Walter Friederich Otto

La Religione Pagana e l'ideologia nazista

Claudio Simeoni

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Paganesimo e nazismo

 

Si è tanto discusso sulle relazioni fra "paganesimo" e nazismo.

Recentemente gli studiosi hanno accertato che il nazismo era un movimento profondamente cristiano e che il magismo di alcune pratiche naziste, era una magia di origine cristiana.

Quando si parla di Religione Pagana è necessario indicare i principi religiosi del Paganesimo e Walter Otto è il maggior esponente del suo tempo in Germania.

Se possiamo parlare di Religione Pagana in Germania durante il nazismo, lo possiamo fare per la presenza di Walter Otto e la sua storia ci indica qual è la relazione fra nazismo e paganesimo.

Riprendo un capitolo di uno studio di Roberta Bussa nel suo libro "Walter Friedrich Otto, un teologo del Paganesimo" per far capire la conflittualità esistente fra la Religione Pagana e il nazismo.

In questo capitolo Roberta Bussa sottolinea come Walter Otto abbia abbandonato o, comunque, criticato il suo primo libro Spirito classico e mondo cristiano abbandonando una critica al cristianesimo. In effetti, criticare il cristianesimo, nella Germania nazista in cui il volk comprendeva le tradizioni cristiane, cattoliche e luterane, che avrebbero portato alla costruzione dei campi di sterminio, era piuttosto pericoloso. Walter otto preferì abbandonare l'anticristianesimo che condivideva con Nietzsche per concentrarsi sulla religione Pagana. Ricordo che fu proprio l'anticristianesimo di Nietzsche che impedì il nazismo di usare Nietzsche nella sua ideologia. Questo aspetto è ben chiaro in "Il santo Reich" di Richard Steigmann-Gall.

E' importante conoscere la posizione ideologica dei gruppi in cui militava Walter Otto e la loro composizione. Una composizione che comprendeva anche ebrei e che, comunque, rifiutava la separazione di razza.

A differenza del cristianesimo, che era il fondamento ideologico del nazismo, il paganesimo, quando superava la superstizione, che il cristianesimo aveva fatta propria, non poteva in nessun modo confondersi col concetto del superuomo cristiano rappresentato da Gesù che pretende di essere il padrone degli Esseri Umani in quanto figlio del Dio padrone.

Lo studio di Roberta Bussa "Walter Friedrich Otto, un teologo del Paganesimo" editore Libreria Stampatori di Torino,

Dall'avvento del nazismo alla morte di Walter Otto

Il gruppo frobeniano, e Otto con esso, frequentava, dopo la Prima Guerra Mondiale, il Kaiser in esilio a Doorn (Olanda) e con ciò in virtù di una stretta amicizia fra Frobenius e Guglielmo II. Dunque fino al 1933, anno in cui esce il volume collettivo per il sessantesimo compleanno di Frobenius, prevale nel circolo francofortese quello che si potrebbe definire un "orientamento piuttosto conservatore-aristocratico di natura anteriore al nazismo", mentre poi altri cercheranno di dare una coloritura nazionalsocialista al lavoro di Frobenius e del suo circolo, nonostante la sostanziale estraneità di Frobenius e il suo secco rifiuto di considerare il concetto di razza quale criterio etnologico.

Un'altra prova della sostanziale estraneità di Otto al nazismo risiede nella sorte di un ulteriore gruppo di studiosi di cui egli è parte: nel 1929 Kommerellm (che sposerà la figlia di Otto), Reinhardt, Paul Tillich (fratello del celebre teologo) e altri, tra cui Otto, costituiscono una sorta di circolo di cui è motore uno studioso, Kurt Rietzler, che nel 1933 sarà rimosso dal proprio incarico di funzionario in quanto capo di questa così detta "cricca", dai sentimenti anti- nazisti. Nel 1934 Rietzler ha ancora modo di pubblicare un proprio saggio (su Parmenide) nei Frankfurter Studien, ma nello stesso anno Otto, che ha fondato e dirige la collana, è trasferito a Konigsberg dal governo nazionalsocialista. Nel 1933 anche Tillich, già esponente del "socialismo religioso", è privato dell'insegnamento ed emigra negli Stati Uniti. Si possono meglio comprendere le ragioni di questi provvedimenti facendo riferimento ad una lettera (citata da H. Cancik, Die Gotter Griechenlands 1929, cit. p. 85): la "Denuncia del signor Spengler all'incaricato del Fuhrer per il controllo di tutta la formazione ed educazione del Partito Nazionalsocialista nell'ambito spirituale e ideologico". In tale documento si denuncia la propaganda culturale di "idee umanistiche contrarie allo spirito del popolo tedesco" attribuendo ad Otto il ruolo di "capo spirituale di un certo gruppo liberal-umanistico": Reinhardt e altri membri del gruppo, inoltre, sono ebrei. Lo sforzo di Otto, ricordato nella medesima lettera, di "sviluppare un ‘terzo umanesimo' quale contenuto culturale del Terzo Reich" evidentemente non viene considerato meritorio, mentre viene sottolineato il suo entusiasmo per George, che, come già ricordato, rifiutò il ruolo di presidente dell'Accademia di poesia nazista.

