L'Attenzione

L'Anticristo e la fondazione della libertà dell'uomo

Il Libro dell'Anticristo

di Claudio Simeoni

Cod. ISBN 9788891170873

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L'Attenzione

Se si usasse la terminologia Kantiana dovremmo parlare di due tipi di Attenzione: l'Attenzione dell'intelletto e l'Attenzione della ragione. Con l'Attenzione dell'Intelletto affronteremo le questioni della libertà, mentre con l'Attenzione della ragione affronteremo la natura.

Se si usasse la terminologia Taoista si dovrebbe parlare di Attenzione del Tao e Attenzione del quotidiano. Con l'Attenzione del Tao ci faremmo compenetrare dal Tao e col silenzio del Tao modelleremmo l'Attenzione nel quotidiano.

Se si usasse la terminologia Castanediana si dovrebbe parlare di due tipi d'Attenzione: l'Attenzione del Tonal e l'Attenzione del Nagual. Con l'Attenzione del Tonal ci si rapporta nel quotidiano; con l'Attenzione nello sconosciuto Nagual trasferiremo gli elementi dello stesso dal Nagual al Tonal, allargando l'isola dell'azione nel quotidiano.

Che cos'è l'Attenzione?

E' la capacità di convogliare i sensi dell'Essere Umano nella percezione di un oggetto o di aspetti di esso (o, se vogliamo, alla Kantiana, nella percezione di fenomeni specifici riguardanti l'oggetto considerato; oppure, ancora, nella percezione di fenomeni come oggetti). Quando l'Attenzione riguarda i sensi si può parlare di vari tipi di Attenzione.

In questo momento consideriamo l'Attenzione nel quotidiano. Nessuno, nella società attuale, insegna ad un Essere Umano in crescita l'uso e l'importanza dell'Attenzione. L'Essere Umano adulto non considera importante l'Attenzione se non quando deve trasformare gli individui in schiavi, inchiodandoli ad un fare atto a sottometterli. Gli schiavi, e gli schiavi salariati, sono individui la cui Attenzione è stata inchiodata al fare quotidiano delle proprie mansioni. L'abitudine alle mansioni impedisce alla loro Attenzione di spostarsi dal fare quotidiano ad altri aspetti dell'esistente. Gli schiavisti, di ogni ordine e grado, possiedono un'Attenzione finalizzata alla rapina del fare degli schiavi (dunque schiavi a loro volta). Tutta la loro Attenzione è volta a procurarsi e mantenere il vantaggio sugli schiavi, o su altri schiavisti a loro sottomessi, incapaci di spostare la loro Attenzione su altri metodi attraverso i quali affrontare la loro esistenza. Per questi individui il mondo è fatto solo di schiavi e di padroni, di gerarchie di schiavi e di schiavisti, e tutto il sistema sociale si regge su rapporti di forza fra schiavi. La loro tendenza è quella di trasformarsi in schiavi “schiavisti di schiavi”.

I loro figli cresceranno a loro immagine e somiglianza. Ogni contrasto generazionale, com'è comunemente definito il contrasto fra figli e genitori, altro non è che il momento in cui questi ultimi ingabbiano l'Attenzione dei primi (o tendono a farlo), mentre questi si ribellano, nel tentativo di spaziare con l'Attenzione in tutti gli aspetti dell'esistente.

Ingabbiare l'Attenzione di un individuo è sempre una guerra, in quanto l'Attenzione determina il rapporto qualitativo fra il soggetto che la esprime e l'oggettività circostante. Un'Attenzione bloccata o fissata su un numero limitato di aspetti manifesta delle relazioni menomate, limitate e incomplete col circostante.

La consapevolezza di avere una percezione inadeguata dell'esistente crea un momento di insoddisfazione ed è fonte della maggior parte delle crisi psicologiche degli individui. Ogni contrasto sociale deriva dal fatto che alcuni soggetti vorrebbero estendere la propria Attenzione su alcuni oggetti dell'esistente e, con questo, modificare il proprio fare per aumentare il proprio Potere di Essere; altri soggetti vogliono bloccare l'estensione di tale Attenzione, limitare la percezione degli oggetti, ingabbiare il fare dei primi, limitandone così lo sviluppo del Potere di Essere.

Questi Esseri Umani fanno ciò per mantenere costante il proprio controllo sociale su un determinato gruppo d'individui, in quanto la loro Attenzione è incapace di spaziare oltre quella concezione organizzativa con cui affrontano la loro vita. Così facendo costruiscono muri sempre più solidi entro i quali chiudere l'Attenzione di altri Esseri Umani. Questa operazione va sotto il nome di Condizionamento Educazionale.

L'Attenzione si forma attraverso l'uso dei sensi nella percezione del quotidiano. Intendo i sensi nel modo classico del mondo occidentale. Attraverso questo distinguo cinque tipi di Attenzioni legate al mondo del quotidiano e cinque tipi di Attenzioni legate allo sconosciuto dentro e fuori di noi.

Che cos'è lo sconosciuto? E' tutto ciò che noi non percepiamo. Parlando alla maniera di Kant, si direbbe che lo sconosciuto consiste in tutti i fenomeni degli oggetti che non percepiamo, o che non consideriamo come importanti, o, ancora, nell'essenza noumenica dell'oggetto che non consideriamo, in quanto i nostri sensi, egli dice, percepiscono i fenomeni dell'oggetto e non l'oggetto in Sé che ci rimane estraneo.

Se Kant concepisce l'esistenza dell'oggetto in Sé come analogia del soggetto percettore dei fenomeni che considera un soggetto in Sé (lascio per ora perdere il discorso sul senso interno e l'articolazione dello stesso), io, a differenza di Kant, conosco il divenire della percezione dei fenomeni un tempo sconosciuti (alla ragione) ed oggi noti (variando così il concetto globale del giudizio formulato in precedenza sull'oggetto) e, per analogia, posso ipotizzare l'esistenza di altri fenomeni, ora sconosciuti, relativi all'oggetto.

I fenomeni di un oggetto sono certamente limitati nel numero e questa limitazione è dovuta all'oggetto stesso. Ancora più limitata è la nostra percezione dei fenomeni dell'oggetto, non solo per il tipo di sensi che disponiamo, ma soprattutto per il Condizionamento Educazionale cui abbiamo o hanno sottoposto i nostri sensi. Per inciso, si può affermare l'esistenza di altri sensi nell'Essere Umano, sensi non sviluppati, ma potenzialmente presenti, come alcuni casi particolari sembrano dimostrare, anche se potrebbe trattarsi di un'estensione dei sensi considerati ed usati in modo diverso.

Oltre ad uno sconosciuto è ipotizzabile anche un inconoscibile. Per inconoscibile indichiamo un oggetto la cui natura, e di conseguenza i fenomeni prodotti e da noi percepiti, è talmente diversa dalla natura del soggetto che i fenomeni emessi non rientrano nella gamma percepibile dai sensi del soggetto o il soggetto non li riconosce come fenomeni relativi a quell'oggetto. L'inconoscibilità è incompatibilità fra il soggetto e l'oggetto.

Se il soggetto non percepisce i fenomeni di un oggetto, o non li riconosce come fenomeni relativi all'oggetto, quell'oggetto per lui non esiste. Non esiste nel senso che i fenomeni non sono in grado di modificare la sensibilità del soggetto. Ciò che non è in grado di modificare ora la sensibilità del soggetto non significa necessariamente che non sia in grado di farlo in un secondo tempo.

C'è un esempio cui possiamo ricorrere nel mondo della ragione ed è la percezione del feto rispetto alla percezione dell'Essere Umano adulto. La percezione fetale ci è quasi sconosciuta, ma ad essa possiamo riferirci come momento iniziale del divenire dell'Essere Umano.

Il mondo uterino in cui il feto è circoscritto filtra ogni impulso proveniente dal mondo esterno, lo attenua, lo altera fino a farlo giungere alla percezione del feto. Questo è dimostrato. Inoltre il feto possiede una percezione della madre, rappresentante tutto il suo mondo, in una forma a noi estranea. Il feto possiede una percezione totale del mondo in cui vive, tanto da reagire a modificazioni di stati d'animo da parte della madre. E' la manifestazione della sua capacità di adattamento a quel mondo.

