Zeus e Maia: Ermes nella
Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana parla della realtà degli Déi

di Claudio Simeoni

Se qualcuno vuole il libro cartaceo

 

Zeus e Maia: Ermes

La Religione Pagana e la Teogonia di Esiodo

Con la nascita di Ermes entriamo ancora di più nel divino che ci costruisce.

Molti Dèi forgiano ciò che siamo e la nostra possibilità di trasformarci in Dèi a nostra volta è il riconoscimento della presenza di quegli Dèi dentro di noi e la loro manifestazione nelle nostre azioni e nella nostra volontà per soddisfare i nostri desideri e le nostre predilezioni.

La costruzione di Zeus delle possibilità di far germinare altri Dèi nella Natura vede nella sua fusione con Maia la nascita di un divino che ci appartiene. Sono quei divini tanto legati alla nostra esistenza che qualora l'orrore si impossessasse di tutto noi stessi (del nostro cuore e della nostra "anima"), manifestando questi Dèi noi possiamo agire per scuoterci dall'assoggettamento e costringerci ad uscire da quell'orrore.

Ermes nasce da Zeus e Maia.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotta da Romagnoli:

Maia, la figlia d'Atlante, congiunta d'amore con Giove,

Ermète generò, l'illustre, l'araldo dei Numi.

Esiodo, Teogonia 938 – 939

Ricordiamo come Maia nasce da Atlante, il Titano che regge il mondo. Gli Esseri che manifestano Atlante dentro di loro sono coloro che tengono aperta la porta dell'infinito agli Esseri della propria specie. Quell'Essere che regge il mondo affinché la propria specie possa costruirsi. Quell'Essere la cui forza e il cui coraggio è tale da giungere nel giardino delle Esperidi e cogliere i frutti della Conoscenza e della Consapevolezza. Quell'Essere la cui disponibilità nei confronti degli Esseri della propria specie è tale da farsi "fregare" da un Eracle che non aveva forza, intenzione né volontà per reggere il mondo.

E' necessario ricordare questo per comprendere cosa germina dall'unione di Zeus con Maia. Ciò che è Atlante deve essere trasferito fra i figli di Era; ciò che viene trasferito fra i figli di ERA è ciò che permette loro di trasformarsi in Dèi a loro volta!

Ermes, la cui prima azione è rubare con astuzia le mandrie ad Apollo. Già si è detto come nella mitologia Romana (per quel poco che conosciamo) la stessa azione è stata fatta da Caco e sventata da Ercole. In Ermes sembra assumere un diverso significato. In Caco il fine dell'azione era l'appropriazione delle mandrie, in Ermes era la gioia dell'atto, l'espressione della propria astuzia e della propria abilità. Astuzia e abilità che può essere rivolta in ogni altra direzione in cui la vita spinge l'individuo. Lo stesso vale per la reazione di Apollo. Ad Apollo non interessa tanto il possesso della mandria, interessa smascherare il ladro: contrapporre intelligenza ad intelligenza! Dove l'intelligenza è data anche dalla capacità dell'Essere di costruire relazioni e alleanze.

Con Maia Zeus inizia un nuovo tipo di "creazione" introducendo fra gli Esseri della Natura una serie di Dèi propri degli Esseri della Natura. Con Ermes Zeus introduce la Follia Controllata. Quella sorta di inganno e di imbroglio che qualifica un modo di agire e che manifesta uno stato d'animo e delle intenzioni che possono essere giudicate positive o negative a seconda degli intenti che perseguono.

Con Ermes l'intento determina la qualità dell'azione. Rubare non è negativo. E' positivo o negativo rispetto agli intenti per cui si ruba e nella tecnica della formazione della proprietà all'interno della società o della Natura. Leoni, avvoltoi e iene che si contendono la preda, non si stanno derubando. Rubare è un concetto sociale, non un precetto morale. Noi oggi subiamo condizioni morali opprimenti che trasformano il "rubare" come se fossero dei precetti morali. Solo che quei precetti morali sono funzionali a legittimare il furto che il dio padrone, e i suoi rappresentanti, hanno messo in atto nei confronti delle persone della società civile impedendo loro, mediante precetti morali, di riappropriano di quanto è stato loro sottratto, criminalizzandole con l'etichetta di "ladri". Solo il ladro dà del ladro a chi tenta di sottrargli qualche cosa.

