James Hillman:
Un terribile amore per la guerra
e i fraintendimenti sulla natura degli Dèi

Da dove nascono gli errori d'analisi
della situazione sociale quando si travisa il senso
delle antiche divinità

Di Claudio Simeoni

 

Nel suo libro "Un terribile amore per la guerra" a pag. 105 ed Adelphi, Hillman afferma, parlando di Ares:

"Alla presenza di questo antico dio abbiamo alluso fin dall'inizio del nostro libro; ora esporremo più diffusamente la sua natura, iniziando dagli epiteti, gli attributi descrittivi o "soprannomi" di uso comune nella cultura dell'antica Roma. Marte era detto caecus, furibundus, ferus (ferino, bestiale), ferox, nimius (eccessivo), insanus, sanguineus, sceleratus, rapidus, subitus (improvviso), atrox, calidus (ardente), lascivus (sfrenato, osceno), hastatus (armato di lancia), cristatus (crestato), ultor (vendicatore), deprensus (colto in flagrante), turpis, asper, confusus, saevus (feroce), priscus (arcaico, antico).

E questi sono gli epiteti di Ares, il dio del panteon greco al quale Marte fu assimilato: androphonéus (uccisore di uomini), aìdelos (distruttore), miaiphonos (macchiato di sangue omicida), brotoloigos (funesto ai mortali), krateròs (forte; dotato di forza violenta, sovrannaturale). Altre parole a lui associate: Thàrsos (ardire, coraggio), lùssa (furore guerresco), ménos (forza vitale; furore, impeto guerriero). Leggendo l'analisi che Girard compie dell'aggettivo krateròs, scopriamo che esso ingloba esattamente l'inumanità che abbiamo descritto, la quale risulterebbe incomprensibile senza tale connotazione sovrumana. La violenza di Ares krateròs è una violenza sacra perché autorizzata dal suo istigatore inumano e ritualizzata negli stati alterati del campo di battaglia, dove si mostra "la congiunzione entro il sacro di violenza buona e violenza cattiva". "Ares non è meno divino per il fatto di essere crudele e brutale". Il campo di battaglia come luogo dei sacrifici; della partecipazione ad un sacramento. In questa storia di sangue si manifesta un dio, il che pone la guerra tra i fenomeni autenticamente religiosi. Ed è per questo che essa è così terribile, così amata e così difficile da comprendere.

"Esistono in realtà pochi miti riferibili ad Ares" scrive Walter Burkert, il maggiore conoscitore e interprete vivente delle fonti antiche. Ares compare in diversi episodi del racconto omerico della guerra di Troia, ma benché gli eserciti in guerra compissero sacrifici in suo onore, sono pochi i suoi luoghi di culto, pochi i templi, poche le descrizioni di riti o misteri a lui dedicati. Considerato che gli stati greci erano continuamente in guerra tra loro e con i persiani, come mai tanta scarsità? In realtà la cosa non dovrebbe stupirci, perché questo dio non è molto articolato: si manifesta nell'azione più che nel racconto. Le sue leggende e i suoi miti si dispiegano in combattimento, negli attacchi improvvisi di furia cieca e folle. Più che come una figura, dobbiamo concepire Ares come una forza, una presenza nel cuore dell'azione più che in disparte ad osservare."

E con questo Hillman vuole giustificare quanto asserisce a pag. 104 parlando degli orrori della guerra come concetto umano di scontro e di battaglia:

"Queste azioni di guerra non furono compiute da selvaggi ispirati da atavici rituali, bensì dalle truppe ben addestrate di nazioni che si vantano per i propri valori di civiltà, le proprie leggi umanitarie, la propria educazione morale e la propria cultura estetica. Né sono tipiche di una sola nazione: dei giapponesi, degli americani, dei tedeschi, dei serbi, e dunque caratteristiche del costume di un popolo particolare. E neppure riguardano una minoranza di criminali psicopatici dell'esercito. No: questo è ciò che fanno le guerre, ciò che sono le battaglie; sono le convenzioni del saccheggio su scala mostruosa sia individuale sia collettiva, sono implacabili comportamenti archetipici, comportamenti di un archetipo, governati, posseduti, comandati da Marte."

E ora proviamo a capire dove sono gli errori di Hilman e da dove Hillman estrae questa convinzione.

Cominciamo a comprendere sia la natura di Ares (Marte) che quella di Hillman.

Hillman cresce in un ambiente monoteista; è educato in ambiente monoteista. Il suo punto di vista, quando guarda alle Divinità delle Antiche Religioni, è quello della centralità della specie umana (intesa come specie sociale e culturale) rispetto all'insieme dell'Essere Natura nella quale questa si è formata ed è divenuta.

Ciò che sfugge ad Hillman (o almeno non lo utilizza nel corso della sua analisi) è il fatto che chi ha forgiato le immagini delle Antiche Religioni non considerava la specie umana come diversa e separata dall'Essere Natura nel quale essa è divenuta.

In pratica, Hillman analizza il presente usando una categoria (Ares) che appartiene ad un diverso presente; ad una diversa concezione umana della vita!

Sembra quasi che Hillman riprenda il discorso relativo ad Ares espresso da Walter Otto. Ne "Gli dèi della Grecia" pubblicato da Adelphi, al capitolo relativo "Dio e uomo". Dice:

"Ed ora sentiamo ciò che pensa di lui il padre di tutti gli dèi, quand'egli va a lagnarsi da lui. Lo chiama "fazioso, incostante" e "fra tutti i celesti odioso", ché fa sue delizie "e risse e zuffe e discordie e battaglie". Gli altri dunque, non sono così. Non vogliono guerre "perenne". La figura di Ares deriva dalla religione della terra ormai superata. La sua brutalità aveva avuto colà un posto onorevole nella sfera dell'inesorabile. Egli è lo spirito della maledizione, della vendetta, del crimine di sangue. Come demone della strage sanguinaria egli conserva ancora in Omero la sua terribile grandiosità, tanto più terribile quanto meno compare come personalità. L'uccidere è il suo elemento, perciò si chiama "distruttore", "sterminatore di uomini" - sua compagna è Eris, la "Contesa", che "scorre fra le turbe spargendo odio e aumentando il grande lamento umano" (Iliade). Infuria fra i Troiani non meno che fra i Greci. Il suo nome significa sovente null'altro che lotta sanguinaria. Perciò Zeus lo definisce senz a carattere, che è con tutti o piuttosto contro tutti (Iliade). Sullo scudo di Achille era raffigurata una scena di guerra: davanti alle schiere dei guerrieri marciano Ares e Pallade Atena (Iliade). Questa rappresentazione corrisponde meglio alla fede genuina di quanto non faccia la partecipazione di Ares alla sorte dei Troiani in alcuni episodi dell'Iliade. Non può recitare a lungo un ruolo di tal genere, perché in fondo egli è solo un demone e la sua indole consiste in cieca brutalità. Che differenza con Atena, che è sì anche battagliera, ma, dea del senno e del nobile contegno, rappresenta l'eroismo genuino nello splendore celeste. Egli invece si perde nell'estasi dello spargimento di sangue, mancando così totalmente di quella profondità e grandiosità che sono proprie della natura di tutte le figure genuine di questa religione."

