Echidna, Tifone e i loro figli nella
Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana parla della realtà degli Dèi

di Claudio Simeoni

Se qualcuno vuole il libro cartaceo

 

Echidna, Tifone e i loro figli.

La Religione Pagana e la Teogonia di Esiodo

La generazione di Urano è legata al divenire dei mammiferi e degli Esseri Umani, nel nostro caso. La generazione di Ponto si esprime in uno sconosciuto che pur entrando in contatto col mondo razionale, deve essere da questo tenuto lontano perché ne distruggerebbe l’ordine e gli adattamenti interni.

Noi non viviamo nella generazione di Ponto, ma questa generazione sta attorno alla nostra ragione sia come possibilità sia come sconosciuto e come inconoscibile perché la ragione non riesce a descrivere, ma il coraggio dell’individuo nella ricerca di conoscenza può, in parte, penetrarlo.

Quando Zeus sconfigge Tifone, non fa altro che allontanare Tifone dal mondo razionale. Lo relega là dove non può nuocere alla Natura. Zeus è consapevole che un giorno Tifone emergendo travolgerà l’intera Natura. Tifone sta all’universo come Efesto sta alla Natura. Potenze divine che modificano il presente in un modo tanto radicale che quanto emerge dalla loro azione, pur avendo sostanza e struttura di ciò che lo ha preceduto, nulla è più come prima. Potremmo pensare all’azione radicale di Efesto come la distruzione dei dinosauri con la modificazione radicale dell’ambiente oppure, fra gli uomini e la loro cultura, possiamo pensare agli effetti della peste nera del 1300 in Europa: dopo, nulla fu più come prima.

E’ su questa realtà di Tifone che si innesta Echidna: mezzo serpente e mezza fanciulla. Il serpente è la vita che si costruisce sempre, qualsiasi siano le condizioni in cui si presenta il mondo; fanciulla, donna, soggetto desiderante e generante. L’unione fra le due forme in un’unica Coscienza ci dice che alla vita e alla Coscienza non interessa la forma razionale con cui si presenta la coscienza. La vita è vita e coscienza germina in continuazione qualunque siano le condizioni date.

Echidna è la congiunzione fra gli Esseri della Natura. Echidna è la congiunzione fra gli Esseri della Natura e gli DEI. Quanti percorsi esistono fra gli Esseri nel loro cammino dell’eternità? Echidna è quanto di più misterioso Esiodo abbia incontrato: mezza fanciulla e mezzo immenso serpente. Il cuore violento, ricolmo della determinazione dell’esistenza che si ciba dell’energia della terra vivendo in una grotta. Tifone, colui che rimescola le carte in tavola a giochi iniziati. Colui che cambia il corso dell’Essere Natura nell’intero universo. Colui che spazza via, o tenta di spazzare via, l’esistente (Tifone vedi Tifeo 820-870). Echidna la divina del divino! Colei che unisce la violenza del fuoco che arde per ricavarsi una trasformazione nell’infinito con il dolore degli ostacoli che ne impediscono lo sviluppo: Echidna, il cuore di fuoco della Terra.

Echidna, figlia di Crisaore, il nato con la spada d’oro delle emozioni da Medusa e il mare fecondo, e Calliroe figlia del Titano Oceano e della Titanessa, Teti madre dei viventi del mare.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotto da Romagnoli:

...E un altro orrido mostro generò Calliroe, per nulla

simile agli uomini, o ai Numi d'Olimpo che vivono eterni,

in una cava spelonca: la diva scaltrissima Echidna,

che Diva è per metà, bella guancia con occhi fulgenti,

e per metà serpente terribile, orribile, immane,

versicolore, vivace, nei bàratri immensi di Gèa.

Una spelonca ha qui, sottessa una concava roccia,

lungi dai Numi immortali, dagli uomini nati a morire:

l'inclita casa a lei qui prescrissero i Numi immortali.

Ma ella riparò sotterra, fra gli Arimi, Echidna,

la luttuosa, Ninfa che mai non invecchia né muore.

