Il concetto di uguaglianza cristiana

(Tutti uguali in ginocchio davanti al dio padrone)

Il concetto di uguaglianza nella Costituzione della Repubblica

(Tutti uguali al dio padrone che risponde alle leggi)

La ricchezza dell’uguaglianza nella diversità individuale

di Claudio Simeoni

Idee e riflessioni sulla societa'

 

Questo scritto è stato elaborato in risposta ad una e-mail di un amico della lista di discussione Pagana. L'amico manifestava il proprio disappunto per il concetto di uguaglianza, che faceva risalire alla Rivoluzione Francese in quanto quel concetto, secondo la sua interpretazione, era un concetto innaturale sia nelle relazioni umane che nelle relazioni all'interno degli Esseri della Natura. Di fatto, diceva, il concetto di uguaglianza finiva per discriminare tutte le diversità appiattendole su un unico modello, quello monoteista.

Questa è una delle critiche che spesso si rivolge alla Rivoluzione Francese dimenticando che fu una RIVOLUZIONE in senso civile e sociale e non la modificazione del sistema religioso che pur modificandone molti aspetti e condannando la sua interferenza nella vita civile, manteneva la struttura dogmatica della sua rappresentazione.

C'è una confusione di atteggiamenti nei confronti dell'uguaglianza che derivano dalle imposizioni dottrinali cattoliche e dallo specifico sentire e intuire degli individui. Per troppi secoli la struttura sociale era emanazione del cristianesimo. Il cristianesimo decideva e determinava la struttura sociale delle diverse nazioni al punto tale che erano le gerarchie religiose ad accettare questo o quel re, questo o quell'imperatore. Gli Esseri Umani hanno finito per pensare in termini di cattolicesimo anche quando guardavano alla vita civile.

Quando la Rivoluzione Francese tentò di imporre il concetto di uguaglianza, in riferimento alla disuguaglianza come concepita prima della Rivoluzione Francese, si pensò che la guerra di pensiero, dogmatica e dottrinale fosse conclusa. In realtà era appena incominciata. Il cristianesimo, che determinava la disuguaglianza sociale, continuò a manifestare il concetto di disuguaglianza parlando anch'esso di uguaglianza.

Per il cattolicesimo il concetto di uguaglianza è manifestazione dell'uguaglianza fra gli Esseri Umani sotto il dominio di un altro Essere Umano a parità di gerarchia. Dove l'Essere Umano superiore alla gerarchia altro non è che manifestazione del dio padrone e tutti gli Esseri Umani devono sottostare ugualmente in ginocchio davanti a lui.

Questo concetto di uguaglianza, proprio del cattolicesimo, viene calato all'interno dell'individuo privando l'individuo del proprio Potere di Essere, delle proprie capacità di incidere sulla propria esistenza, di progettare la propria esistenza, di costruire la sua vita e di apportare doni al Sistema Sociale nel quale vive. Tant'è che ogni volta che un problema veniva risolto, una guerra conclusa la chiesa cattolica privava di onori chi aveva risolto la contraddizione invitando a ringraziare il suo dio affermando che non era stato il potere di quella persona o di quelle persone a risolvere la situazione, ma esse avevano agito grazie al dono che il suo dio aveva dato loro: loro erano uguali a tutti gli altri uomini, ma il suo dio le aveva utilizzate come strumenti dando loro delle capacità! Proprio per privare gli Esseri Umani del Potere di Essere che da essi emerge la chiesa cattolica ha elaborato il concetto del “peccato di superbia” il cui scopo era umiliare chi aveva coscienza e consapevolezza affermando che quella coscienza e quella consapevolezza non l'aveva costruita lui col suo lavoro e le sue scelte, ma gliel'aveva data il suo dio padrone e pertanto doveva essere umile, modesto, schivo e ringraziare il suo dio. Si umiliava chiunque esprimeva sé stesso perché nell'esprimere sé stesso affrontava le contraddizioni del mondo, risolveva i problemi sociali impedendo, secondo i cattolici, al loro dio di intervenire a piacere. In realtà quando un individuo agiva manifestando sé stesso metteva in discussione il diritto naturale della gerarchia di costringere gli Esseri Umani uguali sotto di sé. La proclamazione a divinis della gerarchia cattolica contro Galileo Galilei va in questa direzione. Si doveva condannare, umiliare e sottomettere chi, sviluppando il Potere di Essere, osava chiedersi il perché delle cose e cercare una soluzione diversa da quella funzionale a rendere gli Esseri Umani uguali in ginocchio davanti a sé.