Gli Esseri Umani che hanno individuato Ares e la sua azione nel loro presente non avevano l'idea della centralità della specie umana rispetto all'insieme nel quale essa era divenuta, ma avevano l'idea della centralità della vita dalla quale tutte le specie scaturiscono e divengono. Se vogliamo semplificare, gli Antichi non avevano un'idea creazionista della loro esistenza, ma avevano un'idea evoluzionistica! Non è necessario avere chiara la teoria dell'evoluzione per esprimere concetti comprendenti in essa; riflettete sul fatto che gli Esseri Umani costruivano barche e mezzi di navigazione ben prima che Archimede scoprisse il principio di galleggiamento. La razionalizzazione segue l'intuizione, solo in un secondo momento, persa la memoria dell'intuizione, gli Esseri Umani tentano di comprendere che cosa sia stato razionalizzato. Se ciò non fosse, non si capirebbe perché nell'Antica Religione Greca ci sono una miriade di divinità che precedono gli DEI Olimpi, ma che non furono mai oggetto di venerazione! In pratica DEI precedettero gli DEI, che precedettero gli DEI ai quali innalzarono altari fino a diventare DEI della Civis o della Polis. La realtà religiosa era divenuta per trasformazione, germinazione e generazione.

Se non si abbandona il punto di vista creazionista, non si possono comprendere le Antiche Religioni! E non si può comprendere nemmeno la figura di Ares.

Per comprendere Ares è necessario inserire Ares nell'insieme dal quale Ares diviene.

Ares è figlio di Zeus!

Questo è il primo errore che fa' Hillman.

Scrive Hillman a pag. 109 "Un terribile amore per la guerra" ed. Adelphi, parlando della nascita di Ares:

"E non dimentichiamo che la madre di Ares (alla quale secondo Kerényi assomigliava) era la grande dea Era regina dei cieli e sposa di Zeus, il quale però non ne era il padre. La dea infatti generò quel figlio da sé stessa, per vendetta contro lo sposo dalle troppe avventure amorose feconde di prole. Il dio della guerra, germinato nel furore, emerge dalla collera di Era."

Ora, se c'è un figlio di Zeus che possiamo considerare assolutamente legittimo, questi è proprio Ares.

Leggiamo cosa ci dice Esiodo nella Teogonia:

"Per ultima Era fiorente egli fece sua sposa,
che Ebe e Ares e Eiletuia partorì,
unita in amore al re degli dèi e dei mortali.
Egli dalla sua testa generò la glaucopide Atena,
tremenda eccitatrice di tumulti, guida invitta di eserciti,
signora che ama i clamori e guerre e battaglie;
Era, senza unirsi in amore con alcuno, Efesto illustre
generò, perché da ira fu presa e contese contro lo sposo,
lui che è valente nelle arti fra tutta la stirpe di Urano."

Non Ares fu partorito da Era perché fu presa da ira, ma Efesto!

E allora perché Hillman si lascia ingannare così facilmente?

E perché Walter Otto non si chiede se ci sia qualche cosa che gli stia sfuggendo?

Ciò che inganna le persone monoteiste nel comprendere Efesto è che Efesto è un fabbro, un costruttore, mentre Ares è solo guerra. Ares non ha nessun'altra "attività" se non la guerra!

Iniziamo a mettere un po' di ordine. A me, in generale, non piace il termine Junghiano di "archetipo", anche se qualche volta lo uso.

La vita diviene per adattamento soggettivo alle variabili oggettive, dove, per quanto riguarda gli Esseri della Natura, le variabili oggettive altro non sono che l'insieme degli adattamenti soggettivi che i singoli Esseri delle singole specie hanno messo in atto nel corso di centinaia di milioni di anni.

Innanzi tutto: chi o cosa è Era nella visione degli Antichi?

Questa è la prima risposta che dobbiamo dare.

La seconda risposta che dobbiamo dare è: che cosa sono e che cosa significano gli amplessi amorosi di Zeus?

Cominciamo dalla seconda risposta.

Zeus ha combattuto e vinto la guerra con i Titani: con questo si è assicurato il titolo di "re degli Dèi"!

Zeus ha combattuto e vinto la guerra con Tifone: con questo si è assicurato che Tifone non distruggerà il suo regno; almeno non ora!

Ora Zeus deve COSTRUIRE LA VITA. La vita della Natura come noi la intendiamo!

Le sue relazioni amorose, ricche di prole, altro non sono che la costruzione e la nascita delle condizioni oggettive all'interno e attraverso le quali la vita si costruisce e si manifesta.

Non a caso, nella Teogonia di Esiodo, il matrimonio con Era è l'ultima delle relazioni messe in atto da Zeus: Zeus è l'atmosfera di questo pianeta, di questa Rea, Era è l'Essere Natura. Ed è dall'unione dell'Essere Atmosfera Zeus e dell'Essere Natura che germinano le tre condizioni che l'Essere Natura, Era, stabilisce per il proprio sviluppo e per la propria crescita.

Nascita, sviluppo e crescita sono propri degli Dèi immortali!

Delle tre condizioni stabilite da Era per la sua crescita e il suo sviluppo, NASCITA, MATURITA' SESSUALE (giovinezza) e CONTRADDIZIONE, noi metteremo l'accento su quest'ultima: su ARES!

Ares è l'essenza stessa della Natura!

Per questo motivo Zeus afferma che Ares assomiglia tanto a sua madre Era!