Esiodo, Teogonia 295 – 305

Echidna appare come il cuore di fuoco della terra. Rea, il Titano, è l’intelligenza della Terra; la terra che agisce è Rea che progetta e alimenta le trasformazioni. La terra come corpo (come quella del corpo dei viventi della Natura) è l’inconsapevole Gaia. Echidna appare come l’emozione della terra: il suo cuore di fuoco: immortale e sempre giovane. La lacrimevole e la luttuosa Echidna le cui emozioni sono ferite ad ogni trasformazione perché le sue emozioni partecipano alle trasformazioni del mondo. Solo Tifone sembra darle conforto. Il conforto come desiderio di annientare le cause delle emozioni offese da troppe trasformazioni indesiderate.

Echidna genera due cani, due guardiani dei mondi: Orto e Cerbero.

Orto appare come la forza che separa il mondo della forma dal mondo dell’azione. Viene ucciso da Ercole che rappresenta l’uomo che agisce nel mondo affrontando i problemi dell’esistenza e Cerbero che separa il mondo della ragione dal mondo emotivo, dal mondo delle emozioni: il regno di Ade da cui germina la vita degli Esseri della Natura.

Orto viene ucciso mentre difende Gerione a cui Ercole vuole sottrarre le mandrie di bovini. Gerione ha la capacità di guardare al futuro ed Ercole tenta di portare Gerione fra gli Esseri Umani come un oracolo. Lo uccide come azione e lo trasforma in una voce, in un ambiente razionale. Ognuno di noi, se vuole accedere al mondo dell’azione e appropriarsi di strumenti con cui modificare il proprio presente, deve uccidere il proprio Orto e affrontare il proprio Gerione.

Il secondo cane, Cerbero, è a guardia dell’ADE e deve essere superato da ogni Essere della Natura che trasforma la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. Cerbero è il cane dalla voce di bronzo e dalle cento teste. Ognuna a guardia di un possibile futuro pronto a sbranare chi tenta di fuggire dal proprio futuro rifugiandosi impropriamente nell’Ade.

I cani sono a guardia di mondi nei quali, per entrare, è necessario un intento inflessibile. Da quei mondi emerge la vita, anche la vita della Natura come noi la conosciamo, ma non c’è un ritorno indietro della vita. C’è la possibilità di rientrare in quei mondi per uscirne diversi da come si stava vivendo, ma quella possibilità richiede di superare i cani. Uccidere Orto è la soluzione di Ercole, superare Cerbero è la soluzione di chi necessitava di entrare nell’Ade, l’utero della vita dei viventi, e tornare dall’Ade diverso da come vi era entrato per affrontare in maniera più appropriata il proprio quotidiano.

Echidna generò Idra che fu nutrita da Era.

Perché Era, l’Essere Natura, nutrì Idra?

Perché Idra è una parte delle Coscienze di Sé che dall’Essere Terra, intesa come Madre generatrice degli Esseri della Natura, sorgono per abitare il pianeta. Quante Coscienze di Sé prendono vita nelle acque della Terra, oggettività dei viventi dell’Essere Natura. Quali Coscienze di Sé formano IDRA?

C’è una lotta che appare fra Idra di Lerna, nutrita da Hera, e la specie che domina razionalmente gli Esseri della Natura. L’Essere Umano non è apprezzato da Hera perché sconvolge la Natura per i suoi interessi. Nello scontro fra Ercole e l’Idra di Lerna va visto lo scontro fra la specie umana con i suoi Ercole, contro la Natura, in questo caso rappresentata dall’Idra di Lerna, e le infinite specie che costituiscono le sue teste.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotto da Romagnoli:

l' Idra di Lerna terza die' a luce, d'aspetto funesto,

cui nutricò Giunone, la Diva dal candido braccio,

che, d'ira insazrata contro Ercole valido ardeva.

Ma lei trafisse il figlio di Giove col ferro spietato,

d'Anfitri6ne il figlio, col suo prediletto Iolào,

Ercole per volere d'Atena, la Diva predace.

Esiodo, Teogonia 313 – 318

Perché Era odia Eracle? Perché Eracle è il simbolo dell’Essere Umano che costruisce sé stesso con coraggio, ma non senza saccheggiare l’Essere Natura dal quale è nato. Questa specie distrugge l’Essere Natura per trasformare l’Essere Terra e a soffrirne è l’Essere Terra intesa come oggettività dell’Essere Natura: Era! Eracle uccide Idra, in Esiodo, usando il “bronzo spietato” per volere di Athena (la razionalità di Zeus) predatrice.

