Le Vestali

I collegi religiosi nella religione di Roma precristiana

Gli Dèi nella Religione Romana
Il Sentiero d'oro

di Claudio Simeoni

 

Indice Religione Romana

 

Il fuoco rappresenta, nel mondo della ragione, quanto il veggente scorge, attraverso le immagini, alterando la percezione. Il fuoco è un'entità vivente che costruisce le relazioni fra sé e il mondo mediante le sue emozioni. Con le emozioni del fuoco si alimentavano le emozioni di Roma antica. Ed è col fuoco che i veggenti fanno viaggiare le proprie emozioni attingendo sensazioni da mondi sconosciuti.

Il fuoco rappresenta, nel mondo della ragione, la Coscienza di Sé a cui la tensione per il divenire dell'Essere tende. Il fuoco è la tensione in atto.

Nel mondo delle emozioni il fuoco è trasformazione, anche se il mondo della magia emotiva usa anche l'acqua impetuosa che tutto travolge.

Vulcano e Volturno sono la stessa cosa, hanno le stesse tensioni, la stessa fierezza, le stesse determinazioni, lo stesso respiro; differiscono soltanto dell'elemento che li compongono e delle necessità cui obbediscono.

Nel mondo quotidiano il fuoco rappresentava per l'antica Roma la sicurezza. Il calore nelle case, la cottura del cibo; il benessere perché dal fuoco di Vesta si attingeva la fiamma con la quale accendere il fuoco nei camini delle case che si era spento. Mi si è spento il fuoco, ma io sono tranquillo perché il fuoco di Vesta è acceso e attingendo da quel fuoco io posso riaccendere la fiamma del mio camino.

Il fuoco, inoltre, rappresentava il fuoco che brucia nel cuore degli Esseri Umani, la loro passione, il generare altra vita. Con la passione il desiderio di sviluppo e di espansione degli Esseri stessi.

Il fuoco era Vesta, il fuoco era Vulcano, il fuoco era Sole, il fuoco era Luna, il fuoco era Genio, fuoco era Giunone, il fuoco era Giove, il fuoco era Minerva, il fuoco era Bellona. Il fuoco era il seme della vita e non poteva essere mai spento.

Oggi si è abituati a considerare il fuoco come un oggetto del quale servirsi per soddisfare i propri bisogni, spesso non vi si degna attenzione, ma molto spesso le fiamme sono tanto lontane da non poter trasportare l'attenzione degli Esseri umani.

Le Vestali erano le Guardiane di tutto questo!

Il loro compito era quello di custodire il fuoco e questo, proprio perché costoro lo custodivano, diventava sacro. Erano le Vestali a rendere quel fuoco sacro. In compenso, la cura del fuoco permetteva alle Guardiane di percorrere sentieri diversi dall'essere donne sottomesse. Permetteva loro di concentrare l'attenzione cavalcando le fiamme nell'infinito dei mutamenti.

La cronaca dell'impero ci racconta della struttura e della gerarchia a cui le Vestali erano sottoposte, del loro rango sociale e dei loro privilegi. Nulla è raccontato della loro attività salvo che accudire il fuoco. Ma non era quella la loro attività principale Esse sorvegliavano Roma non consentendo che la tensione di sviluppo verso il futuro venisse meno.

Venivano avviate a fare le Vestali da bambine, come scelta del Pontefice nella quale aveva grande posto l'estrazione a sorte e, fin da bambine, erano educate a sorvegliare il fuoco facendo viaggiare la loro attenzione attraverso le fiamme.

Manipolare la propria attenzione attraverso il fuoco è una delle esperienze più coinvolgenti che una persona può fare. Quando l'attenzione ha viaggiato con l'attenzione del fuoco, nulla è più come prima.

Le Vestali erano Esseri Umani che provavano a diventare eterni attraverso la manipolazione dell'attenzione nel fuoco e, facendo questo, concentravano le tensione e i bisogni della città impedendo l'attecchimento nel tessuto sociale della pulsione di morte. Le Vestali concentravano l'attenzione della città inchiodandola al futuro. Poi, se una Vestale non riusciva a diventare eterna e decideva di lasciare il servizio, dopo trent'anni era dispensata. La condanna per l'abbandono del servizio e, in particolar modo della tensione verso il cambiamento era terribile. La fustigazione per lasciar morire il fuoco simbolico, la sepoltura se veniva spento il fuoco dentro il loro cuore.

