Il significato militare dell'essere vigili
come Gesù controlla l'esercito e il fine del suo uso
Vangelo di Luca 12, 35 - 53

di Claudio Simeoni

Il libro, Gesù di Nazareth: l'infamia umana, contiene l'analisi ideologica di Gesù

Cod. ISBN 9788893322034

Essere vigili e perché
nel vangelo di Luca 12, 35-53

 

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L'ideologia espressa da Luca in questo brano del vangelo, noi l'abbiamo già trovata nei vangeli di Matteo e di Marco.

Per esempio, abbiamo visto espresso il principio dello schiavo amministratore nel vangelo di Matteo 24, 45-51, oppure, la vigilanza delle vergini sagge e stolte che attendono lo sposo nel vangelo di Matteo 25, 1-13, Nel vangelo di Luca è necessario essere vigilanti per non essere frustati o, come dice questa bibbia, flagellati. Ma, per essere flagellati è necessario, prima, essere servi e schiavi di Gesù. Solo se si accetta soggettivamente di essere servi e schiavi di Gesù, si consente a Gesù di flagellare quelle persone. Perché Gesù frusta solo il suo servo parte di un esercito con cui vuole distruggere il mondo e le società civili. Dice nel vangelo di Luca, che riprende il passo di Matteo secondo cui Gesù non è venuto per portare la pace ma la spada: "Credete che io sia venuto a mettere la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. Perché d'ora in poi, cinque persone in una casa saranno divise, tre contro due e due contro tre."

Per questo Gesù frusta i sui adepti, i suoi servi, altrimenti non può farli funzionare per distruggere le società civili e tante più botte dà Gesù ai suoi seguaci tanto più questi sono coscienti, ma non condividono, l'odio e la violenza di Gesù contro la società civile. Infatti, coloro che Gesù bastona o frusta, sono i suoi servi, i suoi seguaci mentre, agli altri, ritiene di doverli pestare di meno.

Questa combinazione di principi fatta da Luca, anche se richiama principi espressi in altri vangeli, vien combinata in maniera diversa per renderla funzionale ai suoi progetti personali.

Scrive Luca nel suo vangelo:

«Abbiate sempre i fianchi cinti e le lucerne accese, siate voi come uomini in attesa che il loro padrone ritorni dalle nozze, per potergli aprire appena arriva e bussa alla porta. Beati quei servi che il padrone, al suo ritorno, troverà vigilanti! lo vi dico, in verità, che egli si cingerà, li farà mettere a tavola e si presenterà per servirli. Sia che giunga alla seconda o alla terza vigilia, beati quei servi che egli troverà vigilanti. Sappiate bene questo, che se il padrone di casa sapesse a che ora vuole venire il ladro, starebbe in guardia e non lascerebbe mettere a soqquadro la casa sua. Anche voi tenetevi pronti, perché nell'ora che non supponete il Figlio dell'uomo viene ». Allora Pietro gli domandò: «Signore, questa parabola la dici per noi o per tutti? ». Il Signore soggiunse: «Qual è l'amministratore fedele e prudente, che il padrone metterà a capo dei suoi domestici, per dar loro la rispettiva porzione di cibo nel tempo stabilito? Beato quel servo che il padrone, al suo ritorno, troverà ad agire in tal modo! In verità, vi dico che lo costituirà capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo dice dentro di sé: "Il mio padrone tarda a tornare", e si mette a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e ad ubriacarsi, il padrone di quel servo giungerà nel giorno in cui meno se le aspetta e nell' ora che non sa; lo castigherà e la sua sorte sarà fra gli infedeli. Quel servo che, conoscendo la volontà del padrone, non dispone e non fa secondo il volere di lui, sarà aspramente flagellato, mentre colui che non la conosce, ma opera in modo da meritare delle percosse, ne riceverà meno. Molto sarà richiesto a colui che molto ha ricevuto, e più si esigerà da colui al quale molto è stato affidato. «Sono venuto a portar fuoco sulla terra, e quanto desidererei che fosse già acceso! "Devo ricevere un battesimo e quanto mi sento angustiato, finché non sia compiuto! Credete che io sia venuto a mettere la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. Perché d'ora in poi, cinque persone in una casa saranno divise, tre contro due e due contro tre. Saranno divisi il padre contro il figlio, il figlio contro il padre, la madre contro la figlia e la figlia contro la madre, la suocera contro la sua nuora e la nuora contro la suocera ».

Vangelo di Luca 12, 35 - 53

Il discorso che fa Gesù sul servitore spietato è un discorso che oscilla fra la volontà criminale e la pratica della delinquenza.

