Gesù dice che i presenti lo vedranno venire con grande potenza sulle nubi

Affermazione di fede o delirio da malattia mentale?

Seconda Parte (in tre parti)

Claudio Simeoni

Il libro, Gesù di Nazareth: l'infamia umana, contiene l'analisi ideologica di Gesù

Cod. ISBN 9788893322034

 

Valori morali e valori sociali

 

SEMBRA CHE UN RADIOASCOLTATORE della trasmissione "Magia, Stregoneria e Paganesimo" a Radio Gamma5 SI SIA LAMENTATO PERCHE' INDICANDO IL GESU' DEI CRISTIANI IO PARLO DEL PAZZO DI NAZARETH

Seconda Parte (di tre parti)

...continua dalla prima parte

In Matteo le citazioni della pazzia di Gesù sono varie, ma non bisogna dimenticare che, a differenza di Marco, Matteo scrive, o così sembra, il vangelo per un uso interno. A leggere il vangelo di Matteo sono solo i cristiani i quali hanno bisogno di una figura come emanazione del dio creatore per essere rassicurati nella loro fede. La figura del figlio del dio creatore deve essere di stirpe regale, infatti in Matteo troviamo la genealogia quale discendenza da David. Difficilmente i primi cristiani si sarebbero avvicinati al figlio della prostituta Maria. Dunque, Gesù discende da una stirpe di re, non di contadini e tantomeno di schiavi. Matteo inventa la storiella dei Magi venuti dall'oriente. Una cosa da dare in pasto in Palestina dove si credeva nella magia orientale (Babilonia e dintorni) e si rendeva necessario presentare il fondatore della fede preannunciato da chi di astronomia e di magia se ne intendeva davvero, non come i maghetti locali che non erano in grado di riconoscere la natura divina di Gesù (vedremo come Luca, per esigenze proprie, afferma che Gesù insegna al tempio ad imitazione dei filosofi greci). Matteo inventa la bugia della strage degli innocenti facendo passare la repressione di una congiura di palazzo che rimaneva nella memoria sociale, come la mattanza di bambini da un essere malvagio come Erode. La storia ci impiegherà duemila anni per riconoscere i meriti sociali e amministrativi di Erode il Grande.

Matteo lo diffama per i suoi interessi personali. Matteo aggiunge anche il ruolo del cattivo, il nemico, il Satana, che vuole far peccare il figlio del dio padrone offrendogli ciò che già gli appartiene. Sempre Matteo si inventa la bugia dell'annunciazione cosa dalla quale si guardano bene, sia Pietro che Marco, dal raccontarla in giro. Ci penserà Luca col suo Magnificat.

Matteo scrive dunque un vangelo il cui fine è dimostrare come Gesù sia effettivamente figlio del dio creatore attraverso la costruzione fantasiosa della sua vita, della sua discendenza e dei segni all'atto della sua nascita. Inserita in questo contesto il delirio di onnipotenza di Gesù sembra del tutto logico. Gesù non fa altro che riconoscere sé stesso e il suo ruolo nel mondo. Non è un pazzo che millanta, è il figlio del dio creatore che impone sé stesso all'attenzione per una vaga salvezza del mondo in cambio della sottomissione degli uomini.

Non a caso dunque in Matteo troviamo molti brani che confermano i deliri di Gesù.

Il primo di questi è scritto chiaramente con l'intento di consolare chi si è visto sconfitto.

Da altri passi (tipo l'episodio dell'accusa dell'uccisione di Zaccaria ben Balacchia) sappiamo che il vangelo è stato scritto sicuramente dopo il cento. Infatti per fare un errore come quello di scrivere che Gesù accusa gli ebrei di aver ucciso Zaccaria Ben Baracchia, quando l'uccisione è avvenuta nel 70 d.c., è necessario che trascorrano almeno due generazioni e che la memoria sugli episodi tenda a degenerare e a trasformarsi.