Proiettare delle categorie morali umane come i giudizio delle scelte dei singoli esseri e delle singole specie dell'Essere Natura è arbitrario; peggio, diventa criminale quando vengono proiettate sulle azioni delle specie dell'Essere Natura le categorie di giudizio proprie dei monoteisti.

Tutto il processo di "selezione delle specie" è opera di Ares.

Ares è la forza che non solo spinge gli Esseri a manifestare il proprio adattamento soggettivo alle variabili oggettive incontrate, ma le spinge a manifestare la loro libertà attraverso l'esercizio della loro volontà d'esistenza.

Svilire il potere di Ares che si è manifestato dentro a tutti gli Esseri per centinaia di milioni di anni e che ha permesso la nascita di questo presente significa svilire l'intero potere di Era e i suoi processi di trasformazione. Ridurre Ares alla pura attività di massacro che i sistemi sociali umani hanno messo in atto significa non aver compreso cosa sia Ares. Quando uno Storione partorisce centinaia di migliaia di uova affinché qualcuna giunga alla maturazione, è in atto la "strage di Ares". Diventa arbitrario e avvilente mettere l'accento su quante uova andranno distrutte anziché mettere l'accento su quante uova andranno a maturazione. Domani, Esseri Umani ed Esseri Orso non pescheranno né si ciberanno delle uova distrutte, ma del trionfo di Ares: quante uova sono giunte alla maturazione e quanti Storioni risaliranno quella corrente!

Ogni figlio di Era è potenzialmente un Ercole! A tutti Era concede una possibilità di eternità. A tutti Era pone ostacoli feroci lungo il cammino del proprio divenire. Ogni Essere deve superare le proprie fatiche per divenire nell'eterno dei mutamenti e bussare alle porte dell'Olimpo. Ogni prova e ogni fatica è una CONTRADDIZIONE; è una manifestazione di Ares!

TUTTA LA STORIA DELL'EVOLUZIONE E' LA STORIA DELL'ATTIVITA' DI ARES!

Quando si sviluppa una contraddizione, là si manifesta Ares. Quando la contraddizione si risolve, là trionfa Ares. Dopo la soluzione della contraddizione nulla è più come prima. La soluzione di una contraddizione manifesta un'Aurora sia che una delle parti sia distrutta, sia che le due parti non si siano annientate.

Qual è il nutrimento di Ares?

Ares si nutre della trasformazione; Ares viene nutrito dalla trasformazione continua che fonda il divenire del presente.

Un presente che può affiancare od ostacolare anche in base all'esercizio della propria volontà.

Allora, perché James Hillman non coglie quest'aspetto?

Perché Hillman è confuso!

Scrive Hillman a pag. 120 "Un terribile amore per la guerra" ed. Adelphi, parlando del ruolo di Marte:

"Le forze che assegnano le terre, le autorità concessionarie, sono in ultima analisi le potenze invisibili che abitano la terra, una delle quali ci è stata evocata da Susan Griffin quando parla della regina tellurica venerata da molti popoli come la grande Madre Terra. Un altro signore della terra è Marte, che impone l'aggressività dei suoi utensili agricoli e la cui terra è sempre presente alla mente di chi combatte, dall'ultimo fantaccino al generale."

Sembra quasi che Hillman voglia trovare il responsabile delle guerre in un antico Dio e ciò che egli non coglie è che Era ha partorito il dio della distruzione dalla sua rabbia: Efesto! La forza invisibile che agita la terra; la forza che scatena gli tsunami; la forza che scatenò la peste nera; la forza che si scatena nel cuore degli Esseri della Natura quando praticano la distruzione per la distruzione.

Se Ares si scatena, almeno una parte della contraddizione continua il suo processo di divenire e di trasformazione; se si scatena Efesto questi fa' tabula rasa di ogni presente.

Ares parteggia per una parte contro l'altra o per tutte e due; Efesto, solo per sé stesso, solo per la distruzione. Quanto continua ad esistere dopo la soluzione della contraddizione è lo sviluppo di forze che hanno concorso in quella contraddizione; quanto continua dopo Efesto, nemmeno Efesto lo sa!

Quando Marte pianta i semi nella terra aggredendola con i suoi strumenti, qualcosa germinerà. Quel qualcosa è il suo trionfo! Quando lo fa Efesto, accadrà quello che accadrà!

Quando Marte si scatena si combatte; quando si scatena Efesto ci si ritira e si cerca di mettersi in salvo!

Ma perché Era ha partorito Efesto?

Perché Zeus aveva partorito Atena!

Chi è Atena?

Ricordate cosa ci dice Walter Otto a proposito dello scudo di Achille? Sul suo scudo sono incisi Ares e Atena davanti alle truppe.

Cosa dice Hillman di Atena in "Ananke e Atena" nel libro "La vana fuga dagli Dèi" ed. Adelphi.

"Per localizzare Atena psicologicamente dobbiamo avvicinarci a ciò che chiamiamo l'Io (e Atena era consigliera di molti eroi). Atena è la voce che trattiene, o lo sguardo introspettivo, delle nostre riflessioni. E' il Mentore interno: ed è come uccello-mentore che tanto spesso appare nell'Odissea. Quando ci consigliamo con noi stessi, quest'atto stesso è un atto di Atena, perciò il consiglio che ne vien fuori riflette la sua norma".

Ed Atena ha qualche cosa in comune con Efesto: anche lei è un artigiano.

Atena viene avvicinata alla romana Minerva la cui radice è quella di Mens, mente. Atena è una guerriera della razionalità: Atena è l'ARTE DELL'AGUATO! Sia che si tratti di guerra, sia che si tratti di costruire, organizzare, progettare. E' l'arte attraverso la quale un soggetto agguanta qualche cosa. Ma la agguanta dopo aver progettato e messo in atto azioni finalizzate ad agguantarlo.

Ai propri figli, ai figli dell'Essere Natura che sono costretti a divenire per contraddizione e a fondare la propria esistenza nella forma, Zeus regala l'ARTE DELL'AGGUATO!

Nascendo dalla testa di Zeus Atena si cala in ogni Essere che manifestando Atena agisce per costruire i migliori adattamenti possibili all'interno di un maggior numero di variabili che riesce a cogliere.

Solo che gli Esseri che nascono, figli delle specie della Natura, sono corpo e sostanza di Era. Costruiscono e sviluppano Era. Calando Atena fra gli Esseri della Natura Zeus ha fornito loro uno strumento per costruire la loro libertà. Non agiranno più solo per alimentare Era, ma costruiranno il "dio che cresce dentro di loro"; potranno accedere con maggior facilità all'Olimpo.

