5) Nella tua pratica ti definiresti più un tradizionalista oppure un eclettico?
Hai un pantheon definito?
Sei tendenzialmente un praticante solitario o ami lavorare in gruppo?

Domanda allo Stregone Claudio Simeoni
risposta N. 5

Vai all'indice dell'intervista a Claudio Simeoni sul suo percorso di Stregoneria

 

Nella mia pratica mi definisco uno Stregone. Uno Stregone erede di quel gruppo di ultimi seguaci delle religioni misteriche che sopravvissero alle stragi e alle distruzioni del cristianesimo e che, attorno all'800 (indicativamente) dopo la strage di Carlo Magno di 4.500 Pagani Sassoni che non vollero convertirsi al cristianesimo, costruirono un territorio, in mondi della percezione, che i cristiani non potevano raggiungere e dal quale chiamare gli Esseri Umani. Molte idee comuni sulla stregoneria derivano dai paesi anglosassoni, dagli USA e dal medioevo. Della Stregoneria ne parlano gli inquisitori, loro usano parole semplici, come i ferri roventi. Lo Stregone che parla di Stregoneria deve usare tanti "giri di parole” perché gli "oggetti” della Stregoneria non rientrano nel mondo della ragione, ma appartengono a mondi, il mondo emotivo e il mondo dell'azione, in cui le parole sono estranee. Oggi, con le scoperte scientifiche e la ricerca neuronale, siamo un po' più facilitati; ma prova a spiegare, fino a 10 anni fa, la percezione del mondo che giungeva alla coscienza passando per il cervello dello stomaco. Da qualche anno sappiamo che esiste questo cervello, grazie alla ricerca neuronale. Fino ad ieri il problema era far comprendere come qualcuno (e spesso la casalinga) aveva delle sensibilità particolari che imparava a poco a poco ad usare. La stregoneria descritta dalla superstizione e dai cristiani è facile: un colpo di bacchetta magica e si cambia il mondo. Dal momento che quasi tutte le persone desiderano che il loro mondo cambi; è facile far desiderare i colpi di bacchetta magica (o i miracoli). Per questo motivo è facile (e infantile) far credere che la Stregoneria sia una serie di colpi di bacchetta magica o di formule magiche. La Stregoneria appartiene al mondo di Libertà (Demetra) e non a quello di Verità (Estia). Si nasce soli e si muore soli. Così lo spazio della propria vita lo si riempie da soli. Tuttavia chi pratica Stregoneria deve far sì che l'ambiente in cui agisce, favorisca la sua pratica di Stregoneria. Per questo la sua pratica di Stregoneria si riversa nell'ambiente e nella società. Nessun Stregone può "insegnare” Stregoneria, perché "insegnerebbe” sé stesso come verità, e una verità non appartiene alla Stregoneria in quanto richiede di chiedere ad altri di aver fiducia o fede in quella verità espressa; in altre parole, sottomissione a quella verità.

Castaneda diceva che sono quattro i nemici che deve affrontare una persona che pratica Stregoneria. Ogni volta che uno di questi nemici viene superato l'individuo non è più lo stesso.

Il primo nemico è la paura; superato quel nemico si cessa di aver paura. Più precisamente, si cessa di consentire alla paura di frapporsi fra noi e lo sconosciuto che ci circonda. Se si è in un gruppo di persone che non hanno superato a loro volta la paura, queste sono terrorizzate dall'ardire di chi ha superato la paura: "Come, lo chiami il Macellaio di Sodoma e Gomorra? Chissà che cosa ti succederà! Bisogna rispettare le altre religioni!”. La loro paura li porta a confondere rispetto con accettazione e sottomissione. A queste condizioni nessun gruppo può contenere uno Stregone; ne avrebbe paura.

