Zeus e Semele: Dioniso nella
Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana parla della realtà degli Déi

di Claudio Simeoni

Se qualcuno vuole il libro cartaceo

 

Zeus e Semele: Dioniso

La Religione Pagana e la Teogonia di Esiodo

Se seguissi tutte le tradizioni di Dioniso non cesserei di parlare molto presto. Mi limiterò a sottolineare soltanto alcuni aspetti presi un po' qua e un po' là senza pretesa di commentarne il mito, ma con lo scopo di sottolinearne la funzione divina: quanto, dal punto di vista della Religione Pagana e della Stregoneria, Zeus, attraverso Semele, calò negli Esseri Umani.

Dioniso, come tutte le potenze che attraverso le relazioni Zeus cala fra gli Esseri nati in Era, era odiato da Era. Tutte le potenze che da Zeus scaturiscono privano Era di opportunità con cui arricchire la sua Coscienza e la sua Consapevolezza. Le nuove pratiche, le nuove strategie, i nuovi metodi che attraverso nuovi Dèi Zeus cala fra gli Esseri della Natura consentono a questi di sottrarsi, al momento della morte del corpo fisico, alla sedimentazione nella Coscienza di Era, arricchendola, percorrendo un proprio sentiero. Privando Era, Zeus consente a nuovi Dèi di bussare alle porte dell'Olimpo.

Per leggere alcuni aspetti di Dioniso sono stato costretto a invertire il punto d'approccio: non è la materia che esprime emozione, ma è l'emozione che si veicola nel mondo emotivo mediante il coinvolgimento della materia. La centralità in Dioniso non è la materia o la forma, ma l'emozione. L'emozione che vive in un mondo emotivo, estraneo alla forma e alla descrizione razionale del mondo, e che, coinvolgendo l'individuo in questa dimensione, lo costringe a vivere in una condizione che alla ragione appare delirante.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotta da Romagnoli:

Mista d'amore col Nume, la figlia di Cadmo, Semèle,

a luce diede il vago di feste Diòniso: un Nume

essa mortale: entrambi son ora compresi fra i Numi.

Esiodo, Teogonia 940 – 942

Semele, da cui nasce Dioniso, è figlia di Cadmo, un "mortale" mitico fondatore di Tebe, e Armonia nata da Afrodite e Ares.

Semele è una sorta di sintesi fra il mortale, lei stessa muore prima di diventare immortale, l'immortale della Natura che si trasforma nelle condizioni e nelle contraddizioni esistenziali, Ares, e l'emozione che diventa soggetto nell'esistente della Natura, Armonia.

La relazione con Zeus porta alla nascita di condizioni che diventano parte fondamentale della trasformazione degli Esseri della Natura da mortali a Dèi.

Semele è incinta di Dioniso. Era, travestita da vecchia, saputo che Zeus avrebbe soddisfatto ogni desiderio espresso da Semele, suggerisce a Semele di chiedere a Zeus di apparirgli per quello che è e non per l'aspetto che assume quando si presenta a lei. Lei chiede e Zeus l'accontenta. Solo che Semele è una mortale e non sopporta la vista dell'Atmosfera con tutte le sue qualità divine volte alla trasformazione e al mutamento. La coscienza e la percezione di ogni nato nella Natura è chiuso in una sfera razionale che limita la sua quantità e qualità di percezione del mondo in cui vive. L'individuo può modificare quella quantità e quella qualità della sua percezione, ma lo può fare con molto impegno e con grande determinazione perché non solo deve spostare i confini della percezione razionale del mondo, ma deve saper reggere il nuovo percepito e trasferirlo nella ragione. Un'azione che nell'individuo viene fatta dall'insorgenza dell'emozione che destruttura le percezione e la coscienza dell'individuo per ristrutturarle su un diverso piano cessato lo stato emotivo. Disaggregazione, dissociazione, riaggregazione pur mantenendo le possibilità dissociate, è il metodo usato dalla percezione umana per navigare in più piani del vissuto soggettivo mantenendo in essi il controllo razionale.

La vista di Zeus per ciò che è folgora la ragione di Semele che muore.

Per reggere il mondo, come la vista di Zeus per ciò che è, è necessaria una forza che appartiene ad un inconoscibile della struttura dell'Essere della Natura. Reggere la vista del Drago è una pretesa arrogante che non ha senso perché non serve all'Essere della Natura se non in un desiderio patologico espresso da fantasie che hanno perso la relazione con la realtà. Molte persone si perdono in meandri oscuri di patologie desideranti perdendo la cognizione della relazione fra ciò che sono e il mondo in cui stanno vivendo. Mancano di disciplina e il loro desiderio, anziché veicolarsi nel mondo, si chiude in una dimensione patologica delirante.

Era ha indotto in Semele la perdita di senso della realtà e l'ha costretta a delirare e il delirio ha fulminato Semele.