Nonostante Otto intendesse per "terzo umanesimo" quello ispirato da Nietzsche (laddove per ‘secondo umanesimo' intendeva quello di Winckelmann, Goethe, Schiller e Holderlin), nel suo Dioniso "non compare più il cristianesimo, né viene presentato Nietzsche nell'ambito di una polemica religiosa tra due religioni, e tanto meno si procede ad una correzione di carattere storico-letterario della Nascita della Tragedia; sembra invece che Otto abbia criticato il proprio Spirito classico e mondo cristiano, che non volle più ripubblicare. Otto dunque si concentra nuovamente sul "secondo umanesimo": scrive su Goethe, Holderlin, parla e scrive su Leopardi (raffrontato a Nietzsche), e persino su Socrate; frequenta ambienti antinazisti cittadini [notizia tratta da A. Stavru in Il lascito di Walter Friedrich Otto, cit., p. 204 nota19.], collabora con Ernesto Grassi con cui, insieme a Karl Reinhardt, pubblica la Geistige Uberlieferung. Sulla Geistige Uberlieferung è espresso in modo velato ma percettibile, il dissenso per l'ideologia in auge, almeno finché l'annuario non viene soppresso proprio per ragioni politiche, nel 1942. A proposito di questi interessi umanistici e della relazione di Otto con il regime, esiste una testimonianza di Ernesto Grassi. Nel ricordare una visita presso Heidegger, avvenuta dopo la sua rinuncia al rettorato e al suo allontanamento dall'Archivio-Nietzsche, Grassi racconta di essersi congratulato con lui "ricordandogli che in tal modo egli veniva a trovarsi nella situazione di altri come W.F. Otto e K. Reinhard, sgraditi ai nazisti; Grassi, inoltre, conferma quanto le accuse di propagandare idee umanistiche anziché volkisch fossero, nel caso di Otto, fondate, sottolineando come "nella situazione storica della Germania dell'epoca, il problema della tradizione umanistica assumeva un significato non solamente teoretico ma anche particolarmente politico [...]. Nel 1938 ebbi l'incarico – sotto il patronato dell'Accademia d'Italia – di fondare e dirigere l'istituto "Studia Humanitas" a Berlino [...]. I primi e più importanti incontri che resero possibile il mio lavoro furono anzitutto quelli con H. Kupper, appartenente al circolo di Stephan George [...] con Rietzel [...] con numerose altre personalità fra le quali [...] docenti come i filologi W. F. Otto e K. Reinhard, interessati alla fondazione dell'Istituto, nella realizzazione del quale vedevano la possibilità di rivendicare l'importanza della tradizione latina in contrapposizione alla ideologia germanica".

La guerra incalza e Konigsberg è pericolosamente vicina al fronte russo; nel 1945 Otto, che si trova lontano da casa (a Wildbad, nella Foresta Nera), dove aveva raggiunt la moglie, decide di non rientrare e si rifugia ad Elmau, tra le montagne vicino a Garmisch. Quando Kronigsberg cade, alcuni allievi e amici mettono in salvo buona parte dei manoscritti e dei libri e tentano di recapitarli a Otto, con il risultato che ben poco giunge al destinatario: questa perdita di testi scrupolosamente annotati, quasi fatale per un filologo, contribuì, per ammissione di Otto stesso, ad accentuare il carattere speculativo della sua riflessione sul mito.

Ad Otto, presumibilmente, non venne risparmiato un doloroso periodo di verifica, comune a tanti studiosi attivi durante il regime nazionalsocialista: solo nel 1955 sarà nuovamente reimpiegato a pieno titolo. A quest'epoca risalgono le opere della maturità tra cui la raccolta Die Gestalt und das Sein [la forma e l'essere], e Theophania. Riprese anche la sua collaborazione con la Max-scheler-Gesellschaft fondò e diresse la Wissenschaftliche Buchgesellschaft (la casa editrice di Darmstadt) e, infine, fu uno dei membri del comitato direttivo della collana Rowolhts Deutsche Enzyclopadie. Nel 1957, insieme a Grassi, prese a curare l'edizione completa delle opere di Platone nella traduzione di Schleiermacher; l'impresa non fu portata a termine a causa della morte, che avvenne il 23 settembre 1958.

Se seguiamo l'attività di Walter Otto comprendiamo come tale attività abbia seguito una linea umanistica separata dall'ideologia nazista. Per questo motivo, ancora oggi noi possiamo leggere Walter Otto come attuale anche se usa termini che la moderna neurologia e scienza molecolare ha superato. Walter Otto lo possiamo considerare un padre della Religione Pagana. Ha sviluppato un pensiero che ha sempre avuto la sua autonomia e non è sceso a compromessi con l'ideologia nazista.

Marghera, 10 maggio 2009

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