Giorgio Di Simone docente di architettura
e parapsicologo esistenzialista

Quarto capitolo

Near Death Experiences, esperienze di premorte
fra scienza, cristianesimo e stregoneria

Congresso internazionale di San Marino 16-18 maggio 1997

di Claudio Simeoni

Indice dei temi congressuali

Giorgio Di Simone

Giorgio Di Simone, docente di architettura, parapsicologo esistenzialista, insegna all'università di architettura di Napoli.

Nella sua relazione vuole dimostrare, o prospettare, una tesi che egli stesso definisce azzardata.

Di Simone tratta l'argomento NDE e reincarnazione.

Dal mio punto di vista c'è un grande equivoco generato dal termine rinascita. Il termine rinascita sta a significare: tornare a nascere. Spesso si dà per scontato che a quel termine ciascuno attribuisce lo stesso significato che noi attribuiamo. Tutta la storia del concetto di reincarnazione è costruita sull'equivoco. Le parole, con cui alcuni veggenti descrivevano le loro visioni e le loro idee, venivano sostituite dalle fantasticherie degli ascoltatori e degli interpreti che immaginavano quanto pensavano che i veggenti percepissero.

Quando muore il feto e nasce il fanciullo la Coscienza, di cui feto e fanciullo sono portatori, muore nel feto per rinascere nel fanciullo. Dal momento che la Coscienza è la determinazione di quell'Essere in Sé, questa muore nel feto per rinascere nel fanciullo.

Lo spettatore che pensa sé stesso come creazione di un dio, immagina la rinascita come un altro sé stesso. Dunque, un altro Essere Umano adulto che contenga la sua stessa Coscienza precedentemente formata. Da qui pensare un ciclo in cui la Coscienza si modifichi: il passo è breve.

Tutto nasce da un equivoco e l'equivoco diventa idea apriori sulla quale formulare un concetto Più o meno come l'idea del dio creatore, che diventa essere assolutamente necessario, e come tale diventa idea apriori sulla quale costruire quei concetti filosofici che diventano muri entro i quali costringere il divenire umano.

L'ipotesi ardita di Di Simone costringe l'attenzione dell'ascoltatore a seguire un volo pindarico il cui scopo è distrarlo dalle cose importanti. Quando qualcuno fa passare per vera l'ipotesi ardita (vedi quella del dio creatore), poi sono necessari sforzi immani per liberarsene.

Tanto varrebbe seppellire l'ipotesi ardita con una risata!

Vediamo quali sono i presupposti dell'ipotesi di Di Simone. Innanzi tutto affronta il concetto di reincarnazione. Secondo Di Simone per rendere credibile la reincarnazione dovrebbe esserci: "un Iospirituale che sovrasti l'essere umano attraverso la più profonda interiorità."

La domanda che dovrebbe essere posta è: "Se l'Io-spirituale sovrasta l'Essere Umano; l'Essere Umano che ci sta a fare? Perché l'Io-spirituale, in grado di sovrastare l'Essere Umano è costretto a servirsi dell'Essere Umano?". Di Simone omette questo per continuare con: "L'ipotesi dell'esistenza di un tale principio spirituale individualizzato comincia ad avere oggi un fondamento non soltanto fideistico, filosofico o intuitivo, ma anche in buona parte scientifico-deduttivo". Questo scientifico deduttivo si baserebbe sui lavori del neurofisiologo Eccles [John Carew Eccles 1903-1997] a proposito del dualismo interattivo, sulle osservazioni di Popper, sulle affermazioni di Wittgenstein che afferma: "il senso del mondo deve essere fuori di esso". Dunque, dice Di Simone, il senso della vita, il suo fine e il suo intento sono fuori dal mondo: illuso!

Il mondo per Di Simone è un non sense!

Partendo da questi presupposti si viaggia dove si vuole e ci si può permettere di affermare ogni tipo di assurdità. Innanzi tutto affermare che un Io-spirituale si unisce ad un corpo fisico significa togliere al corpo fisico le sue peculiarità di adattamento soggettivo alle variabili oggettive. Il corpo fisico, non solo perde la sua centralità nei comportamenti dell'Io-spirituale ma lo stesso Io-spirituale perde ogni prerogativa in quanto non vive in sé, ma deve necessariamente aderire ad un corpo fisico [verrebbe modificato dalla vita del corpo fisico]. Pertanto, c'è la perdita sia della dimensione fisica, in quanto questa viene ad essere mero sostentamento dell'Io-spirituale, sia dell'Io-spirituale in quanto questo non esisterebbe in sé e per sé, ma esisterebbe nell'attesa di congiungersi ad un corpo fisico.