Da qui, in questo secolo, è stato elaborato un concetto propagandistico che accusa di razzismo chi afferma che gli uomini non siano uguali. Questa propaganda omette di dire come dove, quando e rispetto a chi si esercita quest'uguaglianza proprio per nascondere la disuguaglianza attraverso la quale il cristianesimo tenta di umiliare e sottomettere gli Esseri Umani.

C'è una confusione di fondo che viene spacciata come razzismo e antirazzismo. Da un lato ci sono le leggi civili di una nazione o di enti sovranazionali. Queste leggi devono garantire le uguali opportunità per tutti i membri e la loro uguaglianza all'interno dello stato civile. L'uguaglianza civile è il senso della Rivoluzione Francese che non ha nulla a che vedere col principio di uguaglianza propugnato dal cristianesimo e ripreso sia dal nazismo che dai paesi che si dichiaravano "comunisti" dell'est europeo e dalle democrazie occidentali. Mentre il principio promulgato dalla rivoluzione francese consisteva nell'abbattere chi pretendeva l'uguaglianza considerando sé stesso gestore di un'uguaglianza sottomessa (la rivoluzione francese, dal punto di vista dottrinale, chiude il ciclo col taglio della testa al dio padrone nelle vesti del suo rappresentante in terra: il re!); il cristianesimo, nelle vesti del pazzo di Nazareth, propugna l'uguaglianza del gregge in ginocchio davanti a lui.

Mentre nel concetto manifestato dalla rivoluzione francese la diversità soggettiva, culturale, regionale e dei singoli adattamenti che il linguaggio cristiano chiama "razze", sono arricchimenti e manifestazioni dell'uguaglianza sociale, nel cristianesimo e nel nazismo sono le diversità che devono essere distrutte in quanto tutto deve essere appiattito al livello più basso culturalmente concepibile in quanto solo ciò che è appiattito a livello culturale più basso, culturalmente concepibile, può consentire l'intervento della divina provvidenza. La diversità culturale diventa ricchezza soltanto nell'uguaglianza civile. L'uguaglianza civile costringe le persone di un ceto culturale a confrontarsi con un altro ceto culturale attraverso la manifestazione della propria cultura, potendo essere sconfitti in quel confronto in quanto non protetti da particolari leggi di protezione civile.

Il razzismo non è dato dal riconoscere o non riconoscere l'esistenza di diversità culturali di vari popoli, il razzismo è tale nella misura in cui a uno di questi popoli vengono garantiti dei privilegi a discapito di altri. Privilegi che non sono volti a proteggere un'etnia in minoranza (tipo la Ladina o la Sud tirolese), ma a costruire una situazione di servaggio rispetto ad un altro popolo o un'altra formazione culturale.

Dal punto di vista dell'espressione delle persone, al di là delle leggi, diventa un atto di razzismo quando un problema, di qualunque tipo, provocato da una persona non viene attribuito ad una persona, ma all'intera categoria culturale delle persone. Ad. es. un Albanese è sorpreso a rubare e dunque si alimenta la calunnia che gli Albanesi rubano.

Diventa altresì manifestazione di razzismo nella cultura quando, ad un fenomeno che si manifesta (l'Albanese che ruba), non se ne ricercano le cause, ma si attribuiscono le azioni di quella persona come manifestazione di quel popolo.

Per contro, le ideologie razziste, come quella cattolica, hanno un'ideologia di sottomissione, morte e distruzione pur di garantirsi dei privilegi diversi da quanto uno stato civile garantisce ad ogni soggetto giuridico. La setta cattolica, infatti, tende a mantenere dei privilegi separando sé stessa dallo stato civile per poterlo distruggere imponendo, alla Costituzione che è la base costitutiva dello Stato, la struttura dogmatica dei cattolici che viene imposta anche a chi non appartiene a quella confessione religiosa. E lo impone attraverso la forza militare che quello Stato è in grado di dispiegare in complicità con la chiesa cattolica.

Il razzismo nasce con il monoteismo ed è un atteggiamento proprio delle religioni monoteiste che devono necessariamente attribuire a tutti i popoli caratteri discriminanti nei confronti del popolo dominante. Il popolo dominatore attribuisce il proprio dominio alla volontà del dio padrone e per far questa volontà impone sottomissione. La cosa più tragica è che anche gli abitanti di quel popolo vivono la stessa discriminazione che viene esportata. Dove la diversità interna è manifestazione di decisioni della società civile che a classi, a mestieri, a settori di cittadini vengono riconosciuti, per un verso o per l'altro, degli interessi civili e dei privilegi nei confronti di altri. Questo non ha a che vedere col concetto di uguaglianza della Rivoluzione Francese, ma è la diversità imposta dal dio padrone quale manifestazione di sé stesso e della sua onnipotenza per garantirsi che il concetto di uguaglianza sia imposto al bestiame che sta dominando (vedi la gerarchia all'interno del popolo eletto o all'interno dello stato nazista). Al bestiame sottomesso è imposto di amare i propri nemici (essi stessi parte del bestiame) dal dio padrone. Il dio padrone impone l'uguaglianza ai suoi sottoposti.

