Il panteismo e la religione pagana

di Claudio Simeoni

Il panteismo

 

Prendo spunto da quanto dice una e-mail per sottolineare le differenze concettuali esistenti fra Panteismo e Paganesimo.

Le due strutture concettuali sono profondamente differenti, anche se è necessario sottolineare che nella storia della filosofia vengono elaborati molti concetti che rappresentano un respiro di libertà rispetto alla verità imposta dall'orrore cristiano. E' necessario, lo ribadisco ancora una volta, sottolineare le differenze dei concetti aprioristici che, stando alla base del pensiero religioso delle singole filosofie, stabiliscono la relazione dell'Essere Umano col mondo e il suo modo di ragionare e di agire nei confronti di esso.

In pratica, io agisco in base a quanto credo o presumo! Il credere, condiziona il mio agire nel mondo e, per conseguenza, l'agire del mondo nei miei confronti. Io ipotizzo che il mondo, come rappresentato nel mio credere, sia quello che io penso che sia. Tanto più, quanto io penso che sia il mondo, si avvicina alla "realtà" del mondo e tanto più il mio agire costruisce "amicizia" col mondo e i suoi intenti. Il credere non è dunque un'azione astratta, un puro parto del pensiero e della mente, ma determina la qualità del nostro agire nel mondo in cui viviamo. Il credere è forgiato dall'esperienza di fenomeni e risposte che abbiamo avuto dal mondo fin da quando eravamo nella pancia di nostra madre.

Proviamo a leggere che cos'è il Panteismo prendendo dal dizionario di filosofia della BUR:

"Concezione che identifica dio col mondo. In linea generale il termine, coniato dalla cultura filosofica inglese agli inizi del XVIII° secolo, designa un orientamento filosofico religioso che si oppone tanto al teismo (affermazione della trascendenza e della personalità di dio), quanto all'ateismo (negazione dell'esistenza di dio sotto qualsiasi forma). Gli storici della filosofia e delle religioni distinguono poi il Panteismo come acosmismo, e cioè come dottrina implicante l'affermazione del carattere apparente del molteplice naturale in rapporto all'unità del principio divino che permea il tutto, dal Panteismo come pancosmismo, vale a dire come affermazione della natura divina dell'universo in tutta la varietà delle sue illusorie manifestazioni. La prima concezione ha radici e implicazioni prevalentemente mistico religiose, mentre la seconda è uno dei modi di porsi del naturalismo, antiteologico e tendenzialmente razionalistico. Il Panteismo, nell'eccezione acosmistica ha la sua manifestazione più antica e più illustre nella religione Vedico-brahmanistica dell'India. Del panteismo naturalistico il pensiero greco offre esempi numerosi , dall'ilozoismo della scuola ionica alla più elaborata costruzione dello stoicismo."

Il Panteismo, sia nell'eccezione dell'acosmismo che in quella del pancosmismo, afferma sempre l'unità del dio unico che viene rappresentata in varie forme.

Il problema che il Paganesimo pone è questo: quel divino è portatore di volontà? Quel divino è portatore di intelligenza, progetto e scopo?

Perché queste domande?

Perché il Paganesimo riconosce che ogni forma dell'esistente, al di là di come noi la percepiamo e al di là del rapporto che abbiamo con essa, ha alla propria base quell'unità che noi chiamiamo Energia Vitale. Cioè quell'unità che, per le sue caratteristiche, è in grado di sviluppare volontà e intelligenza. L'energia vitale, che la Religione Pagana mettono a fondamento della materia-energia dell'universo, ha la capacità, la qualità, che le permette, in determinate condizioni, di passare dallo stato di inconsapevolezza allo stato di consapevolezza.

L'energia vitale, non necessariamente manifesta consapevolezza. Può manifestare consapevolezza e alla necessità che l'ha costretta a venire in essere, la consapevolezza acquisita dalla coscienza manifesta la volontà con la quale quella coscienza si dilata e si trasforma nel suo presente.

