Terminius - Termine

Gli Dèi nella Religione Romana
Il Sentiero d'oro

di Claudio Simeoni

 

Indice Religione Romana

 

Terminius è il punto di arrivo: il Termine.

Un Essere percorre una via e, nel percorrerla, concentra il proprio volere, la propria volontà, la propria energia fino a giungere allo scopo voluto. Fino a risolvere la contraddizione che l'indusse a percorrere tale via. Il suo termine.

Quando giunge (o si giunge) al Termine c'è il rilassamento. L'energia che l'Essere della Natura, l’Essere Umano nel nostro caso, ha concentrato e compattato in funzione dell’obbiettivo, si distende lasciando il proprio segno. Nel percorrere quella via, nel compattare quell'energia, egli si è trasformato e, giunto al Termine, può contemplare la propria trasformazione. L’Essere Umano non ricorda il percorso, non ricorda l’insieme delle trasformazioni che ha messo in atto, ma il Termine è la trasformazione che manifesta nel suo presente con cui guarda a futuri, a trasformazioni, a Termini ulteriori. In ogni istante di trasformazione per giungere al Termine, quell’Essere, Essere Umano nel nostro caso, si è fatto il Dio Terminius.

Termine è il punto d’arrivo di un processo di trasformazioni.

Termine è il confine del campo fin dove si può camminare senza calpestare i diritti dei vicini.

Termine è il fine della sequenza dei mutamenti da dove si contempla il percorso fatto e si progetta il futuro.

Tutto ciò che è in mutamento sfocia in Termine. Un punto nel quale quella serie di mutamenti cessa per far partire una nuova serie di mutamenti per giungere ad un nuovo Termine.

Termine, in un modo o nell'altro, in una forma o nell'altra, in un'essenza o nell'altra, esiste sempre fintanto ch'esiste il mutamento.

Termine ha una propria energia: l'energia degli Esseri che producono (o subiscono) i mutamenti.

Termine ha una propria Coscienza: la Coscienza degli Esseri che producono (subiscono o concorrono) il mutamento, mutando essi stessi, e proprio perché mutati, coscienti di essere mutati e della quantità di mutamento ottenuto dal raggiungimento di Termine.

Termine non può avere né padroni né limitazioni. L'Essere diviene Termine, terminando la sequenza delle mutazioni. Diviene Termine diventando eterno, diventando uno con l'Universo.

Termine è immenso come l'Universo! Termine è il fine dei mutamenti dal più piccolo Essere alle grandi concentrazioni stellari; trasformazioni dell'Universo nel suo divenire.

Termine ha il tempo scandito dai mutamenti e dalla loro direzione.

Termine è il Principio Speranza che aleggia nel cuore e nei sensi degli Esseri e che si organizza per una trasformazione possibile.

Chi guarda a Termine con ansia di giungervi altro non può vedere che quel fine muoversi e vibrare (mutando in continuazione), e, quando lo vede, tende l’animo, energia, tendini, nervi e volontà o, al contrario, può lasciarsi andare, abbandonarsi, alle condizioni dell'esistente e farsi divorare da un Termine a cui non si è stati in grado di imporre il proprio volere e il proprio intento.

Termine è là, immoto, ed osserva gli Esseri di ogni specie che tentano di raggiungerlo attraverso le mutazioni. Non è né benevolo né malefico, non gli frega nulla degli Esseri (sono costoro a determinare il proprio principio speranza e ad organizzarsi in merito) e dei loro sforzi, ha coscienza solo fintanto che ci sono i mutamenti e fintanto che gli Esseri percorrono il proprio sentiero per giungere ad un fine: qualunque Essere della Natura; qualunque fine compreso nelle possibilità della sua esistenza.

Terminius continuerà ad esistere fintanto che gli Esseri, organizzandosi, alimentano la speranza di raggiungere il loro fine. Dall'esistenza di Termine gli Esseri trarranno energia ed incoraggiamento per organizzare e giungere al loro fine; la tensione degli Esseri proiettati verso il fine da raggiungere alimenta la forza di Terminius.

Per questo Terminius è "più potente" di Giove e per questo non è disponibile, sul Campidoglio, a cedergli il posto; egli rappresenta il fine dell'esistente a cui anche Giove deve sottostare se vuole progettare il proprio esistere.

Terminius si erge sotto il cielo. Nel tempio di Giove, sul Campidoglio dove il suo santuario era incluso, si aprì il tetto affinché egli fosse direttamente sotto il cielo. Questo perché Termine è il divenuto di tutti gli esseri e la loro tensione verso il futuro e, fra tutti gli Esseri, l'Universo ha la tensione più grande verso il suo Terminius.

