Preparazione anti mobbing è la preparazione per affrontare la vita

Le scelte soggettive ad azione mobbing in atto

Il mobbing e le strategie della stregoneria
Capitolo dodici

di Claudio Simeoni

 

 

Le possibili scelte soggettive quando si subisce il mobbing

 

Le scelte soggettive, quando il mobbing è in atto, dipendono dall'Intento che si persegue.

La prima domanda che deve essere posta è: la situazione in cui si vive è di una importanza soggettiva tale da dover essere affrontata come se fosse una questione di vita o di morte?

La seconda domanda è: risolvendo la situazione di mobbing in atto rimangono dei cadaveri sotto forma di persone che perdono credibilità o subiscono sconfitte: quanto quei cadaveri alla lunga, nel corso del tempo, possono diventare pericolosi?

Una situazione di mobbing in corso è una situazione conflittuale dove chi subisce l'azione del mobbing viene rinchiuso in una gabbia. Le persone hanno attuato una serie di iniziative per costringerlo alla resa e alla capitolazione. C'è un momento in cui il soggetto si accorge di essere con le spalle al muro. Qualche cosa non funziona più. Le sue iniziative non vengono più prese in considerazione; i suoi margini operativi spariscono; qualunque cosa faccia, qualunque spiegazione, qualunque azione appare inutile.

Sottrarsi al mobbing producendo il massimo danno per la struttura che ha consentito la produzione dell'azione mobbing! |

Quando un soggetto sta subendo mobbing e non è in grado di opporsi all'azione che viene prodotta nei suoi confronti, spesso non è in grado di uscire dall'accerchiamento messo in atto. Allora può decidersi di sottrarsi da quella morsa lasciando quel lavoro e quella situazione.

In quel caso il mobbing ha raggiunto il suo scopo, a meno che il soggetto, sottraendo sé stesso, non sottragga la ragion d'essere dell'oggettività che permise la nascita di una operazione di mobbing. Cosa significa sottrarre la ragion d'essere dell'oggettività che ha permesso la nascita di una operazione di mobbing? Il mobbing è una strategia che si sviluppa in un ambiente di lavoro. Non è il fine dell'ambiente di lavoro. L'ambiente di lavoro esprime un fine: una produzione! Il mobbing si costruisce quando qualcuno deve organizzare l'eliminazione del diverso o dell'inopportuno per appropriarsi del controllo della produzione ricavando con questo dei vantaggi. Chi è soggetto a mobbing normalmente incute paura nell'ambiente per la sua capacità. Le sue capacità, il suo lavoro, la sua dedizione incutono timore: sicuramente costui ha mire diverse, pericolose, deve essere eliminato.

Le capacità di lavoro di chi subisce mobbing sono un'arma formidabile. Sapendo lavorare, conoscendo i meccanismi, è padrone del circuito dell'informazione. L'informazione è potere! Nel senso che l'individuo che subisce il mobbing deve essere privato delle informazioni con le quali lavora ed opera. Chi subisce mobbing non deve dare nulla gratuitamente. Non insegnerà ad altri a lavorare. Conserverà i suoi segreti e la sua conoscenza mascherandoli con atti inutili, comunque occultandola.

Chi subisce mobbing normalmente ha la capacità di lavorare. La sua capacità di lavorare è tale da consentirgli di presentare il proprio lavoro senza nessun timore di concorrenza dei colleghi che gli stanno attorno. Chi non è in grado di lavorare è costretto ad eliminare chi sa lavorare perché "anche una foglia piccola gli fa ombra". L'incapace nel lavoro è colui che organizza le operazioni di mobbing o le favorisce nella speranza di ottenere dei risultati.

Chi ha la capacità di lavorare ha la capacità di far proprie le informazioni e di non cederle. Se l'individuo ha le informazioni del lavoro e non le cede se non con contropartite molto grandi, tali da sottrarlo dall'azione del mobbing, può costruire una contrapposizione fra la struttura che organizza il mobbing nei suoi confronti e la struttura di produzione che viene danneggiata dall'azione mobbing. In altre parole, chi organizza il mobbing non si trova a dover affrontare chi subisce il mobbing, ma la struttura di produzione in cui è inserito.

Questo presuppone che la struttura produttiva non sia essa stessa l'organizzatrice del mobbing.

Ultimamente vengono eseguiti dei test attitudinali per i nuovi assunti sui luoghi di lavoro la cui funzione è quella di scegliere l'individuo che per la struttura è la persona adatta. Ciò significa che quell'individuo non deve essere troppo intelligente; non deve essere troppo padrone di sé stesso; non deve essere consapevole che il conoscere sia potere contrattuale; non deve aver sviluppato uno spirito troppo curioso o troppo indipendente. Con i nuovi test attitudinali molte aziende non cercano più la persona migliore per occupare il posto offerto, ma cercano una persona abbastanza stupida da accettare quel posto e sottomettersi rinunciando, per quel posto, ai propri diritti. Una persona abbastanza capace da svolgere le mansioni, ma sufficientemente stupida da renderla dipendente dalla mansione stessa.

