L'alterigia di Gesù nei confronti dei Giudei

nel vangelo di Giovanni

Quinta parte

di Claudio Simeoni

 

Il libro, Gesù di Nazareth: l'infamia umana, contiene l'analisi ideologica di Gesù

Cod. ISBN 9788893322034

Alterigia e arroganza di Gesù
è il peccato che gli Dèi non perdonano

 

Vai all'ideologia del sottomettere nel Vangelo di Giovanni

 

L'alterigia arrogante è l'unico peccato che gli Dèi non perdonano.

Quando una persona dice ad un'altra "Tu sei cattivo!", noi non abbiamo gli elementi su cui costruire il giudizio di "cattivo" riferito a quella persona. Abbiamo solo un'affermazione fatta dalla persona che accusa. Noi non possiamo affermare che la persona accusata di cattiveria sia cattiva, possiamo solo affermare che la prima persona indica la seconda persona come cattiva. L'unica azione sulla quale noi possiamo fermare la nostra attenzione è l'accusa di cattiveria della prima persona alla seconda persona.

Pertanto, fintanto che non ci vengono forniti fatti, azioni, su cui noi possiamo formare il nostro giudizio sulla seconda persona, possiamo dire che la prima persona, che accusa di cattiveria la seconda persona, ha emesso un giudizio che se privo delle motivazioni determina la cattiveria della persona che ha emesso il suo giudizio.

Questo ragionamento tende a discriminare le persone che fanno accuse gratuite calunniando e diffamando altre persone (e che vanno definite cattive) dalle persone che lanciano accuse o riflessioni partendo dall'analisi dei fatti.

I fatti devono essere reali, non millantati.

Per contro, un'affermazione è un'affermazione in sé e si distingue quando l'affermazione non è supportata dai fatti dall'affermazione che viene supportata dai fatti. L'affermazione può essere anche un'opinione. L'opinione che scaturisce dai fatti non offende; l'opinione che scaturisce dal desiderio di una persona ignorando i fatti, pur di veicolare idee aprioristiche, è un insulto.

Questo deve essere chiaro quando, come in questo caso, siamo davanti ad affermazioni che possono essere ingiuriose.

In questi passi del vangelo di Giovanni, appare evidente che i Giudei ribattono all'alterigia di Gesù. E' Gesù l'arrogante che offende i Giudei e Giovanni distorce, con retorica sofista, il delirio di onnipotenza con cui Gesù pretende sottomissione dai Giudei.

Scrive il vangelo di Giovanni:

1) Gli opposero: "Noi siamo progenie di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno: come puoi dire che saremo liberi?". Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: chiunque fa peccato è schiavo del peccato. Or, lo schiavo non sta sempre in casa; il Figlio invece vi sta sempre. Se dunque il Figlio vi libera, sarete veramente liberi. Lo so che siete progenie di Abramo; ma intanto cercate di farmi morire, perché la mia parola non penetra in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre mio, e voi pure fate quello che avete imparato dal padre vostro". Gli replicarono: "Il padre nostro è Abramo". Rispose loro Gesù: "Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo. Ma intanto cercate di far morire me, uomo che v'ho detto la verità, quale l'ho udita presso Dio; Abramo non fece così. Voi fate le opere del Padre vostro". Gli risposero: "Non siamo mica dei bastardi; abbiamo Dio per unico padre". "Se Dio fosse vostro Padre, disse allora Gesù, certamente mi amereste, perché io procedo e vengo da Dio; e non sono venuto da me stesso, ma egli mi ha mandato. Perché non capite il mio linguaggio? Perché non potete ascoltare la mia parola. Voi avete per padre il diavolo e volete soddisfare i desideri del padre vostro; egli fu omicida fin dal principio e non perseverò nella verità, perché in lui non c'era verità; quando mentisce parla di quel che gli è proprio, perché è bugiardo e padre della menzogna. A me, invece, perché vi dico la verità, non credete. Chi di voi mi può convincere di peccato? Se vi dico la verità perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio". Gli replicarono i Giudei: "Non diciamo con ragione che tu sei un Samaritano e un indemoniato?". Gesù rispose: "Io non sono indemoniato, ma onoro il Padre mio e voi mi disprezzate. Io non cerco la mia gloria: c'è chi la cerca e giudica. In verità, in verità vi dico: chi custodisce la mia parola, non vedrà la morte in eterno".

