I vignaioli perfidi e omicidi
vangelo di Marco 12, 1-12;
Matteo 21, 33-44; e Luca 20, 9-18

di Claudio Simeoni

Il libro, Gesù di Nazareth: l'infamia umana, contiene l'analisi ideologica di Gesù

Cod. ISBN 9788893322034

Parabola dei vignaioli perfidi o omicidi
nel vangelo di Marco, Matteo e Luca

George Washington: il vignaiolo perfido omicida

 

Vai all'indice su Gesù che legittima la violenza sui deboli

 

Il vangelo di Marco, ma la versione è anche in Matteo e in Luca, definisce la proprietà privata e i diritti delle persone. Il dio padrone dei cristiani afferma di aver costruito qualche cosa e di averla dato in affitto. Il bene che ha dato in affitto, non è un bene che si mantiene da solo, ma è un bene di facile deterioramento. Quel bene, la vigna, la torre e la siepe, continuano a vivere solo perché i vignaioli vi hanno lavorato e vi lavorano senza essere pagati.

Il dio padrone cristiano, anziché pagare coloro che hanno lavorato per mantenere il bene, pretende da questi denaro, ben sapendo che tale bene sarebbe stato distrutto dalla sabbia se loro non lo avessero annaffiato e seguito giorno dopo giorno.

Non solo il dio padrone non paga chi ha lavorato, ma da loro pretende denaro. Agisce come un bandito.

Siamo davanti alla definizione della ricchezza in un regime di monarchia assoluta in contrapposizione alla ricchezza di un regime democratico. Nella monarchia il re vive di rendita prendendo dai suoi schiavi o sudditi (chiamateli come volete). E' il re il soggetto portatore di diritti, non i sudditi al di là delle concessioni che può fare il re. Nella monarchia solo il re è "persona", i sudditi sono non-persone. In democrazia sono le persone portatrici di diritti. Il centro della struttura economica in monarchia è il patrimonio posseduto dal re, mentre, il centro della struttura economica in democrazia, è la capacità di lavorare delle persone che trasformano il presente vissuto in ricchezza e in felicità. Nella monarchia è il re che deve essere felice dell'obbedienza dei suoi schiavi; in democrazia sono le persone che costruiscono condizioni sociali di felicità.

Il re non ha la capacità di lavorare, il re possiede gli schiavi che lavorano attraverso il controllo di confini o di cose ottenuto mediante un esercito che incute terrore e impone obbedienza. Possedendo gli schiavi, qualunque sia il grado di violenza con cui li controlla, il re alimenta la propria felicità a discapito di quella dei suoi schiavi.

In queste condizioni tutto deve essere statico. La società è ferma su sé stessa perché il re non tollera nessun cambiamento che metta in discussione la sua felicità. Infatti, secondo Marco la vigna produce da sola, la torre non necessita di manutenzione la siepe è.

Scrive Marco nel suo vangelo:

Gesù si mise a parlare loro in parabole: "Un uomo piantò una vigna, vi pose attorno una siepe, scavò un torchio, costruì una torre, poi la diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano. A suo tempo inviò un servo a ritirare da quei vignaioli i frutti della vigna. Ma essi, afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote. Inviò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo coprirono di insulti. Ne inviò ancora un altro, e questo lo uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li bastonarono, altri li uccisero. Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio! Ma quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l'erede; su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra. E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri. Non avete forse letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri"? Allora cercarono di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. E, lasciatolo, se ne andarono.

Vangelo di Marco 12, 1-12

Già in altra parte si è detto come né a Marco, né a Matteo o altri evangelisti ufficiali fossero interessati a stabilire i criteri di formazione della proprietà privata e del diritto di possesso nell'ambito sociale. Se a prima vista questo appare irrilevante all'interno della strategia per il raggiungimento del controllo del possesso degli uomini che i vangeli impongono, dall'altro i principi presentati diventano importanti quando questi vangeli, sorti a parola divina e ad insegnamento di Gesù come figlio del dio padrone davanti al quale le persone vengono messe in ginocchio e costrette a credere, vengono applicati in modo automatico (come appresi dall'infanzia) in modo acritico diventando modello nel quale pensare i rapporti umani.

Il fatto che gli evangelisti cattolici omettessero le regole della formazione della proprietà privata, diventava importante per stabilire che nella società cristiana non esistesse una proprietà privata che non sia espressione del volere del dio padrone. Tutto appartiene al dio padrone che costruisce la vigna, mentre i vignaioli non possono costruire la vigna. Tutto appartiene al re, al dio padrone e nessuno può agire per costruire una vigna perché, se lo facesse, il re chiederebbe una tangente partendo dal presupposto che la terra su cui è stata costruita la vigna appartiene comunque al re, al dio padrone.