Quando questa persona vede minacciato il proprio posto di lavoro da qualcuno le cui qualità sono tali da prevaricare quella funzione, subito mette in essere delle operazioni di mobbing. Operazioni di mobbing che possono essere contrastate o favorite dagli interessi dell'azienda in cui il mobbing si sviluppa.

In ogni caso, la responsabilità giuridica, è sempre dell'azienda! E' l'azienda che attenta al dettato costituzionale impedendo al dipendente di essere ossequioso nei confronti dell'articolo quattro comma secondo del patto costituzionale. L'azienda, pertanto, tollerando o favorendo l'azione di mobbing non solo tenta di distruggere il lavoratore, ma tenta di distruggere l'intero corpo sociale e le sue istituzioni con azioni di vero e proprio terrorismo.

Quando l'azienda è tesa al massimo profitto e per ottenere questo spinge alla valorizzazione delle proprie maestranze, allora l'azione del mobbing danneggia l'azienda stessa e le sue possibilità di espansione. In quel momento il soggetto che subisce mobbing, appropriandosi della conoscenza e sviluppando il proprio sapere e le proprie capacità, può contrapporre le persone che organizzano l'azione mobbing alle necessità strategiche dell'azienda stessa.

L'appropriarsi della professionalità, della capacità di lavorare, delle informazioni, porta l'individuo a costruire un grande potere personale. Se lui riesce a ritagliarsi un'esclusiva di gestione di quel potere senza far partecipe altre persone, riuscirà a costringere l'azienda a diventare dipendente da quelle informazioni. Le cederà attraverso il suo lavoro, ma costringerà, in cambio, l'azienda a riconoscerne la professionalità. Quando cederà informazioni costringerà l'azienda a fornirgli informazioni su altri settori di lavoro in modo da ampliare la sua conoscenza e la sua operatività.

Chi mette in essere operazioni di mobbing normalmente si sottrae al lavoro che richiede più impegno per assicurarsi un posto comodo. Il posto comodo se da un lato non crea problemi, dall'altro non produce quei stimoli importanti per la trasformazione dell'individuo.

L'individuo non riesce a trasformare le sue mansioni in fare magico e trasformare la sua attività in attività di dilatazione di sé stesso.

Chi viene sottoposto ad operazioni mobbing deve rendersi disponibile per eseguire i lavori che richiedono rischi e impegno. Normalmente un'azienda poggia il proprio lavoro sulla capacità di portare a termine lavori impegnativi che può vendere bene sul mercato. Eseguire quel tipo di lavori impone una trasformazione soggettiva e attraverso la forma e la rappresentazione l'individuo maschererà verso l'esterno la sua trasformazione in atto. Saper usare bene una macchina che esegue lavori delicati; conoscere molto bene le lingue; conoscere le disposizioni burocratiche; conoscere le procedure; conoscere le leggi, le regole e le disposizioni; conoscere il proprio lavoro e la spendibilità del proprio lavoro sul mercato senza regalare questa conoscenza. Mascherare il conoscere attraverso la recitazione della FOLLIA CONTROLLATA.

Il soggetto, sottoposto a mobbing, assumerà un atteggiamento all'interno dell'azienda che gli sarà consono per nascondere il proprio intento. Egli sa di essere sottoposto ad attacchi di natura psicologica con risvolti anche fisici. Un atteggiamento di sofferenza esteriorizzato sarà manifestato continuamente mentre si prepara a cogliere ogni occasione per imparare, fare lavori rischiosi o impegnativi. Questo arricchirà la sua conoscenza e costruirà, in chi mette in pratica operazioni di mobbing, l'idea che la sua azione stia dando dei risultati. L'atteggiamento di sofferenza, l'accettare (anche se ci si propone) di lavori rischiosi o impegnativi, instilla l'idea di come il soggetto sottoposto a mobbing stia per crollare.

Nel cercare questo, il soggetto sottoposto al mobbing, ha spostato la sua attenzione dalla descrizione degli attacchi che subisce o dal timore di subirli, alla ricerca di opportunità per migliorare la propria conoscenza. Un attacco mobbing ha successo quando costringe il soggetto a vivere l'attacco mobbing come se fosse una cosa grave e lo rende supplice e servizievole nei confronti di chi lo sta attaccando. Dare l'impressione che l'attacco possa aver successo e, nello stesso tempo, continuare ad imparare per ampliare le proprie capacità.

L'uso della Follia Controllata permette alla persona di alzare una barriera psichica fra sé e gli organizzatori del mobbing dietro la quale nascondere la propria azione e il proprio intento. Quella barriera afferrerà completamente l'attenzione di chi pratica mobbing distraendolo dagli intenti di chi quella barriera mostra.

L'individuo, facendo questa operazione, altro non fa che concentrare in sé stesso le forze con le quali affronta il lavoro. E' come se l'individuo diventasse un'azienda in cui accumula tutti i dati del lavoro. Chi subisce mobbing la prima cosa che deve fare è troncare il flusso delle informazioni che da sé vanno verso i colleghi o, peggio, i superiori. Solo che le regole aziendali non gli permettono questo. Pertanto egli non si può rifiutare di dare le informazioni. Non è necessario dare le informazioni in chiaro. Basta sotterrarle sotto ad un mare di apparenza e di cose inutili.