2) Gli dissero i Giudei: "Or vediamo bene che sei indemoniato. Abramo è morto e così i profeti, e tu dici: "Chi custodisce la mia parola non gusterà la morte in eterno"! Sei forse più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti son morti. Chi ti credi?". Gesù rispose: "Se io glorifica me stesso, la mia gloria è nulla: chi mi glorifica è mio Padre, di cui voi dite: "E' nostro Dio"; ma non lo conoscete. Io si, lo conosco; e se dicessi di non conoscerlo sarei, come voi, un bugiardo. Ma lo conosco ed osservo le sue parole. Abramo, padre vostro, esultò di gioia al pensiero di vedere il mio giorno: lo vide e ne tripudiò". Gli risposero i Giudei: "Non hai ancora cinquant'anni e hai veduto Abramo?". Gesù rispose loro: "In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse io sono". Dettero allora piglio alle pietre per tirargliele; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio. Vangelo di Giovanni 8, 33 - 59

In questo capitolo l'elemento centrale del primo paragrafo è: "Se siete figli di Abramo fate le opere di Abramo!". Che significa sottomettere i propri figli fino ad ammazzarli per la gloria del dio padrone Genesi 22). Oppure, fate prostituire vostra moglie dal vostro padrone affinché siate accolti nella sua benevolenza (Genesi, 20). La centralità di questa frase è fondamentale. Non a caso è usata da Giovanni, non dagli evangelisti precedenti. Quali sono le opere di Abramo? Questa è la domanda che nessuno, che ha letto questo passo, si è chiesto! Eppure, le opere di Abramo sono centrali nella bibbia e tutte volte a legittimare la sua sottomissione al padrone, a ogni padrone. Una sottomissione talmente grande che quando il dio padrone gli chiede di sacrificargli suo figlio egli non esita. Se il dio padrone vuole suo figlio, egli gli sacrificherà suo figlio. La sottomissione di Abramo al dio padrone è totale. E il dio padrone, secondo il vangelo di Giovanni e gli altri evangelisti, effettivamente fa le opere di Abramo facendo ammazzare suo figlio (troppo vigliacco per farlo di persona e assumersi la responsabilità del gesto). La questione rimane, Gesù appare come un Isacco. Un vigliacco sottomesso che agisce come l'agnello sacrificale insultando il bisogno di libertà dell'umanità. Un vigliacco che non sacrifica suo figlio perché Gesù non ha figli e, dunque, non fa come fa suo padre.

Per parlare delle opere di Abramo, considerando la fatica che l'umanità ha fatto per uscire dall'orrore della schiavitù cristiana, si può volgere lo sguardo guardando Abramo con assoluto disprezzo.

L'essenza delle opere di Abramo è la sua sottomissione. Una sottomissione assoluta. Una sottomissione che non chiede giustizia quando il patto fatto da Abramo col suo dio padrone viene violato dal dio padrone stesso. Tutto è ammesso al dio padrone e Abramo deve solo subire, accettare, sottomettersi.

Per gli Ebrei essere sottomessi al dio padrone non è una condizione di schiavitù. Essere costretti ad una costante culturale al variare dell'oggettività in cui vivono non è una schiavitù. Non poter adeguarsi alle variazioni del tempo, non è una schiavitù.

Gli ebrei vivono una perenne condizione di schiavitù:

"Io sono il dio padrone che ti ha fatto uscire da Ur dei Caldei per darti questa terra promessa" (Genesi 15, 7), però, dice il dio padrone, dovrai rubarla macellandone gli abitanti. Dice ancora il dio padrone di Abramo "Io sono il tuo padrone che ti ha fatto uscire dall'Egitto, casa di schiavitù" (Esodo 20, 1). E perché lo avrebbe fatto se non per usarli come schiavi?

Gli ebrei vivono una perenne condizione di schiavitù nella quale sono obbligati dal loro dio padrone a commettere delitti contro l'umanità per la sua gloria (Esodo 34, 10 – 17).

Per questo motivo il pazzo di Nazareth, attraverso Giovanni, può affermare che dal momento che siete schiavi mentre obbedite, tanto vale che obbediate anche a me. Fate le opere di Abramo. Abramo si sente libero mentre è sottomesso al volere e alle decisioni del dio padrone e, dunque, anche voi dovete sentirvi liberi mentre obbedite a me, sottomettendovi.

