Significato della parabola del Figliuol Prodigo
Vangelo di Luca 15, 11-32

di Claudio Simeoni

Il libro, Gesù di Nazareth: l'infamia umana, contiene l'analisi ideologica di Gesù

Cod. ISBN 9788893322034

Il Figliuol Prodigo

 

Varie idee che emergono dai vangeli

 

La parabola del Figliuol Prodigo è un insegnamento fondamentale della religione cristiana, imposto da Gesù, e risulta un fondamento dogmatico da cui i cristiani non possono prescindere.

La parabola del Figliuol Prodigo qualifica la famiglia cristiana e sancisce il dominio del padre sui figli determinando, per contro, i comportamenti dei figli nei confronti dei padri. Da notare che la madre non entra in questo tipo di rapporti in quanto la donna, per i cristiani, è puro oggetto senza dignità di persona.

La parabola del Figliuol Prodigo trasferisce in chiave cristiana tre principi fondamentali del ebraismo come espresso nel vecchio testamento. I rapporti sessuali padre e figli, che non vengono censurati in quanto i figli appartengono al padre, l'ordine ai figli di onorare il padre e la madre (in quanto possedimento del padre) a prescindere dai loro comportamenti e la sottomissione ed accettazione da parte del figlio della manipolazione mentale subita dai genitori per volontà del dio padrone degli ebrei.

Scrive Luca nel suo vangelo:

"Egli disse ancora: "Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: "Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta". E il padre divise fra i figli i suoi beni. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, mesa insieme ogni cosa, se ne partì per un paese lontano, e là scialacquò tutto il suo patrimonio vivendo dissolutamente.

Quando ebbe dato fondo ad ogni cosa, venne in quella regione una tremenda carestia ed egli cominciò a sentir la miseria. Allora se ne andò e si mise a servizio di un uomo di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi a custodire i suoi porci. Avrebbe voluto riempirsi il ventre delle carrube che mangiavano i porci, ma nessuno gliele dava. Allora, rientrato in sé stesso, disse: "Quanti mercenari di mio padre hanno pane in abbondanza, ed io, qui, muoio di fame!... Mi alzerò ed andrò da mio padre e gli dirò: "Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio: trattami come uno dei tuoi mercenari". E alzatosi, andò da suo padre. Lo vide il padre, mentre era ancora lontano, e ne ebbe pietà; allora, correndogli incontro, gli si gettò al collo e teneramente lo baciò. Il figlio disse: "Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono degno di essere chiamato tuo figlio". Ma il padre ordinò ai servi: "Portate subito la veste più bella e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, si banchetti e si faccia festa; perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto e si è ritrovato". E cominciarono a far festa.

"Il figlio maggiore era nei campi. Al ritorno, già vicino a casa, sentendo musica e canti, chiamò un servo e gli domandò che cos'era tutto quello. E il servo gli rispose: "E' tornato tuo fratello e tuo padre ha ammazzato il vitello grasso, perché lo ha potuto riavere sano e salvo". Egli allora si adirò e non voleva entrare.

"Il padre uscì fuori a pregarlo. Ma egli si rivolse al padre e gli disse: "Ecco, sono tanti anni che io ti servo, senza avere mai trasgredito uno dei tuoi ordini, e tu non mi hai dato mai nemmeno un capretto per far festa con i miei amici. Ed ora che è tornato questo tuo figlio, che ha consumato tutti i suoi beni con delle meretrici, tu gli hai ucciso il vitello grasso. Il padre rispose: "Figlio, tu sei sempre con me, e tutto quello che io ho è tuo; ma era ben giusto far festa e darsi alla gioia, perché questo tuo fratello era morto ed è ritornato in vita, era perduto e si è ritrovato."

Vangelo di Luca 15, 11-32

La parabola del Figliuol Prodigo va letta e interpretata partendo dalla fine. Dalla sua conclusione.

Che cosa celebra il padre? Qual è l'oggetto della festa? Perché il padre macella il vitello grasso?

Il padre, celebra sé stesso, la sua vittoria sul figlio.

Gesù celebra sé stesso, la sua vittoria su chi lo sta ascoltando.