La percezione fetale, anche se legata alla percezione dell'Essere Umano di cui rappresenta il fondamento del divenire a prescindere dal Condizionamento Educazionale subito), è diversa dalla percezione dell'Essere Umano, cui è quasi estranea. La diversità consiste principalmente nel fatto che, mentre l'Essere Umano percepisce il mondo circostante attraverso la mediazione dei sensi ed esercita l'Attenzione attraverso essi, l'Essere Fetale percepisce il mondo circostante attraverso la totalità di se stesso. Egli e la madre sono due, ma sono anche uno. Sono due in quanto la madre (relativamente al mondo della ragione, dal momento che esistono altri elementi che non voglio prendere in considerazione qui) percepisce il feto sia con i cinque sensi rivolti verso l'interno di sé sia con tutta se stessa, poiché il feto è una parte della madre che va costruendo la propria autonomia.

Com'è il mondo contenente l'individuo che costruisce la sua autonomia? Il feto percepisce la totalità del mondo di cui è parte integrante e nei confronti del quale costruisce la propria autonomia. E' cosciente di ciò? Solo il feto potrebbe descrivere, sia pur in modo approssimato, la modalità della propria coscienza. Noi possiamo solo prendere atto del suo divenire, del percorso della sua formazione e concepire il divenire dei suoi sensi pur possedendo, in ogni istante del suo sviluppo, la percezione del mondo che lo contiene.

Da questo possiamo dedurre che il mondo reale del quotidiano è sconosciuto al feto. Anzi, per il feto è inconoscibile.

I fenomeni prodotti dal mondo della ragione sono incompatibili con i sensi del feto; ma non significa che questi fenomeni, o parte di questi, non giungano al feto, anche se mediati dalle capacità percettive della madre e dalle sue capacità di giudizio (interpretazione) dei fenomeni stessi. Questi non sono riconosciuti direttamente dal feto come fenomeni riferiti all'oggetto che li emette, ma come fenomeni provenienti dalla madre a cui imputa la produzione di quei fenomeni.

Il mondo della ragione, inconoscibile per il feto, diventa sconosciuto per il neonato.

Questi, esercitando i sensi sviluppatisi nella fase fetale e completando la loro specializzazione a mano a mano che cresce, aumenta la percezione dei fenomeni identificando tali fenomeni con gli oggetti che li producono.

Gli oggetti saranno descritti sempre in base ai fenomeni percepiti relativi agli oggetti e, a mano a mano che varierà la gamma della percezione dei fenomeni relativi agli oggetti, varierà la loro descrizione e la scala di valori in cui l'individuo li collocherà nel suo quotidiano. L'Essere Umano viene educato a considerare sé stesso come Essere completo e definitivo: Essere senza divenire. Pertanto tende ad ignorare l'uso dei sensi come metodo di rapportarsi col mondo circostante e tende, una volta subito il Condizionamento Educazionale, a considerare tale situazione come naturale ed inevitabile. Al contrario, è proprio ad un determinato momento dell'età "adulta" (socialmente intesa) che per lui deve iniziare un nuovo percorso nell'uso dell'Attenzione.

I fenomeni percepiti sono limitati perché, per la funzionalità sociale di un individuo, non è necessaria la percezione di un grande numero di fenomeni; anzi, la percezione di un grande numero di fenomeni da parte di un soggetto può rendere questo soggetto socialmente pericoloso.

Nello schema sociale lo schiavo salariato deve fare solo lo schiavo salariato, il poliziotto deve fare solo il poliziotto, lo schiavista deve continuare a fare solo lo schiavista. Nel momento in cui il soggetto sposta l'Attenzione fuori dal proprio ruolo, automaticamente mette in discussione il ruolo stesso; finché la critica è limitata, il Comando Sociale è in grado d'assorbirla, ma quando la critica supera un determinato livello l'individuo diventa pericoloso per il sistema. L'individuo chiede autonomia critica e percettiva rispetto al sistema stesso.

La circoscrizione e la limitazione dell'Attenzione sono la migliore garanzia per la perpetrazione dell'esistenza (sempre nel presente) del Comando Sociale. Ogni rivoluzione ed ogni innovazione ha come risultato l'ampliamento dell'Attenzione nel sociale, o, se vogliamo, ha la funzione di imporre all'attenzione la percezione e la considerazione di nuovi fenomeni e nuovi oggetti, sicché la descrizione nel quotidiano che ne ha l'individuo tende a variare e modificarsi.

Un esempio di questo, anche se limitativo, lo abbiamo quando l'uomo si apprestò a diventare allevatore con la cattura di un certo numero di pecore. Di ogni generazione eliminava le pecore che meno si conformavano al comportamento da lui desiderato. Dopo alcune migliaia d'anni (poco più o poco meno) ottenne un animale piuttosto docile, la cui Attenzione risulta castrata.

Il sistema percettivo del feto è perfettamente funzionale per il mondo in cui egli si trova ad esistere. Tale sistema percettivo è la base dello sviluppo della percezione dell'Essere Umano. Il sistema percettivo dell'Essere Umano è perfettamente funzionale al proprio ruolo all'interno del Sistema Sociale in cui vive. Per questo motivo, il sistema percettivo dell'Essere Umano comune ha perso la capacità di svilupparsi ulteriormente, in quanto tale sviluppo porterebbe l'Essere Umano comune a non essere più perfettamente funzionale al proprio ruolo all'interno del Sistema Sociale in cui vive.

Tutto ciò sarebbe plausibile se la concezione del nulla, al momento della morte del corpo fisico, avesse una sua validità. Le religioni parlano di anima in grado di sopravvivere dopo la morte del corpo fisico. Quest'anima entrerebbe nell'Essere uomo al momento della nascita (non si sa bene quando ciò accada per le donne: a seconda delle epoche storiche si dice che questa entri in loro più o meno tardi) e, pur venendo offesa da "atti impuri" o "peccati", non si modificherebbe fino alla morte del corpo fisico. E' quasi una carta d'identità che l'Essere Umano si porta nell'aldilà, con la quale giustifica e avvalla la propria collocazione dopo la morte del corpo fisico.

La visione è direttamente funzionale al Comando Sociale attraverso la quale esso esercita parte del proprio controllo sugli individui. Dopo la morte l'individuo si trova ad esistere in un mondo statico, un semplice asservimento ad un altro padrone, ad immagine e somiglianza del Comando Sociale esistente, oppure c'è il nulla: fine della vita biologica e della coscienza.

All'interno di questa concezione, la percezione dei fenomeni viene vissuta dalle persone come un meccanismo statico. Una volta subito il Condizionamento Educazionale, per l'individuo tale condizionamento diventa ovvio ed è considerato sbocco naturale dello sviluppo della percezione dell'individuo. L'individuo ritiene il Condizionamento Educazionale manifestazione naturale del suo modo di esistere e del suo modo di percepire il mondo e rinuncia all'idea che tale modo di percepire il mondo possa da lui essere modificato. Dunque l'individuo è ciò che è, è completo né potrebbe essere diverso: così afferma il Comando Sociale.

Pur ammettendo l'insoddisfazione di buona parte degli schiavi salariati, il Comando Sociale ritiene di poter rimuovere l'insoddisfazione agendo unicamente sulle condizioni materiali dell'esistenza. Se ciò fosse, già sarebbe un buon risultato: il miglioramento delle condizioni materiali permette un più vasto raggio in cui la percezione può spaziare. Mai un Comando Sociale cede qualche cosa se non è certo di recuperare tutto il ceduto, e con gli interessi.

L'ipotesi di base è diversa.

Il presupposto è che la morte non sia inevitabile divenire, ma un bisogno della Specie Umana (e più in generale di tutti gli Esseri Viventi). In altre parole ciò che viene dopo la morte del corpo fisico è il divenire dell'Essere Umano, dove la qualità del divenire dell'Essere Umano è direttamente proporzionale all'arricchimento ottenuto con l'uso della percezione, mediante l'allenamento dell'Attenzione nel corso della propria esistenza fisica.