Questo è quello che fa infuriare Era che coglie tutto il pericolo per lo sviluppo del pianeta. Atena non si distribuisce in tutti gli Esseri (come Ares), ma sceglie con maggior potere e determinazione i soggetti che, manifestandola, le permettono di costruire i suoi migliori adattamenti.

Questo è il senso del potere guerriero manifestato da Achille: la CONTRADDIZIONE e la SOLUZIONE DELLE CONTRADDIZIONI MEDIANTE L'ARTE DELL'AGGUATO (che implica intelligenza, determinazione, direzione e scopo).

Efesto è l'equilibratore della situazione: il distruttore.

Anche quando si parla del fabbro l'accento andrebbe messo non su ciò che costruisce, ma su ciò che distrugge. Si distrugge un presente per spazzare via delle contraddizioni e poi nascerà quello che nascerà! E' più facile cogliere Efesto nella forma di Vulcano che non in quella del mito Greco.

Quando Efesto si scatena nel cuore degli Esseri Umani, questi perdono la tensione verso il futuro. Il presente li inghiotte. Ogni regola morale, ogni etica; ogni principio giuridico perde di valore. E' come se stesse per arrivare la fine del mondo: tutta la struttura di controllo sociale, tutta la struttura psichico morale crolla. Gli Esseri si sentono liberi da ogni vincolo e la distruzione del presente diventa l'unica forma della loro esistenza.

Sta per arrivare la fine del mondo; lo tsunami travolge tutto; il vulcano spazza via ogni cosa; la peste distrugge la società civile; l'invasore ha distrutto e devastato l'ordine sociale di quella civiltà!

Era scatena Efesto quando deve equilibrare qualche cosa che si è fatto tragico sia nella Natura, nella società civile che nel cuore degli Esseri Umani.

Efesto è un distruttore anche quando produce come artigiano. Costruisce solo ciò che serve a distruggere costruisce armi di distruzione e in funzione della distruzione: dal fulmine di Zeus alle armi di Achille.

Ed è un distruttore anche quando costruisce la rete con la quale intrappola Ares e Afrodite!

Ed è sulla relazione Efesto-Ares-Afrodite che voglio soffermarmi.

Cominciamo a ripulire Afrodite dai fraintendimenti dell'interpretazione della Grecia Classica. Afrodite è figlia di Urano Stellato: nasce dal suo membro, cioè dall'ASSOLUTA CAPACITA' DI GENERARE! Afrodite è L'ASSOLUTA CAPACITA' DI TRASFORMAZIONE DI OGNI PRESENTE, lei accompagna l'INTENTO DELL'ESISTENZA ed è seguita da DESIDERIO DI TRASFORMAZIONE!

Dice Esiodo nella Teogonia:

"Lei Eros accompagna e Desiderio bello la segue
da quando, appena nata, andò verso la stirpe degli Dèi."

Non limitiamo la lettura di Afrodite alla pura funzione erotica anche se tutto l'esistente e ogni movimento della vita può essere letto in chiave erotica.

Il potere di Afrodite è al di là di ogni altra divinità sia essa di Titani che di Dèi Olimpi.

Questo Potere viene calato da Urano Stellato fra i figli della trasformazione; i figli di Crono.

Questo potere si cala fra i figli di Zeus: gli esseri e le specie della Natura.

Però, abbiamo visto come il divenire degli Esseri della Natura avvenga attraverso Ares: per CONTRADDIZIONE (e attraverso Ilizia, la nascita, ed Ebe, la maturità sessuale sorelle di Ares).

La contraddizione genera qualche cosa dal conflitto; la distruzione fa "tabula rasa" dell'esistente permettendo la nascita di nuove o diverse condizioni. La distruzione costringe Afrodite a manifestarsi attraverso quanto è rimasto per costruire un futuro possibile. La distruzione lascia Afrodite sgomenta: Lei deve incominciare da capo con quanto è rimasto.

Afrodite viene associata a Efesto e ad Ares!

Solo che Afrodite non può generare con la distruzione, ma può generare con la contraddizione. E cosa può generare l'ASSOLUTA CAPACITA' DI TRASFORMAZIONE DI OGNI PRESENTE con la CONTRADDIZIONE?

Lei, ARMONIA!

Ed è per fermare la nascita di Armonia che Efesto costruisce una rete nella quale intrappola gli amanti Afrodite e Ares mentre amoreggiano a letto e li espone alla derisione degli Dèi Olimpi. Le Dee si rifiutano di essere presenti all'esposizione, mentre, fra gli Dèi presenti solo Poseidone comprende la gravità della situazione: Efesto sta distruggendo delle opportunità! Poseidone è il MARE FECONDO e l'ASSOLUTA CAPACITA' DI TRASFORMAZIONE DI OGNI PRESENTE e la CONTRADDIZIONE si esprimono in Poseidone. E' lui che interviene per convincere Efesto a desistere dal suo intento: la distruzione può agire in ogni presente, ma si deve fermare davanti alle forze che possono far ripartire la costruzione di una nuova realtà dopo il suo passaggio.

Da Ares e Afrodite nasce quanto terrorizza Efesto e Atena: Armonia.

E' la figlia di Ares la paura di Atena. Dove c'è armonia Atena non può esprimersi. Dove c'è Armonia può agire Ares, ma non Efesto!

Si tratta di contendersi il "cuore" degli Esseri della Natura che possono esprimere questo o quel dio in questa o quella situazione. C'è una tradizione mitica che narra come Atena ed Efesto abbiano avvelenato la veste da sposa di Armonia per nuocere ai suoi figli. Fra tutte le tradizioni mitiche in cui appare Armonia, questa versione è coerente con quanto stiamo dicendo.

Hillman, nel suo libro "Un terribile amore per la guerra" attribuisce ad Ares l'archetipo del massacro sistematico operato dagli uomini in tutte le guerre.

Se è vero che Ares, data una contraddizione, in questo caso una guerra in armi, si esprime come se fosse l'ultima azione della sua esistenza e un solo nemico non deve essere lasciato nella possibilità di nuocere in futuro, è altrettanto vero che Ares non è colui che scatena la contraddizione né colui che ne determina i mezzi per la sua soluzione.

