La metafisica della trasformazione per il divenire nel XX secolo
Mao Tse Tung o Mao Zedong (1893 - 1976)

Claudio Simeoni

Metafisica

La metafisica in Mao Tse Tung o Mao Zedong.

Trattare la filosofia di Mao Tse Tung, come veniva chiamato quando ero giovane, o Mao Zedong come più preferibilmente si usa oggi, non è semplice né dal punto di vista filosofico né dal punto di vista sociale dato il conflitto in corso fra assolutismo e democrazia.

Mao Zedong vive in una situazione sociale di dittatura assoluta e di miseria sociale che i signori della guerra, l'imperatore e il colonialismo, ha imposto alla Cina. Per imporre l'oppio alla Cina, i paesi occidentali, usando i missionari cristiani, portarono in Cina strage e genocidi ai quali la popolazione cinese rispose con la rivolta dei Taiping fra il 1850 e il 1864 e con la rivolta dei boxer 1899 e il 1901.

La Cina veniva invasa anche dai Giapponesi che acquisirono anche i possedimenti tedeschi in Cina in seguito dal trattato di Versaille (04 maggio 1919) suscitando un ampio risentimento nazionalista anti giapponese e anti occidentale. Di fatto, la Cina era diventata un colonia.

Proprio per rispondere al trattato di Versaille, in Cina nacque "il movimento del 4 maggio 1919". Nel contempo Sun Yat-sen portò avanti un sommovimento popolare nello Xinhai fondando la Repubblica di Cina che si contrapponeva al governo Giapponese.

Sun Yat-sen riuscì a riattivare il partito del Kuomintang che aveva fondato nel 1912 e che si era, nel frattempo sfasciato.

In questa situazione, Chen Duxiu, che aveva fondato il giornale "Gioventù nuova", alimentava un movimento culturale che auspicava l'uguaglianza, l'istruzione di massa e criticava, attaccandola, la morale confuciana. Condannava il culto della gerarchia, dell'autorità e della famiglia. Questo movimento, anziché trovare ispirazione dai modelli culturali occidentali o dal Giappone, come aveva fatto Sun Yat-sen, preferì orientarsi verso il modello culturale della rivoluzione russa.

Il sentimento antimperialista dei giovani cinesi cresceva e Li Dazhao fondò a Pechino "La società della Cina giovane". Nel 1918 organizzò la "Società per lo studio del Marxismo" all'interno della biblioteca universitaria di Pechino dove Mao Zedong aveva iniziato a lavorare come assistente universitario.

Questo è l'ambiente in cui inizia a formarsi la filosofia di Mao. Un ambiente in cui le necessità di liberarsi dal colonialismo, sia occidentale che Giapponese, apparivano prioritarie quanto la necessità dei comunisti cinesi, da un lato di combattere l'occupazione Giapponese e dall'altro lato fermare le aggressioni del Kuomintang che, guidato dal militare Chiang Kai-shek, combatteva più i comunisti che non l'occupante giapponese. Costui, preso il potere con un colpo di mano a Canton, dopo aver usato i militanti comunisti per prendere Shanghai, fece massacrare tutti i comunisti che gli erano alleati.

Le potenze occidentali che riconoscevano l'autorità di Pechino, governata dai "signori della guerra", iniziarono ad appoggiare Chiang Kai-shek nella guerra contro i comunisti. Così i comunisti si trovarono da soli a combattere l'esercito di occupazione Giapponese, il Kuomintang e i "Signori della guerra". Il Kuomintang venne armato e foraggiato sia dagli USA che dagli Inglesi in funzione anti-comunista.

Dopo varie vicende del Partito Comunista Cinese, nel 1934 i comunisti cinesi furono costretti a fuggire dallo Jiangxi e intrappresero la "lunga marcia" sotto il fuoco del Kuomintang di Chiang Kai-shek che ne decimò le file. Tuttavia, la marcia giunse nello Shaanxi, una regione interna della Cina. Da quel momento Mao, che aveva guidato la “lunga marcia” divenne la guida della rivoluzione cinese.

