Zeus e Meti: Zeus diventa uno Stregone nella
Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana parla della realtà degli Dèi

di Claudio Simeoni

Se qualcuno vuole il libro cartaceo

 

Zeus e Meti: Zeus diventa uno Stregone

La Religione Pagana e la Teogonia di Esiodo

Per Esiodo è però giunta l'ora di parlarci di Zeus e della sua stirpe fuori dal contesto epico. Quasi fosse un'elencazione di attributi diretti o indiretti delle forze della trasformazione dell'oggettività di cui Zeus è l'artefice.

Zeus ha vinto la battaglia sulle forze che avrebbero voluto spodestarlo o mettere fine alle sue trasformazioni. Il tempo lineare è una convenzione per il racconto. Tutto avviene ora. Noi raccontiamo in sequenza, ma la sequenza serve al nostro racconto, non alla manifestazione degli Dèi. Quando viene sconfitto Tifone, Efesto sta operando al fianco di Zeus. Eppure, nella Teogonia, Efesto non lo abbiamo ancora incontrato.

Tutto avviene ora; le battaglie degli Dèi sono oggetti del mondo del tempo. Tutte le azioni avvengono ora, in questo momento.

L'incontro Zeus Meti è una delle chiavi di volta della Titanomachia. Zeus diventa Zeus quando affronta Cronos. Quando affronta i Titani egli è Zeus e quanto diviene ora è quanto è già avvenuto e avviene domani. Seguiamo sempre la cronologia narrativa di Esiodo, ma teniamo presente che quell'ordine cronologico è solo un espediente narrativo. Non esiste una cronologia razionale degli avvenimenti.

Il primo passo di Zeus per costruire sé stesso in quanto DIO che costruisce il mondo è la sua trasformazione in uno Stregone.

Tutti gli Dèi che precedono Zeus agiscono sulla realtà circostante, ma non progettano la realtà. Tentano di impossessarsene, si esprimono come forze e come rappresentazioni; mettono in essere delle azioni partendo dalle forze che da sé stessi si esprimono nel mondo, ma non manipolano le forze dentro sé stessi, non mescolano il proprio cuore.

Lo stesso Prometeo agisce per alimentare negli Esseri della Natura la scintilla della conoscenza e della consapevolezza, ma questo è il frutto delle sue necessità. Prometeo è astuto e determinato, generoso fino al sacrificio, ma non è intelligente nel senso che non manifesta un'intelligenza progettuale. L'azione che fa non lo trasforma. Ottiene il risultato che si era prefisso, ma non protegge sé stesso dalle ire di chi sa esssere più forte. Prometeo è sì lo Stregone appassionato che entra nello sconosciuto e afferra quanto serve agli Esseri della propria Specie donandolo, ma è uno Stregone che non protegge quanto mette in essere in funzione di un futuro possibile. Egli dona l'oggetto della sua scoperta, non la strategia attraverso la quale è giunto a quella scoperta. L'oggetto che dona migliora le condizioni di vita della specie, ma non si preoccupa di trasformare la specie in altrettanti potenziali Prometeo affinché giungendo nello sconosciuto che li circonda possano trovare altri oggetti e riportarli alla specie per continuare il processo di sviluppo. Dona l'oggetto, ma non sé stesso.

Per costruire sé stesso, lo Stregone deve attrezzarsi modificandosi.

Fagocita, ingloba, trasforma quanto arriva dall'oggettività trasformandolo in armi per la propria costruzione attraverso le risposte soggettive che mette in atto.

Il verbo da considerare è: fagocitare!

Questo è quanto fa Zeus. Egli cessa di essere uguale a come Rea e Cronos lo hanno costruito, ma agisce per modificare sé stesso. Egli DIO degli Dèi modifica sé stesso in relazione alle possibilità nel mondo per costruirsi come DIO sfruttando quelle possibilità.

Zeus fagocita Meti.

Per il saggio consiglio e l'apprensione per il proprio futuro incerto che Gaia e Urano Stellato gli presentano, egli prende la grande decisione. Perché Gaia e Urano Stellato consigliano in questo modo Zeus? Perché altrimenti Zeus è come tutte le forze divine che lo hanno preceduto. Manifesta sé stesso nel mondo, ma non modifica sé stesso né il mondo in cui agisce. Un figlio da Meti e Zeus nascerà e lo spodesterà come fecero Crono e Zeus. Lo spodesterà usando la propria intelligenza, la propria forza e il proprio valore. Zeus può e deve scegliere se far propria quell'intelligenza, quella forza e quel valore accettando di affrontare una parte dello sconosciuto Tartaro che lo circonda o accettare consapevolmente che se lui non sarà in grado di farlo, lo farà un figlio nato da Meti e da Zeus: costruire il futuro accettando l'incognita della trasformazione soggettiva come parte di quell'opera di trasformazione del presente.

Meti, nata da Oceano e Teti, che sa più degli Dèi immortali e degli uomini, diventa parte indistinguibile di Zeus.

Questa è la prima azione che viene fatta da Zeus.

Chi è Meti?