Chi intervenne?

Lui, Ermes, colui che ha l'abilità di sottrarre perché non riconosce un diritto di proprietà, ma solo il diritto dell'esistenza.

Il ladro non è in grado di sottrarre Semele alla morte, ma usa la sua abilità per sottrarre a questa Dioniso, l'Essere Feto, in pancia della madre. Rapido come la folgore, sulle sue ali, Ermes sottrae il bambino alla madre morta e lo cuce nella coscia di Zeus per consentirgli di portare a termine la gestazione. Lo stesso mito lo si ritrova nella mitologia Ittita dove Kumarbi, che viene equiparato al Cronos greco, genera un figlio dalla coscia. Nella mitologia Ittita il tempo genera le cose da sé stesso (o attraverso sé stesso; il tempo). Nella mitologia Greca è Zeus e gli Dèi Olimpi che non accettano la sconfitta e mettono in essere i propri adattamenti alle variabili incontrate.

Semele è sconfitta! Dioniso è la sua vittoria!

Era distrugge Semele, ma non modifica il futuro che in Semele germinava in quanto Dioniso si trasferisce fra gli Esseri della Natura. La nascita di Dioniso, o meglio, le nascite di Dioniso, sono la chiave per comprendere il significato religioso in cui questo Dio si esprime. Dioniso è molte cose, ma cominciamo dall'ultima: è il nato tre volte!

Il feto muore e nasce il bambino/a; muore il bambino/a e nasce l'Essere Umano adulto, sessualmente maturo; muore l'Essere Umano e nasce il DIO.

Quando avvenne? Ora avviene, in tutti noi. Avvenne in Dioniso; questo è Dioniso.

Le fasi attraverso le quali gli Esseri Umani costruiscono il dio che cresce dentro di loro passano attraverso tre nascite. Dioniso sta per morire nel ventre di Semele. Se il suo corpo fisico muore, muore anche la possibilità di costruire il dio. Ermes provvede affinché la gestazione sia portata a termine, la gestazione del dio, non dell'Essere Umano. Muore il feto estratto dal ventre di Semele e il morto rinasce nell'atmosfera: nella coscia di Zeus. La seconda fase della gestazione viene affidata a Zeus.

Il bambino cresce fra le braccia di Zeus e là arriva alla maturità sessuale.

E' la nascita dalla gamba di Zeus.

Ora Dioniso è un uomo maturo; ora Dioniso è una donna matura. Ora, cresciuto fra le braccia di Zeus, può affrontare la sua vita fino a quando i Titani, esplodendo dentro di lui, non dilaniano il suo corpo.

Ognuno di noi, ogni Essere della Natura, se non muore per le contraddizioni che incontra nel corso della sua esistenza, alla fine della sua vita viene fatto a pezzi dai Titani.

La vita nell'Atmosfera è finita. Interviene Rea, l'Essere Terra, che ne ricompone le membra e Dioniso ritorna alla vita. Così la morte del corpo fisico è lo straziare del corpo fisico costruito dai Titani e l'intervento di Rea, che aiuta la "traslazione" della Coscienza di Sé di Dioniso dal corpo fisico al corpo luminoso, non è altro che la ricomposizione della coscienza su un altro corpo.

Dioniso, come divinità, esprime la vita che combatte per esistere, per nascere. Qualunque tipo di vita che è solo vita e non è ancora ragione.

Questa idea si è, nel corso dei secoli, radicalizzata e sembra che a Smirne, nel 2° secolo d. c. venissero escluse dal santuario quelle donne che non solo avevano esposti i figli, ma che avevano abortito. Si tratta dell'arrivo del controllo delle persone mediante il controllo del loro corpo. Dioniso e Apollo saranno fra i modelli religiosi utilizzati per costruire la figura di Gesù.

Dioniso è il dio dell'estasi. Semele è figlia di Armonia che è struttura emotiva all'interno degli Esseri della Natura. Armonia indica l'armonia che si ottiene veicolando le proprie tensioni e le proprie pulsioni nella quotidianità. La veicolazione della struttura emotiva è un atto di scarico della tensione che porta al piacere e a quella fase di rilassamento che è la fase, nella manifestazione dell'emozione del soggetto, in cui si realizza il guadagno, mediante trasformazione, della sua struttura emotiva.

L'estasi, indotta nelle baccanti anche mediante piante che oggi chiamiamo "velenose", costituisce la rottura della descrizione razionale del mondo e l'immersione dell'individuo nella sua sfera emotiva che viene liberata dal controllo protettivo della razionalità. Ciò che mancava ai Dionisiaci e alle Baccanti era l'intento. Anche se io libero la mia sfera emotiva, per che cosa la libero? Per che cosa mi immergo nel mondo emotivo se non sono in grado di usarlo per manipolare la mia struttura psichica? Perdo i freni inibitori, ma non ho il controllo delle mie azioni; non so dove conducono le mie azioni; non controllo la modificazione del mondo che produco con azioni di cui non ho il controllo.