Dal che si deduce che la proprietà privata, esistente in quel momento nell'immaginario degli evangelisti, altro non è che manifestazione del dio padrone. Ne consegue che, qualunque mezzo venga usato per appropriarsi della proprietà privata rivendicata dal dio padrone, questo è relativo alla necessità di esistenza degli uomini contro la volontà di possesso degli uomini da parte del dio padrone al di là dei mezzi, comunque legittimi, usati dagli uomini per opporsi al dio padrone e alimentare il proprio diritto all'esistenza.

Marco nell'intera parabola limita l'azione dei vignaioli ai servi del dio padrone presupponendo che il dio padrone sia immune dall'azione dei vignaioli. Ci sono degli schiavi del dio padrone che vanno da persone, definite vignaioli (o coloni), che pretendono che questi si mettano in ginocchio davanti al dio padrone.

Il dio padrone di Marco non va dai vignaioli a dire: questo è il denaro per il vostro lavoro; per il tempo che avete lavorato nella vigna, ma, al contrario, pretende denaro per il loro lavoro. La monarchia assoluta vive di rendita; la democrazia vive di lavoro degli uomini.

Non a caso Solone dovette intervenire in maniera drastica perché l'accumulo del patrimonio al di fuori degli equilibri sociali portava alla distruzione della società.

Da un lato Marco non mette in discussione la formazione della proprietà privata da parte di chi afferma di piantare una vigna negando, di fatto, tale attività o tale possibilità d'azione ai vignaioli che devono dipendere da chi ha piantato la vigna, dall'altro pone colui che pianta la vigna fuori della portata operativa dei vignaioli armato e pronto ad ammazzarli tutti se non avessero obbedito.

I vignaioli, secondo Marco, sono in grado di agire soltanto nei confronti degli schiavi del dio padrone o al massimo contro suo figlio.

Marco non dice che il padrone dispone di eserciti con cui macellare i vignaioli, lascia i vignaioli disarmati davanti al terrore del dio padrone.

Marco omette di dirci perché il padrone della vigna ha tanto accanimento per riscuotere i proventi della vigna. Perché quel padrone non pianta tante vigne anziché far massacrare i suoi schiavi? Oppure, perché egli è tanto vigliacco da far ammazzare i suoi schiavi anziché affrontare egli stesso la situazione che tanto, come afferma Marco, quel padrone è comunque in grado di sterminarli e togliere loro la vigna? Perché, probabilmente, il padrone di quella vigna vive di più piaceri sadici. Da un lato deve rendere poveri i vignaioli. Pertanto, anziché piantare tante vigne e far sì che non sia necessario accanirsi, preferisce accanirsi e costruire le condizioni per giustificare il loro sterminio.

Lo sterminio dei vignaioli non è la conseguenza dell'atteggiamento dei vignaioli, ma è il fine per cui il padrone ha piantato la vigna. La vigna giustificava il padrone ad ammazzare i vignaioli in modo da avere vignaioli più schiavi e più sottomessi.

I malvagi non sono i vignaioli, ma il dio padrone che non solo non riconosce il loro lavoro, ma li massacra perché costoro non pagano per lavorare.

Il massacro è il momento centrale di tutto il discorso di Gesù.

Io vi massacro, dice Gesù, perché io sono il figlio del dio padrone e, in quanto tale, ho il diritto di massacrarvi. Io ho piantato la vigna e dunque io possiedo il patrimonio. Il fatto che voi schiavi, lavoriate, non vi fa fruitori di diritti, ma dovete pagarmi perché avete lavorato sul mio.

Il dio padrone di Matteo ha piantato la vigna al solo scopo di costruire sofferenze negli Esseri Umani che rifiutano di sottomettersi a lui. Il prezzo che egli chiede ai gestori della vigna è il prezzo del loro lavoro, del loro sacrificio senza che lui nulla dia in cambio. E' come dire, nella logica di Marco, che il suo dio padrone ha creato l'uomo affinché soffrisse e per soffrire deve pagare il dio padrone che gli consente di soffrire: in quelle condizioni, ogni società avrebbe ucciso Marco e il suo dio padrone, per delitti contro l'umanità.

Se vogliamo estendere l'esempio della vigna come l'esempio della vita che il padrone dà ai vignaioli in gestione, possiamo dire che i vignaioli non hanno concluso con il padrone nessun patto per il quale siano costretti a soffrire per soddisfare i suoi desideri.