E’ la tecnica, la scienza degli Esseri Umani che distrugge le Coscienze di Sé di Idra minacciando la distruzione della stessa Era. Di quell’Era, di cui Idra è parte. Il bronzo è la tecnica, la tecnologia, che usata da Eracle attraverso Athena lo porta a trasformare l’oggettività in cui vive anche saccheggiando l’ambiente dei viventi.

Echidna risponde generando Chimera.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotto da Romagnoli:

Idra, poi partorì Chimera, che fuoco spirava,

che immane era, tremenda, veloce nei piedi, gagliarda.

Essa tre teste aveva: la prima di fiero leone,

l'altra di capra, la terza di serpe, d'orribile drago.

Bellerofonte prode con Pegaso morte le diede.

Esiodo, Teogonia 319 – 325

Chimera: un crogiolo emotivo di forze della vita. Generata da Echidna e Tifone; uccisa da Bellerofonte!

Qual è l’Essere umano che può essere contemporaneamente capra, leone e drago? E’ una Chimera, un uomo o una donna che vivono in tre mondi, in tre universi contemporaneamente, in tre dimensioni agendo nell’una per ottenere un risultato nell’altra. Un Essere che agisce su tre piani indifferentemente per influire indifferentemente su ognuno dei tre piani. E’ una Chimera.

Nemmeno gli Dèi possono tanto. Zeus genera Atena, la razionalità progettuale, l’Arte dell’Agguato; non è in grado di generare qualche cosa che appartenga al mondo emotivo di Urano Stellato. Echidna con Tifone appartengono ad una dimensione sconosciuta a Zeus. Zeus può imprigionare Tifone, ma Tifone ama Echidna nel cuore della Terra. Nel cuore di quella Rea che con Crono partorì Zeus. Perché un Essere Umano dovrebbe uccidere Chimera? Per liberare le forze dal suo interno, per liberare le potenze che stanno dentro di lui e dare l’assalto al cielo dell’infinito trasmettendo questa potenza alla sua specie.

Per liberare il divino dal centro della psiche-emotiva dell’Essere Umano per permettergli lo sviluppo in ogni Essere della propria specie, si uccide la Chimera dentro di noi per farci chimera in una manifestazione soggettiva della coscienza che non è più allineata alle convenzioni sociali o culturali della società nella quale viviamo. Più che uccidere è un impadronirsi e un ridistribuire. Come Prometeo si impadronisce del fuoco e lo distribuisce, così Bellerofonte libera le forze di Chimera e ne permette lo sviluppo fra gli Esseri Umani.

Chimera deriva dalla parola greca che significa capra. Chimera racchiude in sé le qualità che fanno di una Coscienza di Sé un DIO. Racchiude le qualità di Zeus stesso!

L’Essere Capra è rappresentazione di Libertà. E’ lo spirito indomito e ribelle fra gli Esseri che l’Essere Umano intende sottomettere e allevare per i propri bisogni. L’Essere Capra è la rapidità dell’azione. Nelle visioni della Stregoneria l’Essere Capra è il fulmine di Zeus (Zeus è nutrito dalla capra Amaltea) o Gaia stessa, sostanza sul cui corpo prendono vita le Coscienze di Sé. Nella tradizione Orfica il capretto era la rappresentazione dell’“iniziato”, colui che dava l’assalto al cielo della conoscenza e della consapevolezza.

Il frammento n.32 delle Laminette Orfiche citato dal dizionario dei simboli della BUR, si dice:

Quando la tua anima avrà lasciato la luce del sole, vai a destra facendo attenzione a tutti i particolari.

Sii felice di provare ciò che provi!

Tu hai provato ciò che non avevi mai provato prima!

Sei diventato DIO!

Capretto, sei caduto nel latte!

Addio, sii felice!

Prendi la via di destra verso le sante praterie e i boschi di Persefone!”.

Lo spirito di Libertà è in tutto il versetto orfico e rende perfettamente l’azione di liberazione da parte di Bellerofonte dello spirito di Libertà affinché si manifestasse nel farsi DIO negli Esseri Umani.