Meti è la capacità degli Esseri di vivere strategicamente. E' la capacità degli Esseri di mettere in atto piani strategici per giungere a soddisfare il proprio Intento. In questo caso, come nel fare di ogni Essere, possiamo dire che Meti qualifica il farsi DIO di Zeus.

Come, Zeus non era un DIO in sé?

Ogni Coscienza di Sé è un dio in potenza, ma diventa un DIO quando, riconoscendo sé stessa, si assume le responsabilità strategiche della propria vita ed esercitando la propria volontà sceglie i migliori adattamenti attraverso i quali costruirsi e crescere.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotta da Romagnoli:

"E Giove, re dei Numi, dapprima sua sposa fe' Meti,

che senno aveva più degli uomini tutti e dei Numi.

Ma quando stava già per dare la luce ad Atèna

occhiazzurrina, Giove le tese una frode, un inganno,

e, con accorti discorsi, la trangugiò nel suo ventre,

per i consigli di Gea, di Cielo coperto di stelle:

lo consigliaron cosi, perché non avesse l'onore

del regno un altro, invece di lui, dei beati Celesti:

perché voleva il fato che Mètide desse alla luce

figli saggissimi: pria la fanciulla dagli occhi azzurrini,

la Tritogènia, pari di senno e di forza a suo padre;

e un figlio poi dove a generare d'immenso vigore,

ch'esser sovrano doveva degli uomini tutti e dei Numi.

Ma la prevenne Giove, raccolse la Dea nel suo ventre,

sicché sempre indicargli potesse il malanno e il vantaggio.

Esiodo, Teogonia 886 – 900

Affinché Meti potesse consigliarlo sul bene e sul male. Che cos'è per Zeus il bene e il male? E' bene quanto favorisce la sua espansione ed è male quanto impedisce la sua espansione. Il male è la negazione della propria possibilità di espansione nell'oggettività e nel momento in cui intende espandersi. Meti non insegna solo questo. Non insegna ciò che è vantaggioso distinguendolo da ciò che non è vantaggioso, bene da male. Meti insegna a progettare in funzione del futuro. Meti insegna a razionalizzare le scelte. Meti insegna a Zeus a costruire. Valutare, vedere, percepire e intuire le trasformazioni e gli adattamenti che mette in moto quando compie un'azione. Così che un'azione, che appare malvagia, in quanto blocca lo sviluppo di sé o di alcuni Esseri nel momento presente, diventa un grande atto di lungimiranza quando, modificate le condizioni in cui si manifesta, appare motore propulsivo in situazioni diverse. Meti insegna a Zeus l'agire senza agire: quando ottenere un risultato è possibile senza l'azione, un'azione diretta, ma alimentando o togliendo possibilità alle forze che concorrono per quel risultato.

Meti insegna a Zeus l'immobilità, la dissolvenza della propria volontà per permettere l'espressione di altre volontà che attingano dalla volontà di Zeus e che, nell'esprimersi, alimentino la volontà di Zeus.

Meti insegna a Zeus l'arte della Stregoneria.

L'esporsi e il sottrarsi; il dilatarsi nell'oggettività; percorrere i mutamenti avanti e indietro nel tempo; comprendere l'interazione e la mutua inferenza fra i vari mondi della percezione in cui gli Dèi agiscono.

L'atto del "mangiare" Meti è descritto per far comprendere il concetto di fagocitare. Non si impara a diventare Stregoni, ma ci si trasforma. Fagocitando i fenomeni dell'oggettività e ci si trasforma in Stregoni. L'azione del "mangiare" Meti è l'azione di far proprio un modo di essere, di concepire, di intuire e di riproporre l'intuito sotto forma di sé stessi nell'oggettività in cui si vive.

E' la trasformazione di Zeus, attraverso la fusione di sé stesso con Meti, che rende differente Zeus dai Titani che lo hanno preceduto. I Titani vivono nel mondo del tempo in cui le azioni sono oggetti in un presente d'azione; Zeus vive in un tempo lineare in cui le azioni, messe in atto dai soggetti nel mondo, trasformano sia i soggetti che il mondo in cui agiscono. Zeus può curare il suo futuro costruendo le condizioni per infiniti futuri. Egli non teme che altri Dèi costruiscano il loro futuro. Non teme la concorrenza, non teme la diversità. Proprio per l'intelligenza di Meti accoglie la concorrenza e la diversità come parte della costruzione di un insieme di cui egli è sia l'artefice che una parte in modificazione. Zeus può prepararsi ad affrontare l'esistente solo perché Meti è diventata parte indistinguibile di Zeus: essa stessa è Zeus! Zeus, dal suo canto, fagocitando Meti rinuncia a una parte di ciò che era, si trasforma e si arma (di intelligenza) per affrontare il futuro nel quale è un artefice della sua costruzione nell'infinito dei mutamenti.