La filosofia di Mao è la filosofia dell'uomo che non ha potere e che agisce contro l'assolutismo consapevole che, per opporsi all'assolutismo non serve un diverso assolutismo, ma serve una coesione delle persone capaci di guardare ad un futuro anche oltre l'assolutismo che domina le persone nel presente.

Alla filosofia di verità, Mao risponde con la filosofia della libertà che, elaborata nel momento contingente delle contraddizioni che sta vivendo, pone le basi per la trasformazione non solo del presente personale, ma per la trasformazione storica che quel presente incontrerà presente dopo presente.

Il linguaggio di Mao è un linguaggio utile alla lotta anticoloniale e antimperialista che sta portando avanti, ma i contenuti hanno un respiro che supera il momento contingente e abbracciano una dimensione cosmica dell'esistenza.

Nella filosofia di Mao si incontrano tutti i temi propri della filosofia di Eraclito, prima che Platone si impossessasse e stuprasse il concetto di trasformazione e di divenire. Nella filosofia di Mao, l'uomo non è costretto all'obbedienza, l'uomo partecipa e partecipa ad un assalto al cielo che, nella filosofia di Mao, è rappresentato sia dai "signori della Guerra" che dal Kuomintang (come il Dio dei cristiani).

Nella filosofia di Mao non si incontra il concetto di verità, ma piuttosto la necessità della ricerca del vero dove la verità non viene nemmeno immaginata perché la ricerca del vero appartiene all'arte di vivere e di abitare il mondo.

Mao abita un mondo in conflitto fra assolutismi e rifiuta di essere un assolutismo a fianco di assolutisti. La popolazione cinese, in quel conflitto, è Mao Tse Tung. Il conflitto, la guerra portata dal colonialismo, permette a Mao di compattare la popolazione della Cina consentendo in quel periodo di abbattere comportamenti tradizionali, fra la popolazione, che rinnovavano i comportamenti assolutistici nei rapporti fra le persone.

Con la presa del potere da parte dei comunisti in Cina, la guerra, il conflitto, assume aspetti diversi.

Riuscire a costruire la nuova Cina abbattendo pregiudizi e tradizioni che avevano alimentato i "signori della guerra", i missionari cristiani, i retaggi del colonialismo e la diffusione dell'oppio. Nel contempo, la Cina priva di risorse e di strumenti scientifici doveva far fronte all'embargo e al blocco del commercio che le potenze occidentali mettevano in atto contro di lei.

Era necessario sviluppare l'agricoltura, l'industria e far nascere una società scientifica che alla Cina mancava. Ma soprattutto sradicare il concetto di autorità che domina l'altro propria della tradizione cinese pre rivoluzionaria.

Dare il via alla rivoluzione culturale che, per quanto l'occidente voglia criticare, fu un abbattere il Dio padrone dal proprio piedistallo. Se hai una funzione Istituzionale, non sei un padrone, ma sei colui che deve far funzionare quell'Istituzione. Cancellare il concetto di proprietà da chi occupa ruoli Istituzionali necessita di altrettanta violenza di quanta ne è stata fatta per imporre l'idea che chi occupa una posizione Istituzionale è "padrone delle persone".

Sradicare l'uso dell'oppio imposto ai cinesi dai cristiani fu un'impresa titanica.

Dare il via alla rivoluzione dell'"altra metà del cielo" quando alle bambine la tradizione fasciava i piedi affinché non crescessero e liberare il controllo parentale sulla donna, fu una vera e propria guerra che, messa in atto fra il dolore di chi voleva perpetuare la tradizione della sottomissione della donna in Cina, ha permesso la nascita della Cina moderna.

Dare il via a un servizio sanitario che non esisteva preparando persone con poche nozioni mediche e mandandole per la Cina a fare quanto potevano perché, il quanto potevano, era meglio del niente. Far nascere un'industria metallurgica senza un'adeguata conoscenza. Si racconta che la campagna per far nascere l'industria metallurgica presentò anche aspetti ridicoli: si fondevano pentole per ottenere grumi di metallo inservibili.

L'idea applicata era quella secondo cui dalla quantità delle persone che sperimentano e di esperimenti, nasce la qualità capace di soddisfare le intenzioni.