Il dio padrone celebra sé stesso, l'affermazione del suo dominio sulle pecore in cui il figlio ha trasformato gli uomini e le donne del sistema sociale umano.

Il padre, celebrando il suo successo nell'aver distrutto suo figlio e le sue possibilità di esistere indipendentemente da lui, celebra la sua vittoria nell'aver distrutto suo figlio nelle sue possibilità di costruire il suo futuro.

Il racconto del figliol prodigo, agisce specchiando il racconto di Abramo che sacrifica Isacco. Solo che Abramo è un mortale, il dio padrone, il padre, viene descritto come un immortale ed eterno. Abramo, sacrificando suo figlio, sacrifica il proprio futuro e il futuro della sua specie al dio padrone. Sacrifica, nella sua logica dottrinale, gli Esseri Umani al suo padrone. Il dio padrone, celebra la vittoria sul figlio mediante il sacrificio del vitello grasso. Celebra la vittoria nei confronti dell'umanità che non è in grado di affrontare le condizioni e le contraddizioni della sua esistenza senza dover sacrificare le proprie pulsioni esistenziali alla provvidenza del dio padrone.

Il padre possiede la ricchezza. Non si dice perché la possiede o come l'abbia accumulata. Per gli intenti della parabola non è importante: la ricchezza è posseduta dal padre in quanto lui è il padre.

Il figlio, prende la ricchezza del padre, ma non ha la capacità di costruire la ricchezza. Il padre non ha insegnato al figlio i metodi per accumulare la ricchezza; il padre ha reso il figlio ignorante rispetto alle condizioni che dovrà affrontare nel mondo. La ricchezza, per i cristiani, è oggetto in sé, non è frutto del lavoro e dell'attività degli Esseri Umani. Se, per i cristiani, la ricchezza fosse il frutto dell'attività degli Esseri Umani, la ricchezza non sarebbe l'oggetto del discutere, ma l'oggetto del discutere sarebbe l'attività degli Esseri Umani capace di costruire la ricchezza.

Per i Pagani non è importante l'oggetto posseduto, ma è importante l'uso che ne faccio dell'oggetto e il percorso attraverso il quale sono venuto in possesso dell'oggetto.

I cristiani partono da diverse categorie di pensiero. La ricchezza è oggetto che appartiene al padrone con la quale il padrone esercita il suo essere padrone. Per i cristiani la ricchezza non può appartenere a nessuno che non sia un padrone e, proprio perché possiede la ricchezza, è legittimato ad essere il padrone.

Per questo motivo nel cristianesimo non è ammessa la concorrenza della ricchezza. La ricchezza appartiene al dio padrone; la ricchezza appartiene alla chiesa cattolica; la ricchezza appartiene all'imperatore; la ricchezza appartiene al re ecc. ecc..

Per i cristiani la ricchezza NON SI FORMA MEDIANTE IL LAVORO E L'IMPEGNO, MA LA RICCHEZZA E', QUALE DONO DEL DIO PADRONE e viene distribuita dal dio padrone A CHI IL DIO PADRONE VUOLE.

L'uomo, per i cristiani, è creato ad immagine e somiglianza del loro dio e dunque nulla può essere al di fuori del padre.

Questo è l'orrore rappresentato dalla parabola del Figliulo Prodigo.

Il padre non si sente in dovere di fornire al figlio i mezzi psichici, morali, sociali con cui affrontare la sua vita. Il figlio, per i cristiani, è solo una bestia che va allevata in dipendenza dell'allevatore, il padre. Il padre, rende dipendente da sé stesso suo figlio, gli distrugge la volontà, gli distrugge la capacità di costruire la sua esistenza: lo rende dipendente da sé!

Ed ecco il figlio manifestare un guizzo di volontà: dio non esiste, dicono gli Atei. Così gli Atei si allontanano dalla chiesa cattolica: il loro padre! La chiesa cattolica ha dato loro una parte delle sue ricchezza, la coercizione educazionale. La miseria morale è la ricchezza che i cristiani hanno dato agli uomini. La chiesa cattolica, si fa padre che stupra i bambini che ha costretto in ginocchio. Nonostante questo, dentro di lei, qualcuno proclama che il dio padrone non esiste e tenta di uscire dall'orrore imposto dalla chiesa cattolica. Raccoglie le sue forze e si allontana.