La percezione dei fenomeni dell'oggetto non è mai indolore. La percezione dei fenomeni dell'oggetto è sempre un rapporto dialettico. Quando il soggetto percepisce l'oggetto anche l'oggetto percepisce il soggetto. Quando la percezione dell'oggetto condiziona il soggetto, anche il soggetto condiziona l'oggetto. Il rapporto di reciproco condizionamento é direttamente proporzionale alla capacità specifica del soggetto d'incidere sull'oggetto e dell'oggetto di incidere sul soggetto.

Il soggetto percepisce l'oggetto attraverso i suoi fenomeni, così come l'oggetto percepisce il soggetto attraverso i suoi fenomeni. La mutua interazione può avvenire esclusivamente in base alla quantità dei fenomeni percepiti. Solo la quantità dei fenomeni percepiti riferiti all'oggetto sono in grado di descrivere più o meno compiutamente l'oggetto al soggetto. Si può affermare, al di là dell'utilità sociale dei singoli individui (o dei loro interessi specifici), che le divergenze di critica rispetto ad un oggetto siano determinate dalla diversa quantità di fenomeni percepiti dai singoli soggetti.

Inoltre c'è l'elemento qualitativo in grado di giocare un ruolo rilevante. Un soggetto percepisce un fenomeno da un oggetto e lo legge in modo diverso da un altro soggetto. Ad esempio, lo stesso odore percepito da un Essere Umano e da un Essere Lupo. Si dirà immediatamente che il senso dell'odorato dell'Essere Lupo è più sviluppato di quello dell'Essere Umano. In realtà è più esatto affermare che l'Attenzione posta nel senso dell'odorato dall'Essere Lupo è meno condizionata (o condizionata in maniera diversa) rispetto all'Attenzione posta nel senso dell'odorato dall'Essere Umano. Lo stesso fenomeno viene percepito ed elaborato in modo diverso dai sensi, a seconda del grado di condizionamento che ha subito la loro Attenzione interna. Si può obiettare che da sempre l'Essere Lupo allena l'Attenzione nel senso dell'odorato, mentre l'Essere Umano cessò da molte generazioni di fare ciò, impegnato in altre attività ed occupazioni che svilupparono altri sensi. E' proprio così che avviene (almeno in buona parte), il Condizionamento Educazionale di un senso, attraverso l'uso o il non uso dell'Attenzione che agisce sul senso stesso, modificandolo generazione dopo generazione. Anche se l'uso dell'assoluto rappresenta un errore potremmo, con buona approssimazione nella descrizione del concetto, affermare che mentre nell'Essere Lupo l'Attenzione nel senso dell'odorato non è condizionata, nell'Essere Umano questo condizionamento appare evidente.

Il significato dato al termine “condizionato” non è quello di "sottoposto a condizioni", ma quello di "tale per cui le condizioni precludono" o "restringono". Si potrebbe usare il termine "ristretto" o "limitato", ma questi termini danno solo un'idea spaziale, non sono in grado di determinare contemporaneamente il concetto qualitativo e quantitativo della limitazione. L'Essere Umano non percepisce tutti gli odori percepiti dall'Essere Lupo (ristretto o limitato), ma quando gli stessi odori vengono percepiti, questi, in quanto fenomeni, assumono una valenza diversa, a seconda che la percezione sia avvenuta da parte dell'Essere Umano o dell'Essere Lupo. Davanti ad un pericolo percepito attraverso l'odorato, l'Essere Umano e l'Essere Lupo reagiranno in maniera diversa e questa diversa reazione sarà determinata dalla diversa Attenzione posta all'interno del senso dell'odorato, la quale, a sua volta, provocherà un diverso giudizio nei confronti dell'oggetto emettente quel fenomeno.

Dunque contano sia la quantità dei fenomeni percepiti come provenienti da un oggetto sia la capacità del soggetto di concentrare l'Attenzione su di essi, mettendo in movimento il giudizio sugli stessi, descrivendo così l'oggetto o l'apparenza dello stesso come desunta dai fenomeni percepiti.

Si parte dal presupposto che la realtà sia soltanto apparenza interpretata soggettivamente dal soggetto, a meno che non si voglia affermare, come fanno gli adoratori di dei, che, essendo l'Essere Umano creato da qualche dio, è così perfetto da non avere un divenire.

La morte del corpo fisico è l'ultimo bisogno dell'Essere Umano e di ogni altro Essere della Natura. La morte del corpo fisico è il fine della nascita del corpo fisico, fine ultimo a cui si giunge dopo una "vita" di trasformazioni. Fine inevitabile. A questo fine si giunge attraverso la soddisfazione costante dei propri bisogni ottenuta mediante il vivere quotidiano. La morte del corpo fisico è il bisogno di tutti i bisogni.

Perché è vissuta dall'Essere Umano in modo così traumatico?

Nell'intera Natura ogni Essere, pur lottando per la propria esistenza (specie quando ha ancora molti bisogni di altro ordine da soddisfare o altre cose da fare), accetta la morte senza drammi né costrizioni. La vita riproduce continuamente sé stessa e continuamente si adatta alle condizioni dell'ambiente trovato.

Ogni Essere "vivente" ha come obiettivo la morte del corpo fisico, o, meglio, la morte del corpo fisico rappresenta il traguardo per ogni Essere "vivente".

Tanti sono i modi attraverso i quali una Coscienza di Sé si avvicina all'appuntamento. Il feto ha il compito di crescere e di diventare sempre più forte, in modo da presentarsi all'appuntamento con la propria morte il più vigoroso possibile. Diventa il più forte possibile, anche a costo di "succhiare" la vita della madre. Quando giunge il momento della sua morte si presenta alla nascita in un nuovo mondo ma, per quanto gli è dato sapere, egli è morto. E' morto nella misura in cui il mondo circostante non è più quello percepito in precedenza.

I fenomeni percepiti sono riferibili ad oggetti sconosciuti; forse rimpiange l'utero. I suoi sensi non sono ancora pronti per afferrare quei fenomeni, elaborarli e, attraverso essi, cominciare la descrizione degli oggetti. Perché dunque l'Essere Umano deve giungere all'appuntamento con la morte del corpo fisico senza energie, finito, come succhiato? Il Sistema Sociale in cui vive si dà molto da fare per succhiarlo, è convinto che questa sia la sua funzione, ma perché l'Essere Umano (in generale) non reagisce in qualche modo?

Perché gli è stata insegnata la sconfitta attraverso il blocco della propria Attenzione e, nello specifico, di ogni Attenzione dei relativi sensi. Mancando dell'esercizio della propria Attenzione nella percezione, è costretto ad impiegare la propria energia con un numero limitato di fenomeni e l'elaborazione della descrizione attraverso un numero limitato di fenomeni è come un serpente che si morde la coda divorando sé stesso (solo che un Essere Serpente non sarebbe così stupido da perseverare in una simile azione). Questa è la condizione dell'Essere Umano comune. Troppo impegnato a svolgere il proprio ruolo di schiavo, illuso di essere padrone a immagine e somiglianza del proprio creatore, finisce per distruggere la propria Energia Vitale, ritrovandosi all'appuntamento con la morte del corpo fisico come un sacco vuoto. La morte diventa la sua disperazione, ne ha terrore, piange e si lamenta. Per lui la morte del corpo fisico è la fine di tutto, e, spesso, la fine delle sue sofferenze.

C'è differenza all'interno del Sistema Sociale fra l'essere schiavo salariato o l'essere schiavo padrone di altri schiavi, ma la disperazione davanti alla morte del corpo fisico, per chi esaurì la propria Energia Vitale, è uguale.

Eppure sarebbe stato sufficiente allenare la propria Attenzione o l'Attenzione di almeno uno dei sensi.

Come si allena l'Attenzione della percezione dei singoli sensi?