L’Essere Leone rende bene il farsi DIO di ogni Essere della Natura. La possanza dello spirito che cresce e si manifesta nel mondo in cui vive. La costruzione del proprio Potere di Essere. La determinazione dei soggetti nell’affrontare le contraddizioni della propria esistenza. E’ una rappresentazione dell’Energia Vitale che divampa e splende come quella dell’Essere Sole.

Infine il drago. L’Essere Serpente che è rappresentato, nella sua attività sociale anche un Essere Drago. Perché quest’abbinamento? Perché l’Essere Serpente striscia, palpando e amando la terra, ma l’Essere Drago ama ed avvolge l’intera terra, entra in ogni Essere e gli sussurra l’Intento. Il Drago è ovunque; ovunque Libertà respiri e ogni Essere costruisce il proprio Potere di Essere.

Allora è comprensibile l’uso del termine “Chimera” per indicare l’illusione: per chi non sviluppa il Potere di Essere, Chimera è illusione quale parto della sua ragione. Chi non alita Libertà manifesta la sua esistenza come un desiderio utopico irrealizzabile; chi non sviluppa il proprio Potere di Essere è terrorizzato dalle manifestazioni di sé stesso nel circostante; chi non scorge il drago nelle manifestazioni del circostante costruirà dei fantasmi attraverso i quali descrivere il proprio fallimento.

E’ una chimera per chi non vive Chimera.

Le manifestazioni di Chimera sono terribili, come il fuoco della conoscenza e della consapevolezza che sprigiona con fuoco invincibile, terribile e grande, veloce e forte.

Così Chimera, sciolta da Pegaso e Bellerofone dai suoi legami si espande negli Esseri e nelle Coscienze di Sé che attraverso Chimera iniziano il loro cammino nell’infinito sorretti dall’invincibile fuoco di Chimera.

Chimera e Orto generarono la Sfinge e il leone Nemeo. Orto è colui a guardia del mondo dell’azione e con Chimera genera i passaggi per quel mondo: Sfinge e il leone Nemeo.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotto da Romagnoli:

Essa con Orto s'uni, die' a luce la Sfinge funesta

che sterminava le genti di Cadmo, e il leone di Neme,

cui nutricò Giunone, di Giove la celebre sposa,

e lo mandò nei campi Nemèi, gran cordoglio ai mortali.

Quivi abitava, e a rovina mandava le molte famiglie,

che aveva Treto in suo dominio, e Apesanto e Nemèa.

Ma Ercole gagliardo poté con la forza domarlo.

Esiodo, Teogonia 326 – 332

Dobbiamo diventare Leoni dell’intelletto e delle emozioni se vogliamo affrontare Sfingi.

Chimera e Orto partoriscono i modi con cui gli Esseri, Esseri della Natura nel nostro caso, possono superare la barriera della ragione e raggiungere il mondo del tempo uccidendo l’Orto e il Gerione che ci impediscono di realizzare la nostra esistenza.

Sfinge appare come un barriera intellettuale. Una barriera emotiva nella quale gli Esseri della Natura si devono immergere per superarla. Il Leone Nemeo appare nella duplice funzione di ostacolo alla vita degli uomini e di motivo che emerge negli uomini per affrontare il mondo. Un affrontare il mondo che deve essere frenato da Era che, attraverso Ercole, fermerà il Leone Nemeo; o il Leone Nemeo agisce per fermare Ercole e la specie di cui è manifestazione?

In ogni Essere e in ogni Coscienza di Sé c’è Sfinge che opera ponendo quesiti ai quali non si è in grado di rispondere. Ed è necessario costruire la conoscenza, il sapere e la consapevolezza per cercare quelle risposte che consentono alle Coscienze di Sé di continuare a svilupparsi. Per evitare la distruzione. Così in ogni Essere, all’interno della Natura, c’è il Leone Nemeo pronto a distruggere quanto lo circonda per costruirsi, ma che può essere distrutto da altri che si stanno costruendo. Il Leone Nemeo si distrugge esercitando le proprie volontà e le proprie determinazioni all’interno dell’Essere Natura. Sfinge si supera o si distrugge alimentando la conoscenza e la consapevolezza nel mondo in cui si vive. I figli di Echidna vivono in ogni Coscienza di Sé degli Esseri della Natura. I figli e i figli dei figli di Echidna alimentano gli Esseri che agiscono per costruirsi e per varcare le soglie dei mondi o distruggono gli Esseri che non agiscono per costruirsi e che hanno paura a varcare quelle soglie.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotto da Romagnoli:

Ed in amore Ceto con Fòrcide unita, un serpente

orrido generò, che nei bàratri bui della terra

sta, con le spire immani, degli aurei pomi custode.