Avete mai notato che Gesù non parla mai contro il padrone? Sparla dello schiavo, del servitore, del sottoposto, ma per Gesù il padrone è sempre perfetto.

Questo perché nei vangeli, ogni volta che si parla di un re o di un padrone o, ancora, di un padre, si parla di Gesù stesso. Lui è il padrone che si diverte nel costringere le persone fra pianti e stridor di denti. L'unica variazione si ha quando la situazione non rappresenta una relazione sociale, ma uno scontro fra "padroni" che si contendono il controllo del gregge. Gesù inveisce e diffama i Farisei perché sono di una "diversa" religione. I Farisei custodiscono la tradizione, Gesù vuole imporre sé stesso come padrone della tradizione. Se nei vangeli appare un Gesù senza potere sociale (come il Socrate descritto da Platone) che non può permettersi di torturare la persona, in realtà, dal momento che non è mai esistita una persona di nome Gesù, questa violenza contro i più deboli imposta da Gesù, è la sostanza del nome "Gesù". E' questa violenza del più forte contro il più debole a chiamarsi Gesù. Contrabbandata come una persona che minaccia, questa violenza è il fondamento criminale della società civile.

Anche Luca parte dal presupposto che lo schiavo non sia portatore di diritti. Una non persona. E' una costante ideologica in tutti i vangeli. L'unica speranza per lo schiavo è la benevolenza del padrone. Dove il padrone pretende e non chiede, non espone sé stesso né ha limitazioni nelle sue azioni se non nella sua impotenza ad affrontare la vita e nella necessità di disporre di schiavi altrimenti è un incapace sia ad amministrare la casa sia dello svolgimento di una qualche mansione.

Luca, come ogni evangelista cattolico, espone il diritto del Potere di Avere, il diritto al possesso delle persone. Un possesso talmente totalizzante che al posseduto nulla è concesso se non la benevolenza di chi lo possiede come se questa fosse l'unica condizione dell'esistenza umanamente concepibile.

Eppure, il padrone descritto da Luca, è un padrone incapace, impotente. La sua impotenza è tale da manifestarsi nelle minacce a cui sottopone chi non si può difendere.

Aprite la porta all'arrivo del padrone. Apritegli la porta nel servirlo e lui vi servirà. Servire è l'unica forma di relazione fra gli uomini concepita da Luca e imposta dal suo vangelo. Servitemi, afferma la chiesa cattolica, solo in questo modo voi sarete serviti dal padrone. Servire, servire, nient'altro che servire.

Gli Esseri Umani servi del padrone che li minaccia e li ricatta. Gli Esseri Umani schiavi della chiesa cattolica che non riuscendo ad ottenere nulla da essi se non con la violenza, la costrizione, innalza roghi a maggior gloria del suo padrone.

Beati gli schiavi pronti a servire il padrone. Loro non saranno bastonati. Il padrone verrà quando vorrà. Farà quello che vorrà: perché Luca afferma che il padrone li servirà? Perché il padrone descritto da Luca non ha nulla da dare agli Esseri Umani se non alimentando il loro stato di schiavitù.

A Roma, durante le feste dei Saturnali, si verificavano inversione dei ruoli nelle case patrizie, ma soltanto per ricordare al patrizio la fatica quotidiana che i suoi schiavi facevano e per ricordargli che quello non era uno stato divino, ma doveva essere ricordato per non venir preteso come assoluto. E' a questa inversione dei ruoli che fa riferimento a Luca. A Roma questa era un'azione cerimoniale, pertanto un'inversione dei ruoli che serviva per onorare Saturno. Luca la trasferisce come premio del dio padrone nei confronti dello schiavo meritevole, in base al suo giudizio personale, di tale premio. Un premio al soggetto che obbedisce, non un omaggio alla vita.

Luca non sa nemmeno cosa sia un omaggio alla vita.

Per lui gli Esseri Umani sono solo oggetto di possesso del suo dio padrone che devono essere pronti a servirlo in ogni istante della loro esistenza, pena il terrore delle bastonature o delle frustate.

Il concetto che noi abbiamo di schiavitù non è quello che vigeva a Roma, ma è quello che i cristiani hanno applicato in particolare ai deportati africani in America: è il concetto dello schiavo descritto dai vangeli per volere di Gesù.