Solo quando la contraddizione è scatenata, solo quando i mezzi sono decisi, Ares agisce con i mezzi più antichi che le specie forgiarono fin da quando erano nel brodo primordiale.

Potremmo dire che Ares è LA NECESSITA' DI RISOLVERE LA CONTRADDIZIONE CON IL MINIMO DI DANNO POSSIBILE E IL MASSIMO DANNO PER LA PARTE AVVERSA!

E' come per la guerra di Troia: non fu Ares a scatenarla, semmai Ares tentò di risolverla a modo suo nel più breve tempo possibile. E ci riuscì solo quando Troia fu distrutta!

Ares tende sempre verso Armonia!

Si dovrebbe riflettere più attentamente su questo Essere perché egli è la vita stessa, la vita fra gli Esseri della Natura.

Per questo motivo affermo che Hillman non ha colto lo spirito di Ares come non lo ha colto Walter Otto. Proviamo a rileggerci gli epiteti di con cui Ares veniva chiamato:

"Marte era detto caecus, furibundus, ferus (ferino, bestiale), ferox, nimius (eccessivo), insanus, sanguineus, sceleratus, rapidus, subitus (improvviso), atrox, calidus (ardente), lascivus (sfrenato, osceno), hastatus (armato di lancia), cristatus (crestato), ultor (vendicatore), deprensus (colto in flagrante), turpis, asper, confusus, saevus (feroce), priscus (arcaico, antico)."

E cominciamo a chiederci: chi attribuisce a Marte quegli epiteti?

Nel Carmen Arvale che ci è pervenuto si dice:

"Sii sazio, o feroce Mars;
balza sulla soglia;
fermati là, là!"

Il protagonista non è lo spettatore, ma Marte!

Balzare sulla soglia e fermarsi là, ha il significato di balzare nella contraddizione, nella sfida e fermarsi nella sfida stessa: circoscrivere l'azione all'interno della sfida. Che può essere combattere i parassiti del grano o combattere il nemico in guerra o fare una battaglia economica o politica ecc. ecc.

L'accento lo dobbiamo mettere sul "fermati là".

Per riuscire a visualizzare Marte dobbiamo pensare noi stessi nell'arena: noi contro un "nugolo" di nemici in una lotta a morte!

Se vogliamo uscire vivi dall'arena, sempre che ci riusciamo, comunque dovremmo esse sempre:

Caecus: (cieco) Un soggetto che vive una contraddizione anela l'uscita dalla contraddizione con tanta più urgenza quanto maggiore è il pericolo che la contraddizione lo costringe a vivere. Ci sono due momenti diversi da considerare: chi progetta e mette in atto la contraddizione scegliendone i mezzi con cui risolverla (farsi Atena) e chi, trovandosi all'interno della contraddizione, agisce per risolverla (farsi Marte). Mentre Atena è condotta dal nous del progettare; Marte è condotto dalla necessità espressa dai bisogni del soggetto. Per questo motivo Marte si dice cieco.

Furibundus: (agitato dalle Furie; infuriato). Ed è un modo d'agire di chi è con le spalle al muro all'interno di una contraddizione. Provate a mettere un Essere Elefante o un Essere Leone con le spalle al muro. Il giudice che condanna a morte qualcuno non comprende come quel qualcuno, in catene, può diventare furibondo. Si tratta di una tipica manifestazione della violenza fisica che il Paganesimo individua nella seconda parte della definizione della violenza fisica: "Manifestazione degli incapaci; ultima risorsa dei disperati!"

Ferus: (fiero, crudele, feroce, insensibile, duro) Ed è un modo d'agire quando la posta è la vita o la morte. Chi ha mai definito crudele, feroce, insensibile e dura un Essere Carpa mentre si mangia le larve delle zanzare? Oppure un'Essere Mucca mentre mangia gli Esseri Erba dei prati? Costretti educazionalmente ad assumere il punto di vista del giudice consideriamo atti fatti da qualcuno come legittimi, mentre condanniamo atti fatti da altri come feroci, insensibili e duri. Così, consideriamo del tutto legittimo che l'Essere Mucca si mangi gli Esseri Erba dei prati, mentre consideriamo crudele e illegittima l'Essere Tigre mentre si mangia gli uomini. Così, dal punto di vista sociale si considera con disprezzo l'Essere Umano femminile che usa le sue "grazie" per i suoi scopi, mentre viene ritenuto legittimo che l'Essere Umano maschile usi i suoi muscoli e la sua prestanza fisica per raggiungere i suoi scopi. Così chi ha la forza induce a ritenere legittimi gli aerei che bombardano, mentre si ritiene illegittima l'azione suicida dei disperati. Solo che Marte è la vita e non si può misurare con i parametri della morale sociale imposta. Marte si può misurare solo con la necessità della vita di manifestare sé stessa e, per farlo, la vita è sempre feroce, insensibile, dura e determinata. In ogni caso, quella che noi chiamiamo "sensibilità" è figlia della ferocia che la vita ha manifestato uscendo dal brodo primordiale e affrontando le battaglie dell'evoluzione: non viceversa!

Ferox: (fiero, ardito, valoroso, forte, intrepido, baldanzoso) E' un atteggiamento tipico di chi ha affrontato una contraddizione e ne è uscito vincitore o l'ha volta a proprio favore. Fiero di ciò che si è fatto. Fiero di aver manifestato la propria volontà. Fiero del proprio coraggio del proprio ardimento. Contraddizione dopo contraddizione l'individuo si trasforma e si deve essere fieri delle trasformazioni che si vivono dopo aver manifestato la propria volontà

Nimius: (eccessivo, smodato, straordinario, eccezionale) Quando si esce da una contraddizione si è modificati. La modificazione non è "calcolabile" prima di uscire dalla contraddizione e, pertanto, tutto diventa eccessivo, smodato, eccezionale. Con ardimento ho affrontato quanto si è presentato. All'inizio ero un po' perplesso, pauroso, titubante. Poi ho stretto i pugni, ho radunato le mie forze e ce l'ho fatta. La trasformazione cui pervengo era imprevista e si svela ai miei occhi come straordinaria, eccezionale, smodata.

