7) Qual è il tuo rapporto con la natura e gli animali?
E il tuo rapporto con la magia?

Domanda allo Stregone Claudio Simeoni
risposta N. 7

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Due domande.

Ogni soggetto della Natura (sia esso animali, piante, muffe, stambecchi, uomini, lamantini, bradipi, virus, batteri ecc. ecc.) vive una sorta di separazione dalla Natura perché il suo cammino di eternità, la sua vita, appartiene a lui. Nello stesso tempo, dentro di lui, un infinito numero di lui sono separati da lui perché percorrono il loro cammino di eternità. Dentro di noi, un'immensa colonia di batteri (a parte i batteri, ma anche l'infinito numero di mitocondri che costituiscono la nostra struttura fisica) e un numero infinito di virus, costruiscono il loro personale cammino per diventare Dèi. L'idea di "Io sono" è il modo di "essere" che la Natura ha imposto ai suoi figli affinché la ricerca delle migliori condizioni di vita e la ricerca dello sviluppo di quel "Io sono" fosse funzionale allo sviluppo della Natura, sia intesa come singoli individui o singole specie sia come NATURA in sé stessa che dice "Io sono" e la cui Coscienza divina onoriamo col nome di Hera, Giunone, o comunque i popoli la chiamino. La sensazione profonda che hanno gli Esseri Umani di far parte di "un tutto" dal quale si sentono separati e al quale tendono, spesso spiegandolo con il panteismo, l'immanentismo o il platonismo, è prodotta da questi legami (si rivelano nei legami empatici) che agendo sulla struttura emotiva profonda si riversano nella coscienza, come una sensazione vaga che la ragione tenta di spiegare. Da questa sensazione nascono molte idee religiose, a seconda di come la ragione la spiega.

Quel "Io sono" è il riconoscimento col quale ogni Essere, qualunque sia la specie e la struttura, si riconosce come parte della Natura, soggetto che agisce, vive e si sviluppa nella Natura, parte della Natura. Io posso dire di essere la Natura, la Natura è anche me, ma è anche l'insieme di soggettività che come oggettività hanno determinato le condizioni affinché anch'io esistessi.

Io mi espando nella Natura, non al di fuori di essa. La mia intelligenza, la mia psiche, le mie passioni, i miei desideri, sono espressione del mio corpo. E' il mio corpo, divenuto nella e dalla Natura, che ha intelligenza, mente, passioni, emozioni desideri.

Il cristiano, a differenza del Pagano, dice "Dio esiste". Con questa affermazione separa "il creato" dal "creatore"; sé stesso come "creato" dal "creatore". In questa operazione psichica il monoteista ignora che il suo creatore è proiezione di sé stesso che si è separato dalla Natura. Per poter immaginare un "creatore" si è verificata una separazione fra individuo e Natura; fra il suo corpo e la sua anima. E' forse la maggiore differenza religiosa esistente fra cristiani e monoteisti da una parte e Pagani dall'altra. I monoteisti, i cristiani in particolare, pensano che l'anima derivi da dio (come nel Platonismo, nel Neoplatonismo e nell'Ermetismo) e solo il corpo dalla Natura; i Pagani pensano che tutto ciò che i monoteisti attribuiscono all'anima, sia in realtà manifestazione delle peculiarità del loro corpo. Da qui derivano due diversi modi di vivere: il cristiano impone la sofferenza del corpo per liberare l'anima e garantire il benessere all'anima dopo la morte; il Pagano garantisce il benessere al corpo per avere il benessere psichico e garantisce il benessere psichico perché questo garantisce il benessere al corpo. Per questo motivo, nei vangeli cristiani troviamo il disprezzo di Gesù per i Pagani che lavorano per seminare, piantare, costruire i vestiti e il benessere sociale. Per Gesù, questa è un'attività inutile. A questo ci pensa dio (Matteo 6, 28-33). I Pagani sanno che si nasce e si agisce nella Natura e le relazioni, come dice Eraclito, vengono costruite per amicizia o contesa furente, oppure, come affermano gli Orfici nel Papiro di Derveni, possono avvenire per Armonia e Peitò (persuasione). In ogni caso, nulla ci è dovuto e tutto va conquistato e costruito. Alla Natura non interessa quanti danni possono fare gli Esseri Umani. E' la Natura che ci comprende, non noi che comprendiamo la Natura. I danni che fanno gli Esseri Umani nella Natura tendono a distruggere l'ambiente favorevole alla vita degli Esseri Umani, non distrugge la Natura. Lei esisteva prima dell'arrivo degli Esseri Umani, come noi oggi li intendiamo, e continuerà anche dopo che la nostra specie sarà scomparsa. Noi possiamo solo vivere. Se nel vivere all'interno della Natura costruiamo le relazioni con le emozioni dei soggetti che agiscono nella Natura, allora il nostro vivere è un cammino di eternità. Per farlo è necessario superare quella sensazione di "triste-nostalgia" e dire al mondo "Io esisto" incominciando a muoverci nel mondo come tanti Ercole che affrontano le fatiche della quotidianità con coraggio e determinazione. Purtroppo, quando quel "io sono" è pronunciato da un cristiano o da un monoteista, non assume il significato di "abitare il mondo", ma assume il significato di "io sono il padrone del mondo" è allora che cominciano i guai. Non è il Potere di Essere del Pagano che vive, ma è il Potere di Avere del cristiano che tutto deve sottomettere alla volontà del suo dio o di sé stesso che lo rappresenta. Per la Natura e per le società umane, sono guai.