La sconfitta non sembra riferirsi alla persona di Gesù, ma all'insieme di dottrine e pulsioni di cui il "Gesù" sarebbe stato portatore. Si possono individuare delle sette emarginate nel contesto sociale dell'ebraismo che sconfitte nel loro messianismo non solo negano la sconfitta, ma la rinnovano con il ritorno del loro profeta. La setta dice a se stessa: "Anche se è morto, comunque ritorna perché ha detto di essere il figlio di dio!" La strategia di Matteo (o degli estensori per esso) è quella di mantenere compatta una setta che alla morte di un "fondatore", che non avrebbe dovuto morire, rischia di sfaldarsi e di indebolirsi. E' il senso del vangelo di Marco che terminerebbe con la morte di Gesù mentre, gli episodi dopo la morte di Gesù sono stati aggiunti dai copisti medioevali.

Matteo deve rinnovare la promessa e mette in bocca al Gesù, di cui sta parlando, delle affermazioni che, fuori dall'ottica di compattazione della setta, risultano farneticanti.

L'attesa per il ritorno di Gesù dopo la sua morte.

Or, subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo, tutte le tribù della terra si batteranno il petto e vedranno il figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con gran potenza e gloria. Egli manderà i suoi Angeli che, con tromba dallo squillo potente, raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un'estremità all'altra dei cieli. "Imparate dal fico la similitudine: quando i suoi rami si fanno teneri e mettono le foglie, voi sapete che l'estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che il figlio dell'uomo è vicino, alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno."

Vangelo di Matteo 24, 29 – 35

E' interessante la dicitura "Figlio dell'uomo". Questa sta ad indicare: ciò che l'uomo partorisce. Nel vangelo sembra che sia usata come “ciò che dio partorisce dall'uomo”.

Ciò che ogni singolo uomo partorirebbe al momento della morte del corpo fisico, nei vangeli diventa ciò che dio impone all'uomo.

Da una visione di trasformazione dell'uomo nella vita, con la dicitura “figlio dell'uomo”, si passa ad una visione della vita in cui non esiste più trasformazione: il figlio dell'uomo, partorito dal dio padrone, è la verità e la verità vi dice che sta arrivando la fine del mondo e “il figlio dell'uomo” venire sulle nubi con grande potenza.

Un'affermazione che apre all'uomo il futuro oltre la morte del corpo fisico, viene trasformata nei vangeli in una proprietà di Gesù giudice che ti consente o non ti consente oltre la morte. Ciò che appartiene all'uomo come possibilità viene rubata dal dio padrone per assicurarsi la possibilità di decidere il “destino” dell'uomo.

In questo diverso uso del termine scorgiamo gli elementi fondamentali dello scontro fra il cristianesimo e gli gnostici: asservirsi a Gesù in quanto "Figlio dell'uomo" oppure perseguire un sentiero di libertà attraverso il quale partorire il proprio "Figlio dell'uomo", cioè il proprio corpo luminoso?

La promessa della resurrezione contro la possibilità di costruire il proprio cammino di eternità!

I termini dello scontro erano chiari. Da un lato la setta dei cristiani aveva l'obiettivo di impadronirsi della società umana per imporre il proprio volere e dall'altro chi consentiva qualunque fede e qualunque percorso in quanto la garanzia di percorrere ogni percorso soggettivo gli garantiva di percorrere il proprio sentiero religioso.

Veniamo a come Matteo rassicura gli aderenti alla setta sul ritorno del loro uomo-dio. Ci saranno delle tribolazioni! Ci sono sempre tribolazioni nel divenire umano; ci sono sempre contraddizioni da risolvere! Pertanto, dopo cosa, resta nel vago. Diventa preciso in: cosa avverrà! Vago è il momento dell'accadimento: preciso è l'accadimento! Il Sole si oscurerà, la Luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze del cielo saranno sconvolte.