Insanus: (non sano di mente, pazzo) E' "pazzo" colui che davanti a preponderanti forze nemiche, anziché arrendersi, inizia a combattere pur consapevole di una impossibile vittoria. Ma chi si fa Marte all'interno di una contraddizione non sempre pensa a vincere, ma pensa che solo il combattimento ardito e assoluto lo può, se non salvare, almeno soddisfare le sue aspettative d'onore. E' pazzo, non vedi quanto siamo forti? E' una rappresentazione di Marte l'autoannientamento cui andavano incontro gli Indios delle Americhe pur di non essere trasformati in schiavi dei cristiani. La pazzia, che si attribuisce a Marte è "il non attaccamento alla vita". Come si può mettere in catene chi non ci tiene alla vita? Come si può mettere in catene colui che considera la Morte come il fine magnifico della propria esistenza? Ricordate le Termopili? Pazzi, erano pazzi, eppure hanno lottato e non per nulla!

Sanguineus: (sanguinario, avido di sangue, crudele) E' un appellativo che i Romani dettero anche ad Annibale. Si tratta di una visione particolare in cui l'individuo agisce per uscire da una contraddizione. Esistono delle contraddizioni che coinvolgono con tanta foga e in modo talmente totale l'individuo che non solo costui combatte per uscire dalla contraddizione, ma va oltre. Mai più quella contraddizione si deve riprodurre. Fa parte delle tensioni che attraversano le specie e noi ne vediamo gli effetti sociali appena un conflitto è concluso: "il regolamento di conti". Noi vediamo questa tensione manifestarsi in molte specie Animali, ma quasi sempre all'interno della stessa specie. L'Essere Aquila mette nel nido due uova, il primo che nasce getta l'altro uovo dal nido. L'Essere Lumaca, uno degli Esseri animali più innocui, appena nato distrugge il maggior numero possibile di uova di altri Esseri Lumaca dentro il nido. L'Essere Leone maschio uccide tutti i piccoli del rivale al quale ha conteso gli Essere Leoni femmine. Altri modelli di Sanguineus li troviamo nel mondo della finanza, nel mondo delle relazioni industriali, nel mondo della politica. Si tratta di una tensione psichica di autoaffermazione del singolo nella specie o nell'ambito in cui agisce. Ricordate: Ares non determina i mezzi con cui uscire dalla contraddizione, ma data la contraddizione e i mezzi Ares vi getta tutto sé stesso.

Sceleratus: (macchiato, contaminato da un delitto) Attraversare una contraddizione si vive sempre un delitto, si è SEMPRE MACCHIATI. Chi vive le contraddizioni della propria esistenza si modifica contraddizione dopo contraddizione. Ogni volta che attraversa una contraddizione si trasforma. La sfida lo ha costretto a modificarsi, a variare, a concentrarsi, ad organizzarsi. E ogni volta che si attraversa una contraddizione c'è sempre qualche cosa che muore sia fuori di noi che dentro di noi; sia come modificazione soggettiva sia come modificazione delle parti contrarie che concorrono alla contraddizione. Ogni volta che si affronta una contraddizione, un "combattimento" si è sempre macchiati; si porta sempre una medaglia. La vita non dice se fu "giusto" o "ingiusto" lanciare la bomba su Hiroscima: chi l'ha ordinato, chi l'ha fatto, chi l'ha subito sono parti di una contraddizione e ognuna di quelle parti sono uscite dalla contraddizione diverse da come erano entrate nella contraddizione. La società civile può discernere fra ciò che è giusto da ciò che è ingiusto, la vita prende atto di come una contraddizione si è risolta.

Rapidus: (rapido, veloce, impetuoso, pronto) Così rapido e così veloce da essere pronto prima ancora che il problema si ponga. Ares è l'agire all'interno della contraddizione. E l'agire deve essere rapido, veloce, impetuoso e pronto. Tanto più la soluzione della contraddizione può essere distruttiva e tanta maggiore deve essere la rapidità espressa dai soggetti per ottenere una soluzione a loro favore. Quando la contraddizione sarà risolta, allora potremmo parlare della velocità con cui un soggetto, in essa, ha agito per ottenere una soluzione a sé favorevole.

Subitus: (subito [ora, adesso], improvviso, repentino) Quando si è all'interno di una contraddizione si agisce per risolverla, ma l'azione non si svolge posticipata nel tempo. Si svolge ora. Prima. Prima che la contraddizione iniziasse ad esplodere potevamo scegliere il terreno di scontro e i mezzi, ora non più. Le decisioni sono prese, le emozioni coinvolte. Ora si deve agire per uscire dalla contraddizione.

Atrox: (atroce, terribile, spaventevole) Le persone non sono educate a muoversi in un mondo nel quale devono considerare sé stesse delle prede d'agguato. Le persone vengono educate ad essere fiduciose, in particolare nei confronti delle "autorità". Invece, le persone sono delle prede: ogni Essere della Natura è una preda! Solo che gli Esseri Vegetali e gli Esseri Animali lo sanno; spesso gli Esseri Umani se ne dimenticano. Così, spesso, inconsapevolmente gli Esseri Umani sono costretti a vivere contraddizioni spaventose. Gli Esseri Umani sono educati ad ignorare i fenomeni che avvengono nel mondo che li circonda. Non sono educati come degli Auguri, pronti a cogliere ogni segnale che proviene dal mondo e inserirlo nell'insieme che lo manifesta e nelle trasformazioni che la sua manifestazione comporta. Sino educati a vivere una sorta di "onnipotenza" ignorando i segnali che il mondo che li circonda invia loro. E così, anziché essere preparati quando la contraddizione si manifesta in tutta la sua forza vivono una situazione atroce, terribile e spaventevole. In fondo, che cos'era l'uragano Katerina che si abbatteva su New Orleans? Dopo, quando la contraddizione si è risolta era atroce, terribile, spaventevole!

Calidus: (focoso, ardente, temerario, violento) sono sempre le condizioni psico-emotive per uscire dalla contraddizione. Mi ripeto: Ares si esprime nella contraddizione in atto! Atena può progettare, decidere la strategia. Atena quando entra nella contraddizione ha già fatto dieci azioni in preparazione relative all'arte dell'agguato. Ares no! Se non è focoso, ardente, temerario e violento dalla contraddizione, specie dalla contraddizione che porta alla distruzione di una delle due parti, non ne esce. E Ares non soccombe pregando. Ares combatte con tutto sé stesso SEMPRE per una questione di vita o di morte anche se la contraddizione fosse solo una discussione fatta nell'Agorà di Atene. I mezzi non sono le spade, ma l'argomentare. E anche l'argomentare può essere condotto come se fosse una questione di vita o di morte. Sempre un argomentare resta. Solo che noi non parliamo della qualità della contraddizione né dei mezzi con cui si risolve, ma stiamo parlando dell'animo dei contendenti mentre affrontano una contraddizione. Solo quando quest'animo è focoso, ardente, temerario e violento riconosciamo le parole come veicolo delle emozioni dei contendenti. Solo allora sappiamo che quelle parole non sono portatrici di inganno.