Solo che non c'è futuro fuori dalla chiesa cattolica per coloro a cui la chiesa cattolica ha distrutto la struttura psico-emozionale rendendola dipendente da sé stessa. La chiesa cattolica è come il padre: ha distrutto le possibilità delle persone che ha educato di costruire un futuro diverso da quello che lei impone.

Così il figlio fallisce.

Non è in grado di far fronte alle contraddizioni della sua vita.

La carestia ha invaso il luogo dove egli è, non il luogo dov'è suo padre. C'è sempre, nella vita degli uomini, una tempesta, un terremoto, una devastazione che riducono l'uso dei beni materiali degli uomini. Ma gli uomini attrezzati per affrontare il futuro sanno trasformare il presente distrutto in un futuro possibile. Gli uomini che non sono attrezzati, davanti alla distruzione del loro presente, non hanno strumenti di conoscenza, sapienza, psicologici ed emotivi con cui costruire un presente capace di costruire un futuro. Davanti alla devastazione le persone attrezzate riprendono a vivere; le persone che non sono attrezzate, soccombono.

La povertà mette alla prova il figlio del padrone.

Il figlio non è in grado di costruire nessun futuro.

Il padre non gli ha dato i mezzi.

D'altronde, per un cristiano, non esiste un futuro se non si è dipendenti dal padre.

Per un cristiano esiste solo il padre e tutti gli altri sono oggetti o bestiame. Oggetti o bestiame da distruggere e da annientare.

Così il padre uccide il VITELLO GRASSO!

Lo uccide per festeggiare la SUA VITTORIA SUL TENTATIVO DI AUTONOMIA DEL FIGLIO!

IL PADRE FESTEGGIA LA DISTRUZIONE DELL'AUTONOMIA DEL FIGLIO: è riuscito a distruggergli la vita!

E cosa dice il padre all'altro figlio che gli rimprovera l'atteggiamento che ha assunto?

Gli dice: "Carissimo, tu sei una merda! In molti anni di vita non ti sei mai ribellato. Hai fatto tutto quello che io ho voluto: continua ad obbedire! Tuo fratello si è ribellato, ho avuto paura che iniziasse ad esistere indipendentemente da me e ora, IO CELEBRO LA MIA VITTORIA SU DI LUI! Tu, continua ad obbedire, altrimenti fallirai pure tu: vedi come sono potente?"

E' il disprezzo del padre per i figli.

I figli saranno il suo bastone per la vecchiaia, ma non saranno mai uomini capaci di affrontare con dignità la loro vita.

Per riuscire a comprendere l'atteggiamento di disprezzo per le persone quali oggetti il cui possesso deve essere celebrato, ci sono altri due passi del vangelo di Luca che precedono quello del Figliol Prodigo. Questi passi chiariscono come l'elemento centrale del discutere non sono le persone, ma gli oggetti che il padrone possiede e la gioia del padrone nel celebrare il loro possesso.

Si tratta del vangelo "La dramma ritrovata" e il vangelo "La pecorella smarrita". Rispettivamente Luca 15, 8 e Luca 15, 1.

Nei due brani il Figliol Prodigo è rappresentato da una moneta o da una pecora. Che differenza c'è? Nessuna, per un cristiano!

La moneta è un oggetto di possesso, non è un oggetto che ha la finalità di soddisfare i bisogni umani. Si celebra la moneta ritrovata in quanto moneta, non in quanto possibilità di acquistare qualche cosa che porti alla soddisfazione dei bisogni (acquisto di cibo, di vestiti, di profumi o quant'altro).

Lo stesso vale per "La pecorella smarrita" che assume il significato dell'oggetto posseduto, non del mezzo per vivere.

Quest'uso simbolico del ritrovamento ha lo scopo di distruggere il significato del Figliuol Prodigo che si è ribellato al padre-padrone: non ti illudere di essere una persona, per il dio padrone vali come se tu fossi una pecora o una moneta!