Quando il problema soggettivamente si pone, il Condizionamento Educazionale socialmente indotto ha già fatto presa su di noi e da questo condizionamento non saremo mai del tutto liberi. E' necessario analizzare la propria posizione all'interno del contesto sociale in cui si vive, collocandosi in una posizione tale da poter soddisfare i propri bisogni, senza essere costretti a dominare schiavi né ad essere eccessivamente assillati da qualche piccolo tiranno ammalato di morte. Una posizione, in ogni caso, tale da soddisfare tutti i bisogni di una persona media, senza essere esposti a grandi privazioni (questo relativamente al Sistema Sociale specifico). Ogni sobbalzo sociale rappresenta un maggiore flusso di fenomeni, una diversa percezione degli stessi e perciò un arricchimento della capacità d'elaborazione del giudizio che, a sua volta, modifica l'Attenzione della percezione dei sensi; questi percepiscono nuovi fenomeni e il ciclo continua.

Ogni sobbalzo sociale costringe il Comando Sociale ad elaborare nuovi e più sofisticati strumenti coercitivi attraverso i quali modificare a proprio vantaggio il Condizionamento Educazionale degli individui.

L'Attenzione dell'Essere Umano può essere scomposta. Ci sono cinque Attenzioni relative ai cinque sensi e queste cinque Attenzioni si possono esercitare sia nei confronti del mondo circostante sia all'interno di noi stessi. Ogni individuo ha un'Attenzione risultante: l'Attenzione propria della Coscienza di Sé (essenza noumenica di ciò che egli è). L'Attenzione risultante altro non è che la risultante del rapporto dialettico fra le cinque Attenzioni e l'articolazione interna data loro dal soggetto.

L'Attenzione risultante può essere più o meno forte a seconda di quanto forti ed allenate siano le cinque Attenzioni e le relazioni fra le stesse.

L'Attenzione di un senso può bloccare o inibire l'Attenzione di un altro senso. Ad esempio, la vista disgustosa di un cibo in realtà gustoso può inibire la capacità percettiva del gusto, agendo a priori sul giudizio. Se il cibo viene mangiato ugualmente e il giudizio determinerà la bontà del cibo, l'Attenzione del gusto modificherà la percezione del fenomeno ottenuto mediante la vista e le due Attenzioni, ricomponendosi in un diverso rapporto dialettico, modificano il giudizio nei confronti di quel cibo.

I sensi cui si applica l'Attenzione dell'Essere Umano sono cinque; così almeno è l'opinione comunemente accettata e questi sono i sensi che siamo in grado di considerare, anche se i buddisti parlano di un sesto senso, inteso come senso mentale, mentre gli induisti ai cinque sensi aggiungono il respiro, come senso superiore ai cinque. Entrambe le posizioni sono criticabili e allo stesso tempo non lo sono, in quanto il sesto senso o il respiro sono piuttosto la loro base per la ricerca della conoscenza specifica nelle due realtà "religiose", come più avanti vedremo. I sensi sono la vista, il gusto, l'odorato, il tatto e l'udito. Cinque sensi attraverso i quali afferriamo i fenomeni del mondo circostante e, attraverso il giudizio, la descrizione del mondo circostante stesso.

Ogni senso ha la sua Attenzione, la quale determina la quantità di fenomeni che tale senso è in grado di recepire dal mondo circostante. I fenomeni percepiti vengono elaborati dal giudizio con il definire gli oggetti emettitori dei fenomeni e tali giudizi vengono espressi dall'Essere Umano mediante l'uso della parola. Come direbbe Kant: vengono pensati. Nel momento in cui gli oggetti vengono pensati, inizia un processo inibitorio nei confronti del senso recettore del fenomeno dell'oggetto considerato. Quando un oggetto assume un posto e una funzione rispetto al soggetto nel mondo quotidiano della ragione, il soggetto cessa l'ampliamento della percezione dei fenomeni e il loro approfondimento nel giudizio. La traduzione del giudizio in pensato è il momento inibitore del processo conoscitivo degli oggetti e del mondo circostante.

Che tale momento inibitorio avvenga molto presto nell'Essere Umano è interesse precipuo del Comando Sociale: attraverso questo momento, esso può disporre di uno schiavo a proprio uso e consumo. La conoscenza dell'oggetto si ferma nel momento in cui il soggetto pensa la descrizione del giudizio. Quando l'Attenzione del senso si ferma su un nuovo fenomeno dell'oggetto, mettendolo a fuoco, costringe il soggetto a rielaborare il giudizio e questo fa variare la descrizione dell'oggetto, la quale, una volta pensata, si fissa nel soggetto.

Anche questa seconda descrizione per il soggetto diventa assoluta.

Come nella prima descrizione, una volta pensata, nel soggetto nasce la ferma convinzione della non esistenza di altri fenomeni relativi all'oggetto, quindi, per quanto lo riguarda, nessun'altra descrizione dell'oggetto è possibile.

Un oggetto, dunque, è sempre un'illusione per il soggetto, non tanto per quel che riguarda l'oggetto in sé, ma per la descrizione pensata dal soggetto, che sempre è limitata dalla quantità di fenomeni che è in grado di recepire, giudicare, descrivere, pensare.

Quando l'Attenzione del senso può recepire nuovi fenomeni ed imporli all'Attenzione risultante del soggetto? Quando l'individuo, per una qualche ragione, sospende il giudizio sull'oggetto stesso. Sospendere il giudizio significa recepire i fenomeni dell'oggetto attraverso l'Attenzione dei vari sensi (o di uno), senza che tale percezione, passando attraverso il giudizio, si trasformi in descrizione pensata.

Tale pratica è estremamente difficile in un Sistema Sociale avente come fulcro la parola scritta, sulla quale costruire le sue truffe, i suoi inganni, il potere di possesso di schiavi.

Padre della sospensione del giudizio è lo scetticismo.

Per qual motivo debbo essere certo che la mia descrizione dell'oggetto, determinata dal giudizio, e l'oggetto stesso collimino? Oltre ai fenomeni considerati relativi all'oggetto, quanti sono i fenomeni che sfuggono all'Attenzione dei miei sensi?

Prima della sospensione del giudizio c'è lo scetticismo della descrizione. Un Essere Umano all'interno del Sistema Sociale in cui vive non può permettersi né la sospensione del giudizio e nemmeno lo scetticismo, in quanto il Comando Sociale gli impone di prendere una serie di decisioni (quale più, quale meno) all'interno del proprio ruolo di schiavo salariato.

La soluzione consiste, come mediazione, nel giudizio per necessità.

Il giudizio di necessità è quello attraverso il quale si afferma; pur non conoscendo l'oggetto nella sua totalità, ma solo attraverso un determinato numero di fenomeni, il soggetto ha necessità di agire nei confronti dell'oggetto, pertanto, pur mantenendo un atteggiamento scettico nei confronti dell'oggetto, si sospende la sospensione del giudizio, fintanto che si agisce nei confronti o relativamente all'oggetto. Tale sospensione della sospensione del giudizio diventa giudizio di necessità nella relazione fra soggetto ed oggetto.

Cessata la necessità della relazione riprende l'atteggiamento scettico o la sospensione del giudizio.

Allenare l'Attenzione dei sensi attraverso la sospensione del giudizio implica la percezione, attraverso questi, di un numero maggiore di fenomeni, per i quali siamo relativamente e normalmente ciechi, in quanto sprofondati nel pensato della descrizione degli oggetti.

Da qui nascono tutti gli elenchi, le classificazioni, le numerazioni di cui il Comando Sociale si avvolge col solo fine del controllo sociale produttivo (merci-prodotti) dei suoi schiavi, i quali, alimentando il sistema attraverso la trasformazione di merci in prodotti, ottengono la fissazione di sé stessi all'interno degli elenchi e delle classificazioni. Dopodiché costringono i propri figli a seguirli nel loro esempio, riproducendo le capacità coercitive del Comando Sociale, alimentandolo e vivificandolo.

I sensi sono specializzati per ogni funzione e l'allenamento dell'Attenzione specifica del senso avviene solo all'interno della specializzazione verso la quale il senso è portato. Un ampliamento della percezione sensoria può avvenire soltanto come normale sviluppo del senso. I sensi, come già detto, non sono funzionali soltanto al mondo della ragione, ma sono funzionali anche allo sconosciuto che ci circonda ed ogni senso, nello sconosciuto, ha un suo referente.