Affermate di non essere schiavi di nessuno, però obbedite al dio padrone. Obbedite anche a me e sarete liberi! Davanti a questa logica, ai Giudei non resta altro che chiedersi in quale modo si può essere liberi sottomettendosi a quel Gesù che sta parlando e che Giovanni descrive. Sarete liberi dal peccato. Che cos'è il peccato? E' fare quanto vi piace. Ogni volta che voi fate quanto vi piace siete in peccato. Il Gesù di Nazareth libera gli astanti dal peccato per aver seguito i propri impulsi, la propria morale e la propria etica. Quale orrore, dovevano continuare a macellare i popoli vicini.

Perché Gesù afferma di liberarli dal peccato? Perché gli altri non lo mandano a quel paese dal momento che pretende di sottometterli? Perché anche in questo paragrafo il soggetto di cui Giovanni vuole appropriarsi è il lettore diverso dal Giudeo. Il Giudeo, maledetto, ha il peccato, ma tu credi e dunque tu non hai il peccato. Il maledetto sì! Quale peccato stanno commettendo secondo Giovanni? Il peccato di rifiutare di sottomettersi e dunque fanno peccato attraverso quel rifiuto. Loro non sono i figli del dio padrone e pertanto non possono rivendicare di essere padroni essi stessi. Solo Gesù è figlio del dio padrone e non è uno schiavo del dio padrone. In quanto figlio del dio padrone e non schiavo del dio padrone può liberare dalla schiavitù chi, sottomettendosi diventa suo schiavo, docile e obbediente mentre egli, conducendo il gregge, lo porta al macello.

Siete sottomessi ad Abramo e, invece di sottomettervi anche a me, volete farmi morire. Quale infamia sta indicando Giovanni al lettore. Loro erano già sottomessi perché non si sottomettevano anche al figlio del dio padrone? Dicevano che erano sottomessi al dio padrone, ma intanto disconoscono e mandano a morte suo figlio: quanto sono malvagi!

La malvagità sta nell'evangelista Giovanni che nella sua furia criminale priva le persone che ha davanti del loro essere persona pretendendo che si comportino da pecore.

Ancora Gesù che invoca la sottomissione. Gesù ha paura dell'umanità. Se non viene trasformata in un gregge di schiavi sottomessi, Gesù si sente un fallito. Ma quel desiderio certifica il suo fallimento esistenziale. Gesù disprezza l'umanità, inveisce, la condanna a morte. Cosa che farà fisicamente la chiesa cattolica che incapace di far accettare il volere di un folle ricorrerà ai ferri roventi, alle torture alla violenza sistematica sui bambini e alle stragi per imporre il proprio figlio del dio padrone, padrone egli stesso e la chiesa cattolica come padrona degli Esseri Umani ridotti in schiavitù.

Giovanni ha un altro problema che deve risolvere: negare che il dio dei Giudei sia lo stesso dio padrone di cui parla il suo profeta. "Se dio fosse vostro padre, disse Gesù, certamente mi amereste perché io procedo e vengo da dio!". Con questa frase Giovanni nega che il dio padrone a cui Gesù si riferisce sia lo stesso dio padrone dei Giudei. Quei maledetti, dice Giovanni, adorano un dio diverso, se fosse lo stesso dio amerebbero il figlio del dio padrone riconoscendolo quale dio egli stesso. Dopo l'affermazione, ecco la rabbia dettata dall'impotenza; quanti dolori quando quell'impotenza sarà armata dall'odio e dalla distruzione della chiesa cattolica:

"Perché non potete ascoltare la mia parola. Voi avete per padre il diavolo e volete soddisfare i desideri del padre vostro; egli fu omicida fin dal principio e non perseverò nella verità, perché in lui non c'era verità.."

Dopo aver accettato di riferire i Giudei come figli di Abramo, ecco il pazzo proferire la maledizione. Quella stessa maledizione che porterà i cristiani a costruire i campi di sterminio. Prima ancora, hanno costellato la storia di campi di sterminio ebraici per millecinquecento anni da Galla Placidia a Hitler.

Ancora l'accusa all'altro:

"lui è bugiardo e padre della menzogna".

Però il Gesù di Giovanni si guarda bene dal dire in che cosa consista la menzogna. Egli accusa, ma la sua accusa è vuota e priva di consistenza, è priva di contenuto e di articolazione. E' priva di argomenti: è semplice diffamazione. Diffama, diffama, vedrai che alla fine qualche cosa resterà: dice Giovanni lanciando il proprio insegnamento alla chiesa cattolica che dopo di lui si appresta a gestire gli Esseri Umani trasformati in bestiame dalla sottomissione.

