L'uso dell'eroina
come alternativa al suicidio a Belluno.
Alternativa?

di Claudio Simeoni

Idee e riflessioni sulla società

 

Nella pagina "Terrorismo e incitamento al suicidio nel bellunese" si erano censurate le parole dei giornalisti de Il Gazzettino e della loro collaboratrice Alessandra Graziottin che, al di là della forma, erano un'esaltazione al suicidio dei ragazzi del bellunese. Un compiacersi di una situazione della quale evitavano di indicare le cause per continuare ad avere "materiale di cronaca" sul quale chiacchierare a vuoto. I ragazzi si suicidano e loro si compiacciono!

La situazione, vista dopo pochi mesi, rivela un altro aspetto dello stesso problema.

L'eroina è una droga che porta al suicidio delle persone. E' la droga della disperazione. L'eroina viene spacciata là dove qualcuno (i preti cattolici, le parrocchie e gli oratori; come ben sa sia i giornalisti de Il Gazzettino che la loro collaboratrice Alessandra Graziottin) ha costruito i ragazzi al fine di costringerli al vuoto esistenziale; alla disperazione.

Quando si costruito il vuoto e la disperazione, queste si manifestano come dolore all'interno delle persone che tentano di fermalo fermando la loro capacità di affrontare il futuro. Il dolore della disperazione è il dolore della mancanza di un futuro nel quale progettare e viene imposto dalla chiesa cattolica attraverso la preghiera, attraverso la costrizione a confidare nella provvidenza; attraverso l'impedimento all'individuo di manifestare i propri bisogni nella società civile per sottometterlo alla morale, alla convenzione, al conformismo che permette ai cattolici ci possedere l'individuo con tutto il suo cuore e la sua anima. Il cattolicesimo costruisce una gabbia di relazioni conformiste che spinge di fatto l'individuo al suicidio o a cercare soluzioni che, pur non rompendo le convenzioni, gli consenta di fermare il dolore dell'assoggettamento.

E così, qualcuno si stupisce del successo che l'eroina fra i giovani di Belluno. E, guarda caso, fra i "giovani bene", quella piccola e media borghesia cittadina che impegnata ad arraffare denaro si è dimenticata di essere cittadina della Repubblica e di avere dei doveri da ottemperare nella società civile. Si è dimenticata che i bambini sono dei cittadini che vanno attrezzati per affrontare il futuro e non delle bestie da allevare

Da Il Gazzettino edizione Belluno del 17.10.2007

Lotta alla droga. Venti...
Belluno

Lotta alla droga. Venti arresti, una ricerca di persona a piede libero e ben ottantadue perquisizioni domiciliari e personali. è una vera e propria guerra della Polizia contro la droga quella concretizzatasi ieri nell'"Operazione Mirco" che ha letteralmente gettato sotto sopra vari comuni. Al centro dell'attenzione il consumo e lo spaccio di eroina da parte di ragazzi ventenni, in gran parte incensurati e appartenenti a famiglie di media borghesia.
Un'azione che ha visto mobilitati, dalle 6 del mattino, 250 uomini, 82 equipaggi, unità cinofile e anche un elicottero.
L'origine dell'operazione risale allo scorso gennaio nell'ambito di un'attività info-investigativa finalizzata alla prevenzione e alla repressione del traffico di sostanze stupefacenti tra i giovani della provincia di Belluno, promossa anche a seguito di precise informazioni fornite da un ragazzo di nome Mirco, successivamente deceduto, al personale della sezione Antidroga della Squadra Mobile della Questura di Belluno. Ciò ha consentito di concentrare le indagini su D. S., P. J. S. e M. D. «Si tratta - ha spiegato il vicequestore Mauro Carisdeo - di ragazzi nati soprattutto nella fascia degli anni '80. Ma purtroppo vi è anche un minorenne, per la precisione un sedicenne».

E' il vuoto che hanno costruito i giornalisti de Il Gazzettino ogni volta che hanno esaltato le imprese di gentaglia come Scola; ogni volta che non hanno censurato l'attività di violenza nei confronti dei ragazzi costretti a pregare in ginocchio davanti ad un crocifisso. Ogni volta che hanno finto di non vedere il vuoto cittadino e tutte le strategie dogmatiche che quel vuoto produceva. E' responsabile il giornale Il Gazzettino in quanto, come quotidiano, ha spacciato atti di terrorismo come se fossero atti legali costruendo una distorsione della percezione della realtà fra i ragazzi del bellunese in collaborazione proprio con quei parroci cattolici che sono i responsabili del vuoto fra i ragazzi.

I giornalisti de Il Gazzettino sono contenti del disastro sociale che hanno contribuito a costruire, così avranno argomenti con cui riempire le pagine del loro giornale, come è contenta l'Alessandra Graziottin che evitando di indicare le cause del vuoto fra i ragazzi si è assicurata la possibilità di continuare a sparare le sue sciocchezze dalle pagine di quel giornale senza che nessuno la contraddica e spacciando una competenza che non ha (se non quella finalizzata a far danni nella società civile).

Intanto, mentre questi personaggi sparano le loro stupidaggini, pavoneggiandosi, i ragazzi di Belluno si suicidano o si riempiono di eroina!

Evviva Belluno la prima città per la qualità della vita in Italia!

Marghera, 24 ottobre 2007

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La lotta del cristianesimo contro le antiche religioni non è una lotta di idee, ma un insieme di crimini che oggi classificheremmo come terroristici e mafiosi. Tutt'oggi tali crimini continano nonostnte le leggi democratiche. Leggi che vengono disattese da cattolici che occupano ruoli Istituzionali.

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