Il concetto di dualità quale "mente" e "corpo fisico" può esistere soltanto se si considera che lo spermatozoo e l'ovulo formano non solo l'impronta del futuro individuo, ma anche la carica vitale iniziale che arricchita attraverso il divenire dell'individuo giunge a formarsi fino ad assumere su di Sé la Coscienza dell'individuo. Allora possiamo presumere tutto un periodo nell'esistenza dell'Essere Umano in cui il corpo di energia in formazione farà sentire le proprie peculiarità anche nel mondo della ragione attraverso un'interazione con il corpo fisico. Continuando questo, c'è una dualità formativa dove la tendenza alla compattazione di un ente, che io chiamo corpo luminoso ma che si può chiamare come si vuole, anche "io-spirituale", in formazione attraverso il progressivo crescere e degenerare del corpo fisico.

Il discorso di Di Simone esce da questa logica in quanto per lui, l'Io-spirituale, è increato o preesistente al corpo fisico. Proprio perché preesistente, Di Simone immagina l'unione dell'Io-spirituale al corpo fisico. Lavorando su questo preconcetto immagina una sequenza di corpi fisici a cui far aderire lo stesso Io-spirituale [neoplatonismo].

Lavorando di immaginazione è giunto a formulare la reincarnazione in quanto "teoria". Ma una teoria immaginata è volo pindarico della fantasia.

Ecco che per Di Simone il principio spirituale divinizzato è emanazione di dio ed ha l'intima necessità di far passare questa coscienza dalla potenza all'atto personalizzandola.

Di Simone non riesce a cogliere la formazione personale dell'individuo e la crescita dello spirito individuale, ma vuole cogliere il disegno di dio che emana lo spirito e lo personalizza.

A questo punto tutto diventa complesso, grandioso, cosmico. Con cosa Di Simone sottolinea la sua ipotesi? Con le ipotesi di Henry T. Buckle che dice: "...se l'immortalità non fosse una cosa vera, poco importerebbe della verità di tutto il resto". Con le ipotesi di Ian Stevenson sulla reminescenza. Con le ipotesi di Jung: "La rinascita è un'affermazione da annoverarsi fra le affermazioni primordiali dell'umanità. Queste affermazioni primordiali sono basate su quelli che io chiamo gli archetipi...". Un'ipotesi sorretta da ipotesi è ben poca cosa.

Di Simone passa a considerare l'NDE. Vi accenna brevemente citando una sua personale esperienza simile all'NDE nella quale prova un senso di "disinteresse per la vita umana".

Il senso di indifferenza per la vita subentra in certi stadi di costruzione dell'individuo, quando prende coscienza che la sua vita umana, o più in generale quanto sta facendo, non è in grado di arricchirlo ulteriormente. Subentra quasi il bisogno di troncare la vita o, più semplicemente, cambiare attività nel tentativo di dargli nuovo slancio.

Lasciamo questo terreno e prendiamo atto che Di Simone afferma come le esperienze NDE non abbiano fornito prove di vita oltre la morte. Di Simone si lancia in un nuovo volo pindarico: se è vero che nell'uomo esiste un principio "spirituale…", "Se è vero che questo Io ha la necessità di tornare un certo numero di volte...". In soccorso di quest'ipotesi arriva la filogenesi che riassume l'autogenesi: "Un processo molto simile, infatti, potrebbe essere presente nel processo animico e spirituale di ogni individuo che si avvicenda sul pianeta per le sue esperienze".

Le trasformazioni degli Esseri della Natura sono processi di adattamento soggettivo il cui scopo era quello di mettere la generazione successiva nelle migliori condizioni per sviluppare il suo corpo luminoso.

Il corpo luminoso di una cellula Cosciente di Sé ha un potere che le permette sì di superare la soglia della morte del corpo fisico, ma il campo vitale resta piccolo e i processi di sviluppo che lo attendono sono specifici. Comunque, è sufficiente per mantenere compatta la coscienza e garantire un ulteriore sviluppo come essere luminoso, ma non per garantire questo processo all'intera specie a cui la cellula appartiene. Il campo di Energia Vitale di due cellule è migliore. Due cellule assieme hanno maggiori possibilità di seguire la propria sequenza dei mutamenti per arricchire la propria Coscienza trasferendola sul corpo luminoso arricchito, a sua volta, dalla sequenza dei mutamenti. Gli adattamenti della specie consentono lo sviluppo della specie irrobustendo il corpo luminoso sia del singolo essere che delle tensioni di sviluppo che attraversano l'intera specie.

Inoltre, il processo ontogenico non tende a percorrere il processo evolutivo della specie, ma percorre un processo di costruzione, per somma e sedimentazione, di cellule fino alla formazione dell'individuo finito. Non solo, ma la forza di dilatazione e di espansione è interna all'individuo, come è interna ad ogni Essere dell'esistente; da ogni Essere della Natura ai Pianeti e le Galassie.

Qual è la soluzione di Di Simone?

L'autogenesi ricorda tutti i passaggi di "incarnazione" e di abbandono del corpo fisico. Questo ricordo, secondo Di Simone, è quello che interviene nella percezione NDE.

