Metafisica antica e quotidianità contemporanea

Claudio Simeoni
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Metafisica

 

Ci sono due modi per affrontare la metafisica all'interno dei modelli proposti dalla cultura attuale.

O si inizia con la metafisica antica, e si prosegue studiando la metafisica e le sue trasformazioni nella storia degli ultimi, circa, tremila anni; oppure si inizia guardandosi attorno, analizzando la realtà in cui si vive, cogliendo la proposta metafisica della realtà in cui si vive e opponendo a tale proposta la metafisica che si individua attraverso l'analisi. In questo secondo metodo, si procede a ritroso nel tempo partendo dall'oggi per risalire al pensiero di 3000, circa, anni fa.

Il secondo metodo presenta alcune difficoltà. Quando si analizza la realtà che si sta vivendo, dal punto di vista della metafisica, questa è prodotta dalle trasformazioni in 3000 anni di storia e quando analizzi la realtà metafisica in cui vivi, stai, di fatto, analizzando gli effetti di tremila anni di trasformazioni della metafisica.

Iniziare ad affrontare la metafisica antica è il metodo applicato nell'istruzione scolastica. Si inizia con la filosofia degli antichi, si scarta la metafisica degli antichi, dove la storia della filosofia prende il via da Parmenide, Pitagora e Platone, come se fossero individui creati da Dio, cancellando tutto il pensiero metafisico precedente a cui Parmenide, Pitagora e Platone hanno dichiarato guerra.

Da lì prende avvio, secondo l'istruzione scolastica, la storia della metafisica che viene trattata come storia del pensiero filosofico separando la teologia dalla metafisica.

Il percorso di analisi della metafisica dall'oggi agli antichi è stata la mia scelta obbligata.

A me interessava sapere: la metafisica praticata oggi, come interferisce nella mia realtà?

Io vivo in una società cristiana cattolica e la prima cosa che osservai fu come i principi metafisici cattolici, come espressi dai vangeli cristiani, interferivano e interagivano nella società in cui vivevo della quale avevo interiorizzato le condizioni metafisiche espresse dalla Costituzione della Repubblica Italiana che, dal 1948, stava alimentando i principi metafisici di ogni carta dei diritti dell'uomo che iniziavano ad imporsi nei vari Stati d’Europa.

Stavo osservando come questi principi metafisici venivano aggrediti da affermazioni metafisiche proprie dei vangeli cristiani. Alla libertà dell'uomo, affermata dalle carte dei diritti dell'uomo, si opponeva il cristianesimo con la sua struttura ideologica. I principi metafisici della Costituzione della Repubblica Italiana alimentavano il principio di uguaglianza, uguaglianza fra ogni soggetto, il Dio dei cristiani compreso; la metafisica cristiana imponeva e impone discriminazione e sottomissione a Dio e, per estensione, sottomissione ad ogni facente funzioni del suo Dio.

Da questa riflessione iniziai il cammino che, partito all'interno delle riflessioni sulla filosofia moderna, si incamminava a poco a poco per risalire la storia della metafisica tentando di comprenderne le origini.

Il conflitto è sempre fra metafisica della Costituzione della Repubblica Italiana e metafisica dell'assolutismo. Una metafisica che si ripropone continuamente presentandosi con nomi diversi, ma sempre con le medesime intenzioni.

"Con qualunque nome chiami una rosa, questa avrà sempre lo stesso profumo!" e questo vale anche: "Con qualunque nome chiami la merda, questa avrà sempre lo stesso profumo!". Il nome può nascondere la realtà della cosa, come la formulazione in maniera nuova e diversa del medesimo principio esistenziale, può far apparire diverso ciò che è vecchio e ripetitivo.

Nel corso della ricerca ebbi modo di constatare che spesso, i grandi e celebrati filosofi, altro non facevano che ripetere, sia pur con una diversa forma, quanto appreso da ragazzi durante il catechismo presso i cristiani. Inoltre, tendevano a ripetere i medesimi principi di alcuni filosofi antichi facendoli apparire "nuovi" mentre, con la loro azione, riproponevano il vecchio.