Secondo il Paganesimo, che andiamo sviluppando, c'è stata una proiezione automatica fra quanto si percepisce in alcuni stadi di percezione alterata raggiunti dal veggente (quanto il veggente vede, percepisce e intuisce) e l'idea educazionale che aveva il veggente di quanto percepiva. Si è verificata la proiezione, da parte del veggente, della propria volontà e del proprio nous sull'oggetto percepito che, in questo caso, era l'immenso mare dell'Energia Vitale. Il veggente ha presunto che, essendo egli composto della sua stessa sostanza, l'energia vitale, sia allo stesso modo portatore di volontà e intelligenza.

Dal momento che l'energia vitale che costituisce il veggente è portatrice della volontà e dell'intelligenza del veggente e dal momento che quella sostanza è il fondamento di quanto esiste nell'universo e dell'universo stesso, sicuramente l'universo era portatore di volontà e intelligenza.

Era una proiezione soggettiva, costruita per analogia in cui il veggente, pensando sé stesso, pensava un sé stesso grande come tutto l'universo.

Questa descrizione soggettiva del veggente, su quanto visto e percepito, era frutto del condizionamento educazionale e delle convinzioni educazionalmente imposte, il credere, che erano state messe dal veggente come guardiani aprioristici delle sue visioni e delle sue sensazioni.

Un'altra idea analoga, ma diversa, è data dalla visione Neoplatonica dove gli enti si distaccano dall'Uno e poi ritornano all'Uno. In questa visione solo l'Uno è portatore di Nous, Volontà e Libertà e non le Enneadi che si distaccano dall'Uno per riacquistarle solo quando ritornano all'Uno.

Indubbiamente queste visioni, e le relative interpretazioni soggettive, hanno permesso all'Essere Umano di uscire dall'assolutismo dell'ideologia cristiana della dipendenza degli enti dalla volontà creatrice, ma, nonostante questo, sono fortemente viziati dall'idea della volontà creatrice all'inizio del tempo che per i cristiani crea l'esistente; per i Neoplatonici emana l'esistente; per i Panteisti viene rappresentata dall'esistente in tutte le sue forme molteplici.

Il Paganesimo Politeista riconosce come alla base di ogni esistente ci sia la stessa struttura di energia vitale che, manipolata, modulata, vibrata, ammassata, articolata ecc. in maniera diversa, costruisce la diversità delle coscienze dell'esistente, ma afferma che questa molecola (l'Energia Vitale) non è portatrice né di Volontà, né di nous, né di Libertà. E' portatrice solo di Necessità come forza interna che la spinge al movimento.

La direzione del movimento non è dettata né da condizioni casuali, né da destini o programmi, ma è il risultato dell'equilibrio delle forze che proprio necessità genera all'interno delle molecole di Energia Vitale che entrano in relazione. Al Paganesimo Politeista non interessa spiegare perché avvenga questo. Si limita a prendere atto che questo avviene. Prendendo atto che questo avviene, il Paganesimo Politeista osserva come delle frazioni di Energia Vitale, in alcuni istanti, in alcuni momenti o all'interno di alcune condizioni, alla Necessità che le ha generate segue la sovrapposizione della volontà soggettiva. Questa unità, così formata, riconosce sé stessa diversa dal circostante e tende ad espandersi usando la propria volontà all'interno delle proprie determinazioni (della specificità del suo venir in essere). Alla Necessità che l'ha portata a riconoscere sé stessa, sovrappone la propria volontà d'esistenza e di espansione! Questo manifestare la propria volontà altro non è che espressione di necessità-intelligenza (quando le circostanze lo richiedono) ed è espressione di Libertà (capacità di scegliere soggettivamente fra più opzioni per migliorare il proprio crescere). Questa attività qualifica questa frazione di Energia Vitale come un dio! Qualunque sia la sua natura, qualunque sia l'oggettività nella quale si trasforma.

Qual è il fine dell'uomo e della vita percepito dai veggenti Pagani?