Lo stesso vale per l'esempio, più politico, di Matteo in cui i vignaioli diventano i coloni. I coloni che vengono mandati dall'Inghilterra in America e che per conto del dio padrone macellano il popolo nativo americano e che, macello dopo macello, ritengono che l'America appartenga a loro cacciando il dio padrone, l'Inghilterra, dall'America e diventando una nazione indipendente, a sé. In quest'ottica, gli statunitensi sono considerati da Gesù una nazione perfida.

Scrive il vangelo di Matteo:

«Ascoltate un'altra parabola: C'era un padre di famiglia che piantò una vigna, la cinse di siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affittò a dei coloni e se ne andò lontano. "Quando giunse il tempo della vendemmia, mandò i suoi servi dai coloni per ricevere i propri frutti. "Ma i coloni, presi quei servi, uno lo bastonarono, un altro lo ammazzarono, e un altro lo lapidarono. "Di nuovo mandò altri servi in maggior numero dei primi, e i coloni li trattarono allo stesso modo. "Finalmente mandò loro il proprio figlio dicendo: "Rispetteranno mio figlio!". "Ma i coloni, visto il figlio, dissero fra di loro: "Costui è l'erede! Suvvia, ammazziamolo e avremo la sua eredità!". "E presolo lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. "Or, quando verrà il padrone della vigna, che farà a quei coloni? ». "Gli risposero: « Farà perire miseramente gli scellerati e affitterà la vigna ad altri coloni, che gli rendano il frutto al suo tempo ». "Disse loro Gesù: « Non avete mai letto nelle Scritture: "La pietra che gli edificatori hanno riprovata, essa è divenuta pietra angolare: ciò è stato fatto dal Signore, ed è meraviglioso agli occhi nostri"? "Per questo vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a una nazione che gli faccia produrre i frutti. "Colui che cadrà sopra questa .pietra, si sfracellerà; e quello sul quale essa cadrà, sarà stritolato ». "Udite queste parabole, i gran Sacerdoti e i Farisei compresero che parlava di loro, e cercavano di catturarlo; ma avevano paura delle turbe, che lo ritenevano per un profeta.

Vangelo di Matteo 21, 33-44

Questi "bastardi statunitensi" non hanno nemmeno rispettato il carico di the mandato dal loro dio padrone.

Nessun patto è stato stabilito all'inizio del contratto per il quale il dio padrone può pretendere una parte del prodotto della vigna. Egli non dà nulla in cambio ai vignaioli ai quali dimostra la sua incapacità nel gestire la vigna e pretende di derubare i vignaioli della loro capacità di gestire la vigna stessa. Pagare la tangente al re d'Inghilterra.

Se i vignaioli non avessero accudito la vigna, la vigna sarebbe marcita o seccata. Il fatto stesso che la vigna prosperi è il contratto stabilito dai vignaioli i quali non debbono nulla al padrone (il re d'Inghilterra) che ha abbandonato la vigna a sé stessa.

La pretesa del padrone di farsi pagare il dovuto dal prodotto della vigna è assolutamente arbitrario come era arbitraria la pretesa dell'Inghilterra, come di ogni Stato colonialista, di farsi pagare dalle colone. Nessun patto era stabilito all'inizio e nessun patto deve essere onorato se non quello per il quale il padrone ha rinunciato alla fatica di gestire la vigna preferendo darla in gestione rendendo, di fatto i cittadini delle colonie in diritto di costituire uno Stato indipendente.

Da qualunque punto di vista prendiamo l'episodio della vigna, sia esso dal punto di vista sociale, da quello economico, da quello esoterico, da quello puramente simbolico, assistiamo al fatto che non esiste un diritto oggettivo per il quale il padrone possa pretendere il pagamento di qualche cosa, esiste il desiderio puramente soggettivo, da parte di Marco, Matteo e Luca, di sottomettere gli Esseri Umani a delle decisioni puramente arbitrarie che vengono da loro imposte per rendere legittimo il genocidio del loro dio padrone.

