METTERSI AL SERVIZIO PER ALIMENTARE IL PROPRIO POTERE DI ESSERE.

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.... Suvvia, tutti gli dei che abitano le dimore dell'Olimpo

vi concedano legittimi sposi, e di generare figli

come gli sperano i genitori, così voi abbiate pietà di me, fanciulle,

e siate mie amiche. Care figlie, in quale casa potrei andare,

di quale uomo o quale donna sì che io compia per loro,

volenterosa, i lavori che si addicono ad una donna attempata?

Tenendo fra le braccia un bambino appena nato

io potrei allevarlo premurosamente, e avrei cura della casa,

e preparerei, nell'intimo delle camere ben costruite,

il letto dei signori, e addestrerei al lavoro le donne".


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E' un insegnamento fondamentale per ogni Iniziato: è una questione di vita o di morte. Dove per vita e morte si intende il proseguimento del processo soggettivo di trasformazione o la cessazione dello stesso.

L'Iniziato, o il DIO, hanno il “potere della consapevolezza e della conoscenza”. Al di là dei mezzi che possono procurarsi per intervenire nell'oggettività la lucidità che hanno raggiunto nella possibilità di intervento è tale che è sufficiente una condizione oggettiva favorevole per dominare la situazione. In questo caso è la DEA che potrebbe avere il sopravvento facilmente e che rinuncia a prevalere per mettersi al servizio. Si mette al servizio non come un gesto di umile sottomissione, ma come colei che offre dei servigi con diligenza e impegno. Non troverete mai nessuna parola di sottomissione emessa dalla DEA, non troverete ricerca di compassione. La DEA estende un vero e proprio curriculum di quanto è in grado di fare e di offrire: nulla di divino, ma tutte prerogative di una persona che ha accumulato esperienza.

Chiedo qualche cosa e offro qualche cosa!

Sono in grado di fare tutti questi lavori, ho esperienza e le sue parole certificano la sua esperienza.

Alle ragazze non dice: “Per favore aiutatemi!”; alle ragazze dice: “Siate mie amiche!”

IO, DEA o Iniziato, ho necessità della vostra amicizia!

Io, donna anziana, ho necessità della vostra amicizia!

Come suonano strane le parole della DEA.

Eppure ella ha necessità di quell'amicizia; eppure ella è manifestata da ogni Essere che esiste nell'universo.

Suonano strane le parole della DEA specie per il fatto che siamo abituati a un ben altro tipo di amicizia: “Voi siete miei amici se farete quello che vi comando.” (Vangelo di Giovanni 15,14). Viviamo in un sistema sociale che impone l'amicizia come metodo di sottomissione delle persone e si è perso il senso del piacere della vicinanza fisica ed emozionale delle persone. La DEA è questo che chiede alle figlie di Celeo! Cosa che non è in grado di fare nessun dio padrone monoteista. Non lo può fare un prete cattolico, né un prete ebreo o musulmano, ma lo può fare l'Iniziato ai misteri di Eleusi per il quale è importante un camminare assieme per affrontare la vita e non un impadronirsi di Esseri Umani da sottomettere.

La pietà che chiede la DEA è la PIETAS delle antiche religioni: la DEA chiede attenzione per sé!

Chiedere attenzione per sé significa: “Potete aiutarmi a trovare la casa nella quale posso lavorare e vivere?”

Che non ha nulla del pietismo cui siamo abituati educazionalmente a pensare, ma è l'attenzione per il mondo e gli enti che lo abitano e che ci circondano. Quando uno di questi enti si presenta noi gli dedichiamo pietas: gli dedichiamo la nostra attenzione. Non gli diciamo come deve comportarsi; non gli chiediamo se è portatore di gloria o di inganno. Lo accettiamo per come si presenta e per come si presenta gli dedichiamo la nostra attenzione in base ai nostri intenti.

Ed ora parliamo dell'augurio che fa la DEA alle ragazze.

Augura loro che abbiano la migliore condizione familiare possibile e augura loro di avere “figli come i genitori desiderano!”.

Nell'augurio della DEA non c'è l'imposizione ad una morale coercitiva; non c'è la richiesta di obbedire o sottomettersi a dei doveri: c'è l'augurio delle migliori condizioni possibili di vita e il raggiungimento degli obiettivi e dei desideri di loro.

Con un amico si cammina a fianco, per brevi o lunghi tratti, e gli si augura che riesca nei suoi obiettivi e nei suoi intenti.

Se poi i suoi obiettivi e i suoi intenti sono anche i nostri obiettivi e i nostri intenti, l'augurio che gli facciamo è anche l'augurio che noi facciamo a noi stessi. C'è solo servilismo la dove qualcuno obbedisce ad un comando e suona beffardo chiamare chi è costretto ad obbedire, amico!

I MISTERI ELEUSINI

COMMENTO ALL'INNO OMERICO A DEMETRA.

A cura di:

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 041933185

E-MAIL: claudiosimeoni@libero.it


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