Si tratta della distruzione degli Esseri Umani per trasformarli in merce. Merce priva di volontà, di determinazioni e, per conseguenza, di possibilità di costruire il loro futuro.

Se qualcuno avesse dei dubbi sulle reali intenzioni criminali dell'evangelista Luca può leggersi i brani che precedono queste rappresentazioni simboliche.

Si tratta da un lato di distruggere la ricchezza di chi potrebbe costruire qualche cosa per gli Esseri Umani e che viene visto da Gesù come il nemico.

In "Come seguire Gesù" dice Luca:

"Se uno viene da me e non odia il padre e la madre, la moglie e i figli e i fratelli e le sorelle, ed anche la sua vita, non può essere mio discepolo."

Vangelo di Luca 14, 26

E più sopra leggiamo che Gesù vorrebbe che tutti si mettessero in ginocchio davanti a lui e lo omaggiassero, ma trova persone che tentano di costruire il loro futuro:

"Ma tutti quanti incominciarono a trovar delle scuse."

Vangelo di Luca 14, 18.

Queste persone stanno costruendo il loro futuro e sono attente a quanto devono fare:

"Ho comprato un podere e debbo andare a vederlo.... Ho comprato cinque paia di buoi e devo andare a provarli.... ho preso moglie..."

Vangelo di Luca 14, 18-19.

Per Gesù sono tutte scuse per non mettersi in ginocchio davanti a lui e così esprime il suo odio:

"Perché ti assicuro che nessuno di quegli uomini che erano stati invitati, gusterà della mia cena."

Vangelo di Luca 14, 24.

Il racconto del "figliol prodigo" giunge alla fine di un processo di raccontini fatti da Luca che hanno lo scopo di dimostrare come si debba distruggere gli Esseri Umani e sottometterli al padrone. Il padrone DEVE celebrare il proprio trionfo su chiunque tenta di costruire la propria indipendenza.

Si tratta della veicolazione dello stesso principio che troviamo in Abramo quando sacrifica suo figlio. Abramo ha bruciato il proprio futuro. Abramo, nel mettere suo figlio sulla pira sacrificale, ha donato il proprio futuro e quello dei suoi figli, intesi come oggetto che lui possiede e non come persone che pensano, al proprio dio padrone. Così il padre ammazza l'agnello grasso per festeggiare la sua vittoria sul figlio. Un figlio che ha provveduto a renderlo incapace di affrontare la sua vita in un delirio di onnipotenza.

Gli uomini non si rendono conto che quel padre che sacrifica suo figlio nell'episodio del Figliulo Prodigo, è un immortale, vive una presenza eterna su ogni Essere che chiama figlio e al quale distrugge il futuro. I padri umani, al contrario muoiono. Anche se questi padri saccheggiano la vita dei loro figli che hanno costretto alla dipendenza, vivono l'orrore per non aver addestrato i loro figli per affrontare con onore, consapevolezza e dignità la loro vita. Il presente che viene negato non è solo quello del figlio che vede chiudersi le possibilità del suo futuro, ma anche quelle del padre che non vede dischiudersi nulla se non la sua morte nell'angoscia del proprio fallimento esistenziale.

Marghera, 06 marzo 2005

Considerazione del Figliuol Prodigo, la chiesa cattolica e la distruzione sociale.

Testo revisionato per la pubblicazione: Marghera, 03 dicembre 2015

NOTA: Le citazioni dei vangeli sono tratte dalla bibbia delle edizioni Paoline 1968

 

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Il cristianesimo è un modo per distruggere il divenire degli uomini. Per capire la strategia di distruzione dell'uomo del cristianesimo è necessario leggere i vangeli e interpretarli alla luce dell'uomo ridotto in schiavo obbediente, oggetto di possesso e privato della propria capacità di vivere e abitare il mondo in nome del dio cristiano che altri non è che il Macellaio di Sodoma e Gomorra, il criminale che ha distrutto l'umanità e la Natura col Diluvio Universale e che ordina il genocidio dei popoli per favorire i criminali del Popolo Eletto.