Nulla si modifica da un giorno all'altro. Il fiume scorre, la modificazione scorre. E non scorre senza cascate, senza mulinelli, senza incontrare ostacoli.

In un mondo in cui l'assolutismo tenta di imporsi sulla Cina tentando di destabilizzarla è certamente un comportamento eroico far fronte alla contraddizioni cercando, per quanto è possibile, di contenere gli effetti distruttivi che possono mettere in pericolo la società cinese e il suo sviluppo.

Leggendo la metafisica di Mao, l'individuo si sente invitato ad analizzare, scegliere e dare il proprio "assalto al cielo". Non c'è, nella filosofia di Mao la richiesta di sottomettersi a qualcosa, ma c'è l'invito a vivere con passione e determinazione la propria vita.

Per un cristiano è complesso uscire dalla rappresentazione formale della filosofia ed entrare nei simbolismi e nei modelli esistenziali della filosofia di Mao. Un cristiano attende la provvidenza del suo Dio padrone, del suo padrone. La filosofia di Mao invita ad essere sé stessi all'interno della propria società.

La filosofia di Mao indica ciò che il mondo è affinché, usando la propria volontà, si possa costruire il mondo che sarà. Mao non ha una verità che sottomette, ma presenta una necessità di ricerca del vero perché solo la ricerca del vero permette la libertà dell'uomo.

Ho letto Mao quand'ero giovane. In queste riflessioni che presento metto in rilievo la metafisica di Mao Tse Tung. Una metafisica che non sfocia nell'ontologia dell'immaginario, ma nella vita quotidiana capace di trasformare gli uomini in Dèi portandoli nell'infinito oltre la morte del corpo fisico.

Per la "Partita Mondiale di Calcio della Filosofia" ho scritto una biografia di Mao Zedong che appare come una storia recente della rivoluzione cinese. Mao con la sua filosofia è il "padre" della Cina moderna, una potenza economica mondiale; ma ogni uomo, con la filosofia di Mao può diventare "padre" della propria vita fondando il proprio futuro.

Biografia di Mao Zedong per la Partita Mondiale di Calcio della Filosofia

Mao con la sua filosofia è il "padre" della Cina moderna, una potenza economica mondiale. Non una potenza di pochi capitalisti ricchi, ma pur essendoci la ricchezza di alcuni la Cina tende sempre a migliorare le condizioni di vita della popolazione con attenzione per le situazioni di disagio. Ogni uomo, con la filosofia di Mao, può diventare "padre" della propria vita fondando il proprio futuro.

La metafisica in Mao Tse Tung o Mao Zedong (Sesto Volume - Quarta parte)

 

a) Trattato sulla pratica (prima parte): l'uomo nel mondo sociale

b) Trattato sulla pratica (seconda parte): la formazione della verità

c) Trattato sulla pratica (terza parte): la formazione della conoscenza e l'origine della vita.

d) Trattato sulla pratica (quarta parte): la formazione della conoscenza in Mao Tse Tung dal teorico al dotto.

e) Sul rapporto fra la conoscenza e la pratica in Mao Zedong - quinta parte.

f) Sul rapporto fra la conoscenza e la pratica in Mao Zedong - sesta parte.

g) Sul rapporto fra la conoscenza e la pratica in Mao Zedong - settima e ultima parte.

Interpretare Mao Zedong (1893 - 1976), di Claudio Simeoni

Prima parte: Il Pagano Politeista, la Religione Pagana Politeista e le idee errate dei pagani.

Seconda parte: Cosa significa "fare progressi" nel Paganesimo Politeista?

Terza parte: Il significato di PROGREDIRE nella libertà, dall'ideologia religiosa che pretende il possesso delle persone, nella religione Pagana Politeista.

Quarta parte: L'azione morale nell'insieme sociale del Pagano Politeista per la religione Pagana Politeista.

Quinta parte: L'essere aderenti alla realtà sociale del Pagano Politeista nella costruzione della religione Pagana Politeista.

Sesta parte: La Federazione Pagana e la società del Pagano Politeista.

Fine: La metafisica in Mao Tse Tung o Mao Zedong (Sesto Volume - Quarta parte)

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Marghera, ottobre 2025

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