E' quel percorso, individuato anche da Hegel, in cui le trasformazioni del presente formano la Coscienza Universale, quella che Hegel chiama l'Essere che, inevitabilmente, può divenire solo nel nulla della sua coscienza perché oltre quel divenire, come per la vita umana alla fine delle trasformazioni, c'è il nulla. L'Essere è il Nulla. La vita si sviluppa per relazioni, condizioni e contraddizioni dove un infinito numero di coscienze nascono e si trasformano fino alla costruzione della coscienza universale.

E' il processo di trasformazione di tutta l'Energia Vitale dell'Universo da inconscia a conscia fino a formare la coscienza universale.

I veggenti sono in grado di risalire le trasformazioni e vedere, percepire e intuire questo, ma non sono in grado di vedere, percepire e intuire la qualità della Coscienza Universale che sorgerà perché questa sarà la risultante di tutte le relazioni dialettiche che incorreranno fra tutte le Coscienze di Sé che esprimono volontà, intelligenza, scopo, progetto in un continuo intento di libertà ai propri limiti esistenziali dell'intero universo con tutti i processi di interazione, contraddizione, fusione e trasformazione che si formeranno nello spazio e nel tempo.

Questa è la visione che separa il Paganesimo Politeista dal Panteismo. All'interno della visione Pagana Politeista che si trasforma, per chi vuole, in un "credere", siamo assolutamente responsabili di quello che facciamo in quanto ogni azione modifica noi stessi prima ancora che l'oggettività nella quale agiamo e, dal momento che non esiste una volontà programmatrice o un dio padrone e universale che stabilisce le regole, ma queste si formano all'interno delle relazioni fra gli oggetti del mondo, se non impariamo a vivere responsabilmente per sfida e a prenderci nelle nostre mani la responsabilità della nostra vita, non saremmo mai in grado di trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. In pratica, per il Paganesimo Politeista la vita degli Esseri della Natura (e non solo dell'Essere Umano) altro non è che un percorso di costruzione e incubazione del DIO CHE CRESCE IN OGNUNO DI NOI, IL NOSTRO DAIMON, IL NOSTRO GENIO O JUNO, cioè quel corpo di energia sul quale, all'atto della morte del corpo fisico, trasferiamo la nostra coscienza trasformando la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.

I veggenti hanno verificato che alla morte del corpo fisico, non nasce automaticamente il corpo luminoso, ma è una possibilità. Una possibilità che si realizza come somma di azioni, scelte e decisioni che il soggetto ha messo in atto nella propria vita.

Spesso, al momento della morte del corpo fisico si dissolve anche l'energia dell'individuo. La sua energia vitale non è stata plasmata a sufficienza, la sua coscienza si dissolve.

Cosa mantiene compatta l'Energia Vitale dell'individuo? IL VIVERE PER SFIDA! L'essere vissuto manifestando le tensioni che da dentro di lui si riversano nel mondo, aver affrontato la propria vita prendendosi nelle proprie mani la responsabilità della stessa. Aver affrontato le contraddizioni dell'esistenza: aver, in pratica, affrontato le proprie dodici fatiche come ERCOLE (anche se più quotidiane e meno mitiche).

Cosa impedisce alle persone di compattare la propria Energia Vitale?

La sottomissione!

L'accettazione come atto passivo! In altre parole, le religioni rivelate, il monoteismo, il cattolicesimo in Italia, mettendo in ginocchio le persone davanti al dio padrone impedisce loro di alimentare il dio che cresce dentro di loro. Impedisce di trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.

Le persone sono trasformate in tanti Isacco che attendono il coltello della bontà divina porgendo la loro gola al loro padrone.

Le persone sono trasformate dai cristiani in bestiame che viene portato al macello della vita! Per la gloria del loro dio assassino!

