Incubi - il dominio dell'uomo

Gli Dèi nella Religione Romana
Il Sentiero d'oro

di Claudio Simeoni

 

Indice Religione Romana

 

Gli uni non esistono senza gli altri.

L'Incubo non può esistere senza il Succube.

L'uno è in relazione con l'altro mentre l'Essere Umano può vivere senza l'uno e senza l'altro. L'identificazione dell'Essere, nell'uno o nell'altro, indica automaticamente, l'esistenza o l'identificazione di un Essere Umano nel suo opposto.

Quando gli Esseri autospacciatisi per dio creatore divennero Incubi per gli Esseri Umani, fu possibile in quanto questi ultimi assunsero il ruolo di Succubi incapaci di sottrarvisi. Persero il controllo della loro struttura psico-emotiva e concessero ai fenomeni degli Esseri autospacciatisi per dio creatore di dominarli mediante la morale e l'imposizione di norme comportamentali in cui veicolare i propri desideri.

L'identificazione dell'Incubo con Silvano, o con Fauno, è un accostamento assolutamente arbitrario. Silvano non ama gli Esseri Umani (nel loro insieme), ma non ha nessun interesse a terrorizzarli. Egli si serve degli Esseri Umani, come di ogni Essere della Natura, ma per lui è impossibile relazionarsi con Esseri malati di terrore.

Silvano è il Bosco e il Bosco si espande, ma non domina i soggetti del bosco.

Qualcuno potrebbe pensare che Silvano abbia interesse a terrorizzare gli Esseri Umani per scacciarli dal limite del bosco. Ovunque andavano gli Esseri Umani erano sempre al limite di un bosco, di un Silvano che tentava di espandersi. Chi è teorizzato, non necessariamente si limita a fuggire, ma mette in atto la distruzione dell'oggetto che gli procura terrore. Anziché fuggire potrebbe progettare la distruzione del bosco.

Le stesse affermazioni valgono per Fauno. Non è col terrore che si limita il saccheggio dell'oggettività da parte degli Esseri Umani, ma con una relazione di mutuo soccorso fra Esseri Umani ed oggettività.

Il terrore è l'arma attraverso la quale si soggiogano degli Esseri, e gli Esseri Umani in particolare, rendendoli dipendenti dall'oggetto della proprie paure. Sottomessi al terrore e alla promessa di una sua futura, improbabile, rimozione gli Esseri Umani diventano obbedienti e servizievoli.

Imputare l'azione da Incubo a Silvano, o Fauno, significa incitare l'Essere Umano a distruggere il bosco e gli Esseri Animali facendogli credere come quello sia l'oggetto delle sue paure.

Il Pan dell'Arcadia, spesso associato a Silvano e Fauno, suscita il "timor panico", ma il "timor panico" non è rivolto a dominare gli Esseri Umani, ma a renderli coraggiosi nell'affrontare lo sconosciuto che li circonda.

Quando l'Essere Umano distrugge l'oggettività in cui vive, distrugge anche una parte di sé; non solo non rimuove le paure, ma le fagocita in quanto l'Energia Vitale impiegata per la distruzione del bosco è Energia Vitale sottratta alla propria volontà per opporsi ai produttori di terrore.

C'è un solo modo per accumulare Energia Vitale per attaccare e distruggere i produttori di terrore: nel quotidiano, chiedersi il perché delle cose; nell'oggettività, prendere con discrezione; nelle relazioni col circostante, impiegare la propria volontà senza piegare nessun Essere al proprio volere.

Solo chi è piegato da qualcuno, o da qualcosa, al proprio volere vuole piegare qualcun altro al proprio volere. Solo lo schiavo che ha interiorizzato la propria condizione di schiavitù pretende che altri siano i suoi schiavi. Solo chi vive nel terrore e nella paura vuol piegare qualcun altro al proprio terrore e alle proprie paure.

L'Incubo è il terrore. E' la sorgente dell'Energia Vitale Stagnata attraverso la quale nutrire gli Esseri che si spacciano per dio creatore.

I nemici dell'Incubo sono la Coscienza e la Consapevolezza, la determinazione e la volontà.

L'arma per affrontare gli Incubi è la capacità di critica del presente che un individuo esercita per costruire il proprio pensiero e dirigere le proprie scelte nella vita.

Ogni Essere, mentre vive con passione e con determinazione, tiene lontano l'oggetto di cui l'Incubo è manifestazione.

 

Testo 1993

Revisionato nella forma attuale: Marghera febbraio 2018

 

Pagina tradotta in lingua Portoghese

Tradução para o português Íncubos, o domínio do homem na Religião Romana

 

 

Il sentiero d'oro: gli Dèi romani

La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona

 

Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona

 

La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.

Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio

 

Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne.

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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I Romani erano costruttori di Ponti

Ponti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi

 

La Religione di Roma Antica

La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.