Una volta sviluppata l'Attenzione del senso, fenomeni appartenenti allo sconosciuto circostante possono presentarsi ad esso, perciò il giudizio derivante dalla percezione di tali fenomeni è necessariamente monco; ancora più importante diviene quindi la sospensione del giudizio nei confronti del fenomeno stesso. Su questo non tratterò oltre per ora.

Consideriamo il senso del gusto. Il piacere del cibo è determinato semplicemente dal gusto. Per chi ha fame, ogni cosa mangiabile o commestibile è buona, in relazione, ovviamente, all'intensità del bisogno di cibo. Il piacere del cibo è dato dal bisogno fisiologico della qualità del cibo, dall'odorato e dalla vista. Questi sensi (qui interviene un nuovo fattore non considerato precedentemente, che sarà chiamato senso interno) compongono le loro Attenzioni convogliandole verso una finalità. L'Attenzione del gusto, pur avendo una parte preminente, non è la sola intervenuta nell'assunzione del cibo che ha come scopo la soddisfazione del bisogno fame. Nessun senso, quando deve soddisfare (agire o provvedere per soddisfare) il bisogno di un organismo, agisce da solo nella soddisfazione del bisogno stesso.

Chi agisce è l'Attenzione risultante dell'organismo derivata dal rapporto dialettico tra le specifiche Attenzioni dei sensi dell'individuo. Se la gamma dei gusti è limitata, limitata sarà anche l'Attenzione relativa al senso del gusto e limitato sarà il suo apporto all'Attenzione risultante dell'organismo. Quest'ultima, pur magari essendo ricca di tutte le altre Attenzioni, risulterà monca. La grande quantità dei fenomeni-gusto percepiti aumenta l'Attenzione all'interno del gusto. Con la crescita dell'Essere Umano, come di ogni altro Essere vivente della Natura, si crea il giudizio di allineamento fra oggetto e gusto dello stesso; più ampia è la gamma dei gusti, maggiore è l'Attenzione relativa al gusto e maggiore è il numero dei fenomeni relativi al gusto. L'Attenzione relativa al gusto, aumentando d'intensità, fa variare d'intensità l'Attenzione generale dell'organismo. Il senso del gusto è un senso prettamente fisiologico.

Se il gusto è relativo ai fenomeni degli oggetti ingurgitati (o succhiati) e generalmente riguardanti il bisogno fame, il bisogno del tatto è il senso attraverso il quale viene palpato il mondo circostante. Il tatto, pur afferrando e trasmettendo tutti i fenomeni relativi all'essere, raggiunge il momento della sua esplosione percettiva attraverso il sesso.

Nella soddisfazione del bisogno fame il gusto detiene una funzione di preminenza nei confronti degli altri sensi, pur essendo anch'essi concorrenti alla soddisfazione del bisogno; nella soddisfazione del bisogno sesso è il tatto il detentore del ruolo primario.

In alcune culture si è scisso il tatto delle mani dal tatto attraverso il pene e la vagina, considerandoli due cose separate. In realtà il sesso coinvolge tutte le parti tattili del corpo, pur avendo i genitali la funzione centrale nella ricerca della soddisfazione del rapporto stesso.

La funzione del tatto è una funzione prevalentemente sessuale, specie per quanto riguarda il rapporto con il mondo circostante. Le mani dell'Essere Umano palpano il mondo e, da tale palpazione, ne ricevono piacere, in quanto, con le sue "mani", il mondo palpa l'Essere Umano e dalla cosa trae piacere.

Il lavoro manuale, quando viene liberato dalla coercizione del Comando Sociale, è un modo per palpare il mondo ricevendone da esso stimoli e piacere, ricevendo fenomeni attraverso i quali modificare, ampliandolo, il giudizio sul mondo.

Il sesso è l'elemento attraverso il quale l'Essere Umano sublima tutte le sensazioni tattili e porta l'Attenzione del senso del tatto al massimo della dilatazione. Fu per questo che il Comando Sociale lavorò per limitare, circoscrivere e vietare la soddisfazione dei bisogni del sesso se non nel momento e alle condizioni che a lui servivano per la creazione di nuovi schiavi, attraverso i quali riprodursi.

Non che storicamente i Comandi Sociali abbiano mai scherzato con i ricatti per quanto riguarda i bisogni di cibo, nello sviluppo della loro azione coercitiva; sul sesso è come se avessero alzato la loro ultima barricata. Il sesso, affermano gli adoratori di dei, serve per la riproduzione.

In realtà è la riproduzione che nel corso dell'evoluzione della nostra specie si legò al principale bisogno dell'Essere Umano: il bisogno di conoscere il mondo circostante attraverso la palpazione dello stesso.

Non viceversa!

Le sensazioni tattili delle mani (e della cute più in generale) sono in relazione agli organi genitali, pur avendo una propria autonomia, in quanto la palpazione del mondo è il modo attraverso il quale l'Essere Umano torna in contatto fisico con la Natura nella quale si sviluppò.

La repressione, o il contenimento, del bisogno di sesso o cibo tendono a diminuire il raggio d'azione della percezione dei fenomeni provenienti dal mondo da parte dell'Attenzione dei relativi sensi e diminuisce, di conseguenza, l'Attenzione risultante dell'Essere Umano; si descrive la descrizione del mondo elaborata dal giudizio! Il giudizio stesso è vuoto, monco della percezione di determinati fenomeni o, peggio, diventa un giudizio distorto, come distorta ne risulterebbe la pratica del sesso o del mangiare.

Esiste una pratica corretta?

Non esiste una pratica corretta, oggettivamente valida per l'intera Specie Umana; esistono tante pratiche soggettive quanti sono gli Esseri Umani, tenendo presente che l'eccesso di cibo rovina stomaco, fegato, coronarie ecc., e che chi non è prudente si becca l'AIDS o la sifilide, ma al di là di questo ognuno è padrone (o dovrebbe esserlo) del proprio fare, purché tale fare non sia coercitivo per nessuno cioè non ricrei le condizioni del Comando Sociale.

L'odorato è un altro dei sensi ed è legato al respiro.

Oppure, dicendola all'Induista, è legato al soffio vitale.

Perché in molti animali l'odorato è molto più sviluppato che non nell'Essere Umano? Solo perché è differente la loro struttura? Ma allora come si spiegherebbe la finezza dell'odorato di molti popoli latino-americani? Come si spiegherebbe la percezione dell'acqua da parte dei Boscimani e dei Tuareg?

L'Essere Umano comune, nei paesi "civili", non si è mai trovato a dover dipendere dall'odorato per la propria sopravvivenza, se non si considerano profumi e deodoranti. L'olfatto è il senso più trascurato, eppure è vasta la gamma dei fenomeni attraverso esso percepiti. Gli animali da preda sentono gli odori dei predatori portati dal vento, l'Essere Umano, nei centri urbanizzati, spesso non sente più nemmeno i gas di scarico delle automobili o degli scarichi industriali in grado di avvelenarlo.

Lo sviluppo della struttura cerebrale legata all'olfatto si attiva e sviluppa grazie all'uso continuo dell'Attenzione ai fenomeni percepiti attraverso l'olfatto. Il non uso dell'Attenzione nell'uso del senso dell'olfatto determina il rattrappimento della struttura stessa o il suo riciclaggio in favore di altri sensi (corteccia cerebrale ecc.) più utili in quel momento alla sopravvivenza e allo sviluppo del soggetto. I fenomeni percepiti attraverso l'odorato sono fondamentali e, non meno dei fenomeni recepiti dagli altri sensi, forniscono elementi di giudizio sugli oggetti; senza la percezione di tali fenomeni, la descrizione degli oggetti da parte dell'Essere Umano risulta monca.

L'Essere Umano, attraverso l'odorato, non solo percepisce informazioni sull'aria respirata, ma può captare quanto quest'aria sia viva e quanto sia morta, se gli può far male e quanto o se gli vivifica il corpo.

E' una questione di sopravvivenza; come per tutti i sensi. Attraverso la respirazione, secondo gli induisti ed altre culture, entra negli esseri viventi il soffio vitale, l'Energia Vitale presente dell'atmosfera. L'allenamento dell'Attenzione dell'olfatto può salvare l'Essere Vivente dal respirare aria malata. L'allenamento dell'Attenzione nell'olfatto aumenta la percezione dei fenomeni legati a quel senso specifico, determinando una migliore descrizione degli oggetti.