"Lui è bugiardo e padre della menzogna." In cosa consista la menzogna Gesù non lo dice: ha paura di essere scoperto per ciò che è e per il fine che si propone: la distruzione degli Esseri Umani attraverso la loro distruzione. Quando chiede: "Chi di voi mi può convincere del peccato?" è come se dicesse: "Chi di voi mi può convincere che io non sono il figlio del dio padrone e padrone io stesso?". Questa è la sfida che lancia Giovanni a chi lo sta ascoltando. Convincetemi che io non sto parlando del figlio del dio padrone e padrone egli stesso. Convincetemi! Come è possibile convincere chi sta distruggendo il divenire degli Esseri Umani che la strada della distruzione è una strada senza uscita quando ha già distrutto sé stesso, il proprio intuire, il proprio sentire, la capacità di costruirsi nell'eternità dei mutamenti e sta dicendo: "Muoia Sansone con tutti i Filistei!"? Dice Gesù in sostanza: "Io ho distrutto la mia vita sottomettendomi al dio padrone, ma voi non gioite perché io distruggerò anche la vostra costringendovi alla sottomissione!" Come si può convincere, che quello è il sentiero sbagliato, chi lo ha imboccato ed ora sta precipitando da un dirupo di mille metri? Ora è tardi! Ora si può agire solo con chi non si è ancora lanciato da quel dirupo ed è ancora in tempo per riflettere se vale la pena di continuare.

"Lui mente perché è padre della menzogna. Se io vi dico la verità perché non mi credete?" Perché tu esprimi il desiderio di distruggere gli Esseri Umani mettendoli in ginocchio davanti al dio padrone tuo padre e a te stesso in quanto figlio del dio padrone. Come si può credere ad una promessa di eternità quando la promessa è fatta a chi si richiede di distruggere sé stesso? Perché pensi che io possa accettare di distruggermi e distruggere i miei figli mettendoli in ginocchio davanti a te solo perché tu millanti di essere il figlio del dio padrone e padrone tu stesso?

Gesù dimostra di essere malvagio. Un calunniatore e un diffamatore di individui che sono messi nelle condizioni di non potersi difendere.

Solo il lettore a cui Giovanni ha dato il suo scritto che ha distrutto sé stesso e si è messo in ginocchio, pronto ad aiutare il figlio del dio padrone a mettere in ginocchio altri Esseri Umani per poterli distruggere, può stupirsi del fatto che i Giudei, descritti da Giovanni, non si mettano in ginocchio davanti a tante farneticazioni.

Solo chi farnetica legittima un farneticante trasformando la farneticazione in oggetto di discussione.

Il lettore è proprietà del dio padrone. Egli sì è stato furbo a mettersi in ginocchio, lui ha riconosciuto il figlio del dio padrone, padrone egli stesso, grazie a Giovanni. Quel lettore non è idiota come i Giudei. Che crepino i Giudei nei campi di sterminio per non aver riconosciuto che colui che si faceva chiamare figlio del dio padrone e padrone egli stesso era davvero ciò che affermava.

Ora, a questo punto, troviamo una di quelle cose che va sotto il nome di "insegnamento esoterico di Giovanni", l'insegnamento specchiato. Quell'insegnamento che Giovanni dà alle chiese cristiane e che dice: per distruggere i vostri nemici dovete agire come i nemici di Gesù hanno agito per confutare e fermare Gesù.

Leggiamo da Kramer e Sprenger Il Martello delle Streghe cosa dichiara la chiesa cattolica:

"Noi, giudici e assessori, avvertiti delle colpe nonché in considerazione dei meriti nel processo da noi fatto contro di te, tale dei tali, di tale luogo, di tale diocesi, dopo aver esaminato diligentemente ogni cosa, troviamo che tu sei piuttosto varia nelle tue confessioni, come per esempio quando dici di aver proferito delle minacce ma non con l'intenzione di nuocere. Eppure ci sono diversi indizi, sufficienti per esporti agli interrogatori e ai tormenti. Quindi, per avere la verità dalla tua stessa bocca e anche perché tu non offenda le orecchie dei giudici, con sentenza interlocutoria dichiariamo e giudichiamo che nel tale giorno alla tale ora tu debba essere sottoposta ad interrogatorio e tormenti. Sentenza emessa ecc."