Lascivus (sfrenato, osceno, licenzioso, scherzoso, allegro, laborioso) con quest'appellativo si mette in luce un terreno di scontro particolare: la sessualità. Come ogni Contraddizione viene vissuta e risolta impegnando tutto sé stesso, anche la sessualità è una contraddizione che deve vedere impegnati tutto sé stessi. La sessualità è manifestazione di Afrodite affinché Era possa manifestarsi attraversi i suoi figli: la nascita, la maturità sessuale e la Contraddizione che manifesta la vita. Ares deve essere sfrenato, osceno, licenzioso, allegro, laborioso e sfrenato perché è la vita stessa che richiede quel tipo di comportamenti nelle relazioni sessuali. Proviamo a staccare un attimo lo sguardo dalla nostra specie che subisce in maniera massiccia e atroce il condizionamento educazionale moralista monoteista e spostiamolo su quelli che sono i comportamenti degli Esseri di specie diversa da quella umana che non subiscono il condizionamento educazionale monoteista. E, per favore, non mi si venga a dire che la specie umana è diversa: semmai subisce una castrazione della struttura psichico- sessuale che la rende diversa. Tutta la storia della psicanalisi, tutta la storia della psicologia moderna prende l'avvio proprio da questo. La maggior parte delle turbe sessuali sono state imposte a bambini indifesi dall'atrocità del lavaggio del cervello messo in atto dai monoteisti: e dai cattolici in particolare. Si è castrata fisicamente la sessualità da quanto è sfrenato, osceno, licenzioso, scherzoso, allegro e laborioso per ridurlo a semplice gesto immorale. Si è condannato ciò che è l'essenza della vita facendo ammalare gli adulti. Si è voluto negare la contraddizione della sessualità alle persone e il loro corpo ha risposto con contraddizioni autodistruttive in cui il potere della sessualità negata si è ritorto contro la persona stessa: i cattolici hanno condannato a morte gli adulti quando da bambini li hanno sottoposti ad un lavaggio del cervello distruttivo. E questo ci introduce per comprendere l'orrore di chi ha combattuto Marte per asservire le persone alla propria morale. La contraddizione sessuale è una contraddizione che si deve vivere con tutto noi stessi e gli Esseri delle specie, diversi dalla specie umana, ancora lo fanno.

Hastatus (armato di lancia; indicava i legionari che combattevano in prima fila, quelli che reggevano l'urto del nemico), Marte come manifestazione della società civile. Marte che agisce all'interno delle contraddizioni che devono essere risolte a favore della società civile: di un insieme di persone o di individui. Si facevano Ares quei legionari che reggevano l'urto del nemico. Ed è così nella società civile, nelle relazioni di lavoro, nelle relazioni d'affari, nelle relazioni amorose: reggere l'urto! Provate a pensare quant'era importante questo attributo di Marte. Gli Esseri Buoi Muschiati quando sono attaccati dagli Esseri Lupo o da altri predatori formano un cerchio con le corna verso l'esterno e all'interno i loro piccoli. Guardateli quegli Esseri mentre manifestano sé stessi nella contraddizione e vedrete splendere Marte Hastatus!

Cristatus (che porta l'elmo col cimiero; qualificava i soldati dell'esercito di Roma, sia i portatori d'Asta che gli armati di picca e giavellotto), ed è un Hastatus sempre pronto ad emergere nel vostro cuore qualora le condizioni della vostra esistenza lo chiamassero. Lui è un Cristatus!

Ultor (vendicatore, punitore), la psicologia moderna ha scoperto che i torti devono essere vendicati, grandi o piccoli che siano, solo così ci si sentirà meglio e si eviteranno sedimentazioni di rimpianti sulle nostre emozioni. Ogni soggetto della Natura è un soggetto d'agguato. Ogni bisogno e ogni desiderio manifestano Atena che costruisce agguati al fine di soddisfarli. E Ares combatte la battaglia che Atena ha imposto. Nella società in cui viviamo ci sono contraddizioni che non si sono manifestate col furore di Ares, ma con qualche cosa di più infimo, sporco, squallido. Qualcosa che fa' ribrezzo anche ai figli di Nera Notte. Non è la mannaia che ti stacca la testa. Non è l'agguato che soddisfa il bisogno di vita di qualcuno o di qualche cosa: TI HANNO RUBATO UN PEZZO DI LIBERTA'! Un pezzo di libertà che può essere fisica, psichica, emozionale, sociale ecc. Ma non lo fanno a te solo, lo fanno sistematicamente. E allora emerge un bisogno manifestato da Ares: per chiudere la contraddizione che permette a qualcuno di rubare pezzi di libertà è necessario fargliela pagare! E non è il fargliela pagare di fino come farebbe Atena tessendo la sua tela, è manifestazione del furore che devasta. La vita esige questo. Fu Zeus a dire: "Forse è meglio che ci mettiamo un po' di intelligenza!" E attraverso Meti, Zeus calò fra gli Esseri Umani Atena.

Deprensus (colto in flagrante, osservato, riconosciuto, scorto), Marte non è Mercurio. Non è astuto. Tutto si può dire di Marte meno che abbia qualche attributo di intelligenza o facoltà collaterali. Marte è espressione delle emozioni, non della ragione. Le emozioni non si mascherano (vengono mascherate). Marte svela le emozioni di ogni soggetto, ogni suo intento, ogni suo fine, ogni suo bisogno. Ricordo ancora: Marte è la forza che si sprigionò fin da quando gli Esseri della Natura si muovevano in quell'Antico Brodo primordiale dal quale nacque la vita. Ha spezzato ogni costrizione e non ha mai nascosto i suoi bisogni e le sue tensioni: le ha testimoniate davanti alla vita stessa. Lo vedrete sempre Marte mentre agisce. Le emozioni degli individui si manifestano nelle azioni. Le azioni manifestano le emozioni degli individui e non ammettono discussioni, non ammettono catene, non ammettono limitazioni.