Prendiamo in considerazione i tre riti fondamentali che celebriamo presso il Bosco Sacro in Jesolo Venezia. L'Equinozio di Primavera, il Solstizio d'Estate e l'Equinozio d'Autunno.

Non sono riti fatti a caso, celebrano eventi magici assoluti.

L'Equinozio di Primavera celebra la nascita, ogni nascita, ogni illuminazione, ogni trasformazione, ogni morte del corpo fisico da cui nasce un corpo luminoso, ogni uovo, ogni seme, ogni utero. La nascita come inizio di ogni cammino, il ritorno di Persefone dall'Ade. L'Ade è potenzialmente tutto ciò che genera. Dove l'Ade è un presente nel quale camminiamo verso una luce. Qualunque questa sia.

Nel Solstizio d'Estate celebriamo la Conoscenza. In sostanza il Potere di Essere che ogni Essere sviluppa nel suo vivere, nella formazione della sua esperienza, nel suo affrontare le sfide della propria esistenza, nell'accumulare sapere e conoscenza per affrontare le sfide dell'esistenza. Celebriamo il coraggio con cui affrontare lo sconosciuto che ci circonda, svelarlo, penetrarlo ed agire in esso.

Nell'Equinozio d'Autunno celebriamo i mondi del silenzio. Tutte quelle voci sconosciute e inconoscibili che ci circondano. Quell'infinito che penetriamo trasformandoci continuamente, azione dopo azione, sfida dopo sfida. Ed ecco che il nostro mondo quotidiano, inconoscibile per il feto o il pulcino dentro all'uovo, al momento della morte dell'uovo o del feto, si trasformano da inconoscibili a sconosciuti solo perché, morendo il feto o distruggendo l'uovo, il bambino e il pulcino hanno forgiato gli strumenti per trasformare il loro nuovo quotidiano da inconoscibile a sconosciuto che ora devono esplorare e conoscere. Sfida dopo sfida, attimo dopo attimo. I mondi del silenzio sono i mondi inconoscibili come, su un piano diverso, sono inconoscibili i mondi dell'azione (il tempo percepito come spazio) e il mondo emotivo (le emozioni intese come forma, sostanza e unica realtà).

In questo, noi, come Pagani Politeisti, celebriamo TUTTA la Natura e la ricordiamo a noi stessi in ogni attimo della nostra esistenza.

 

Che cos'è la magia? Che cosa intendono gli uomini col termine "magia"?

Per parlare di magia dobbiamo partire da Marcel Mauss e dai suoi studi sulla "Teoria generale della magia". Perché intendo partire da Mauss? Perché Mauss è un sociologo-antropologo serio e il suo scritto è abbastanza vecchio da precedere gli attuali studi di genetica, studi neuronali e altre teorie antropologiche che hanno rivoluzionato o stanno rivoluzionando il pensiero scientifico umano. Tuttavia è uno studio che viene ancora preso in considerazione da chi confuta la magia per dimostrare che la magia è solo superstizione.