Solo gli Esseri Umani, su questo pianeta, non vivono per sfida, ma vivono per sottomissione, accettazione e supplica in quanto sottomessi educazionalmente alle religioni rivelate. Sono talmente convinti di vivere al servizio di una divina promessa, o di avere un'altra possibilità dopo la morte, come un processo karmico, reincarnazione o resurrezione che pensano sia faticoso e inutile vivere per sfida e prendersi nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza.

In questo orrore concettuale, solo gli Esseri Umani che, pur pensando alla reincarnazione, alla resurrezione o a un processo karmico anziché sottomettersi ad essi riescono comunque ad obbedire alle forze che da dentro di loro spingono per esprimersi riescono a mettere in atto, nel corso della loro vita, un numero sufficiente di sfide per plasmare il proprio corpo luminoso e trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. Beati quegli Esseri Umani che per le loro scelte, dettate dalla loro sensibilità, pur nel loro credere e nella loro illusione, hanno costretto gli Dèi a camminare al loro fianco perché avevano una qualche ricchezza da offrire agli Dèi del mondo.

Questa, in sintesi, è la differenza fra Panteismo e Paganesimo Politeista.

Che cos'è un "animale" per un Pagano Politeista?

Altro non è che la stessa cosa di un Essere Umano, un Essere Animale, un tentativo dell'Energia Vitale di plasmarsi per formare la propria coscienza, usare la propria volontà, la propria intelligenza, scopo, intento per alimentare la propria libertà e costruire il proprio cammino nell'eternità dei mutamenti: un dio! Che cos'è una "pianta" per il Pagano Politeista? Altro non è che la stessa cosa di un Essere Umano, un Essere Vegetale, un tentativo dell'Energia Vitale di plasmarsi per formare la coscienza, usare la propria volontà, la propria intelligenza, scopo, intento per alimentare la propria libertà e costruire il proprio cammino nell'eternità dei mutamenti: un dio!

Solo nel Paganesimo Politeista si può considerare l'esistenza del DAIMON greco il DIO che viene incubato, attraverso le azioni, da ogni Essere della Natura. Oppure il GENIO o la JUNO di Roma Antica. Entrambe sono definizioni del farsi DIO che ogni Essere della Natura costruisce. Costruisce, attraverso le sue azioni e le sue scelte, NON rappresenta o manifesta. Costruire, non essere.

Il discorso diventa un po' più complesso quando ci riferiamo agli Dèi come entità astratte, tensioni e forze che ci attraversano, ma non cambia la qualità del discorso: tutti i nati, le coscienze venute in essere, tentano di partecipare alla costruzione della Coscienza Universale. Qualcuno muore, qualcuno continua le trasformazioni diventando "eterno" (o immortale, come dicevano gli antichi).

Per concludere diciamo che, mentre un Panteista si ritiene parte del dio universale, il Pagano Politeista si ritiene parte dell'esistente in cammino per formare il "dio" universale. Ne consegue che le scelte nella vita di tutti i giorni sono diverse ed opposte. Sul modo di scegliere e di agire nella vita di tutti i giorni si costruisce la via alla conoscenza della Religione Pagana in antitesi ad ogni idea assolutista assunta come una "religione di verità".

Marghera, 22.01.2002
Revisionato il 14 settembre 2016

 

Home page

 

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

P.le Parmesan, 8

30175 – Marghera Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Il termine "paganesimo"

Troppo spesso il termine Paganesimo viene usato nel significato che gli danno i cristiani. Tutti i non cristiani sono "pagani" e questo è fonte di molta confuzione. I Wicca sono costruiti da Gardner sulle superstizioni cristiane alle quali Gardner attribuisce un "potere magico". Da qui l'uso dei tarocchi, dell'astrologia, delle rune, che secondo i wicca predicono un futuro determinato dalla volontà del loro dio o della loro dea. Proclamano i principi di un "Rede" che ha l'origine in un "padre" della chiesa cattolica (Agostino d'Ippona) e manifestano principi morali cristiani. La Religione Pagana non è più disposta a tollerare questo tipo di fraintendimenti.