Pandora e le sue armi nella Teogonia di Esiodo

Claudio Simeoni
capitolo 25

Significato di Teogonia:
L'insieme dei miti che illustrano l'origine e la discendenza degli Dèi in chiave simbolicamente antropomorfica.

La Religione Pagana, i poeti e la filosofia

Pandora e le sue armi.

La Religione Pagana e la Teogonia di Esiodo - Indice Generale

La presentazione della donna, da parte di Esiodo, è sicuramente volto al disprezzo di molte rappresentazioni della donna e, sicuramente, è in sintonia con l'idea cristiana della donna come schiava e sottomessa all'uomo. Questo ha ingannato anche me, ma le cose stanno davvero come appaiono nella descrizione di Pandora?

Zeus offre Pandora a Epimeteo ed Epimeteo, teso a soddisfare il presente incurante delle conseguenze, viene ingannato da Zeus accogliendo Pandora. In alcuni miti si dice che Epimeteo abbia accettato di sposare Pandora dopo che Zeus aveva incatenato Prometeo, ma a noi questo, mentre leggiamo Esiodo, non ci interessa molto.

L'episodio di Pandora è uno dei pochi episodi in Esiodo in cui l'azione contraddice la rappresentazione e l'idea generale della rappresentazione.

La prima domanda che ci poniamo, e che si deve porre chiunque legga il mito in Esiodo, è: di chi è figlia Pandora? E' come se ci chiedessimo: di chi sono figli i muscoli di Ercole? Infatti, nel caso di Pandora, non si tratta di discendenza di persona, ma di discendenza di qualità attribuite alle persone. La domanda è: che cosa Zeus trasferisce fra gli Esseri Umani mediante Pandora?

Nell'analisi del mito abbiamo visto come rappresentazioni divine quali potenza, forza, giustizia, nascono da vari Dèi e sono il frutto di varie genealogie, come quella di Urano Stellato o di Ponto. Gli Dèi sono indifferentemente maschi o femmine, siamo noi, come Esseri Umani, bisessuati, che individuiamo una caratteristica in cui gli Dèi si presentano come maschile e una caratteristica in cui gli Dèi si rappresentano come femminile.

Solo fra i nati nella Natura, in Hera, gli Esseri hanno il carattere sessuale che marchia le loro scelte nella vita quotidiana.

Non abbiamo mai avuto nulla da ridire sui muscoli di Ercole, ma come la mettiamo con la donna, l'Essere Umano femminile, che si fa Ercole?

Cosa significa, farsi Pandora?

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotta da Romagnoli:

Giove che freme dall' alto, di bile fu pieno il suo cuore,

come fra gli uomini vide la vampa che fulge lontano;

e un male, a trar vendetta del fuoco, creò pei mortali.

Un simulacro plasmò con la terra l'insigne Ambidestro [Efesto],

simile ad una fanciulla pudica: lo volle il Cronide ,

La cinse e l'adornò la Diva occhiglauca Atena,

con una candida veste, sul capo le pose una mitra

istoriata con le sue mani, stupenda a vederla,

e su la fronte corone le pose Pàllade Atena

di fiori, appena appena spiccati dall'erba fiorente.

E d'oro un diadema le cinse d'intorno alla fronte,

che avea per lei foggiato l'artefice insigne ambidestro,

con le sue proprie mani, per far cosa grata al Cronide.

In esso molte fiere scolpite con arte stupenda

erano, molte, quante ne nutrono il mare e la terra:

tante scolpite ne aveva, fulgendone somma bellezza,

meravigliosa; e tutte sembrava che avessero voce.

Esiodo, Teogonia 568 584

Pandora nasce da due artifici della vita, la coppia che non fu mai coppia: Efesto e Atena! Una non coppia da cui, in altri miti, si dice sia nato il fondatore di Atene da uno schizzo di sperma di Efesto caduto sulla gamba di Atena.

Efesto fu partorito da Hera, da sola, per la rabbia che Hera provò quando Zeus, dopo aver fagocitato Meti, partorì dalla sua testa Atena armata e corazzata. Atena non può partorire. Atena è una delle tre Dee vergini del mito. Le altre sono Artemide e Estia. Come nessuno può possedere (vergini significa, non essere possedute) il principio femminile della vita, Artemide, e nemmeno la verità, Estia, così nessuno può possedere l'Arte dell'agguato, Atena: tutti la possono manifestare, ma nessuno può farla propria.

Pandora appare come "le qualità possenti dell'Essere Umano femminile!".

Entrambi gli Dèi, Efesto e Atena, sono Dèi che si manifestano nell'attività di costruttori, il primo come fabbro e la seconda come progettista, fabbricante, intelligenza progettuale, mente razionale.