Della vista sembra quasi superfluo parlare; in realtà la vista è uno dei sensi maggiormente inibiti. Si vede quasi soltanto quello che si vuole vedere o quello che si è addestrati a vedere.

La vista, per percepire i fenomeni prodotti dagli oggetti, necessita di essere messa a fuoco sul fenomeno stesso. Nel momento in cui fa questo, automaticamente esclude tutti gli altri fenomeni relativi all'oggetto che siano alla portata di quest'Attenzione. Il fenomeno non è più percepito come qualità o attributo dell'oggetto, ma come oggetto in Sé.

La qualità del fenomeno su cui è stata messa a fuoco è certamente buona, in grado d'incidere considerevolmente sul giudizio mirante alla descrizione dell'oggetto.

Così facendo si perde di vista l'oggettività in cui l'oggetto producente il fenomeno è inserito.

Quando il dito indica il cielo, lo sciocco guarda il dito o il cielo!!!

E' come se il gusto, mangiando un minestrone, non fosse usato per gustare un minestrone, ma venisse continuamente messo a fuoco su ogni singolo componente del minestrone stesso. Al termine si avrebbe la percezione di molti elementi ma non la percezione d'insieme dell'oggetto considerato: il minestrone. Anche se l'esempio è senza dubbio discutibile, l'abitudine nell'uso della vista è quella della messa a fuoco di un oggetto, separandolo dall'insieme in cui si trova.

La percezione sarà quella del fenomeno specifico dell'oggetto e sfuggirà il rapporto dialettico fra oggetto ed oggettività. Entrambe le cose sono utili ai fini di un uso ottimale dell'Attenzione relativa al senso della vista; comunemente però viene insegnata la fissazione dell'Attenzione su un singolo fenomeno e non sul rapporto d'insieme.

Per questo un gran numero di persone non è in grado di produrre valutazioni composite; cioè valutazioni non solo sui fenomeni percepiti dell'oggetto, ma sull'interazione tra ambiente e oggetto per la quale l'oggetto è indotto a produrre quei fenomeni e non altri.

Questo modo di vedere i fenomeni rappresenta un classico per gli psicanalisti e gli psichiatri tanto cari al Comando Sociale. La loro funzione è quella di adattare gli individui ai desideri del Comando Sociale, rendendoli schiavi obbedienti; guai a loro se mettono in discussione la relazione Comando Sociale-Sistema Sociale ritenendola causa prima del comportamento deviante degli individui.

"Ogni devianza è fisiologica" proclama la Montalcini, in aperto dissenso col riformatore sociale Basaglia; per questo motivo alla Montalcini viene assegnato il premio Nobel mentre si moltiplicano gli sforzi per tentare di confinare Basaglia nell'oblio.

Al massimo, il Comando Sociale può tollerare critiche ad elementi periferici o marginali del sistema stesso, mai al Comando Sociale nel suo insieme. Il senso della vista, nella vita dell'Essere Umano qualunque, è molto importante nella percezione dei fenomeni atti a modificare o confermare la descrizione del mondo attraverso il giudizio.

L'ha capito bene il Comando Sociale, specie da quando, con l'uso della televisione, imparò ad aumentare il Condizionamento Educazionale degli individui e ad agire su di essi per ottenere da loro delle risposte a lui più funzionali. Se gli Esseri Umani sospendessero il giudizio rispetto ai messaggi ricevuti direttamente dal Comando Sociale o fossero scettici rispetto ad essi, il condizionamento sarebbe molto contenuto, come avviene del resto per molti individui, i quali preferiscono formulare il giudizio in base alla propria esperienza anziché aderire acriticamente ai messaggi provenienti dallo schermo o dal Comando Sociale in genere. Purtroppo troppi individui sono stati educati all'obbedienza acritica attraverso l'uso del terrore e del ricatto. Per loro l'addestramento dell'uso dell'Attenzione a spaziare per tutti i sensi è molto più difficile e spesso necessita di tanta violenza quanta ne è servita ad imporre l'obbedienza acritica.

Tanto più difficile sarà liberarsi dall'acriticità, tanto più costoro si arroccheranno in difesa del nulla nel proprio giudizio. E' facile per il Comando Sociale impedire agli individui la percezione dei fenomeni derivanti da oggetti o avvenimenti: gli è sufficiente ignorarli.

Fingerne la non esistenza.

Dichiararne superflua l'analisi e l'approfondimento.

Liquidare tutto con una battuta.

Per il Comando Sociale è facile coinvolgere milioni d'individui: è sufficiente mettere a fuoco, enfatizzare un fenomeno fino alla nausea, toccando i sentimenti condizionati di milioni di persone pronte a commuoversi o a riempirsi di rabbia per un nome e cognome e ignoranti delle migliaia d'altri che, pur nella stessa situazione, sono solo un numero.

Il Condizionamento Educazionale è condizionamento alla sottomissione al Comando del Sistema Sociale. La quantità dei fenomeni percepiti dalla vista è enorme; la quantità di fenomeni sfuggenti alla vista è infinitamente maggiore. Allenare l'Attenzione del senso della vista non significa guardare più televisione o guardarla in modo diverso, significa guardare il quotidiano sospendendo il giudizio il più a lungo possibile, essere scettici anche quando si è costretti ad agire attraverso il giudizio di necessità. Così facendo si amplia l'Attenzione del senso della vista. Aumentano sia la quantità che la qualità dei fenomeni percepiti attraverso tale senso e la descrizione del mondo reale tende a variare diventando più completa nella formazione del giudizio dell'Essere. L'Essere forma il proprio giudizio in base alla propria capacità di percepire i fenomeni attraverso la vista ed evita di formare il giudizio attraverso l'imposizione di fenomeni da parte del Comando del Sistema Sociale.

L'udito è il senso della percezione delle vibrazioni. Le vibrazioni sono percepite attraverso tutto il corpo, ma l'udito trasforma (traduce oppure indica o come meglio si può intendere) le vibrazioni in fenomeni, identificandoli con gli oggetti. Ogni senso è un recettore specializzato nel trasformare sensazioni in fenomeni, identificandoli con un oggetto, presunto o reale che sia. L'udito è un senso apparentemente anomalo, in quanto, stando alla ragione, soddisfa un solo bisogno: quello della percezione dei suoni. La ragione non sa molto di questo senso, salvo che la percezione delle vibrazioni permette all'Essere Umano di percepire le tensioni del mondo circostante.

Se nel mondo "reale" la vista identifica la forma degli oggetti, l'udito identifica il loro stato di essere attraverso la qualità e la profondità delle vibrazioni. Allenare l'Attenzione del senso dell'udito non significa soltanto aumentare la qualità e la quantità dei fenomeni recepiti e identificare più precisamente gli oggetti attraverso il giudizio, ma significa anche tentare di superare la forma nel processo di identificazione dell'oggetto e avvicinare maggiormente la percezione alla noumenia dell'oggetto.

Fino ad ora si è parlato di come l'allenamento dell'Attenzione nei singoli sensi porti allo sviluppo della percezione dei fenomeni, i quali, aumentando di numero e aumentata la capacità di Attenzione nei loro confronti da parte del soggetto, modificano il giudizio dell'individuo, variando la descrizione del mondo entro il quale egli vive, portandola sempre più vicina alla realtà dell'oggetto e fornendo al soggetto un solido bagaglio come supporto al proprio fare.

Attraverso lo sviluppo dell'Attenzione dei singoli sensi si ha lo sviluppo dell'Attenzione risultante specifica dell'individuo. La sospensione del giudizio o lo scetticismo (quest'ultimo è da considerarsi un atteggiamento di livello inferiore anche se comunque auspicabile) nei confronti del senso dell'udito portano l'Attenzione a superare il semplice suono, fino a formare immagini eidetiche del fenomeno o dell'oggetto identificabile col fenomeno.

Lo sviluppo delle immagini eidetiche indotte dal suono porta ad una loro modificazione dove, anziché il formarsi dell'oggetto, appare la forza motrice dell'oggetto o del fenomeno emesso: è un tentativo da parte del soggetto di identificare il fenomeno primo, la noumenia dell'oggetto.