Un esempio del rubare che la società ritiene legittimo è il commercio. Il commerciante è sempre un ladro, al di à che rispetti o meno le regole che la società si è data. Deve costringere l'acquirente a pagare il maggior prezzo possibile per la merce presentata e, nello stesso tempo, deve pagare al fornitore il minor prezzo possibile per la merce che si procura. Ne segue che nell'uno e nell'altro passaggio l'azione del commerciante è un'azione spregiudicata di furto che ha il suo fulcro nell'inganno sia nei confronti di chi gli procura la merce che nei confronti di chi l'acquista.

Ermes non protegge i ladri, ma l'abilità in quanto tale. Ermes non si esprime nell'appropriazione, ma nella strategie messa in atto per sottrarre qualche cosa: anche la conoscenza. Comunque si manifesti. Ermes dona agli Dèi quanto ha sottratto ad Apollo. E' come se Ermes dicesse "Io mi approprio dell'arte di "pescare", del pesce pescato mi interessa relativamente; mi interessa esprimere l'arte del "rubare", non sono interessato al possesso dell'oggetto che ho "rubato"".

Quanto sottrae ad Apollo lo dona agli Dèi, ma non si appropria di nulla. La sua abilità lo porta ad inventare la Lira che dona ad Apollo e dal quale riceve il Caduceo. Il Caduceo è la verga dell'araldo che serviva ad addormentare e a svegliare gli Esseri Umani. Svegliare il DIO che cresce in loro; addormentare, distrarre e sopire la sottomissione. Al Caduceo, ricevuto da Apollo, Ermes vi aggiunge (qui i miti sono diversi) i serpenti della vita che si attorcigliano. La vita vince sempre: il Caduceo si specializza, diventa l'arma attraverso la quale Ermes risveglia il DIO che cresce dentro gli Esseri quando questi si addormentano.

Questa azione di Ermes porterà a costruire nella mitologia delle leggende molto tarde. Come la leggenda di Ermete Trimegisto, una delle ultime resistenze degli Dèi all'avanzata dell'orrore cristiano; oppure, come appare, il trasferimento di principi stoici e neoplatonici per aiutare il trionfo dell'ebraismo e del cristianesimo sulle Antiche Religioni. Ermes diventa quel potere divino che sveglia la Strega o lo Stregone affinché inizi il proprio cammino di libertà. E' col Caduceo, la verga della vita, che Ermes fonda i cammini di eternità anche quando tutto sembra morto e finito.

Ermes è il messaggero che porta le notizie dagli Dèi agli Esseri Umani e viceversa. Il messaggero degli Dèi è Iride. Iride porta i messaggi fra gli Dèi, Ermes porta i messaggi agli Esseri Umani e viceversa, o meglio, li fa viaggiare. Egli accompagna gli Esseri Umani durante il loro viaggio di conoscenza, qualunque questo sia. Sia che si svolga negli abissi della percezione, sia nella ricerca che si conclude con l'"ermaion" che significa in greco "guadagno inaspettato". In realtà è qualche cosa di più, è un risultato positivo a cui un Essere Umano giunge seguendo le sue scelte. Egli non puntava a quell'obbiettivo, ma le scelte che ha fatto nel corso della sua esistenza, o del suo percorso di conoscenza, lo hanno portato ad ottenere un vantaggio inatteso: l'"ermaion".

Ermes accompagna gli Esseri Umani lungo il loro viaggio nel sognare. Si presenta come un'ombra nera che vola al loro fianco, che dà suggerimenti partendo dall'intento per il quale praticano il sognare. Con la verga dà e toglie il sonno della conoscenza e della consapevolezza. Accompagna gli Esseri della Natura nei grandi viaggi dell'infinito e li lascia soltanto quando sono giunti a destinazione; al vantaggio inatteso.

Ermes è il messaggero degli Dèi che sussurra nel cuore degli Esseri Umani strani pensieri. Gli strani pensieri che portano gli Esseri Umani a sollevarsi dal tempo presente e ad affrontare lo sconosciuto che li circonda. Strani pensieri che portano gli Esseri Umani ad esercitare la loro abilità, la loro scaltrezza, la loro capacità di calzare i sandali di Ermes per volare nell'infinito.