Personalmente la faccenda non mi piace, ma è nulla rispetto alle pratiche nei conventi cristiani.

Verso la fine dell'impero le Vestali vegliavano sul fuoco della città, ma non v'era più vita quando i cristiani lo spensero spegnendo la tensione verso il futuro della città stessa.

"Serena, la moglie di Stilicone, entrata nel tempio di Rea, prese dal collo della dea il suo prezioso gioiello e se lo mise indosso (l'unica cosa che bramano i cristiani è la ricchezza e per questo sono pronti a rubare l'obolo alla vedova). L'ultima Vestale, che aveva assistito a quest'oltraggio versando lacrime di disperazione, pronunciò contro Serena e tutta la sua stirpe la maledizione della Dea; e questa maledizione si adempì. La sacra fiamma di Vesta si spense per sempre."

(Gregorovius - Storia di Roma nel medioevo).

A Serena non è andata molto bene, dopo l'uccisione di Stilicone, un'altra cattolica, facendo leva sul suo potere imperiale, la fece condannare dal Senato romano con false accuse e giustiziare. Comportamento normale, e consono, nella morale cristiana quando costoro si devono dividere il bottino.

I santuari di Vesta rimasero nascosti e dimenticati, furono riportati alla luce nel 1883 quando l'unità d'Italia era compiuta e cominciava il processo di ridimensionamento del potere del macellaio di Sodoma e Gomorra e dei suoi servi.

Io non so se un giorno qualcuno deciderà di far rivivere il culto manipolando la propria attenzione con l'uso delle fiamme. Io so che nel medioevo molte donne, per il fatto di accudire al focolaio, mescolavano l'attenzione con le fiamme diventando uno col fuoco e, sono convinto, nessuna di loro era vergine.

La scelta di bambine fra i 6 e 10 anni era dettata dalla necessità di sottrarre le future Vestali dall'educazione del Comando Sociale insegnando loro a manipolare l'attenzione in relazione al fuoco.

Fra i 6 e i 10 anni (oggi anche a meno) è l'età nella quale il bambino fissa l'Attenzione seguendo gli esempi degli adulti che lo circondano.

A quell'età i cristiani usano inchiodare l'attenzione del bambino alla sottomissione al macellaio di Sodoma e Gomorra attraverso una serie di imposizioni comportamentali che vanno dal "catechizzare" ad inginocchiare, comunicare e cresimare. Un procedimento organizzato in maniera capillare e violento che rende il bambino insicuro e impaurito (spesso stuprato) rendendolo, vita natural durante, dipendente dall'immagine davanti alla quale è stato messo in ginocchio.

Si può insegnare al bambino a manipolare la sua attenzione e cercare la libertà attraverso l'analisi critica del mondo in cui vive e la relazione fra Sé e il circostante.

Dai 6 ai 10 anni è facile, ogni gesto e ogni esempio si imprime con maggior forza nella struttura emotiva del bambino

Chi è educato alla libertà difficilmente verrà messo in ginocchio dagli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra.

Chi viene educato a manipolare la propria attenzione non può più essere messo in ginocchio.

Per questo motivo le Vestali erano potenti. Le Vestali erano state sottratte ad un marito padrone e alla funzione di vacche da riproduzione e, nello stesso tempo, si era insegnato loro a manipolare la propria attenzione, attraverso il fuoco, spingendola nell'infinito dei mutamenti e nelle tensioni del Sistema Sociale. Se non bastasse, socialmente occupavano una posizione privilegiata.

Non si può mettere in ginocchio chi ha fuso sé stesso con libertà! Non si può mettere in ginocchio chi ha fuso la propria attenzione col fuoco.

Quanta rabbia facevano ai cristiani le Vestali. Per questo le vollero sostituire con una brutta copia di donne costrette all'obbedienza. Donne chiamate "suore", cattive e violente che hanno devastato la società civile.

 

Testo 1993

Revisionato nella forma attuale: Marghera gennaio 2019

 

Pagina tradotta in lingua Portoghese

Tradução para o português As Vestais, na Religião da Antiga Roma

 

 

Il sentiero d'oro: gli Dèi romani

La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona

 

Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona

 

La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.

Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio

 

Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne.

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

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Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

I Romani erano costruttori di Ponti

Ponti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi

 

La Religione di Roma Antica

La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.