Ricordiamoci sempre che non siamo davanti ad un profeta quale prodotto del suo tempo che magari fa una profezia partendo dal proprio condizionamento educazionale e dalla propria cultura. Se fossimo davanti ad un simile profeta potremmo concedergli di dipingere una situazione terribile che si verificherà partendo da ciò che a lui è stato insegnato sia terribile; oppure dipingere il terribile con gli elementi del suo tempo e della sua ragione. Qui noi siamo davanti al figlio del dio creatore. Noi siamo davanti a quello che i cristiani spacciano per sapienza fatta persona. L'affermazione secondo cui le stelle cadranno dal cielo può essere fatta da una persona qualunque, non dal figlio del dio creatore che dovrebbe sapere benissimo che una sola stella quando sfiora la terra la distrugge. Nel senso che rimangono solo atomi dissolti! Non siamo davanti ad un linguaggio figurato: siamo davanti all'assoluta sapienza che ha creato il cielo e la terra. Quando un solo elemento di questa sapienza si dimostra falso, per la valutazione razionale in quanto la sperimentazione ricade sotto i sensi, tutto l'impianto profetico è oggettivamente falso. Come del resto hanno dimostrato i cardinali che hanno condannato Galileo. I vangeli non hanno nulla del linguaggio figurato dell'Iliade o dell'Odissea. I vangeli sono letterali in quanto il dio dei cristiani è il Logos, la parola, il verbo (inteso come parola) e i cristiani stessi, come gli ebrei, sono religioni del libro. Può essere che anziché cammello sia camelo, grosso spago, che non passa dalla cruna, ma i vangeli vanno letti sempre in maniera letterale: come dice il catechismo della chiesa cattolica.

Qualunque altro profeta umano di quei tempi davanti ad una pioggia di meteoriti potrebbe immaginarsi una pioggia di stelle, magari tale da distruggere la terra. Ma quello che concediamo ad un qualsiasi profeta umano non lo possiamo concedere a chi millanta di essere il figlio del dio creatore.

Quest'evento terribile è rassicurante per il partecipante alla setta. Vediamo come nel corso della storia questa minaccia è sempre stata rinnovata da moltissimi profeti fondatori di sette, spesso con disastri che si sono inseriti molto bene nel più generale progetto della chiesa cristiana di distruggere il divenire umano. E' rassicurante in quanto il partecipante alla setta s'immagina di essere uno degli eletti che saranno radunati dai quattro venti. Proprio per questo il partecipante alla setta alimenta l'orrore. Nessuno si può permettere di dirgli che la promessa è una frottola e che le sue speranze saranno deluse. Il partecipante alla setta odierà con tutte le sue forze chiunque tenterà di disilluderlo. Ora egli è tutt'uno con la promessa ed attende gli angeli e i squilli di tromba. "Strano," ogni tanto mormora "quanto tardano ad arrivare!". Nel frattempo coltiva e alimenta l'illusione non consentendo a nessuno di dirgli come quella promessa sia il frutto di un individuo (o chi per esso) fuori di testa. Nella setta il cristiano trova la conferma della veridicità della promessa: anche gli altri credono come lui. Nessuno può dubitare della venuta del profeta figlio del dio creatore: "Come si può dubitare della parola del dio creatore? Le affermazioni del figlio del dio creatore non devono essere messe in discussione. Saranno gli altri," dice il partecipante alla setta "che dovranno battersi il petto per non essersi sottomessi. Cosa credevano di fare? Sospettare di Gesù? Il figlio del dio creatore? Gli angeli sceglieranno me, che sono sottomesso e che ho lavorato per la sottomissione, così io sarò vicino al figlio del dio creatore e anch'io sarò uno dei figli prediletti del dio padrone. Anch'io avrò la mia bella raccomandazione per vivere felice!".

Il quando, si è detto, è incerto. Segue "quei giorni"; segue una grande tribolazione!