Ermes inventa. Inventa la lira, la costruisce e la dona ad Apollo. Da Apollo si fa consegnare ciò che è, per lui, veramente importante: la conoscenza sotto forma del Caduceo.

Ermes conosce la divinazione. Non la grande divinazione dell'infinito come Apollo, l'Essere Umano che si è trasformato in DIO, ma la piccola divinazione, la pratica di ascoltare il mondo che ci circonda, interpretarne i messaggi attraverso l'esercizio della nostra intuizione. Essere attenti a quanto ci circonda significa afferrare i messaggi di Ermes, significa essere noi stessi Ermes, significa avvicinarci alle porte che per gli Esseri, nati in Era, Atlante sta tenendo aperte. I piccoli messaggi del mondo, quelli che vengono rappresentati dagli Esseri Ape! Gli Esseri Ape comunicano i loro messaggi in maniera misteriosa. Si muovono per comunicare considerando uno spazio a sei dimensioni. La nostra ragione non comprende un messaggio in uno spazio a sei dimensioni (o otto o dodici), ma la nostra intuizione sì. Comprende sia i messaggi delle api che l'apprensione che dal nostro cuore emerge verso l'esterno cercando risposte alle domande che la vita ci pone. Risposte che non sono sentenze, ma opportunità nelle quali effettuare le nostre scelte.

D'altronde, ogni sentiero della conoscenza non è né lungo né stretto, è un percorso all'interno di un labirinto possibile e la via viene tracciata girando gli angoli che le nostre scelte tracciano. Non esiste qualche cosa di già tracciato; ogni Essere percorre il proprio sentiero e lo traccia nel momento in cui lo percorre. Alcune di quelle scelte diventano patrimonio degli Esseri Umani, altre scelte sono e saranno soltanto del singolo Essere Umano e indicheranno la sua specificità. Ermes viaggia vicino agli Esseri Umani, suggerisce le alternative con sussulti del cuore, aspirazioni, noie e sonni profondi che il caduceo, donatogli da Apollo, provoca. Non sono direttive, non sono ordini, non sono verità, è il latte della madre che si presenta agli Esseri Umani e che Ermes consegna ogni volta che qualcuno alimenta l'Ermes dentro di sé.

Dal punto di vista della considerazione comune possiamo dire che Ermes porta in una mano la borsa del denaro e nell'altra il Caduceo: sta agli Esseri Umani scegliere con quale oggetto costruire il Potere nel quale forgiare la propria esistenza. Gli Esseri Umani potranno scegliere in quale direzione usare l'arte del "rubare" che Ermes stimola dentro di loro. Gli Esseri Umani potranno scegliere il Potere di Avere o il Potere di Essere ed Ermes si comporterà in conseguenza alla loro scelta!

Abbiamo già visto come a Roma Mercurio è il padre dei Lari, le voci che corrono, i messaggi che giungono, i messaggi che lanciamo e che portano a costruire le nostre trasformazioni.

Tutto questo è quanto germinò da Zeus, nato da Cronos e Rea, e da Maia, nata da Atlante e Pleione nata da Oceano e Teti.

NOTA: Le citazioni della Teogonia di Esiodo sono tratte dalla traduzione di Ettore Romagnoli "Esiodo i poemi" Edito da Nicola Zanichelli Bologna 1929

Appunto trasmissione radiofonica del 2000 – inizio revisione 18 settembre 2014

Revisione

Marghera, 16 novembre 2014

Pagina tradotta in Portoghese

Tradução para o português 48/B) Hermes na Teogonia de Hesíodo

vai indice delle pagine di commento alla Teogonia

 

 

 

 

Home Page

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

L'analisi della Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana ha forgiato una propria visione del mondo, della vita e del venir in essere delle coscienze fin dalle origini del tempo. Tali idee collimano nel tempo presente con le idee delle religioni e dei culti prima dell'avvento della filosofia e furono osteggiate militarmente dall'odio cristiano contro la vita. Analizzare Esiodo ci permette di chiarire il punto di vista della Religione Pagana.