Un legno galleggia per magia? L'insieme di legni che ho legato e mi hanno permesso di attraversare un fiume, è un atto magico?

Per capire il rapporto dell'uomo con la magia è importante che noi mettiamo a fuoco questa questione. Riflettiamo in che cosa consiste la magia. Se dicessi che la magia consiste nel fatto che il legno galleggia e questo mi ha permesso di attraversare il fiume, canterei le lodi "al dio creatore" che creando il legno che galleggia mi ha permesso di attraversare il fiume. Da questo punto di vista nasce la magia superstiziosa degli antichi che diventa la magia di bibbia e di vangeli e diventa la magia superstiziosa che Mauss nella sua analisi censura. Anche oggi, la magia che trasforma il mondo, è la magia della superstizione. Pretendere di modificare il mondo con un atto o con formule, genera superstizione come proiezione di un desiderio soggettivo.

Diverso è, invece, se noi spostiamo l'attenzione su ciò che Mauss non considerava: il soggetto.

Io ho osservato che il legno galleggia. Io ho osservato che il suo galleggiamento è in grado di portare pesi. Io ho osservato che più legni insieme portano il mio peso. Io ho osservato che sono in grado di risolvere il problema e mettere insieme i legni. Io manifesto l'intento di attraversare il fiume. Io ho attraversato il fiume.

La magia non sta nel fatto che il legno galleggi, ma nel fatto che IO HO ABITATO IN MANIERA COERENTE IL MONDO. Ho dovuto modificare la mia percezione del mondo per raggiungere il mio intento! Domani, qualcuno mi osserva, mi imiterà. Otterrà il mio stesso risultato, ma non avrà messo in atto quella trasformazione emotiva che io sono stato costretto a fare per raggiungere il mio obiettivo. Io mi sono trasformato emotivamente e la mia trasformazione emotiva si è trasformata in cultura. Lui, prende la cultura e la usa. Io ho fatto l'atto MAGICO della trasformazione usando la mia percezione per costringere la mia descrizione a modificarsi e a comprendere che potevo attraversare il fiume, lui ha agito in un contesto culturale che io gli ho preparato. Così, diventa un atto magico l'eureka di Archimede, mentre diventa un atto culturale quello degli ingegneri che per la prima volta costruirono navi di ferro.

Che cos'è allora l'atto di magia?

Non è l'atto con cui trasformo il mondo, ma è l'atto con cui manipolo la mia percezione del mondo per poter abitare al meglio il mondo in cui sono nato e fornire strumenti ad altri individui della mia specie.

La magia non consiste nel colpo di bacchetta magica di Harry Potter o nel miracolo di Gesù che mi fa rimarginare la ferita grave che una spada mi ha aperto, ma consiste nella percezione di Esculapio che riesce ad individuare la presenza, nella saliva di quella vipera, del fattore di crescita (scoperto recentemente dalla Montalcini) che succhiando le ferite gravissime ne favorisce la guarigione. E' Esculapio il "mago" che trasforma la sua magia in cultura. Lo stesso vale per l'interpretazione dei segnali che dal mondo giungono a noi. Non sono solo segnali fisici, ma veicolano segnali emotivi che ci permettono di interpretare il mondo.

La magia è l'arte di abitare il mondo modificando continuamente la nostra percezione del mondo.

Le magie assolute sono la nascita del corpo fisico e la morte del corpo fisico. Magia è trasformazione dell'individuo nel suo essere nel mondo. E' la costruzione del Potere di Essere che l'individuo accumula, modificazione dopo modificazione, e con la quale si rappresenta, in quel momento, nel mondo. Una trasformazione che viene trasferita nella cultura prima e nella specie poi generando la diversificazione delle specie fin da quando nostro nonno stava nel brodo primordiale.

 

Immagini di Stregoneria

I libri di Claudio Simeoni

Marghera, 01 gennaio 2010 (postato in web 30.12.2011)

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell’Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

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Come sono diventato uno Stregone

Non si può voler diventare uno Stregone. Lo si diventa. O per impegno soggettivo nel nostro vivere nel mondo, o perché la vita non ti lascia alternative. Quando questo succede non puoi far altro che "andare avanti" approfondendo la nuova percezione del mondo e vivendo con passione.