Terminius è l'Intento nella religione di Roma Antica. Il Fanete dei Romani.

Nelle Antiche religioni ciò che conduceva la vita degli Esseri Umani non era la memoria di un passato (o un passato che manifesta la sua verità sul presente), ma era la tensione verso il futuro. Ed è questa tensione che fece grande i popoli antichi. La tensione verso il futuro porta individui e popoli ad espandersi, a rimuovere gli ostacoli che impediscono il loro divenire. Così, ciò che è obsoleto viene abbandonato in funzione del nuovo e il nuovo è un Terminius del vecchio.

La religione di Roma Antica era ben definita, nelle feste, nei riti e nelle funzioni e Terminius, come Giove, era un tutore del diritto.

Il diritto al campo fino al termine, il diritto nella società civile per definire il limite in cui l'azione non è reato. E in questo, Roma Antica, fu uno dei maggiori pilastri della civiltà moderna.

Terminius era ricordato il 23 febbraio durante la festa dei Terminalia.

Il giorno 24 febbraio si svolgeva la festa del Regifugium. La festa simboleggiava "la caduta dell'autorità" che in epoca tarda ha simboleggiato la cacciata della monarchia. Questa situazione veniva rappresentata nel calendario in un periodo che sembra fuori dal tempo; una comunità romana priva dei propri simboli con la fuga del re. Si arrivava così al nuovo anno, il primo di marzo in cui la vita ricominciava (nell'antico calendario romano il primo giorno dell'anno era il primo marzo) e i simboli nuovi ripresi.

Terminius stava alla fine di un processo di trasformazione e apriva la via ad un successivo processo di trasformazioni.

Per questo Terminius è inamovibile. Terminius è il punto d'arrivo a cui gli Esseri Umani tendono lo sguardo ed è il punto di partenza per un nuovo orizzonte.

Sappiano, dunque, gli Esseri Umani che nella loro vita ci sono sempre degli obiettivi da raggiungere e questi obiettivi devono guidare le nostre azioni e i nostri intenti perché una volta raggiunto quell'obiettivo noi abbiamo degli altri obiettivi che ci aspettano, ma nel farlo ci trasformiamo obiettivo dopo obiettivo!

E Terminius ci chiama, ci sollecita e ci sprona!

Va specificato il discorso della relazione fra Giove e Terminius o Termine. La divisione fra gli Esseri della Natura e gli Dèi era fra "mortali" e "immortali". Cioè fra coloro nella cui condizione sarebbero morti per trasformarsi, i mortali nati nella Natura, e coloro che nella condizione attuale non sarebbero morti, rispetto agli Esseri della Natura.

Sia gli Esseri Mortali della Natura, che gli Dèi, nascevano.

Questo principio è un principio proprio delle religioni prefilosofiche e, in particolare, pre-Platoniche. La realtà in trasformazione permette agli uomini di pensare alle proprie trasformazioni come a delle trasformazioni che li costruiscono come Dèi.

Platone, gli stoici, i cristiani, i neoplatonici, gli ebrei, hanno voluto rubare questo agli uomini. Hanno rubato la loro possibilità degli uomini di trasformarsi in Dèi sottomettendoli ad una verità rivelata che altro non era che il termine delle loro trasformazioni nel presente vissuto dal quale veniva cancellato, attraverso l’idea del creatore, il Terminius della loro vita.

Per questo motivo, comunque, anche la vita di Giove, l’atmosfera tonante che ha costruito la vita nella Natura, ha un suo termine, un suo Terminius al quale Giove deve giungere progetto dopo progetto in una continua trasformazione.

Giove è un immortale perché quando Giove finisce la sua esistenza, nella sua natura in cui esiste, e si trasforma. La vita sulla Terra, come noi la conosciamo, cessa di esistere. Pertanto, per quel che concerne gli Esseri della Natura e gli Esseri Umani nel nostro caso, Giove è un immortale che conduce gli Esseri della Natura a trasformarsi in Dèi generazione dopo generazione fino alla fine della sua esistenza. Questo alimentare il divenire degli Esseri della Natura costruite Giove stesso, trasformazione dopo trasformazione.

Possiamo chiamare gli Dèi, immortali. Non possiamo chiamarli come assoluti perché crescono e si trasformano Terminius dopo Terminius fino al loro ultimo Terminius.

Versione caricata in internet il 26 gennaio 2006

Modifica 05 febbraio 2015

Pagina tradotta in Portoghese:

Tradução para o português Terminius, Término, o Os Deuses na Religião Romana

Il sentiero d'oro: gli Dèi romani

La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona

 

Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona

 

La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.

Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio

 

Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne.

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

I Romani erano costruttori di Ponti

Ponti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi

La Religione di Roma Antica

La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.