Cerere - crescita e trasformazione

Gli Dèi nella Religione Romana
Il Sentiero d'oro

di Claudio Simeoni

 

Indice Religione Romana

 

Cerere è la forza che spinge a crescere.

Qualunque crescita, qualunque espansione di qualunque Essere. Se di Quirino ce ne sono tanti, pur tendendo il divenire umano all'unicità di un unico Quirino, di Cerere c'è un solo centro in cui convergono tutte le tensioni di tutti gli Esseri a qualunque stadio di sviluppo appartengano in questo Sistema Solare.

Cerere è la forza di espansione dell'universo. La forza di trasformazione del presente verso un fine, un obbiettivo, le cui possibilità sono contenute nel presente. L'uomo cresce come trasformazione del bambino che è cresciuto come trasformazione del feto. La forza, il potere della trasformazione, è Cerere e gli antichi veggenti individuarono questo potere nel chicco di grano, nel lavoro agricolo, in cui uno si moltiplicava crescendo spinto dalla Cerere che da dentro di lui lo spingeva a dilatarsi nel suo presente.

L'importanza dell'azione di Cerere consiste nell'alimentare la persistenza della vita all'interno dei mutamenti. Il mondo può mutare, trasformarsi, ma la vita muta e si trasforma adattandosi ad un mondo in perenne trasformazione, trasformandosi essa stessa per trasformare il mondo adattandolo a sé stessa. La relazione dialettica, il vivere le condizioni e le contraddizioni del mondo e della vita è Marte che si esprime, ma il potere con cui i singoli soggetti affrontano le contraddizioni sono Cerere.

Questa concezione del divenire è proprio della "filosofia religiosa" romana; era completamente sconosciuta alla filosofia stoica, platonica e alla filosofia che nei secoli dovette difendersi (per sopravvivere) agli attacchi dei cristiani.

Il divenire era nella crescita.

Divenire e crescita del soggetto, nella Religione Romana sono delle condizioni che non si possono separare. Si esiste perché si cresce. Si esiste perché ci si fa Cerere e si cessa di esistere quando si cessa di farsi Cerere.

La crescita non era un fatto meccanico, era un avvenimento in cui sono coinvolte volontà, determinazione e necessità; dunque, la crescita, è un atto di magia.

Un atto di magia, non un atto di impero di un padrone fallito nella sua esistenza del tipo: "fermati vento che mi stai rompendo le palle!". Un atto di magia emotiva in cui, come nell'alambicco dell'alchimista, convergono vari fattori che concorrono a produrre un effetto. Quest'effetto è la crescita delle Coscienze di Sé e, la forza che le spinge a crescere, dilatarsi e trasformarsi, è: Cerere.

Cerere costrinse l'Essere Sole a diventare una Coscienza di Sé.

Cerere spinse la Terra a diventare una Coscienza di Sé percorrendo il proprio sentiero del Se. Cerere spinse la Natura a diventare una Coscienza di Sé e a percorrere il proprio sentiero del Se. Cerere spinge ogni Essere sia Fisico, della Natura che fatto di Energia Vitale a svilupparsi continuando a percorrere il proprio sentiero sviluppando la propria Coscienza di Sé.

Cerere è per la Coscienza ciò che la forza di gravità è per l'acqua. La costringe a seguire il proprio sentiero.

Cerere è un centro da cui dipartono Linee di Tensione atte a stimolare la crescita della Coscienza di Sé lungo il proprio cammino. Nel percorso di crescita e di mutamento, i soggetti, le coscienze, non hanno ritorno. Possono solo mutare, crescendo. Non c'è nostalgia per un "mutamento sbagliato". Quando le coscienze scelgono una trasformazione, perché ritenevano di necessitarne, da quella scelta possono solo andare avanti, fare altre scelte, ma la scelta che hanno fatto rimane. La trasformazione fisica e psichica che quella scelta ha portato è dentro di loro ed entrando in loro, ha cancellato altre possibilità di scelta che ora sono negate. Ma la Coscienza può fare altre scelte, modificare ciò che ha essa stessa prodotto con scelte altre o diverse. Ma non c'è ritorno ad uno stato precedente: MAI. Solo la sconfitta di Cerere, la sconfitta della crescita genera in alcune coscienze l'idea del ritorno, l'idea del "buon vecchio tempo antico" come lenitivo psicologico nell'attesa della propria fine.

Cerere non è un dio padrone; Cerere non domina gli Esseri; ella è all'interno degli Esseri e le sue caratteristiche sono femminili anche se un veggente maschio, alterando la percezione all'inizio del suo cammino, le attribuirà caratteri maschili.

Cerere è la qualità della vita stessa. La necessità espressa dalla vita.

Cerere è Venere della Vita.

Essa sviluppa la sua volontà attraverso la manipolazione delle condizioni attraverso le quali la volontà si manifesta. Ciò che Cerere fa nell'agricoltura, è ciò che Cerere fa nell'intro Sistema Solare e nell'Universo. L'Energia Vitale si trasforma in Coscienza di Sé per l'intervento di Cerere attraverso Venere.

Vervactor e Obarator preparano il terreno su cui la Coscienza deve formarsi. Reparator prepara il rinnovo della Coscienza di Sé ad ogni nascita. Imporcitor guida la Coscienza di Sé lungo il cammino del Se. Insitor induce la Coscienza di Sé a non gettare via l'occasione di diventare eterna ecc. ecc. ecc.

Cerere spinge l'Energia Vitale a diventare Coscienza di Sé.

Spingere le Coscienze di Sé a manipolare la propria oggettività, adattandosi, consentendo di sviluppare altre Coscienze di Sé.

Cerere, dopo essere stata la spinta attraverso la quale l'Essere Terra divenne Coscienza di Sé, fu anche la spinta, per lo sviluppo della Coscienza di Sé Natura e di tutte le Coscienze che, al suo interno, annaspano nel tentativo di diventare eterne. Proprio perché Cerere alimentava la tensione di espansione delle prime concentrazioni di Energia Vitale, poté nascere la Natura e questa, diventando a sua volta Coscienza di Sé, poté agire per alimentare le relazioni fra gli Esseri che la formarono.

Il Comando Sociale dopo il 496 a.c. usò il suo tempio come deposito degli archivi della plebe e come centro dell'Intendenza.

Poco importa; le decisioni del Comando Sociale non si discutono, si possono solo subire. Inoltre, come Cerere è la spinta dell'Energia Vitale per trasformarsi in Coscienza di Sé, così la plebe di Roma era la spinta per far di questa città la "capitale del mondo".

NOTA: La discussione della relazione fra "plebei" e "patrizi" è una discussione ancora in atto. Ho depennato la riflessione originale perché la ritengo inadeguata, più legata ad una visione sociale attuale che non alla relazione sociale di Roma Antica. Come i Romani celebrassero, ai loro tempi, Cerere appartiene al vissuto dei Romani di allora. Commentare la forma di quei riti significa fare commenti fuori dal contesto socio-culturale. Ciò che a noi interessa è la Dea Cerere nel suo contesto teologico.

 

Testo 1993

Revisionato nella forma attuale: Marghera 16 ottobre 2016

 

Pagina tradotta in lingua Portoghese

Tradução para o português Ceres, crescimento e transformação na Religião Romana

 

Il sentiero d'oro: gli Dèi romani

La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona

 

Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona

 

La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.

Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio

 

Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne.

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

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e-mail: claudiosimeoni@libero.it

I Romani erano costruttori di Ponti

Ponti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi

La Religione di Roma Antica

La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.