Questo è il messaggio di Giovanni alla chiesa cattolica che lo recepisce perfettamente nel trasformare in un incubo la vita di milioni di persone sottoponendole a tortura o minaccia della stessa. Dice con questo passo del Mantello delle Streghe voluto da quei criminali che vanno sotto il nome di papi cattolici e vescovi: "Non diciamo con ragione che tu sei un samaritano e un indemoniato?" Anche quelle donne dicevano di non commettere quei delitti che la perversione degli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra e del pazzo che andava farneticando di essere suo figlio attribuivano loro. Non se la cavavano con "In verità, in verità.." ma con i roghi con i quali i cattolici hanno illuminato l'oscurantismo della coscienza e del divenire degli Esseri Umani per secoli con la responsabilità personale di Gesù, di Giovanni e di ogni cristiano al di là dello spazio e del tempo: i delitti contro l'umanità non cadono mai in prescrizione!

Tutti questi poveracci arsi sui roghi hanno visto la morte, oh se l'hanno vista! Mentre bruciavano, a quei fuochi, i papi cristiani e i loro schiavi scaldavano le loro ossa malate di morte! Li hanno uccisi, ma non ne hanno distrutto la loro eternità mentre i cristiani, gli assassini, non hanno nessun futuro oltre la morte del corpo fisico, né mai vivranno in eterno perché nella distruzione dell'umanità hanno consumato sé stessi: alla faccia di Gesù, il ladro della vita degli uomini.

Nel secondo paragrafo continua l'arte di Giovanni nell'afferrare l'attenzione del lettore concentrandola su quanto sono malvagi i Giudei per poterla distrarre dal suo vero obiettivo: costruire sottomissione! Se egli riesce a far credere che quello è il figlio del dio padrone, riesce a convincere gli Esseri Umani a rinunciare a costruire sé stessi e ad abbandonarsi alla promessa del suo pazzo profeta. Se riesce a far sì che gli Esseri Umani si abbandonino, egli è in grado di trasformarli in pecore che vanno docili al macello.

Il tentativo di Giovanni di far apparire i Giudei stupidi e incapaci di svolgere un pensiero astratto è a dir poco puerile. Mentre è puerile, ma grandemente infame, il tentativo di Giovanni di affermare che i Giudei non riconoscono il figlio del dio padrone, padrone egli stesso, e che perfino Abramo, che si è sottomesso completamente al dio padrone al punto tale da sacrificare suo figlio per la sua gloria, era stato felice quando aveva visto che un giorno lui sarebbe arrivato. Vuoi che io, figlio del dio padrone e padrone anch'io, sia nato solo poche decine di anni fa? Io so qualunque cosa è esistita perché io sono il figlio del dio padrone e sono anch'io padrone. Tutto questo, condito con la farneticazione delirante di "In verità, in verità...". Una formula con la quale Giovanni costruisce il suo inganno e la sua menzogna al fine di sottomettere gli Esseri Umani.

Per Giovanni è importante che il lettore non si accorga del messaggio di sottomissione che trasmette e sviluppi sentimenti ostili nei confronti dei Giudei che, incapaci di controbattere a quanto Gesù ha detto, prendono le pietre per tirargliele. Segno della loro sconfitta, vuole dire Giovanni.

In realtà è l'indicazione di guerra che Giovanni fa per conto della chiesa cristiana e cattolica nel nostro caso. Non vale la pena di discutere con chi è in grado di dimostrare l'idiozia della dottrina di Gesù che noi chiamiamo divina: tanto vale tirargli le pietre. La chiesa cattolica lo userà alla lettera e metterà al rogo chi non è in grado di ridurre alla sottomissione anche nella sua stessa gerarchia, salvo poi elevarlo alla santità: vedi Savonarola.

Marghera, 23 luglio 2001

Modificato per la pubblicazione il 19 novembre 2015

NOTA: Le citazioni dei vangeli sono tratte dalla bibbia delle edizioni Paoline 1968

Indice del primo Male.

 

L'odio di Gesù, continua in questa pagina.

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Claudio Simeoni

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Aggressione di cristiani alle statue pagane 2015

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Il cristianesimo è un modo per distruggere il divenire degli uomini. Per capire la strategia di distruzione dell'uomo del cristianesimo è necessario leggere i vangeli e interpretarli alla luce dell'uomo ridotto in schiavo obbediente, oggetto di possesso e privato della propria capacità di vivere e abitare il mondo in nome del dio cristiano che altri non è che il Macellaio di Sodoma e Gomorra, il criminale che ha distrutto l'umanità e la Natura col Diluvio Universale e che ordina il genocidio dei popoli per favorire i criminali del Popolo Eletto.