Scrive Luca nel suo vangelo:

"Poi prese a dire al popolo questa parabola: «Un uomo piantò una vigna, l'affidò a dei coloni e se ne andò lontano per molto tempo. "Al momento opportuno, mandò un servo dai coloni, perché gli dessero la sua parte del raccolto della vigna. I coloni, invece, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote. Mandò allora un altro servo, ma bastonarono anche questo, l'insultarono e lo rimandarono a mani vuote. Ne mandò ancora un terzo; ma essi lo ricoprirono tutto di ferite e lo cacciarono fuori. Il padrone della vigna pensava: "Che devo fare? Manderò mio figlio, il prediletto; questo, spero, lo rispetteranno". Ma appena quei coloni lo videro, fecero questo ragionamento fra di loro: "Egli è l'erede! Ammazziamolo, e l'eredità sarà nostra!". E gettatolo fuori dalla vigna, l'uccisero! Che farà, dunque, il padrone della vigna? Verrà, farà perire questi coloni e darà la vigna ad altri ». A queste parole, essi dissero: «Non sia mai! », "Allora egli, fissando lo sguardo sui loro, disse: «Che significa dunque quello che è stato scritto: "La pietra che i costruttori hanno rigettato, questa è diventata capo d'angolo"? "Chiunque cadrà sopra questa pietra, si sfracellerà, e colui sul quale essa cadrà, sarà stritolato ». I gran Sacerdoti e gli Scribi cercavano di mettergli le mani addosso in quel momento, ma ebbero paura del popolo; infatti, avevano compreso che Gesù aveva detto per loro quella parabola.

Vangelo di Luca 20, 9-18

Come si vede, nessuno dei tre evangelisti prende in considerazione i diritti dei coloni i quali, coalizzatisi contro il re d'Inghilterra, che rappresenta il dio padrone, ne spazzano via i servi che erano venuti a chiedere il pagamento del dovuto.

Che cos'è la pietra d'angolo usata da Marco, Matteo e Luca.

E' un elemento che appartiene alle religioni misteriche. Sono quegli uomini attraversati da tensioni emotive (come i coloni o i vignaioli che vivono con passione la loro esistenza) e che il potere di comando, Gesù o il dio padrone, nel loro assoluto narcisismo e delirio di onnipotenza, insultano, emarginano e tendono a scartare dalla società.

Questi uomini sono i costruttori di futuro perché attraversati dalle tensioni emotive della vita, solo che Marco, Matteo e Luca si servono della frase per richiamare l'attenzione come se loro volessero parlare di sé stessi come pietre d'angolo quando sono, al contrario, i distruttori delle aspettative e delle aspirazioni umane.

L'atrocità di Marco è l'affermazione con la quale conclude la sua storiella secondo la quale ecco il dio padrone venire e sterminare quei vignaioli dando la vigna in gestione a qualcun altro.

Con questo diritto allo sterminio Marco avvalla e giustifica ogni sterminio commesso dalla chiesa cattolica e dai suoi preti. I preti la chiesa cattolica vengono rappresentati come i servi e gli schiavi che vanno dagli Esseri Umani chiedendo loro di alimentarli e sottomettersi a loro che sono emissari del padrone della vigna.

L'esercito inglese, al servizio di Sua Grazia il re d'Inghilterra per volontà di dio e rappresentante di dio in terra, va per sterminare quei coloni che non hanno voluto sottomettersi all'autorità del padrone.

I coloni misero in atto un conflitto, tra il 1775 e il 1783, che oppose le tredici colonie nordamericane, diventate successivamente gli Stati Uniti d'America, al re d'Inghilterra.

Proviamo a leggere in questa chiave il vangelo di Marco sui vignaioli o i coloni, perfidi.

Il vangelo di Marco sui vignaioli "perfidi" assume questo significato:

Gesù si mise a parlare loro in parabole: "L'Inghilterra occupò il Nord-America fece costruire delle città e dette i terreni agricoli ai coloni (vignaioli). Poi lasciò che i coloni si arrangiassero andando a macellare e conquistare altri popoli in Asia e in Africa.

A suo tempo, il dio padrone, l'Inghilterra, inviò un servo a ritirare dai coloni nord-americani, i vignaioli, "lo Sugar Act (che imponeva alti dazi sui prodotti di importazione dalla madrepatria alle colonie) e lo Stamp Act (che imponeva un bollo sui documenti ufficiali e sui giornali); inoltre il dio padrone, la madre patria, ribadiva il proprio monopolio industriale vietando di fatto lo sviluppo autonomo delle colonie (le vigne), preoccupandosi, com'era ovvio, non tanto dei loro particolari interessi, quanto degli interessi globali dell'impero."

Ma i vignaioli, afferrato il servo del dio padrone, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote.

I commercianti americani di tè, e le organizzazioni che negavano la sottomissione al dio padrone (Sons of Liberty), organizzarono il boicottaggio delle merci inglesi (del dio padrone): questa azione culminò in un episodio particolarmente clamoroso, quando alcuni "vignaioli", Figli della libertà, travestiti da Indiani, assalirono le navi della Compagnia delle Indie (il servo del dio padrone Inghilterra) alla fonda nel porto di Boston e gettarono in mare il carico di tè (episodio noto come Boston Tea Party, del 16 dicembre 1773).