C'è sempre una tribolazione nella storia dell'umanità. In ogni tribolazione germogliano i semi della costruzione del futuro. Di un divenire diverso. Quei semi vengono strappati dai cristiani; distrutti. Quei semi sono il frutto del divenire umano, della sua lotta per la fondazione del futuro: non sono la speranza nell'avvento del figlio del dio creatore. E' necessario costruire una grande miseria, una grande tribolazione affinché si avveri quanto è detto e scritto nei vangeli.

Le chiese cristiane fanno loro questo compito: costruire miseria, annientare il divenire dell'Essere Umano affinché una grande tribolazione cali sull'umanità. Migliori condizioni di vita? "Tu vuoi allontanare il tempo in cui comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo!"

L'orrore cristiano trova giustificazione nella promessa di un futuro asservito a dio. L'asservimento alla setta cristiana come preambolo all'asservimento a dio!

Chi scrive il vangelo secondo Matteo non è un'astrazione. Vive nella setta e deve far in modo che la promessa non sia lanciata troppo lontana nel tempo. I partecipanti alla setta sono emarginati e non tollerano questo stato per molto tempo. Devono veder arrivare il loro padrone dal cielo molto presto. Dappertutto scorgono i segni del disfacimento del Sistema Sociale in cui vivono. Ogni setta scorge il disastro e non vede i piccoli uomini che nella merda lavorano per costruire il futuro. Magari è pronta a proteggere chi il futuro lo distrugge.

Un terremoto distrugge Antiochia? Per i cristiani è un segno dei tempi e partono per macellare gli abitanti di Cirene.

Cosa dice il figlio del dio creatore per bocca degli estensori del vangelo secondo Matteo? "In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga". E chiude il discorso!

La menzogna è lapalissiana. Ma non importa. La setta rinnova la menzogna attraverso altri percorsi. Poi, quando la setta prende il controllo del Sistema Sociale, gioca sulle interpretazioni. Ecco che quella generazione è diventata la generazione successiva. Poi ancora quella successiva fino ad oggi rinnovando il terrore di generazione in generazione.

Matteo ha un fine: compattare una setta in minoranza attorno ad un concetto di seguace del figlio del dio creatore. Le affermazioni folli del Gesù hanno questo scopo. Scopo che viene ulteriormente completato e accentuato nell'"Abnegazione Cristiana". Che determina i doveri degli adepti della setta di Gesù:

Allora Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Poiché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio, la troverà. Che gioverebbe ad un uomo guadagnare tutto il mondo, se perdesse l'anima sua? O che cosa potrà dare in cambio della propria anima? Il figlio dell'uomo, infatti, verrà nella gloria del padre suo, con i suoi Angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue opere. In verità vi dico: vi sono alcuni fra i qui presenti che non gusteranno la morte prima di aver veduto il Figlio dell'uomo venire nel suo regno."

Vangelo di Matteo 16, 24 – 28

Questo brano segue quello precedente: il ritorno di cristo. Mentre nel ritorno di cristo dopo la sua morte c'è l'avvertimento, nell'abnegazione cristiana c'è l'imposizione. Nel primo brano ci sono avvertimenti generici, nel secondo ci sono disposizioni per aderire alla setta. Ormai la setta dice: "Noi siamo i seguaci del figlio del dio creatore del mondo: vuoi partecipare alla setta e al suo luminoso avvenire a fianco del figlio del dio creatore? Aderisci alla setta!". Nell'abnegazione cristiana ci sono due paragrafi che si completano a vicenda. Nel primo paragrafo troviamo le direttrici per chi intende aderire alla setta, nella seconda parte vengono rinnovale le minacce. Infatti più che promesse per i meriti ci sono le minacce per i demeriti. E' più importante minacciare chi non aderisce alla setta che non promuovere chi ha aderito. Per Matteo l'adesione alla setta è già di per sé un compenso. Si partecipa alla comunione della speranza dell'arrivo degli angeli che divideranno i meritevoli dagli immeritevoli. Divideranno coloro che aderiscono alla setta da chi non aderisce preferendo cammini propri.

