Stregoneria

 

In questa trasmissione parleremo del secolo XI (il 1000). L'argomento del secolo è la cavalleria. Nel secolo precedente abbiamo visto gli schiavi, ora vedremo come si formano i padroni di schiavi, servitori della chiesa cristiana cattolica.

L'origine della cavalleria è molto più antico della sua istituzione. Già nell'antica Roma c'era divisione fra fanteria e cavalleria. La cavalleria era composta da ricchi i quali non solo dovevano provvedere alle loro armi ma anche al cavallo. Nella Roma antica il censo non comportava solo dei diritti, ma anche obblighi sia nei confronti dello stato sia del sistema sociale nel suo insieme. L'istituzione stato come noi l'abbiamo ereditata dall'istituzione monarchica, nel significato che oggi diamo, è un tentativo di dare una struttura giuridica alla coercizione cristiano-cattolica. Nella concezione cristiana il dovere del censo è un dovere verso l'autorità e verso quanto favorisce il benessere e la maggior gloria dell'autorità. Non esiste il concetto di sistema sociale nel suo insieme, non esiste il diritto nei confronti dell'essere umano in quanto tale. Non esiste il diritto del contadino in quanto contadino, ma esiste il diritto del contadino in quanto servo del suo padrone: esiste il diritto del contadino a servire il suo padrone.

Questo concetto è la base dello schiavismo cristiano che non ha nulla a che vedere con lo schiavismo pagano. E' nel cristianesimo che si deve servire il proprio padrone con tutto il proprio corpo, con tutto il proprio cuore e con tutta la propria anima!

All'interno di questi concetti la cavalleria, da strumento attraverso il quale riaffermare un sistema sociale nelle relazioni con l'oggettività, diventa strumento coercitivo del sistema sociale al servizio del padrone del sistema sociale stesso.

Questo è il caso di uno strumento funzionale alla difesa e allo sviluppo di un sistema sociale che si appropria del sistema sociale imponendosi ad esso. Questo vale anche per gli individui quando i mezzi che usiamo per svilupparci diventano i fini nei quali risolvere il divenire stesso.

La cavalleria è un'istituzione di passaggio dai sistemi sociali pagani ai sistemi sociali cristiani.

Combattere a cavallo o avere dei diritti perché si combatte a cavallo.

Il potere dato dal combattere a cavallo fu sancito, guarda caso, da Carlo magno che ordinò che i più poveri si riunissero in numero di sette per servire un cavaliere. Attorno all'anno 1000 il termine miles stava ad indicare sia il cavaliere che il feudatario.

Le istituzioni feudo-vassalliche si vennero sviluppando proprio in funzione del servizio che dovevano fornire i cavalieri. I re carolingi dovevano mantenere nei loro cavalieri la fedeltà e la disponibilità a partecipare alle guerre; questi dovevano possedere terre e servi sufficienti a consentire loro di assolvere ai doveri primari, procurandosi armi e cavalli. Il giuramento vassallatico e le assegnazioni di benefici corrispondevano esattamente a questi scopi.

La nascita di questo tipo di privilegi era data per mantenere il privilegio del re, non tanto per servire un sistema sociale. I sistemi sociali dovevano subire i benefici che il re assegnava ai suoi cavalieri in funzione dei servigi e dei benefici che egli stesso ne avrebbe avuti. La logica che regge la nascita della cavalleria è la logica perversa che mette in ginocchio gli Esseri Umani davanti a dio per trarre beneficio dalla loro posizione in ginocchio.

Questo tipo di personaggi non sapeva fare altro nella propria esistenza che andare a cavallo e uccidere. Dall'andare a cavallo e uccidere dipendeva la loro stessa esistenza. Andare a cavallo e uccidere era tutta la loro vita, il senso della loro esistenza, il fine dei loro pensieri e dei loro intenti. Essi divennero solo quelli che andavano a cavallo e che sapevano uccidere. Pertanto dovevano costringere altri Esseri Umani a servirli perché loro li avrebbero uccisi. Dovevano proteggere il re perché da questi derivava l'autorità attraverso la quale avere il privilegio di uccidere chi non li serviva e dovevano altresì servire dio che dava al re l'autorità di concedere loro i privilegi di uccidere, per farsi servire.

Questa è la logica perversa su cui si regge l'etica e la morale della cavalleria. Il motivo della sua stessa esistenza!

Questi macellai passarono dal servizio del re al servizio dei suoi servi quali duchi, conti, marchesi, diventandone il braccio armato ed esecutivo.