Dal momento che dal punto di vista del cristianesimo l'uguaglianza non ha ragioni di essere per motivi civili (in quanto lo stesso dio padrone in questo caso dovrebbe essere equiparato ad ognuno dei cittadini in quanto soggetto giuridico) viene imposta l'uguaglianza di ordine etico, morale, psicologico, culturale attraverso la distruzione sistematica di ogni diversità! Il dio padrone usa la diversità per garantirsi l'obbedienza e, come strumento, annienta di volta in volta chi indica come diverso con forme di razzismo che possono essere quello di popoli diversi, di culture diverse, di credi religiosi diversi, di colore della pelle diverso, di settori sociali emarginati ecc. ecc.

Si hanno due categorie diverse di uguaglianza che vengono appositamente confuse per dominare gli Esseri Umani. L'uguaglianza di ordine sociale, civile e giuridica e l'uguaglianza rispetto al divenuto del singolo individuo in base alla sua cultura, alle sue scelte ecc. Se l'uguaglianza di origine civile, sociale e giuridico è il fine della Rivoluzione Francese, il fine della coercizione cattolica è l'uguaglianza degli individui come bestiame sottomesso. Non vengono, in questo secondo caso, riconosciute le diversità degli individui in base al loro impegno, all'oggettività nella quale sono nati, ai loro studi, alle loro scelte, alla loro intelligenza ecc. Le diversità dei cittadini sono attribuite alla volontà del proprio dio o all’intervento del suo nemico, il diavolo. Tutti gli uomini sono uguali, ma dio fa la differenza. L'individuo in sé stesso deve essere distrutto e reso uguale al modello della creazione descritto dal cattolicesimo quale miseria culturale e morale perché solo in quel modo gli individui pos sono essere dominati, sottomessi e resi uguali in ginocchio davanti al dio padrone. Dal momento che questo modo di operare suscita aberrazione nelle persone che riconoscono gli sforzi attraverso i quali si sono costruite come individui e società, i cattolici imputano la loro attività di distruzione degli Esseri Umani non al loro pazzo profeta che insegna loro a mettere in ginocchio chi non si sa difendere, ma alla Rivoluzione Francese, all'illuminismo, che ha consentito di rendere gli Esseri Umani uguali davanti alla legge anche se i magistrati cattolici li vogliono uguali in ginocchio davanti a loro e sono, per questo, portatori di aberrazioni e atti sovversivi nei confronti della Costituzione della Repubblica Italiana.

Il concetto di uguaglianza della Rivoluzione Francese era un concetto di uguaglianza civile atto a proteggere la diversità e la ricchezza culturale; quello del monoteismo è l'uguaglianza delle persone nella sottomissione e nell'appiattimento culturale. (Sono consapevole che quel concetto di uguaglianza è stato elaborato da uomini cresciuti ed educati sotto il monoteismo e il dio padrone e che proprio per essere educati in quel modo, nonostante la rivoluzione francese, hanno continuato a riproporre i vecchi schemi: per imporre il nuovo non bastano tre secoli, figuriamoci le prime generazioni!)

So perfettamente quali sono stati gli sforzi della propaganda cristiana per far apparire uguali i due concetti. So perfettamente quali sforzi fa Wojtyla per considerare il nazismo cosa diversa dal cristianesimo quando il nazismo e il cristianesimo sono la stessa cosa come, del resto, è la stessa cosa la tecnica di gestione dello stato e dei rapporti di potere al suo interno e le tecniche messe a punto dai Gesuiti quale elaborazione degli insegnamenti del macellaio di Sodoma e Gomorra: Stalin insegna, e non c'è Marxismo che tenga, lo stato può essere gestito solo come insegnano i cristiani!

Marghera 30.09.2001

Idee e riflessioni sulla societa'

La lotta del cristianesimo contro le antiche religioni non è una lotta di idee, ma un insieme di crimini che oggi classificheremmo come terroristici e mafiosi. Tutt'oggi tali crimini continano nonostnte le leggi democratiche. Leggi che vengono disattese da cattolici che occupano ruoli Istituzionali.

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La società, in cui viviamo è importante e permettere ai cristiani di distruggere i sacri principi Costituzionali è un delitto la cui pena sarà pagata dai nostri figli.