Turpis (turpe, brutto, deforme, ripugnante)

Asper (aspro, duro, violento, intrattabile, fiero, feroce)

Confusus (disordinato, confuso, turbato, sbigottito, sfigurato) Tutti e tre questi termini, Turpis, Asper e Confusus stanno ad indicare le modalità di rappresentazione della vita all'interno della contraddizione. La vita lotta per il suo divenire. Il suo divenire nella forma in cui si esprime, per la specie cui appartiene, nella qualità in cui si esprime. Lo spettatore, che assiste alle trasformazioni, non vede nulla nella forma come appartenente al proprio divenuto. Come si può distinguere un Essere Umano quando i nostri progenitori non avevano forma umana? Eppure combattevano, si trasformavano, divenivano. E in loro non c'era nulla che oggi noi definiremo "bello". Chi combatteva nella contraddizione, nella sua lotta a morte era necessariamente ripugnante. Era necessariamente intrattabile. Era necessariamente sfigurato, turbato, sbigottito e spesso confuso. Era necessariamente feroce. Ed è la stessa cosa che avviene nella vita quotidiana. Quando le statistiche affermano che nel Veneto (da dove scrivo) i matrimoni moderni non durano molto per la qualità dei rapporti che legano i figli alla mamma e al papà; secondo voi che significa? Significa che questi ragazzi sono stati coinvolti dai genitori in una CONTRADDIZIONE di tipo emozionale e il loro Ares ha dovuto cedere davanti alla determinazione strategica di Atena, manifestata dai genitori, che aveva uno scopo preciso: renderli dipendenti da sé. Il loro Ares ha combattuto: disordinato, confuso, turbato e sbigottito. Questi ragazzi hanno combattuto spesso in modo aspro, duro, intrattabile. A volte le loro azioni si sono presentate (o le si sono presentate) come turpi, brutte, deformi, ripugnanti. Eppure l'Ares che veniva manifestato dai genitori attraverso le strategie di Atena non era meno deforme e ripugnante. Non era meno fiero, intrattabile, feroce, duro, violento ed aspro. Spesso i genitori si presentavano ai figli disordinati, confusi, turbati, sbigottiti e sfigurati. Una contraddizione che si può tranquillamente definire "guerra". E il cadavere rimasto sul terreno non è quello del genitore morto, ma è quello del figlio incapace di affrontare la propria vita con impegno, responsabilità ed indipendenza.

Saevus (feroce, furioso, violento, implacabile, duro, severo),

Priscus (antico, primitivo, duro, severo) Ed infine, due ultimi appellativi con i quali si ribadisce sia un aspetto specifica di Ares (la severità con cui si guarda alle contraddizioni dell'esistenza) sia il fatto che Ares è antico quanto l'Essere Natura. Da quando Esseri Batteri ed Esseri Virus agirono per costruire la vita nell'Essere Natura, Ares era la loro manifestazione attraverso la quale nacque e si sviluppò la diversificazione delle specie come noi oggi la conosciamo.

Ho scelto la sequenza degli appellativi che venivano attribuiti a Marte dai Latini prima e da Roma poi per una questione molto importante. Ares è inserito in un contesto divino molto articolato e questo contesto ci è giunto in maniera molto ricca. Di Marte dei Latini non sappiamo praticamente nulla, salvo che sia il Collegio dei Fratelli Arvale che il Collegio dei Salii riteneva la figura di Marte centrale nella loro evocazione degli Dei. C'è la particolarità degli attributi. Gli attributi di Marte sono TUTTE AZIONI. Ed è una caratteristica della lingua Latina la precisione del verbo, cosa che non è della lingua greca che cura molto le parole che descrivono gli oggetti. Mentre Ares si coglie nel contesto della Cosmologia, Marte si coglie nelle azioni che a Marte vengono attribuite.

Azione implica trasformazione!

Ed è l'aspetto che sfugge ad Hillman.

Gli Antichi erano evoluzionisti e non creazionisti.

Pertanto gli Antichi sapevano cogliere la forza dell'evoluzione, la sua coscienza divina che si esprimeva nei soggetti della Natura pur senza aver avuto un Darwin che teorizzasse l'evoluzione delle specie. Gli Antichi non avevano bisogno della teoria dell'evoluzione per il semplice fatto che nessuno aveva mai imposto loro la credenza nella creazione. E, dunque, potevano manifestare tutti gli elementi propri dell'evoluzione anche senza teorizzarla.

E' il monoteismo che vuole proiettare sugli Antichi il creazionismo.

I cristiani vogliono leggere tutte le religioni Antiche partendo dalla morale e dai presupposti del loro dio padrone. E' l'effetto della manipolazione mentale che i monoteisti hanno imposto agli Esseri Umani al fine di renderli incapaci di analizzare la vita e l'esistenza per quello che è assoggettandoli ad una verità rivelata.

Su Ares viene proiettata la struttura morale monoteista. Egli diventa cattivo e crudele in quanto i monoteisti ritengono buona e giusta la creazione del loro dio e malvagia ogni cosa che non si sottomette a tale creazione; a tale morale; a tale etica.

Per riuscire a cogliere Ares in tutta la sua magnificenza è necessario distogliere lo sguardo dall'orrore del dio padrone e volgerlo alla VITA. Agli sforzi che ha fatto la vita per divenire e trasformarsi in continuazione. Solo allora si può cogliere la grandezza di questo figlio di Zeus.

Per i monoteisti resta solo un "bruto" assetato di sangue e di stragi e, come Hillman lo vede, archetipo delle distruzioni umane. Ma se si attribuiscono ad Ares le distruzioni umane si perde di vista le cause che le hanno generate e non si vedono gli sforzi di Ares per uscire dalle distruzioni anche a costo di distruggere.

C'è sempre un prezzo che si paga quando si manifesta Ares, ma c'è un guadagno notevole quando le persone lo manifestano. Solo che il prezzo si paga adesso e in contanti, il guadagno è la fondazione di un futuro.

Ne valeva la pena?

Non chiedetelo ad Ares!

Chiedetelo ad Atena!

E sarà lei a rispondervi: "Contraddizione dopo contraddizione, il soggetto che esprime tale sequenza costruire il suo divenire nell'eternità dei mutamenti!"

Marghera, 05.10.2005

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Claudio Simeoni

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