Queste manifestazioni divine sono quelle che vengono trasferite da Zeus nell'Essere Umano femminile attraverso l'opera di Efesto e Atena.

Efesto plasma la forma e Atena dona le armi: la veste, la mitra, la corona, un diadema in cui erano impressi i caratteri di tutte le fiere del mare e della terra. Quelle fiere divennero le voci delle emozioni di Pandora. Pandora era tutte loro!

Atena è l'arte dell'agguato: forgia armi, strumenti e tecniche "guerra", o strumenti per gli artigiani che vivono il lavoro come fosse una guerra, con cui affrontare la vita proprie dell'Arte dell'Agguato. Efesto plasma la forma e Atena la attrezza.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotta da Romagnoli:

Poscia, com'ebbe scolpito quel bello ma tristo malanno,

addusse ov'eran gli altri Celesti e i mortali la donna,

tutta dei fregi ornata d'Atena dagli occhi azzurrini.

E meraviglia colse le genti mortali ed i Numi,

quando l'eccelsa frode funesta agli umani fu vista.

[Nota: da lei infatti viene la stirpe delle donne.]

Esiodo, Teogonia 585 590

Atena ha completato il suo capolavoro: ora la donna ha armi con cui competere con gli uomini. Né muscoli, né clava, ma armi potenti con cui ammaliare e imprigionare. Armi potenti come tutte le voci delle fiere del mare e della terra che attraversano le sue emozioni.

L'agguato, che Zeus ha chiesto ad Atena di trasferire fra le donne, è il potere della sopravvivenza del genere femminile a tutte le avverse condizioni della vita che tenderanno a rendere schiava la donna. Una donna che Zeus ha voluto proteggere forgiando per lei armi adeguate. Prometeo prudente è attento a quelle armi. Non è da Prometeo che la donna si deve difendere, ma da tutti gli Epimeteo che per imporre il dominio nel tempo presente non sono accorti dell'effetto che hanno le loro azioni, le loro scelte e i loro giudizi.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotta da Romagnoli:

Da questa derivò delle tenere donne la stirpe,

la razza derivò, la donnesca genia rovinosa,

grande iattura, che vive fra gli uomini nati a morire,

che della povertà compagne non son, ma del lusso.

Come allorché nei loro profondi alveari, le pecchie

nutrono i pigri fuchi, compagni d'ogni opera trista:

esse l'intero di, sin che il sole si tuffa nel mare

sinché la luce brilla, riempiono i candidi favi;

e, rimanendo i fuchi nel fondo agli ombrosi alveari,

mèsse nel ventre fanno di ciò che raccolsero l'altre:

similemente, a danno degli uomini, Giove che tuona

dal ciel, pose le donne, compagne d'ogni opera trista.

E un altro male, invece d'un bene, anche inflisse ai mortali

chi, per fuggire i tanti pensier che le femmine dànno

schiva le nozze, e giunge saletto all'esosa vecchiezza:

non ha, seppure nulla gli manca, nessun che l'assista;

e quando viene a morte, dividon lontani parenti

fra lor la sua sostanza.

Esiodo, Teogonia 591 607

"Il genio rovinoso delle donne". Si tratta del giudizio di necessità che dà Esiodo del modo di combattere delle donne nella società.

Donne che non sono compagne della miseria, della povertà e dell'indigenza, ma spingono per uscire dall'indigenza, dalla povertà e dalla miseria. Cercano il lusso, lo star bene, il piacere e la piacevolezza. Come dovrebbe fare l'uomo e la società nel suo insieme. La povertà non è né un ideale, né un valore. E' solo una condizione imposta mediante la violenza.

Per questo motivo Esiodo paragona le donne ai fuchi che vivono del lavoro altrui, una specie di parassita. Ma questo è un giudizio di Esiodo, non l'opera degli Dèi.

L'impressione è che Esiodo abbia colto l'occasione del racconto di Pandora per inserire aspetti sociali del tutto estranei agli Dèi di cui sta raccontando. Dal momento che Zeus ha chiesto ad Efesto e Atena di attrezzare Pandora affinché diventa il modello con cui la donna si attrezza, Esiodo vi aggiunge le motivazioni per le quali Zeus avrebbe fatto questo basandosi sulle sue personali predilezioni e approfittato del racconto per inserire il suo personale disprezzo per la donna dettato, molto probabilmente, da predilezioni omosessuali.

Pertanto, il racconto di Pandora va letto in due parti distinte. Da un lato l'azione degli Dèi e dall'altro lato le motivazioni e le considerazioni personali di Esiodo.