Dal momento che duchi e conti si fanno obbedire dai contadini tagliando loro le mani, le braccia e strappando loro gli occhi hanno sempre più bisogno di esecutori di queste nefandezze per mantenere il controllo sui bifolchi. I cavalieri svilupparono una struttura etico-morale nella quale esaltavano la loro azione e giustificavano le loro azioni.

La struttura etico-morale che svilupparono consisteva nel coraggio, nella prodezza, la fedeltà al proprio padrone, l'amicizia virile e la lealtà verso i compagni.

Questa struttura etica è caratteristica della pulsione di morte. E' la caratteristica della distruzione e dell'appropriazione degli individui. La sua caratteristica consiste nell'esaltazione delle capacità di sottomettersi al più forte e storpiare umiliando il più debole. La stessa struttura di principi etici sarà esibita ogni volta che si vuole distruggere il divenire umano. Sia da parte della chiesa cattolica che da parte del nazismo saranno questi i principi attraverso i quali si giustificherà la distruzione dei costruttori, siano essi contadini od operai o borghesi tesi a costruire un sistema sociale retto da equilibrio interno e da giustizia oggettiva.

Questo è il motivo per il quale abbiamo scelto questo avvenimento per questo secolo. Esso introduce nel sistema sociale i principi etici per cui gli Esseri Umani possono stuprarlo. Trasforma i concetti etici imposti dal dio biblico in concetti umani da trasferire nel tessuto sociale.

Ogni cane, al servizio di ogni padrone, giustificherà la propria distruzione e la distruzione che la sua azione porta attraverso questi principi.

Questi principi sono principi di magia nera e a questi principi si oppone chi pratica magia e Stregoneria. Per i popoli del centro nord Europa è il respiro di libertà delle grandi pianure da cui provengono o il senso di protezione che dà il bosco scuro, nei paesi latini il senso della filosofia, i mille dei della vita, i resti degli antichi templi. Tutto richiama un tempo in cui l'asservimento non avveniva con tutto il proprio corpo, con tutto il proprio cuore e con tutta la propria anima.

La fedeltà al proprio padrone è la prima dote che il padrone apprezza e vuole riconoscere nel suo servo. Il cavaliere che non è fedele al proprio padrone è un cavaliere pericoloso: certamente vuole diventare padrone egli stesso, non si accontenta di servire un altro padrone. Può servire alla pulsione di morte quando deve sostituire padrone a padrone ma diventa pericoloso se, insofferente alla sottomissione, decide di mettere la sua esperienza al servizio di chi vuole liberarsi dal giogo (come ad esempio il cavaliere Erlembardo fratello di Landolfo Cotta. Dopo l'uccisione di costui nel 1062 e di Arialdo nel 1066 ad opera del vescovo Guido da Velate, diventa capo dei Patari, un movimento di liberazione del nord Italia che vedevano nella simonia e nell'avidità del clero i maggiori responsabili delle cattive condizioni di vita della gente).

Il coraggio e la prodezza sono in funzione del servizio svolto. Il coraggio e la prodezza del cavaliere non si misurano nella sua capacità di combattere il suo padrone. Non si misurano nel suo bisogno o nella sua capacità di liberarsi per costruire un proprio cammino di vita. Il coraggio e la prodezza si misurano sulla capacità e nell'abnegazione di servire gli interessi e i bisogni del proprio padrone. Il coraggio e la prodezza nel massacrare gli Esseri Umani quando cercano la libertà e l'autodeterminazione. Il coraggio nel tagliare teste, bruciare gambe, strappare denti a chi non è in grado di difendersi. Questo è il senso di quegli aggettivi tanto enfatizzati. Dal punto di vista del paganesimo politeista e della Stregoneria si chiama: vigliaccheria!

Da questo proviene l'amicizia virile, cioè la necessità di essere in tanti a distruggere il divenire degli Esseri Umani per trarre conforto dalla giustizia e dal coraggio delle proprie azioni e il concetto di lealtà verso i compagni di stragi e di stermini senza i quali si rischia di subire le vendette degli ammazzati.

Questa struttura etica la troviamo sia fra il nazismo sia fra i missionari cristiani e i cattolici in particolare. La fedeltà al proprio signore sia che si tratti di Hitler, di dio o del papa. Il coraggio e la prodezza nel servire Hitler o dio e il papa contro i più deboli che devono mettersi in ginocchio e subire le angherie di Hitler, di dio e del papa con le loro stuole di beneficiari. Naturalmente deve svilupparsi la complicità nell'angheria ai più deboli che sia i nazisti che i missionari cristiani chiamano lealtà verso i compagni. Gli stessi principi etici, ricordo, sono alla base di ogni struttura mafiosa e criminale.