Questo serpente, dunque, da Ceto e da Fòrcide nacque.

Esiodo, Teogonia 333 – 335

Dalle condizioni della vita Ceto e Forci generano anche i confini della terra delle emozioni separandola dal mondo dell’azione e dal mondo della ragione e della descrizione. Separano l’oscuro da cui emerge la conoscenza dalla necessità del conoscere degli Esseri della Natura. Un territorio nel quale non può accedere nemmeno il più coraggioso degli uomini, Ercole.

L’oscuro dell’inconoscibile che circonda gli Esseri. L’inconoscibile che sovrastandoli annulla i loro tentativi di superare le barriere della loro ragione, del loro sentire e del loro intuire. Il Terribile Serpe, guardiano dei confini della terra oscura che gli Esseri devono superare per cogliere i pomi della Conoscenza, della Consapevolezza e del divenire nell’eternità dei mutamenti. Il Terribile Serpe a guardia dei confini di un conosciuto rassicurante; il mare calmo che rassicura l’animo pavido dei naviganti. Oltre i confini di quel mare ci si immerge nell’oscuro, nello sconosciuto che il cuore coraggioso può svelare. Lo sconosciuto è l’anticamera dell’inconoscibile. Là dove il coraggio si svuota, la temerarietà si annulla, la Conoscenza trema: l’inconoscibile. Il luogo protetto dalla Terribile Serpe.

Anche se l’uomo e la donna si fanno Ercole, non possono superare la Terribile Serpe: è necessario farsi Atlante. Soltanto coloro che si caricano il mondo sulle spalle hanno abbastanza potere personale per superare quella Terribile Serpe e cogliere i Pomi d’Oro delle Esperidi.

Il Terribile Serpe è il nemico davanti al quale anche il più coraggioso dei Leoni dell’Essere Natura trema: la trasformazione. La fine della vita; la fine della sequenza di trasformazioni in quello stato. Il cambio di stato. Il passaggio dalla vita fetale all’Essere della Natura; il passaggio da Essere della Natura ad Essere di sola Energia Vitale. Ogni passaggio trasforma un inconoscibile in sconosciuto. Ogni passaggio avviene superando la Terribile Serpe figlia di Ceto e Forci, e cogliendo i pomi d’oro custoditi delle Esperidi.

Ricordo che nessun DIO muore mai nella Teogonia. Dire come “Ercole uccide Gerione o Orto” non ha il senso di uccidere come nel mondo della ragione, ma di impedire alle manifestazioni di Gerione ed Orto di interferire nell’ulteriore sviluppo della coscienza e della conoscenza del loro uccisore. Gerione continua ad allevare bovini e Orto continua a fare la guardia del mondo del tempo in attesa che altri Esseri Umani li uccidano superando la soglia e continuando a sviluppare sé stessi.

NOTA: Le citazioni della Teogonia di Esiodo sono tratte dalla traduzione di Ettore Romagnoli "Esiodo i poemi" Edito da Nicola Zanichelli Bologna 1929

Appunto trasmissione radiofonica del 2000 – inizio revisione 18 settembre 2014

Revisione

Marghera, 09 ottobre 2014

Tradução para o português 16/B) Equidna, Tifão e os seus filhos na Teogonia de Hesíodo

vai indice delle pagine di commento alla Teogonia

 

 

 

 

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Claudio Simeoni

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L'analisi della Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana ha forgiato una propria visione del mondo, della vita e del venir in essere delle coscienze fin dalle origini del tempo. Tali idee collimano nel tempo presente con le idee delle religioni e dei culti prima dell'avvento della filosofia e furono osteggiate militarmente dall'odio cristiano contro la vita. Analizzare Esiodo ci permette di chiarire il punto di vista della Religione Pagana.