Il secondo nemico è la Lucidità. Sconfitto quel nemico, allo Stregone tutto appare chiaro, non perché "sappia tutto”, ma perché nell'ambito della cultura del proprio tempo, è in grado di spiegare aspetti nuovi e inusuali della realtà in cui vive. Si appropria di strumenti culturali come risposta al proprio bisogno di comunicare. Se è in un gruppo e il gruppo non ha fatto il medesimo cammino, verrebbe scambiato come arrogante, il saputello, quello che "pretende di sapere”. Scalare una montagna implica fatica e impegno costante. Quando si arriva alla cima si esulta per il proprio successo. Questa esultanza viene scambiata per mancanza di "umiltà” , specie da chi, educato dal punto di vista cattolico, pensa che la conoscenza sia un dono del dio padrone e non la conquista di una trasformazione soggettiva. Quando io sputavo sangue per acquisire la forza per scalare quella montagna, tu non eri al mio fianco, ed ora, ora che sono riuscito a raggiungere la vetta, vuoi abbattere la mia esultanza per giustificare le tue rinunce? Chi non ha faticato allo stesso modo aggredisce chi ha faticato ed è riuscito. Nessun gruppo può accettare chi è riuscito a raggiungere una vetta sia perché non riconosce la vetta, sia perché non riconosce i meriti di chi ha raggiunto la vetta. E' il meccanismo psicologico che ha attivato l'inquisizione contro le streghe e contro gli eretici. In fondo, che cos'erano streghe ed eretici se non individui che aprivano sprazzi di conoscenza nel buio dell'accettazione remissiva dell'omologazione imposta dal cristianesimo?

Le cose si fanno più pesanti quando si sconfigge il terzo nemico di chi segue una via alla Stregoneria. Quando si sconfigge il Potere. Che cosa si sconfigge? Si sconfigge la tentazione soggettiva di usare la conoscenza per appropriarsi delle persone. Quando eserciti un simile atteggiamento in un gruppo, la tua Stregoneria non vale nulla. Il gruppo non discute mai le affermazioni o le indicazioni che vengono date, ma, come un pollaio che al suo interno vuole determinare una gerarchia, mette in atto una serie di difese che vanno dall'aggressione alla denigrazione, dalle offese allo svilimento, finalizzate ad aggredire la persona. Qualunque cosa dica quella persona, non viene nemmeno ascoltata. Non si prende in considerazione ciò che dice o, a quello che dice, vengono attribuiti significati diversi. Il gruppo difende sé stesso dall'idea di come quel gruppo userebbe il potere che intuisce se, anziché essere manifestato dallo Stregone, lo avesse qualcun altro del gruppo.

Il quarto nemico è la morte del corpo fisico. Non c'è verso di sconfiggere quel nemico. Si può solo partorire il corpo luminoso che si è costruito durante la propria esistenza.

Ci sono delle difficoltà a lavorare con altre persone. Le relazioni empatiche portano chi pratica Stregoneria ad agire nella società, per il benessere e la libertà degli Esseri Umani sia perché questo gli dà sicurezza, sia perché questo attenua il dolore che dal mondo giunge a chi pratica Stregoneria. Dall'altro lato, ogni gruppo di persone è portatrice di bisogni e di intenzioni che spesso hanno poco a che fare col pensiero astratto che lo Stregone propone e tendono ad usare chi pratica Stregoneria per i loro specifici interessi.

E' un grosso problema che abbiamo superato proprio con la costituzione della Federazione Pagana, col suo statuto e con i suoi propositi all'interno della Religione Pagana.

 

Immagini di Stregoneria

I libri di Claudio Simeoni

Marghera, 01 gennaio 2010 (postato in web 30.12.2011)

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell’Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

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Come sono diventato uno Stregone

Non si può voler diventare uno Stregone. Lo si diventa. O per impegno soggettivo nel nostro vivere nel mondo, o perché la vita non ti lascia alternative. Quando questo succede non puoi far altro che "andare avanti" approfondendo la nuova percezione del mondo e vivendo con passione.