Allora il dio padrone inviò ai vignaioli (coloni) di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo coprirono di insulti.

Il dio padrone, re Giorgio III e il governo di Londra reagirono violentemente alle azioni fate dai "vignaioli" di Boston: nell'aprile 1774 il dio padrone per punirli fece approvare quattro leggi che fra i "vignaioli" d'America assunsero il nome di "le Quattro leggi intollerabili (Intolerable Acts)". Questi decreti prevedevano fra l'altro la chiusura punitiva del porto di Boston dal 1º giugno 1774 fino al momento in cui non fosse stato risarcito il danno economico della distruzione del tè.

Il dio padrone inviò un altro servo per riscuotere la tangente, e ancora i "vignaioli" lo uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li bastonarono, altri li uccisero.

Oltre ad altre disposizioni sull'amministrazione della giustizia e obbligo di pagare l'alloggiamento delle truppe del dio padrone (Inghilterra), venne promulgato soprattutto il Massachusetts Government Act che sottraeva al controllo dei coloni l'elezione dei consigli, assegnando ogni potere amministrativo al governatore inviato da Londra (il servo del dio padrone); a maggio 1774 il generale Thomas Gage assunse l'incarico di governatore dello stato del Massachusettes e capo militare con pieni poteri.

L'Inghilterra, il dio padrone, aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio! Ma quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l'erede; su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra. E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.

Il dio padrone mandò dai "vignaioli" suo figlio il 17 maggio 1774, in ottemperanza alle dure misure legislative del Parlamento britannico e all'arrivo a Boston del generale Thomas Gage come governatore e nuovo comandante in capo con pieni poteri.

Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri.

Il 23 agosto 1775 Giorgio III prese la decisione formale di dichiarare con un apposito proclama lo "stato di ribellione" delle colonie; nel proclama si ordinava alle forze armate britanniche di reprimere con la forza la ribellione e di punire gli "insurgents" ("insorti"), "autori, esecutori e complici di quei disegni proditori" Il Parlamento britannico sostenne a grande maggioranza la posizione del re (il dio padrone).

Il dio padrone, padrone della vigna e degli uomini, è andato a sterminarli per dare la vigna ad altri "vignaioli" o ad altri "coloni". Ma noi sappiamo come è andata a finire.

Dopo varie battaglie fra il dio padrone di Marco, Matteo e Luca e i "vignaioli", con la sconfitta del dio padrone, Inghilterra, a Yorktown contro i "vignaioli", guidati da George Washington e dal generale Jean-Baptiste de Rochambeau, il dio padrone fu sconfitto. Questo segnò la sconfitta definitiva del dio padrone che voleva sterminare i "vignaioli". Il trattato di Parigi, firmato nel 1783, pose ufficialmente fine al conflitto, già concluso di fatto tra il 1781 e il 1782.

172.000 servi del dio padrone si spostarono in altre colonie o tornarono in Inghilterra.

E qui, sia Marco che Matteo e luca, parlano della pietra d'angolo che ha schiacciato il dio padrone. Dicono:

Non avete forse letto questa Scrittura: la pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dai "vignaioli" è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri"?

In questo modo deve essere interpretato il Vangelo di Marco 12, 1-11

Testo revisionato e modificato per la pubblicazione 25 novembre 2015

08.02.2000

NOTA: Le citazioni dei vangeli sono tratte dalla bibbia delle edizioni Paoline 1968

 

Vai alla presentazione di questa serie di analisi dei vangeli

 

Modificato per la pubblicazione il 22 novembre 2015

Indice del primo Male.

 

L'odio di Gesù, continua in questa pagina.

Vai all'indice generale del sito

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Aggressione di cristiani alle statue pagane 2015

Gesù e il cristianesimo

Il cristianesimo è un modo per distruggere il divenire degli uomini. Per capire la strategia di distruzione dell'uomo del cristianesimo è necessario leggere i vangeli e interpretarli alla luce dell'uomo ridotto in schiavo obbediente, oggetto di possesso e privato della propria capacità di vivere e abitare il mondo in nome del dio cristiano che altri non è che il Macellaio di Sodoma e Gomorra, il criminale che ha distrutto l'umanità e la Natura col Diluvio Universale e che ordina il genocidio dei popoli per favorire i criminali del Popolo Eletto.