E' la stessa tecnica usata oggi per non far circolare il pensiero. Una volta bruciavano i libri, oggi i libri che portano informazioni vengono seppelliti sotto ad una catasta di altri libri inutili, vuoti, ma con belle copertine e messi in bella mostra.

La stessa tecnica si può usare quando vengono richieste delle informazioni. Quanto diventa difficile spiegare! Complesso! Incomprensibile per chi pratica mobbing! D'altronde, chi pratica mobbing normalmente sono persone che non sanno ascoltare, ma proiettano sull'altro le loro idee, le loro intenzioni, le loro aspettative. Pertanto, per chi pratica Follia Controllata, diventa facile seppellire le informazioni negli equivoci, nel: "credevo che", nelle cose inutili e superflue.

In ogni caso, troncare il flusso delle informazioni. In ogni caso, impadronirsi dell'interezza dell'arte e del lavoro che si sta facendo.

Il mobbing non si esprime in maniera immediata come una lettera di licenziamento, ma agisce e cresce a poco a poco nel tentativo di distruggere psicologicamente l'individuo. Quando l'individuo alza la barriera della Follia Controllata priva chi attua il mobbing di informazioni per perfezionare il tiro e rendere l'azione di mobbing più efficace.

Imparando quanto serve, chi subisce operazioni mobbing, si trova davanti a due possibilità. O il mobbing è una scelta di un gruppo di persone che però dovranno vedersela con l'azienda, o il mobbing, anche se nato da un gruppo di persone, è visto con favore (se non alimentato dall'azienda) al fine di sbarazzarsi dell'individuo.

Chi subisce mobbing è comunque un elemento propositivo per il lavoro ed è in grado di crescere e trasformarsi; chi mette in atto strategie mobbing deve millantare la sua capacità di essere in grado fare quel lavoro, ma davanti ad una situazione critica normalmente si arrende in quanto incapace. Se l'azienda copre o favorisce l'azione di mobbing nei confronti di una persona, prima o poi riuscirà a cacciarla. Non esistono in Italia leggi sufficienti per impedire la distruzione di una persona sul posto di lavoro e, anche quando esistono leggi, c'è l'organizzazione del lavoro e la magistratura che con i loro tempi lunghi, la loro burocrazia, le loro interpretazioni e l'azione di complicità di sindacati e datori di lavoro impediscono al singolo ogni azione di difesa.

Chi subisce un'azione mobbing deve anche valutare la possibilità di lasciare quell'azienda. C'è poco da difendersi. Deve costruirsi quanto serve per sopravvivere ed agire anche senza quel lavoro, magari trovandone un altro e nello stesso tempo produrre il massimo danno possibile all'azienda che ha permesso la nascita nei suoi confronti di azioni mobbing. Se quella persona, che subiva mobbing, era l'ingegnere capace di costruire dighe e l'azienda aveva preso commesse importanti e lui ha agito per costruire il suo sapere a livello tale che le tecniche applicate erano quelle che lui solo conosceva con tutta una serie di contatti, addentellati. In caso di un'azione mobbing nei suoi confronti da parte degli incapaci, rompe la capacità di quell'azienda di sviluppare quelle commesse. L'azienda non fallirà certo, ma i costi che sarà costretta a sopportare saranno altissimi. Talmente alti che un buon dirigente del personale sarà costretto ad essere molto più attento davanti ad operazioni di mobbing.

Non voglio entrare nel merito delle singole mansioni e delle singole scelte in quanto questo esula dal presente trattato e di ogni trattato Pagano. Sarebbe una verità cui piegarsi e non una Libertà da costruire.

Ricordiamo le tecniche dell'agguato come sono state espresse nel Crogiolo dello Stregone nei Quattro Canti del Mondo:

1) La tigre conosce sé stessa e le sue possibilità;

2) La tigre analizza il territorio nel quale intende cacciare;

3) La tigre ha l'intento di ciò che fa';

4) L'intento della tigre è il suo bisogno (l'intento è interno alla tigre);

5) La tigre individua l'obiettivo del suo intento;

6) La tigre osserva l'oggetto;

7) La tigre nasconde sé stessa al suo obiettivo;

8) La tigre diventa parte indistinguibile dall'ambiente per l'oggetto;

9) La tigre si sottrae quando l'oggetto la individua;

10) La tigre attende che l'oggetto sia in difficoltà;

11) La tigre distrugge l'oggetto soddisfacendo il suo bisogno e, rilassando la sua tensione, alimenta l'intento della sua trasformazione;

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

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Il Mobbing e le strategie della Stregoneria

Il mobbing è l'arte costruita dai cristiani per distruggere psicologicamente l'uomo che non si adegua al gregge. Tanto più il sistema giuridico preserva l'uomo nella sua attività sociale e tanto più violente vengono articolate le strategie di aggressione personale per impedire all'individuo di fruire della libertà d'azione che la legge gli garantisce. Il mobbing può essere messo in atto solo nell'ambito cristiano e da cristiani perché per essere mobizzati è necessario essere individui che sperano nell'intervento salvifico del dio padrone.