Orco - la paura del fallimento esistenziale

Gli Dèi nella Religione Romana
Il Sentiero d'oro

di Claudio Simeoni

 

Indice Religione Romana

 

Orco è l'Essere che fa paura. Orco è la morte del corpo fisico senza la nascita del corpo luminoso.

Il terrore degli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra che nella loro sottomissione hanno ucciso il "dio" che avrebbero dovuto costruire e or sono circondati dagli Orchi delle loro paure e delle loro angosce.

La visione di Orco era un visione comune fra gli Etruschi e, da questi, tramandata a Roma.

Orco serviva da ammonimento.

Non diventare Orco.

Orco come padrone della non vita dopo la morte del corpo fisico.

Essere afferrati, divorati, dall'Orco significava lasciare il corpo fisico senza nessuna speranza per il proprio futuro.

E' necessario ricordare Orco, come ammonimento per chi vive appropriandosi del lavoro di altre mani, a chi vive esercitando il Potere di Avere anziché il Potere di Essere, a chi vive mettendo in ginocchio gli Esseri Umani anziché dare l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza.

L'immagine di Orco è un'immagine oscura in quanto il nero avvolge il non-futuro del divenire dell'Essere Umano nelle mani di Orco.

"Per allontanare il pericolo di Orco prega il dio", dicono i cristiani e, nel momento in cui gli Esseri Umani si inginocchiano e pregano, entrano sempre più profondamente fra le fauci di Orco diventando, scelta dopo scelta, sempre più difficile tornare indietro.

L'Essere Nero che nella notte si nasconde per assalire gli sperduti viandanti è l'immagine medioevale e moderna nelle fiabe riguardanti l'Orco. Una memoria rimasta a ricordo del nulla pronto ad afferrare l'Essere Umano e a divorarlo qualora si sperda, debole e indifeso, nei meandri dell'obbedienza che nega il proprio divenire.

La memoria del fallimento esistenziale che afferra l'uomo e la donna obbedienti rimasta nelle storie e nelle leggende affinché gli uomini possano ricordare il loro essere nel mondo.

Orco, l'uomo nero, il demonio, sbandierato dai cristiani e utilizzato per mettere in ginocchi gli Esseri Umani davanti al loro dio, raccontato nelle storie che gli Esseri Umani si raccontavano di nascosto, o sotto benigna tolleranza (sono come dei bambini), della polizia cattolica. Orco non ha mai modificato il suo significato.

Orco è il nulla, pronto ad afferrare gli Esseri Umani che vivendo senza esercitare la propria volontà dissolvendoli nel circostante disperdendo la loro Energia Vitale e dissolvendo la loro coscienza.

L'immagine, nelle celebrazioni dei romani, si è trasformata. L'immagine è fissata, i nomi con cui chiamarla sono cambiati.

Erano le matrone romane che celebravano una festa segreta in onore di Orco "Orci nuptiae".

Costoro esorcizzavano Orco e la sua immagine di terrore attraverso un rito col quale volevano dire: "Tu sei brutto e tenebroso, ma io non ho paura di fondermi con tè e, siccome non ho paura, posso esercitare tranquillamente la mia volontà e costruire il mio futuro. Esercitando la mia volontà io mi siedo al tuo fianco affinché possa ricordarmi del tuo esistere senza che tu possa impedire il mio cammino nello sviluppo della mia Coscienza.".

Solo le donne, in una posizione sociale tale da non essere eccessivamente sottomesse, potevano permettersi di esprimere questo intento.

 

Testo 1993

Revisionato nella forma attuale: Marghera giugno 2018

 

Pagina tradotta in lingua Portoghese

Tradução para o português Orco, o medo do fracasso na existência na Religião Romana

 

 

 

Il sentiero d'oro: gli Dèi romani

La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona

 

Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona

 

La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.

Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio

 

Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne.

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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I Romani erano costruttori di Ponti

Ponti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi

 

La Religione di Roma Antica

La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.