Ai miei occhi, e per la mia scelta, la metafisica apparve come un'intricata foresta nella quale dovevo aprirmi un sentiero fra infiniti ostacoli che forse mai sarei riuscito ad affrontare. Mi resi conto di essere immerso in Caos, un Caos metafisico, dove lo Zeus che abitava in me tentava di costruire uno spazio di razionalità.

In questa pagina presento una sorta di punto d'arrivo del mio viaggio. Ho superato la necessità dei testi lunghi e complessi e ho iniziato a scrivere brevi riflessioni sugli antichi che veicolavano la metafisica che oggi identifichiamo con la Costituzione della Repubblica Italiana in contrapposizione agli antichi che elevavano a volontà del dittatore una metafisica che divideva la società in classi, caste e strutture sociali che possiamo riassumere in "servi e padroni".

Perché una persona affronta la metafisica?

Una persona affronta la metafisica perché ha la necessità di dare un senso alla propria "condizione psichiatrica", alla propria malattia che gli impedisce di accettare come definitiva e naturale la realtà razionale nella quale vive.

Che le proprie sensazioni o allucinazioni siano il prodotto di una malattia degenerativa, un prodotto di alcol, di droghe o che quell'individuo sia in grado di viaggiare in infiniti mondi emotivi, la condizione psicologica che il soggetto vive è quella di dare un senso a quanto gli accade.

La metafisica è una "materia" sfuggente perché l'idea metafisica è un'idea soggettiva e l'individuo ricava le certezze di tale idea esclusivamente partendo da sé stesso e in sé stesso.

Ed è solo con sé stesso che il metafisico affronta la sua società, la storia e la cultura nella quale vive.

L'idea metafisica è soggettiva, ma quando vivi in una società che impone con la violenza una metafisica soggettiva pretendendo che venga oggettivata attraverso la sua imposizione alla soggettività di uomini e donne, la condizione non è più individuale, ma nasce un problema sociale che può essere affrontato soltanto opponendo altre metafisiche alla metafisica della violenza che quella società impone agli uomini.

 

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Riflessione sul Daimon e i Demoni partendo da Agostino d'Ippona nella critica ai medio Platonici - Seconda parte

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Non esistono studiosi di filosofia capaci di presentare idee filosofiche alternative agli antichi. La maggior parte degli studiosi di filosofia sono organizzati per presentare "studi" che legittimano la violenza sulle persone. Spesso, la violenza di Dio per giustificare la violenza del rappresentante di Dio.

Non ci si chiede: che cosa pensava Orfeo? Non ci si chiede quale filosofia esistenziale emerge dalla Teogonia di Esiodo. Non ci si chiede quale filosofia sociale proponeva Esopo. Non ci si chiede perché Platone voleva bruciare i libri di Democrito.

Quando ci si rivolge ad uno "studioso" di filosofia, andrebbe fatta la domanda: quanti uomini intendi stuprare?

Mentre il metafisico è costretto ad essere responsabile delle idee che emergono dalla propria soggettività perché, presentandole davanti al mondo, deve giustificarle argomentando; lo "studioso di filosofia" si nasconde dietro gli antichi o coloro che lo hanno preceduto. Non è lui l'autore delle sue affermazioni, ma lo ha detto "Tizio" e "Tizio" diventa l'autorità che certifica le sue affermazioni per quanto aberranti queste possono essere.

Io, nel mio viaggio nella metafisica, sono giunto qui. Non sapevo dove sarei arrivato attraversando la metafisica e non sapevo nemmeno, almeno all'inizio, che fosse metafisica.

 

Sito di Claudio Simeoni

Ultima formattazione:

Marghera, settembre 2025

Claudio Simeoni

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Guardiano dell Anticristo

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e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

 

Ultima modifica settembre 2021

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