La chiesa cattolica capì immediatamente come la struttura della cavalleria altro non faceva che riprodurre i principi cristiani e cercò di appropriarsi della forza d'urto di quelle bande di delinquenti, istituendo un rito di investitura preso dal paganesimo germanico e che serviva a sottomettere il cavaliere agli scopi e ai fini della chiesa cattolica.

Fu facile pagare un Chretien de Troyes, un Tasso e un Ariosto perché cantassero in forma poetica le gesta di bande di criminali costruendo un immaginario collettivo in cui gli assassini diventavano eroi.

Questa è la parte della magia e della Stregoneria, dopo di che la storia ci tramanda i fatti e le gesta di questi cavalieri

15 luglio 1099 – Gerusalemme: la popolazione fu passata a fil di spada, e i franchi stettero una settimana nella terra menando strage dei musulmani. Uno stuolo di questi si chiuse a difesa dell'oratorio di Davide dove si asserragliarono e combatterono per più giorni. I franchi concessero loro la vita salva, ed essi si arresero, e, avendo i franchi tenuto fede ai patti, uscirono di notte verso Ascalona e li si stanziarono. Nel Masgid el-aqsa (moschea estrema), invece, i franchi ammazzarono più di settantamila persone. Questa era l'attività dei cavalieri.

Ma non bisogna dimenticare la loro attività di predatori e di distruttori del divenire umano in funzione della fede.

La distruzione del paganesimo nordico fu ad opera di queste bande di assassini di cui i cattolici si servirono. Le crociate contro i pagani nordici saranno tra le caratteristiche del 1200 ma noi trascureremo questo in quanto sappiamo che ogni popolo, ogni comunità, ogni essere umano deve combattere le proprie battaglie di libertà e quando le tensioni con cui affronta le contraddizioni dell'esistenza si spengono, si spegne anche il proprio divenire.

Gli stregoni questo lo sapevano perfettamente. Già nel 1000 erano in grado di vedere lo sviluppo del futuro e pertanto non si arroccarono a difesa del presente ma lasciarono che il presente seguisse il proprio corso. Gli stregoni non possono costruire una fede, possono sollecitare il dormiente dentro l'essere umano a svegliarsi per relazionarsi col circostante. Dunque devono favorire le condizioni perché questo avvenga.

Leggiamo cosa dice Erikskronikan in E. Cristiansen, "Le crociate del nord" tratto da "L'operazione storica" della Mondadori, sull'uso della cavalleria:

Si vedeva allora come molte donne
si torcessero le mani e piangessero forte.
Si rallegravano però al pensiero che l'onore di dio
sarebbe stato aumentato dalla spedizione.
Furono allora staccate dai chiodi
molte vecchie spade avite
che vi erano state appese per molti giorni.
Essi furono accompagnati alla riva in modo
bello e conveniente;
furono ben salutati e fu data loro la mano.
Molte bocche rosse furono allora baciate,
che mai più furono baciate con la volontà del cuore,
perché molti non si videro mai più;
simili cose succedono ad una simile separazione.
Ebbero vento favorevole, partirono.
Anche i pagani si prepararono, intanto;
sapevano bene che essi sarebbero venuti
per loro danno e non per loro vantaggio.
I cristiani approdarono là nel porto;
molte, innumerevoli prue dorate
potevano essere viste là dai pagani
che dovevano rattristarsi più che sorridere.
Volevano volentieri provare le loro spade
sui travasti pagani;
penso che poi lo facessero.
I travasti fuggirono allora
da oro, da argento, da immensi greggi;
i pagani persero, i cristiani vinsero.
A chi voleva farsi incontro ad essi
e farsi cristiano e ricevere il battesimo,
lasciavano vita e proprietà
e possibilità di vivere in una pace senza litigio.
Al pagano che rifiutava
davano morte.

Vedremo come le crociate determineranno un salto di qualità nel sentire degli Esseri Umani.

1997

 

Diventare uno stregone

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Storia della Stregoneria

La storia della Stregoneria non è una storia di uomini o di capi. La storia della Stregoneria è la storia del divenire delle idee, del modo con cui gli uomini guardano al mondo e alla vita sociale. La storia della Stregoneria è la storia della modificazione del presente in cui il cristianesimo ha rinchiuso il divenire dell'umanità.