Quali sono le direttive per aderire alla setta? Sottomissione! Distruzione della propria soggettività!

Rinnegare la propria soggettività ed espandere la propria miseria! Queste sono le scelte indicate dai cristiani per la diffusione del cristianesimo. Non dimentichiamo che la gerarchia religiosa si identifica con Gesù. Si prende il posto che, secondo i vangeli ufficiali, Gesù occupava nella cerchia dei discepoli. Dunque, la chiesa cattolica fa proprio l'insegnamento di Gesù. Chi vuole la protezione della chiesa deve rinnegare sé stesso e assumere la dottrina che la chiesa cattolica impone.

Chi vuole entrare nella setta cristiana deve agire per espandere la propria miseria e quella del Sistema Sociale di cui la chiesa cattolica si ritiene padrona. La pena viene indicata nel "Che gioverebbe ad un uomo guadagnare tutto il mondo, se perdesse l'anima sua?". I cristiani affermavano di bruciare vive le persone per salvare la loro anima. Della loro azione rimanevano solo persone bruciate vive per soddisfare il loro piacere sadico. Attraverso questo c'è l'indicazione della distruzione di chiunque non segua fedelmente la chiesa cattolica. Cosa vuole un Essere Umano per non aderire all'ideologia proposta dalla chiesa cattolica? Vuole impossessarsi del mondo! Dunque la chiesa cattolica vuole impossessarsi del mondo. Qual è l'alternativa alla salvezza della propria anima? Cosa può compensare la perdita della propria anima? Il dominio del mondo! Ed è esattamente quello che vuole la chiesa cattolica. Essa vuole impossessarsi del mondo in quanto un possesso diverso del mondo preclude all'Essere Umano la salvezza della propria anima. Dunque, la promessa della salvezza dell'anima è la perdita del mondo o della possibilità di possedere il mondo. L'alternativa di vivere la propria vita, per la chiesa cattolica non può né deve esistere.

Ma perché c'è questa alternativa? Perché Gesù parla soltanto in termini di possesso e di salvezza? Perché la miseria dell'esistenza di Gesù è tale da non veder altro che il possesso come alternativa. E' come per il concetto di resurrezione. Cosa riesce a cogliere Gesù di Nazareth oltre la morte del corpo fisico? Nulla! L'alternativa al nulla è il presente! Dunque, la salvezza sta soltanto nella resurrezione della carne! Né nel Gesù descritto da Matteo né nei suoi seguaci esiste un concetto diverso dall'attimo e dallo stato in cui stanno vivendo. Da qui l'opposizione al concetto gnostico di "Figlio dell'uomo". Il cristiano, oltre la morte del corpo fisico, realizza il paradosso di Hegel: lui, come Essere, è il nulla!

Quest'opposizione si legge chiaramente nella frase: "Poiché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio, la troverà". Salvare la propria vita equivale a partorire il proprio "Figlio dell'uomo"; perdere la propria vita equivale a far coincidere la morte del corpo fisico con la morte del corpo luminoso: perdere la propria vita! Dunque ridursi alla disperazione supplicando il costruttore della disperazione di regalare alla coscienza disperata un'altra possibilità dopo il suo fallimento esistenziale. Gesù di Nazareth promette alla coscienza distrutta di darle un'altra possibilità purché la sua distruzione avvenga per lui!

Questo è l'orrore della magia del cristianesimo!

Il cristianesimo è il lato nero della vita! Il Male Assoluto.