L'udito è fra tutti i sensi quello che più facilmente può portare all'essenza noumenica dei fenomeni, qualora, attraverso la sospensione del giudizio, si riesca ad isolarlo dagli altri sensi, almeno in parte. Il motivo dello sviluppo di questa possibilità racchiusa nell'uso dell'udito è da ricercarsi, probabilmente, nel Sistema Sociale all'interno del quale l'Essere Umano è venuto sviluppandosi da alcune migliaia d'anni. Gli interessi del Comando Sociale consistono nel trasformare l'Essere Umano in schiavo salariato o, gioco dell'apparenza, schiavo, pastore di altri schiavi, al fine di alimentare e riprodurre il Comando Sociale stesso. La vista, il gusto, l'odorato e il tatto sono sensi corrispondenti, o ruotanti attorno, a dei bisogni fondamentali, condizionando i quali il Comando sociale esercita il controllo sui propri schiavi.

L'udito è un senso che non corrisponde, direttamente o indirettamente, a bisogni e il Comando sociale ritenne non valesse la pena faticare per condizionarlo, anche perché, attraverso l'udito, lo schiavo viene comandato.

Cosa significa percepire l'essenza noumenica del fenomeno? Significa recepire un fenomeno sottraendolo alla descrizione del giudizio. Significa accettare un fenomeno per ciò che è e non per come noi lo traduciamo nell'immaginazione riferendola all'oggetto. Quante persone, sentendo rumori nella notte immaginano situazioni di pericolo quando si tratta solo di rumori e viceversa?

E' la descrizione del giudizio a creare l'inganno. Eppure basterebbe un atteggiamento scettico per evitare l'inganno e la sospensione del giudizio per identificare la noumenia del fenomeno anche senza identificarlo con l'oggetto.

La percezione del fenomeno attraverso il senso dell'udito sollecita l'azione dell'individuo senza che il suo agire sia mediato dalla descrizione, più o meno funzionale, del giudizio. L'azione non più come fare determinato dal giudizio di necessità, il quale può essere più o meno preciso a seconda dell'allenamento a cui il soggetto ha sottoposto la propria Attenzione, ma come fare immediatamente funzionale alla relazione fra l'individuo e la realtà nella quale vive, funzionale al fenomeno per l'Essere in Sé e non per la sua apparenza. Il mondo in cui viviamo è suono che si propaga per vibrazione e al suono corrisponde l'esperienza e l'azione immediata. Questo avviene sia come bagaglio della specie, sia come esperienza soggettiva accumulata su di essa. L'Attenzione dell'udito così utilizzata conduce allo sviluppo delle capacità eidetiche degli Esseri Umani.

Le immagini eidetiche sono definite in psicologia e fisiologia come la capacità di trattenere delle immagini sulla retina dell'occhio per un certo tempo dopo la chiusura delle palpebre. In realtà le immagini eidetiche (qui così definite in quanto non dispongo di altro termine), prodotte dalla sollecitazione dei sensi tradotti in immagini "mentali", in situazione di sospensione del giudizio costituiscono il primo passo nella reazione ai fenomeni e nella loro interpretazione oltre la mediazione del giudizio.

Tali immagini saranno sempre incerte e imprecise, in quanto, sospendendo l'uso della descrizione del giudizio attraverso il quale noi fondiamo la descrizione entro cui ci muoviamo e sviluppiamo, queste non trovano un riferimento preciso dal quale partire per la creazione di un ordine.

Il soggetto, inizialmente, sommerso dalle immagini, tenderà a costruire e descrivere una struttura interpretativa entro la quale orientarsi. Tenderà cioè a mettere ordine nel caos delle immagini che gli giungono dal nuovo modo di percepire i fenomeni. Mettere ordine in quel caos non ha senso. Sarà necessario farsi compenetrare da quel caos senza perdere di vista l'uso della descrizione del giudizio nel quotidiano, altrimenti il Comando Sociale qualificherà l'individuo come "pazzo" e avrà buon gioco nell'isolarlo o eliminarlo.

Mettere ordine in quel caos della percezione sensoriale, una volta svincolatala dai rigidi legami del condizionamento educazionale, porterà il soggetto a ridefinire il mondo della ragione, e questo è un modo di procedere. Però lo scopo non è quello di dare una sistemazione al caos dello sconosciuto, ma di liberare il soggetto dalle restrizioni del mondo della ragione, permettendogli di spaziare nel caos a proprio agio, senza la necessità di piegarlo ai propri schemi di condizionamento e, allo stesso tempo, senza perdere di vista la descrizione del quotidiano per non permettere al Comando Sociale di isolarlo. L'Attenzione dell'udito, componendosi con le Attenzioni degli altri sensi in rapporto dialettico fra di loro, determina l'Attenzione specifica dell'individuo. Quest'Attenzione agisce sulla formazione della descrizione del giudizio fatta dall'individuo mediante la percezione dei fenomeni attraverso i cinque sensi e mediante la costruzione di un rapporto dialettico fra i sensi e i fenomeni da essi recepiti provenienti da uno stesso oggetto. Tanto più allenata sarà la risultante dell'Attenzione dei sensi e tanto più chiara e precisa sarà la descrizione degli oggetti da parte del giudizio e più preciso sarà il giudizio di necessità determinante il fare dell'individuo.

L'Attenzione risultante ha un altro senso definibile come Ascolto. Questo senso può essere rivolto all'interno di noi stessi. Più che un senso è un modo di volgere l'Attenzione risultante dell'individuo: anziché rivolgerla verso l'esterno si può rivolgerla all'interno di noi stessi. Nel cristianesimo esiste un corrispondente deleterio di questa Attenzione, chiamato dai cristiani esame di coscienza. I cristiani, attraverso l'esame di coscienza, rivolgono la descrizione del mondo dal circostante all'interno di sé stessi. Essi, piccoli dèi padroni del quotidiano, come il loro dio pretendono di giudicare gli altri individui, giudicano, da giudici, gli esseri attraverso il pensato e poi, attraverso il pensato, giudicano sé stessi. Solo che quanto giudicano di sé stessi è in realtà quanto proiettano sugli oggetti che pensano.

Questo danneggia l'individuo, costringendolo a soggiacere al flusso delle parole, le quali, traducendo i fenomeni in ripetizione ossessiva (preghiere), piegano la mente soggiogandola ad un dio ipotetico e trasformano chi prega in schiavo servile, pronto alla produzione di altri schiavi per gli scopi del Comando Sociale.

Uno degli elementi legati alla sospensione del giudizio è la sospensione del dialogo interno. Se tale sospensione ha valore relativo, sia pur molto importante, quando l'Attenzione risultante dell'individuo viene rivolta verso l'esterno, diventa fondamentale sospendere il dialogo interno quando l'Attenzione viene rivolta verso l'interno dell'individuo.

L'Attenzione non è un qualche cosa privo di sostanza, è lo sforzo fatto dall'organismo per convogliare le forze fisiche, energetiche e psichiche alla base dei sensi verso una direzione. A seconda della direzione intrapresa l'organismo si rafforza o s'indebolisce. L'Attenzione risultante di un individuo non solo può, ma deve essere portata all'interno del corpo, scoprendo, a poco a poco, la sensazione dell'esistenza delle singole parti, percependone la presenza e l'individualità.

Questo fare porta un duplice risultato: crea un flusso di tensione fra interno ed esterno e permette all'individuo la scoperta delle correnti vegetative. Le correnti vegetative sono correnti di bioenergia (Energia Vitale) presenti nel corpo che rivitalizzano percorrendolo. Non sono miracolose come un'aspirina nel far passare il mal di testa, ma persistendo, quotidianamente, rivitalizzano il corpo.