Quali percezioni che costituiscono un'esperienza NDE vengono considerate? Di Simone le elenca prendendole da Greyson:

1) Sensazioni di benessere e pace;

2) Essere dentro o muoversi velocemente in un tunnel;

3) Percezione di luce soprannaturale con senso di gioia;

4) Panoramica della propria ultima vita;

5) Cambiamento della personalità, con senso di conoscenza totale e amore verso il prossimo;

A questo si aggiunge il personale vissuto di Di Simone come sensazione di indifferenza nei confronti della vita umana.

Si nota, dell'elenco, come Di Simone abbia omesso di elencare sia la visione autoscopica che l'OBE.

L'OBE, in particolare si lega col concetto di costruzione del corpo luminoso da parte dell'essere fisico mentre non si lega col concetto di reincarnazione. L'OBE non si lega con l'Io-spirituale che Di Simone vorrebbe far incarnare. Il suo Io-spirituale ha una ragione di essere soltanto legato al corpo fisico. Se il processo ontogenico, come usato da Di Simone, rappresenta la sequenza delle reincarnazioni dell'Io-spirituale nulla vieta di pensare come quel processo sia infinito: necessità continua di cercare un corpo fisico in cui incarnarsi. Ipotizzando un processo ontogenico che si sia formato e sviluppato in un miliardo di anni; come sarà il processo ontogenico fra un miliardo di anni?

L'OBE indica un corpo luminoso capace di muoversi indipendentemente dal corpo fisico e nulla vieta di pensare che la sua formazione sia avvenuta proprio dal corpo fisico.

Di Simone scarta l'OBE e valuta attentamente le altre sensazioni che nella sua struttura di pensiero diventano principali. Le relazioni che seguono tenderanno a dimostrare come la maggior parte degli elementi (compresi quelli considerati da Di Simone ) abbiano una natura allucinatoria. Che la presenza di quegli effetti allucinatori possano coincidere nelle condizioni in cui l'essere sgancia il proprio corpo luminoso dal corpo fisico, è un altro paio di maniche. Questi effetti, proprio perché sono legati alla fisicità della persona, si possono presentare indipendentemente dalla produzione del corpo luminoso. L'effetto tunnel è un effetto che incontro ogni volta che altero la percezione per giungere al sognare; al di là che poi io realizzi o meno il sognare. Questo effetto si esprime con una serie continua di cerchi luminosi che mi vengono incontro. Essere dentro o muoversi in un tunnel è un elemento allucinatorio che indica l'alterazione dello stato psichico. Esattamente come la sensazione di benessere e pace nella produzione di endorfine è una sensazione allucinatoria. Lo stesso discorso vale per la grande luce o la luce in fondo al tunnel.

Per quanto riguarda la panoramica della propria vita, altro non è che una specie di ricapitolazione dei nodi, della propria esistenza, nei quali si sono operate delle scelte in cui sono state coinvolte le nostre emozioni. Tappe di trasformazione soggettiva per diventare quello che siamo diventati costruendo il nostro corpo luminoso. Non è un giudizio, ma è quanto viene salvato nella Coscienza quando si sta per trasferire nel corpo luminoso le tensioni emotive espresse nelle scelte fatte nel mondo della ragione. Spesso questo elemento non esiste. Spesso, nei trasferimenti della coscienza non interessa salvare o ricordare nulla.

Per quanto riguarda il cambiamento della personalità con senso di conoscenza totale e di amore verso il prossimo, è solo un effetto di autostima e arroganza dell'individuo. Autostima e arroganza che portano alla distruzione dello sviluppo del proprio corpo luminoso.

Quest'individuo è stato nella luce, che per lui rappresenta dio: il suo padrone. E' convinto di aver raggiunto la Coscienza totale; il sapere del dio padrone. C'è l'amore verso il prossimo, dice Di Simone. In realtà è una commiserazione nei confronti del prossimo che non è stato pervaso dalla luce di dio. Loro non sono eletti! Non c'è amore o compassione (capacità di vivere le stesse passioni), c'è commiserazione mista a disprezzo (la commiserazione viene scambiata per amore)!

Questo è confermato dalle stesse sensazioni di Di Simone che dopo un'esperienza simile all'NDE prova un senso di indifferenza nei confronti della vita. Quando si è pervasi dalle passioni nei confronti dell'esistenza gli effetti OBE le acuiscono (il corpo luminoso integra il corpo fisico delle proprie passioni, dei propri bisogni e delle proprie necessità) diventando parte di tutto l'individuo, sia nella forma del corpo luminoso che nella forma del corpo fisico.

[questi parapsicologi; buttano via la loro vita desiderando un'esistenza eterna e vengono travolti dall'angoscia per aver sprecato la loro occasione di eternità.]

Scritto nel 1997

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