Il concetto di possesso è il concetto guida in Gesù. L'anima è posseduta. L'anima è oggetto di scambio. L'anima è merce! Minacciando la perdita dell'anima si minacciano gli Esseri Umani. Ed è l'anima (intesa come Energia Vitale che alimenta la coscienza dell'uomo e che accumula esperienza) che egli vuole strappare agli Esseri Umani per darla in cibo al dio suo padre.

Qual è lo scopo di Gesù? Rubare l'anima agli Esseri Umani!

Costringere gli Esseri Umani a perdere la loro “anima” estendendo la miseria economica, morale e culturale. Il vero obiettivo è costringere l'Essere Umano a rinnegare sé stesso, la sua volontà con cui sceglie nella vita, e attraverso questo costringerlo a non costruire il suo corpo luminoso. L'obiettivo di Gesù è la distruzione del divenire umano!

La seconda parte è la minaccia!

Nel "Ritorno di Cristo" si diceva che "non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga" ora si dice: "vi sono alcuni fra i qui presenti che non gusteranno la morte prima di aver veduto il Figlio dell'uomo venire nel suo regno".

Matteo rinnova la minaccia. Una minaccia non fra mille anni dopo tribolazioni dunque, ma allora, in quel tempo! Era la minaccia attraverso la quale la setta si espandeva. Erano le minacce che servivano per diffondere il pensiero di morte di cui il cristianesimo era portatore: l'imminente fine del mondo. Una fine del mondo che non era spostata dopo tempi particolari, ma era in quell'epoca!

La follia non consiste solo nella minaccia con la quale Gesù minacciava i suoi contemporanei per aderire al suo credo, consiste piuttosto nella ferocia con la quale la chiesa cattolica ha esteso per quasi duemila anni quella minaccia supportandola col terrore. Sommando follia a follia e genocidio a genocidio.

Questa in fondo è la vera follia: il folle che afferma e le armi che obbligano a credere! La distruzione del divenire umano di milioni di persone: questo è l'orrore!

La posizione di Gesù davanti al Sinedrio durante il processo si scosta dalle due precedenti. Lo sconto, in questo caso non è fra Gesù e la gente che lo ascolta, ma fra Gesù e il Comando Sociale di cui Gesù intende appropriarsi. Il dilemma presente al processo è fra un Gesù condannabile o un Gesù padrone davanti al quale i giudici dovevano inginocchiarsi.

Gesù davanti ai magistrati.

...Allora il Sommo Sacerdote si alzò e gli disse: "Non rispondi nulla? Cos'è ciò che questi depongono contro di te?". Ma Gesù taceva. E il Sommo Sacerdote riprese: "Ti scongiuro per il Dio vivente, di dirci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio". Gesù gli rispose: "Tu l'hai detto; anzi io vi dico: d'ora in avanti vedrete il Figlio dell'uomo assiso alla destra dell'Onnipotente, e venire sulle nubi del cielo". Allora il Sommo Sacerdote si stracciò le vesti dicendo: "Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo di testimoni? Ecco, avete sentito la sua bestemmia! Che ve ne pare?" Quelli risposero: "E' reo di morte!". Allora gli sputarono in faccia e lo percossero con pugni; altri lo schiaffeggiarono dicendo: "Indovina, Cristo: chi t'ha percosso?"

Matteo 26, 62 – 68

Due sono i reati di cui Gesù deve rispondere stando agli estensori dei vangeli ufficiali. Il primo di ordine civile e militare: il tentativo di impossessarsi del tempio cacciandone chi lo frequentava in base agli usi e alle tradizioni socio-religioso in quanto si riteneva figlio del dio creatore e, in quanto tale, padrone di ogni cosa e di ogni tradizione. Il secondo reato era la pretesa di essere considerato il figlio del dio padrone, al di fuori della legge con la pretesa di egemonizzare i comportamenti delle persone a suo uso e consumo. In una società come quella attuale, questa pretesa verrebbe circoscritta in un ospedale psichiatrico, ma nella società di allora equivaleva al reato di insurrezione contro i poteri dello Stato.