Perché il pazzo di Nazareth davanti al quale i cristiani mettono in ginocchio i loro figli costruisce le relazioni con gli Esseri Umani soltanto bastonandoli qualora non lo accolgano, non si sottomettano o non si mettano in ginocchio. Gli Esseri Umani, secondo Gesù, non si devono mettere in ginocchio perché lui altrimenti li bastona, ma perché devono ritenere il mettersi in ginocchio davanti a Gesù una cosa giusta e doverosa. Solo qualora essi non ritengano una cosa giusta e doverosa mettersi in ginocchio, allora Gesù si ritiene in diritto di bastonarli o frustarli o li getta là dove è terrore e stridor di denti.

Devono mettersi in ginocchio perché non hanno alternativa, ma nello stesso tempo devono amare il loro mettersi in ginocchio.

Non credo che storicamente si possano incontrare aberrazioni maggiori di quelle rappresentate da Gesù nei vangeli.

La costruzione che fa Luca e che ho postato, si può dividere in tre parti. La terza parte (Luca 12, 49-53) è la parte che definisce le finalità di Gesù nel mettere in atto la sua azione. Dalle finalità dichiarate da Gesù emerge l'attività di eversione dell'ordine sociale e la volontà di Gesù di distruggere la società civile per impadronirsene.

La prima parte, il concetto di essere vigili (Luca 12, 35-40), viene usato da Gesù nel senso di preparare gli eserciti. Cingersi i fianchi per ottemperare alle finalità che Gesù si è prefisso come descritto nella terza parte.

La seconda parte del racconto di Luca è l'insieme di minacce e di terrore che Gesù intende incutere nei suoi seguaci affinché non abbandonino il compito di distruggere la società civile nell'attesa del suo ritorno (riconoscere i tempi in Luca 12, 54-57).

Questo sistema costruito da Luca è un sistema militare con finalità militari molto più marcate di quelle esposte negli altri vangeli.

Dal momento che Gesù non ritorna sopra le nube con grande potenza, il rimanere vigili dei seguaci di Gesù li trasforma nell'esempio per il quale Gesù diceva che dovevano essere vigili. Essere vigili contro un ladro che può entrare in casa, alla lunga, trasforma l'individuo che è vigile nel ladro dal quale dovrebbe guardarsi.

Chi scassina la casa? Il ladro?

Che cos'è la casa? E' l'Essere Umano!

E' il processo attraverso il quale l'Essere Umano vive e si proietta nell'oggettività in cui è nato. Viene il ladro a scassinare la sua vita ed egli deve essere pronto ad affrontarlo. Per affrontare il ladro che scassina la sua vita deve preparare sé stesso ad affrontarlo, in qualunque momento egli arrivi. Così è anche per il padrone. Perché servirlo nell'attesa che arrivi? Tanto vale prepararsi all'arrivo di quest'individuo che pretendendo di essere servito e in realtà altro non fa che scassinare la vita di quello che lui considera il suo schiavo.

Cosa dà il padrone allo schiavo che lo sta servendo? Nulla! Si limita a servirlo omaggiando sé tesso e la sua abilità nel mettere in ginocchio chi non si può difendere. Dunque, il ladro dal quale l'individuo deve essere pronto a difendersi è proprio il padrone. L'individuo non sa quando questi arriverà per compiacersi nel vederlo in ginocchio; tanto vale che l'individuo si prepari ad affrontarlo come un ladro che intende rubargli la vita.

Tenetevi pronti ad affrontare il ladro:

"Anche voi tenetevi pronti, perché nell'ora che non supponete il Figlio dell'uomo viene."

Vangelo di Luca 12, 40

Perché Luca corre questo pericolo nel formulare in questo modo la sua storiella?

Perché Luca deve rubare quanto può dalle religioni misteriche. Nelle religioni misteriche (da Eleusi al culto di Iside, dal culto di Orfeo a quello di Adone e Dioniso, ecc.) l'individuo si costruisce; l'individuo costruisce sé stesso per essere pronto ad affrontare lo sconosciuto quando si presenta e per come si presenta. Nelle religioni misteriche il soggetto che si costruisce è l'individuo, non la sottomissione di un Essere Umano ad un dio padrone.

Luca ruba dalle religioni misteriche un insegnamento che appartiene al Potere di Essere e o trasforma all'interno del Potere di Avere, del possesso, di cui Gesù è l'ideologo. Possedere gli individui: dunque, gli individui sottomessi all'arrivo del ladro! Il suo profeta come ladro della vita che si appropria degli Esseri Umani schiavi che possiede e che di loro dispone: anche di servirli qualora si compiaccia di ciò. "Condannato alla prigione fintanto che piaccia a sua maestà!" è la formula della condanna all'ergastolo usata in Inghilterra dalla magistratura. Una formula derivata dal concetto secondo cui gli Esseri Umani sono schiavi di un padrone e tali devono continuare ad essere.