Affrontare le condizioni della quotidianità con i muscoli e con la clava, come fa Ercole, non è più dignitoso che affrontare le condizioni della quotidianità col fascino e con l'arte di ammaliare. Non sempre il leone lo uccidi, qualche volta è sufficiente accarezzarlo. L'arte della guerra di Atena non è l'arte del genocidio per il genocidio, è l'arte che risolve le contraddizioni dell'esistenza e le armi che Atena forgia per Pandora sono armi che conquistano senza distruggere la vita. Potremmo dire che quelle armi sono la "razionalizzazione" della bellezza e della veicolazione emotiva nel mondo: le armi degli Dèi.

Le considerazioni sul male, prodotto sia dalle donne che dal rifiuto delle donne in Esiodo, appare più un esercizio di disperazione di Esiodo che non la volontà di Zeus. "L'esosa vecchiezza" è la paura di Esiodo della solitudine e della paralisi nella sua vecchiaia perché rifiuta di vivere con una donna o di aver figli, che non una condanna di Zeus. Conseguenze della scelta di Esiodo, non volontà degli Dèi.

Non è un caso che Pandora venga associata ad Epimeteo, colui che guarda il tempo presente e non è consapevole dell'effetto che avranno le azione fatte oggi nel futuro.

E' attribuito ad Epimeteo l'avvertimento di Esiodo sulla volontà di fuggire dalle relazioni con le donne.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotta da Romagnoli:

Chi poi vuol marito il destino

quand'anche abbia una moglie pudica, di mente assennata,

col tempo, anche per lui si bilanciano il bene ed il male.

Ma quello che s'imbatte con una di trista genia,

nutre, per tutta quanta la vita, una smania nel seno

nell'animo, nel cuore, rimedio non c'è del suo male.

Né trasgredire si può, né frustrare il volere di Giove.

Neanche Prometèo, di Giapeto il benefico figlio,

all'implacato suo sdegno sfuggi: con fatale potenza

immani ceppi lui costrinsero; e tanto era scaltro.

Esiodo, Teogonia 607 616

Fuggire dalle relazioni che esistono nella vita e nella Natura, predispongono ad un triste futuro. Un futuro davanti al quale Esiodo sembra arrendersi pensandolo come inevitabile: o hai relazioni con Pandora o hai un triste futuro. Pandora è armata di armi forgiate da Efesto e preparate da Atena. Armi con cui trasferire nella ragione il vortice emotivo delle passioni e in quel vortice avvolgere la vita.

Da Pandora non si fugge, con Pandora si costruisce il futuro camminando assieme. Che la speranza rimanga prigioniera nel vaso, tutto i "mali" liberati da Pandora sono le condizioni della vita nelle quali uomini e donne si trasformano in Dèi.

NOTA: Le citazioni della Teogonia di Esiodo sono tratte dalla traduzione di Ettore Romagnoli "Esiodo i poemi" Edito da Nicola Zanichelli Bologna 1929

Appunto trasmissione radiofonica del 2000 - inizio revisione 18 settembre 2014

Revisione

Marghera, 20 ottobre 2014

 

Pagina tradotta in portoghese

Tradução para o português 25/B) Pandora a Epimeteu na Teogonia de Hesíodo

 

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Quando si percorre un sentiero di Stregoneria
si conosce l'inizio, ma non si sa dove porterà.
Per questo motivo l'impeccabilità deve essere a fondameto
di ogni nostra decisione.

L'analisi della Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana ha forgiato una propria visione del mondo, della vita e del venir in essere delle coscienze fin dalle origini del tempo. Tali idee collimano nel tempo presente con le idee delle religioni e dei culti prima dell'avvento della filosofia e furono osteggiate militarmente dall'odio cristiano contro la vita. Analizzare Esiodo ci permette di chiarire il punto di vista della Religione Pagana.

Oggi possiamo dire che le religioni del Mito erano religioni evoluzionistiche in cui gli Dè erano parte della materia e dell'energia in perenne modificazione e in trasformazione e la religione non stabiliva le "verità del Mito", ma stabiliva le condizioni opportune affinché uomini e donne potessero trasformarsi in Dè come parte di un mondo in trasformazione.

La bellezza non รจ un oggetto in sé, ma dipende dagli occhi "belli" di chi guarda l'oggetto e scorge in esso la "bellezza che lui è". In questo senso solo chi è aperto al mondo scorge la bellezza nel mondo. Solo chi è aperto agli Dèi scorge l'intelligenza negli oggetti del mondo e le relazioni fra questi e la sua stessa intelligenza.

In altre parole, le Antiche Religioni, prima della filosofia, erano "evoluzioniste" e non "creazioniste"; dal punto di vista sociale diremmo che erano religioni "democratiche" e non "assolutiste" o "dittatoriali". La divinità era la materia e l'energia e non un soggetto esterno alla materia e all'energia.

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Ultima modifica marzo 2024

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