Far oscillare l'Attenzione fra esterno del mondo circostante e l'interno del corpo, prima scoprendo il corpo e poi ascoltando le correnti vegetative, significa rafforzare queste ultime, le quali a loro volta rafforzano la capacità di uso dell'Attenzione dei sensi e l'Attenzione risultante dell'individuo. La descrizione dello sviluppo ulteriore dell'Attenzione, a questo punto, deve essere sospesa, in quanto il prosieguo è determinato dallo sviluppo della soggettività specifica del singolo individuo mentre sviluppa l'Attenzione dei sensi comuni al corpo luminoso in formazione e al corpo fisico nel contesto oggettivo in cui si trova.

Un individuo violento rimane un individuo violento, un individuo mite rimane un individuo mite, un individuo appassionato rimane un individuo appassionato e viceversa; l'allenamento dell'Attenzione indirizza la violenza soggettiva in direzioni non distruttive ma funzionali all'ulteriore sviluppo dell'individuo, indirizza la mitezza verso la pazienza della sospensione del giudizio e la ricerca della conoscenza anziché verso la sottomissione acritica; indirizza la frenesia delle passioni verso la ricerca dello sviluppo della soggettività anziché verso la ricerca di mezzi di possesso.

Il Potere di Essere di ogni individuo dipende dalla sua capacità di usare l'Attenzione nel mondo quotidiano della ragione, facendola oscillare fra esterno ed interno di sé.

L'interno e l'esterno di sé si integrano diventando uno.

Quest'esperienza appartiene al divenire degli Esseri che praticano un lavoro sull'Attenzione dei sensi. Esiste un altro tipo di Attenzione ed è quella praticata dagli individui per entrare nei propri sogni ed acquisire la coscienza di sognatori. Questa è una capacità che tende a proiettare un individuo in dimensioni sconosciute al quotidiano descritto dal giudizio. Tali dimensioni appartengono, sia pur a livelli e stadi diversi di sviluppo, al caos della percezione noumenica, anche se vengono mediate, nella trasposizione dei fenomeni dal percepito alla coscienza, dalla descrizione imposta dal giudizio.

Più perfetta e vasta sarà la descrizione del giudizio nei confronti degli oggetti del quotidiano, più vicina alla realtà noumenica sarà la rappresentazione sognata dei fenomeni e degli oggetti corrispondenti. Questo sarà trattato più ampiamente in altra parte. La rappresentazione noumenica dell'universo (più in piccolo, diremo, del mondo circostante) non è descrivibile, in quanto oggetto in sé dal momento che i suoi fenomeni sono nella maggior parte estranei alla descrizione degli individui. Ampliare quantità e qualità dei fenomeni percepiti aumenta, varia e sviluppa la descrizione dell'individuo e la sua capacità di giudizio.

Per quale necessità gli Esseri Umani dovrebbero vivere sviluppando in continuazione la loro Attenzione fino alla percezione noumenica del circostante, cioè superando la percezione del giudizio e riuscendo perciò a coniugare percezione e fare? Perché questo aumenta il Potere di Essere soggettivo: la propria carica vitale. E' questa carica che consente loro la trasformazione della morte dell'Essere Fisico in nascita di un Essere Luminoso.

Altrimenti, per l'Essere Umano c'è solo la disperazione o, come direbbe il Buddha, il Nirvana senza sensazioni né contraddizioni, ma anche senza coscienza, in quanto la sua Energia, troppo poca per rimanere compatta al momento della morte del corpo fisico, si dissolve nel vento mentre il corpo, come ogni corpo fisico, marcisce, pasto per i vermi, o si consuma nel fuoco.

Così il Comando Sociale raggiunge il suo scopo nei confronti dei suoi schiavi. Asserviti ad un dio assassino costoro da schiavi sacrificano le possibilità della propria vita alla speranza di un illusorio paradiso oltre la morte. Il feto non è cosciente della finalità del proprio sviluppo. La sua percezione è rivolta ai fenomeni provenienti dalla madre che rappresenta per lui il mondo. I fenomeni esterni giungono a lui deformati e filtrati dalla descrizione del giudizio dato dalla madre attraverso la propria reazione fisica e psichica. Tanto più una madre è vitale e consapevole, tanto più vigore trasmetterà al feto attraverso il proprio modo di porsi davanti ai fenomeni che percepisce dal mondo in cui vive. Il feto ha un vantaggio sull'Essere Umano: il suo condizionamento è limitato, è solo un riflesso di quello acquisito dalla madre. L'Essere Umano viene condizionato nei comportamenti, nella percezione, nelle reazioni dal Sistema Sociale e dal suo Comando, pertanto il feto, che non vi è direttamente soggetto, lotterà per la propria sopravvivenza, anche a costo di succhiare ogni goccia di vita dalla madre; l'Essere Umano invece, inerme fin da bimbo, viene sottomesso, giungendo vuoto alla meta della morte del corpo fisico.

Il feto giunge alla sua morte nelle migliori condizioni di sviluppo possibili. L'Essere Umano giunge alla sua morte succhiato dal Comando Sociale, senza forze né energie.

Così l'Essere Umano perde l'occasione per la quale esiste, di riuscire a trasferire la propria coscienza di Essere dal corpo fisico al corpo d'energia costruito nel corso di tutta la propria vita. Né il feto, né l'Essere Umano conoscono compiutamente il proprio divenire oltre la morte, ma, mentre il feto come compito ha quello di costruire la propria struttura fisica attorno allo spermatozoo e all'ovulo, usando la carica d'Energia Vitale messagli a disposizione dalla madre e dal padre, e il suo ipotizzare è relativo allo sviluppo del proprio corpo, l'Essere Umano, sviluppando la propria Attenzione e attraverso questa il proprio corpo d'Energia Vitale, giunge inevitabilmente e in ogni caso alla percezione del proprio divenire.

La disperazione ed il terrore per la morte è la percezione del non divenire, della perdita di un'occasione irripetibile. L'indifferenza per la morte o il piacere per il momento del suo divenire sono gradi diversi dell'attesa per la soddisfazione di un bisogno.

E il suicidio, in special modo di Esseri Umani giovani? Questo è uno dei capolavori del Comando Sociale: è riuscito a spezzare in questi individui la capacità di percepire il circostante. Ha distrutto la loro Attenzione dei sensi trasformandoli in automi e costoro si sottraggono al suo controllo attraverso il suicidio.

Terza parte de “Il Libro dell'Anticristo” capitolo sesto: L'ATTENZIONE!

NOTA: questo pezzo fu scritto nel 1990 a Venezia. A parte le correzioni di ordine grammaticale è stato lasciato come è stato scritto allora. Le ricerche scientifiche degli ultimi anni sulla struttura sinapsica, la struttura neuronale e la formazione cerebrale hanno confermato le visioni alla base dello scritto stesso. Lo sviluppo di questo scritto, nel corso degli anni, è diventato IL CROGIOLO DELLO STREGONE.

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L'Anticristo e la fondazione della libertà dell'uomo

Non aspettatevi dal Libro dell'Anticristo
un'opera letteraria, un disegno, un ricamo.
Il cambiamento del modo di guardare il mondo
è un'insurrezione emotiva, una violenza,
con cui l'attenzione dell'individuo modifica
la sua descrizione del mondo.
Tale cambiamento non avviene nell'uomo
con atteggiamenti eleganti, con dolcezza,
gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità.
Avviene perché l'individuo se lo impone come propria necessità.
Il Libro dell'Anticristo fornisce gli strumenti
che consentono all'uomo di guardare al futuro,
anche quando questi strumenti possono risultare mal esposti!

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Formattazione attuale fatta il

Marghera, 10 aprile 2014

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Il Libro dell'Anticristo

Il Libro dell'Anticristo, fu scritto nel 1985. Quella versione è stata modificata fino al 1990. Il Libro dell'Anticristo è stato messo in web abbastanza presto, e ha subito formattazioni di pagina diverse a seconda di come i siti presentavano le pagine web. La versione che presento è la versione originale del Libro dell'Anticristo nella copia che per un anno è stata depositata in Siae come Opera prima. L'aver scoperto che il Libro dell'Anticristo, che apre con la visione del divenuto dell'Universo, altro non fa che risolvere il paradosso di Hegel che fa coincidere l'Essere col Nulla, nella previsione di affrontare questo argomento nella Teoria della Filosofia Aperta, mi ha indotto oggi 09 aprile 2014 a rifare la formattazione dell'intero libro.