Nel mondo intelleggibile
essere e attività sono la stessa cosa

Volontà e libertà dell'Uno

Quarta parte: commento all'ideologia neoplatonica

Dal VI° libro dell'ENNEADI – 8^ parte

di Claudio Simeoni

Il neoplatonismo

 

In questo paragrafo c'è l'affermazione del Bene. Il bene come obbiettivo, come fare, come aspettativa; essere nel Bene. Che cos'è il Bene? Perché, ad esempio, secondo Plotino l'Uno genera le Coscienze di Sé per il Bene? La concezione del Bene deve essere analizzata. Che cos'è il Bene come Assoluto? E' il procedere dell'Uno dalla propria inconsapevolezza alla costruzione della Consapevolezza. Il Bene è l'attività di espansione della Consapevolezza nell'inconsapevole. Al di là di come ciò avviene, il Bene è questa tendenza all'espansione. Per contro, diremo che è Male quanto impedisce l'espansione di questa consapevolezza o la limita impedendola. Il concetto di indipendenza e libertà che Plotino usa riferendola all'Intelligenza è limitativo. Per Intelligenza ci riferiamo al nous, cioè alla capacità di un soggetto di progettare, pensare, elaborare, comprendere il proprio fine e il proprio scopo; in sostanza di costruire le proprie strategie d'esistenza partendo dalla constatazione del riconoscere sé stesso all'interno dell'oggettività nella quale vive.

Plotino ci parla anche del Bene supremo. Ora di supremo esistono delle finalità cui il bene tende, ma non esiste qualcuno che consideri il raggiungimento di quelle, e solo di quelle finalità, il Bene. Cosa significa. Che esistono delle tensioni di NECESSITA' che si esprimono nell'Uno, ma non necessariamente quelle tensioni di NECESSITA' espresse nell'Uno sono quelle che si riversano in tutti gli Esseri. Se la NECESSITA' di espansione è propria di ogni Coscienza di Sé che si trasforma da settore inconscio dell'Energia della Vita a centro di consapevolezza che riconosce sé stessa diversa da quanto la circonda, il Bene diventa il procedere lungo la via che NECESSITA' traccia. Non necessariamente la via che viene tracciata da NECESSITA' può essere riprodotta da ogni altro Essere nell'oggettività in cui agisce, da qui il non-sense di Plotino che affermando:

"Ma una natura semplice, una forza unitaria, che non abbia una parte in atto e una in potenza, come non sarebbe libera? Di essa non si può dire nemmeno che agisca secondo la sua natura, come se essere e attività andassero distinti, dal momento che LASSU' essere e attività sono una cosa sola!"

Non è tanto lassù, in quanto ogni Essere che riconosce sé stesso diverso dal mondo circostante mette in essere delle azioni per espandersi. Non è un problema che queste azioni siano relative al proprio movimento, ala soddisfazione dei propri bisogni, alla propria dilatazione o al generare altri Esseri della propria specie. Non esiste un'intelligenza che non operi conformemente al Bene, inteso come forza espansiva del soggetto, ma esiste un'oggettività che impedisce ad un soggetto di operare conforme al Bene.

L'Uno non si espande. Non diviene. Non ha necessità. Ciò che dall'Uno procede e all'Uno ritorna non modifica né sé stesso e nemmeno l'Uno che persiste nella perfezione assoluta, e pertanto immodificabile, che Plotino vi attribuisce.

Nell'Uno non c'è il BENE perché l'Uno non si espande. Nell'Uno, come inteso da Plotino, può esserci sono il MALE inteso come l'Uno che modifica sé stesso nel nulla. L'Essere è il nulla! L'Uno non ha futuro, non ha tempo, tutta la sua esistenza si riduce al nulla.

Nell'Uno non c'è attività. Pertanto, l'Uno di Plotino non può essere in esistenza se non per diventare nulla.

Nel mondo, non solo per quanto riguarda l'intelleggibile, ma in ogni frammento dell'universo consapevole di sé stesso, la forza del movimento è quella di rispondere alle sollecitazioni che da dentro ogni Essere spingono verso la dilatazione. Se l'intelleggibile viene individuato come la capacità del soggetto di rispondere a queste forze e di organizzarsi per conseguenza, possiamo concordare, ma se la differenziazione, come sospetto, è quello di una divisione aprioristica della identificazione di Plotino che declama chiedendo agli astanti, e all'universo intero, di adeguarsi alla sua intelligenza, questo mi fa specie. E' inaccettabile. Significa riconoscere sé stessi come elementi centrali dell'universo e non vedere tutte le forze dell'universo che non si adeguano in conseguenza alle azioni che percepiscono. L'intero universo risponde alle sollecitazioni in Sé stesso e ogni tensione interna ai soggetti li porta a modificarsi e a dilatarsi nell'oggettività nella quale sono venuti in essere.

Per affermare che essere e attività sono la stessa cosa dobbiamo affermare che ogni Ente che diventa Cosciente di Sé mette in atto delle strategie per rispondere alla proprie sollecitazioni. La messa in essere di quelle strategie sono la propria attività che dilatando la Coscienza di Sé la proietta nell'infinito.

Marghera, 23 luglio 2001

N.B. Le citazioni di Plotino sono prese dalla traduzione di Giuseppe Faggian ed. Bompiani!

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

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Il termine "paganesimo"

Troppo spesso il termine Paganesimo viene usato nel significato che gli danno i cristiani. Tutti i non cristiani sono "pagani" e questo è fonte di molta confuzione. I Wicca sono costruiti da Gardner sulle superstizioni cristiane alle quali Gardner attribuisce un "potere magico". Da qui l'uso dei tarocchi, dell'astrologia, delle rune, che secondo i wicca predicono un futuro determinato dalla volontà del loro dio o della loro dea. Proclamano i principi di un "Rede" che ha l'origine in un "padre" della chiesa cattolica (Agostino d'Ippona) e manifestano principi morali cristiani. La Religione Pagana non è più disposta a tollerare questo tipo di fraintendimenti.