Entrambe le azioni erano tali da distruggere l'equilibrio sociale della Palestina. La morte per crocifissione, descritta nei vangeli, sta ad indicare da parte dell'evangelista che lui sarebbe stato condannato per il suo tentativo di colpo di Stato.

La questione vera consiste nel fatto che Gesù non è mai esistito e che il pazzo inventato dagli evangelisti, per essere funzionale alla loro propaganda, doveva essere condannato senza la definizione di un reato preciso per far apparire malvagi i giudici del dibattimento. Valutando i delitti di cui Gesù si è macchiato come mandante, i suoi reati sono talmente gravi da definirlo come il Male Assoluto.

Si è già detto in altra parte come il processo subito da Gesù, come descritto dai vangeli ufficiali, fosse un processo giusto. Gesù non è stato percosso e torturato prima del processo, ma quanto ha subito era parte della condanna. A differenza dei processi che i cristiani faranno a quelli che considerano eretici, Gesù fu giudicato per i crimini commessi e non per quelli estorti mediante tortura come faranno i suoi seguaci quando riusciranno ad impossessarsi del Comando Sociale. Sarà Giovanni, nel suo vangelo, ad indicare come vanno condotti i processi per far trionfare il cristianesimo: mai in pubblico e solo come "affare interno". Che l'imputato non si possa difendere in dibattito pubblico. Che sia torturato e quando l'imputato denuncia le torture, sia ridicolizzato e schernito.

Davanti al Sinedrio Gesù continua a delirare affermando che fra poco sarebbe arrivato sulle nubi con grande potenza.

Questa indicazione sarà l'unica indicazione dell'attività criminale messa in atto da Gesù descritta dal vangelo di Matteo e riportata praticamente pari pari sia da Marco che da Luca.

Nel vangelo di Marco esistono molti passi che si assumono il compito di spostare la venuta sulle nubi dal cielo del figlio del dio padrone dal momento presente ad un futuro da attendere.

Perché le altre due affermazioni vengono trasformate in Marco? Perché sono temporali! Determinano l'azione di Gesù in quel tempo e in quel momento e non spostano l'azione di Gesù fuori da quel tempo e da quel momento.

Innanzi tutto Marco risponde a Matteo. Quando Matteo dice: "In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga." Risponde Marco: "Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione.".

Se le sciocchezze di Matteo sembrano funzionali alla setta separata dal Sistema Sociale in cui vive, ma comunque sempre all'interno della Palestina, cioè con un preciso referente culturale, Marco deve cambiare tattica. Marco deve presentare il suo vangelo ai gentili i quali prima di accettarlo vanno a verificarlo. Quanto scrive Matteo è facilmente confutabile: "ha detto che sarebbero successe queste cose, queste cose non si sono verificate, ergo è un bugiardo e un millantatore". Marco non si rivolge più alla setta interna, si rivolge al mondo esterno. Marco deve cancellare il riferimento alla generazione.

Marco ha un'altra esigenza: deve sospendere indeterminatamente la minaccia. Deve fare quell'operazione che a Matteo non interessava in quanto il suo referente è la setta emarginata nel contesto sociale.

SEGUE TERZA PARTE...

Marghera, 03 maggio 1997

caricato in rete il 21 ottobre 2001

(controllo e formattazione, 08 dicembre 2014)

 

Valori morali e valori sociali

 

(controllo e formattazione, 08 dicembre 2014)

 

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Claudio Simeoni

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Gli ebrei e cristiani nella società

La nostra società emerge dall'odio cristiano. La nostra democrazia emerge dalla monarchia assoluta imposta dai cristiani. La società dei diritti dell'uomo emerge dalla società in cui dio aveva ogni diritto sull'uomo, anche quello di sterminarlo. Non esiste un concetto sociale, un'idea filosofica, che non sia emersione dall'ideologia cristiana di dominio dell'uomo sull'uomo.