Di fatto entro nel mondo della patologia psichiatrica e vivo quel mondo conchiuso nella mia testa come reale, oggettivo, annientando, di fatto, la mia volontà di vivere. Entro in un mondo immaginato in cui veicolo le mie emozioni. Ma non vivo le emozioni in quanto emozioni, vivo le emozioni all'interno di una dimensione allucinatoria come fuga dalla realtà quotidiana.

Il Dioniso dentro di me non parte per la sua guerra di conquista verso l'India, ma si perde in un vortice emotivo che non gli fa varcare la porta di casa.

In questa dimensione patologica e farneticante nasce la necessità di condividere la manifestazione patologica con altri individui perché la dimensione patologica si regge sul consenso e la condivisione. In questo senso i culti dionisiaci e bacchici facevano proselitismo. Chiedevano ad altre persone di aggregarsi.

L'ebrezza genera la perdita di contatto col reale razionale e porta l'individuo a considerarsi in comunione col dio. Solo che quel dio non era un oggetto in sé, ma era sé stessi proiettato nel mondo.

L'immaginazione si scatena presentando al soggetto un percepito che la ragione non può descrivere. "Impugna i Tirsi, che ti fanno violenta!" Il Tirso era un'asta di abete coperta alla sommità di tralci di Edera e di Vite (dall'Edera si estrae un succo velenoso che se mescolato col vino in proporzioni altera la percezione e costruisce deliri!). Impugnare il Tirso portava ad alterare la percezione e a vivere un'onda emozionale che spazza via ogni catena psichica e ogni tabù educazionale. "Impugna i Tirsi per costruire la tua Libertà!"

Non era un caso che le Baccanti fossero donne: loro subivano il peso della costrizione educazionale e solo la liberazione degli Esseri Umani femminili dalla costrizione emozionale consentiva la liberazione dell'intero Sistema Sociale dal controllo della struttura emotiva.

Dioniso spinge gli Esseri Umani a concepire l'esistenza del mondo come diversa dal come la ragione la descrive. Li spinge ad uscire dall'ordinario, dalle regole imposte, dalle convenzioni: per questo a Roma il dionisismo divenne un pericolo.

Dioniso e le baccanti alteravano la percezione, ma non avevano disciplina per farlo.

Dioniso, da solo, non costruisce equilibrio fra i vari divini, ma si impossessa degli Esseri che costruiscono l'estasi senza disciplina. Che se ne fa della disciplina Dioniso? Ermes, Zeus e Rea sono intervenuti in suo aiuto (anche altri DEI, in altre situazioni), ma la disciplina permette agli Esseri Umani di imporre ad Ermes, Zeus e Rea di intervenire anche in loro soccorso.

Con Semele, Zeus costruisce le tappe che gli Esseri Umani percorrono per costruire il DIO che cresce dentro di loro. Il grembo materno, la vita nell'atmosfera, la vita oltre la morte del corpo fisico. Questo è il divino che Zeus Egioco costruisce affinché gli Esseri Umani, anch'essi figli di Era, possano bussare alla porte dell'Olimpo chiedendo di essere riconosciuti come DEI.

Dioniso è emozione fatta materia, forma e quantità. L'emozione chiede e pretende di essere veicolata nel mondo anche costruendo una tempesta che porta a morire Semele, Dioniso stesso, fatto a brandelli dai Titani come fine della sua esistenza. Per dominare il Dioniso dentro ogni Essere è necessario usare gli Dèi Olimpi, ma per farlo serve la disciplina che ogni soggetto, nel farsi Dioniso, deve imporre a Dioniso stesso. Egli è Ermes, egli è Zeus, egli è Rea in ogni momento in cui manifesta il Dioniso dentro sé stesso fino a diventare tutt'uno con i Titani attraverso i quali aprire le porte dell'Olimpo.

NOTA: Le citazioni della Teogonia di Esiodo sono tratte dalla traduzione di Ettore Romagnoli "Esiodo i poemi" Edito da Nicola Zanichelli Bologna 1929

Appunto trasmissione radiofonica del 2000 – inizio revisione 18 settembre 2014

Revisione

Marghera, 18 novembre 2014

Pagina tradotta in Portoghese

Tradução para o português 49/B) Dioniso na Teogonia de Hesíodo

vai indice delle pagine di commento alla Teogonia

 

 

 

 

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Claudio Simeoni

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L'analisi della Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana ha forgiato una propria visione del mondo, della vita e del venir in essere delle coscienze fin dalle origini del tempo. Tali idee collimano nel tempo presente con le idee delle religioni e dei culti prima dell'avvento della filosofia e furono osteggiate militarmente dall'odio cristiano contro la vita. Analizzare Esiodo ci permette di chiarire il punto di vista della Religione Pagana.