Quest'arte è uno dei doni più preziosi che Zeus fa agli Esseri Umani: un fare proprio dell'arte della Stregoneria: CHIEDERSI IL PERCHE' DELLE COSE! Dove il perché delle cose non viene conosciuto mediante la nozione che la ragione impara, ma viene conosciuto attraverso un atto di violenza che il soggetto fa a sé stesso in relazione alle cose del suo conoscere. Fagocitare è un atto di violenza a sé stessi! Se la ragione, che si considera giudice e spettatore delle azioni, interpreta quanto assiste come un atto di appropriazione di un oggetto da parte del soggetto, è solo perché quell'atto costringe la ragione a modificarsi radicalmente facendo spazio all'intuizione di Meti che sorge dentro a Zeus. La Coscienza di Sé che mette in essere l'azione del fagocitare cessa di esistere. Nasce una nuova Coscienza di Sé. Accetta la propria fine e l'inizio di una Coscienza di Sé diversa. Una Coscienza di Sé composta dalla Consapevolezza che ha messo in essere l'azione del fagocitare e della modificazione che quel fagocitare ha prodotto. La Coscienza di Sé che si presenta davanti alla propria oggettività non è più la stessa. La differenza è costituita dalla capacità del soggetto di fagocitare oggetti sempre più grandi e modificare continuamente la propria consapevolezza.

E' la trasformazione alchemica dello Stregone. La sua capacità di chiamare le cose col loro vero nome e fagocitarle. Farle proprie riproponendo un altro sé stesso all'oggettività in cui si vive. Chiamare le cose col lor vero nome, significa discriminare le cose. Discriminare le cose significa riconoscere alle cose le loro qualità e la loro collocazione nell'oggettività in cui vivono. Chiamare le cose col loro vero nome significa consentire alla soggettività di esercitare la propria volontà all'interno delle proprie determinazioni scegliendo cosa fagocitare e cosa non fagocitare imprimendosi la direzione del cambiamento e della costruzione soggettiva. Il DIO è colui che sceglie! Colui che sceglie è colui che si fa Fato costruendo il proprio divenire. Se si preferisce, il proprio destino, se non fosse che affermare che quello era il destino della Coscienza lo si può fare soltanto perché si guardano i mutamenti attraverso i quali quella Coscienza di Sé è divenuta. Pertanto, solo a posteriori! Dunque, è solo un giudizio della ragione.

Chiedersi il perché delle cose e Chiamare le cose col loro vero nome porta Zeus a diventare uno Stregone insegnando questo fare agli Esseri della Natura.

Ed ecco il prodotto della Stregoneria di Zeus. Prende il presente, lo fagocita e lo ripropone nella nuova situazione che si sta costruendo. Meti è un Titano, nata da Oceano e Teti ed è l'intelligenza, la saggezza, la capacità strategica quale Coscienza di Sé e in sé. Fagocitandola Zeus la trasforma nella Meti che gli Esseri della Natura possono utilizzare per costruire il loro divino. Gli Esseri della Natura non sono in grado di utilizzare la saggezza, la progettualità, l'intelligenza in sé stessa. Queste devono diventare specifiche della qualità della loro esistenza. Ed è l'arte della Stregoneria, fatta propria da Zeus, che opera in questo senso.

Così Meti, per gli Esseri della Natura e degli Esseri Umani nel nostro caso, diventa Athena! L'arte dell'agguato partorita dalla testa di Zeus.

Questo è uno degli aspetti fondamentali dell'arte della Stregoneria. Per l'Essere Umano che pratica Stregoneria, la prima tappa del suo cammino è descrivere l'oggettività in cui vive chiedendosi il perché delle cose e soggettivando le risposte come chiamare le cose col loro vero nome. Questa attività lo trasforma in Stregone. Poi manifesta il suo essere Stregone riproponendo all'oggettività scelte diverse e migliori per di costruirsi nell'eternità dei mutamenti. Ci sono altri aspetti della Stregoneria propri dell'Essere Umano comunque, senza questo, non c'è arte della Stregoneria. Lo Stregone parte da quanto si presenta e costruisce il nuovo.

Zeus, fagocitando Meti, immette nella realtà della Natura e negli Esseri della Natura, la capacità di progettare, di farsi Meti, agendo per costruire loro stessi.

NOTA: Le citazioni della Teogonia di Esiodo sono tratte dalla traduzione di Ettore Romagnoli "Esiodo i poemi" Edito da Nicola Zanichelli Bologna 1929

Appunto trasmissione radiofonica del 2000 – inizio revisione 18 settembre 2014

Revisione

Marghera, 02 novembre 2014

Pagina tradotta in Portoghese

Tradução para o português 36/B) Zeus e Métis: Zeus se torna um Stregone (Bruxo) na Teogonia de Hesíodo

vai indice delle pagine di commento alla Teogonia

 

 

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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L'analisi della Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana ha forgiato una propria visione del mondo, della vita e del venir in essere delle coscienze fin dalle origini del tempo. Tali idee collimano nel tempo presente con le idee delle religioni e dei culti prima dell'avvento della filosofia e furono osteggiate militarmente dall'odio cristiano contro la vita. Analizzare Esiodo ci permette di chiarire il punto di vista della Religione Pagana.