Il padrone calibra le bastonate; il padrone premia facendo dello schiavo fedele un padroncino di altri schiavi.

Alla domanda di Pietro, Gesù si rivolge a lui considerandolo un amministratore! E' importante questo in quanto Gesù considera Pietro un bastonatore di uomini quando questi non obbediscono o non fanno quello che il loro padrone si aspetta da loro. Per il Gesù descritto da Luca, l'amministratore fedele è colui che distribuisce la razione di cibo agli schiavi: la miseria del suo padrone! Nel momento stesso in cui dispensa la razione di cibo a chi mangia, così dispensa anche le bastonate allo schiavo a lui sottoposto che non ottempera agli ordini. Questo schiavo sarà dal padrone messo a capo dei suoi schiavi: acquisterà il diritto di bastonarli. Oppure, se non è stato sufficientemente sottomesso, bastonando non per sottomettere al suo padrone, ma per piacer suo, allora il padrone lo metterà fra gli infedeli, quelli che procureranno piacere al padrone mentre egli li bastonerà o li farà bastonare dai suoi schiavi fedeli. Bastonerà tutti gli Esseri Umani in quanto tutti gli Esseri Umani sono suoi schiavi: la chiesa cattolica provvederà intanto a bastonarli, torturarli, massacrarli. In fondo, pensate quanto è buono il padrone Gesù, quelli che faranno cose che il padrone considera meritevoli, saranno bastonati solo un poco.

Quale squallore.

Come termina Luca questo raccontino?

Il pazzo di Nazareth afferma di essere venuto a portare il fuoco sull'Essere Terra. Non il fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza: per quel fuoco il possesso, l'ideologia di Gesù, è l'essenza del male. Quale fuoco è venuto a portare? Il fuoco del Potere di Avere: il fuoco della distruzione.

Il fuoco della distruzione degli Esseri Umani mentre danno l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza. L'orrore della sottomissione! Un orrore di cui si compiace Luca che distrutta la sua vita asservendola al pazzo di Nazareth e al macellaio di Sodoma e Gomorra intende sviluppare questa distruzione espandendola all'interno dell'intero genere umano.

Luca deve sviare l'attenzione del lettore dal suo padrone bastonatore. Chissà che il lettore, sbagliando posizione, anziché pensarsi colui che merita di essere servito a tavola dal padrone e assegnato alla bastonatura dei cattivi non si identifichi in chi viene bastonato. In quel momento rischia di realizzare l'infamia del messaggio di Luca e della sua pretesa di bastonare chi non si può difendere. Ecco che Luca provvede presentando il bastonatore di indifesi come un povero "angosciato", triste.

Ai bastonati, quasi quasi viene voglia di essere tristi per l'angoscia del bastonatore. Lui, il pazzo che bastona di Luca, è angosciato perché deve bastonarvi. Vedete, voi che dovete essere bastonati quanto è angosciato il vostro bastonatore? Siate tristi per lui e accettate gioiosi le bastonate che lui vi dà rattristandovi non per le bastonate, ma per la tristezza del bastonatore.

Quale miserabile infamia!

Questa direttiva dottrinale viene usata abbondantemente dai cristiani che ai bambini che vivono situazioni angosciose, aprono le emozioni alla sofferenza del bastonatore. Povero pazzo di Nazareth, quanto soffre. Tu, bambino, che dici di soffrire non devi pensare a quanto noi lavoriamo per farti soffrire, ma devi essere triste perché il pazzo di Nazareth sta soffrendo: questo è il messaggio dei cattolici a chi non si può difendere per poterli ancora bastonare.

Marghera, 08 febbraio 2000

Revisione per la pubblicazione, Marghera, 26 novembre 2015

NOTA: Le citazioni dei vangeli sono tratte dalla bibbia delle edizioni Paoline 1968

 

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Il cristianesimo è un modo per distruggere il divenire degli uomini. Per capire la strategia di distruzione dell'uomo del cristianesimo è necessario leggere i vangeli e interpretarli alla luce dell'uomo ridotto in schiavo obbediente, oggetto di possesso e privato della propria capacità di vivere e abitare il mondo in nome del dio cristiano che altri non è che il Macellaio di Sodoma e Gomorra, il criminale che ha distrutto l'umanità e la Natura col Diluvio Universale e che ordina il genocidio dei popoli per favorire i criminali del Popolo Eletto.