Ho parlato molto del "mondo del tempo" dove ogni accadimento, comunque lo collochi la ragione, è sempre presente. E’ come dire che i mutamenti degli oggetti del mondo scorrono attraverso un mutamento dopo un mutamento, ma il tempo, in cui scorrono, è fermo. A cambiare è il mutare, non il tempo che contiene ogni mutamento, abitando gli oggetti che mutano per diventare qualche cosa che ancora non sono.
E' la condizione psicologica che permette alle persone di citare Platone o Aristotele come se fossero presenti, ignorando la condizione razionale del tempo in cui sono vissuti e le necessità per le quali hanno prodotto quelle citazioni.
Nel mondo della ragione, il tempo si presenta come mutamento. La terra muta la sua posizione attorno al sole e noi misuriamo il tempo. Solo che noi misuriamo solo il mutamento. Il passaggio da un punto ad un altro nel cielo rispetto ad un punto che soggettivamente vogliamo ritenere come fisso.
Il mutare degli oggetti, lo chiamiamo tempo. Per questo McTaggart afferma che il tempo non esiste, ma esiste solo il mutare degli oggetti e la sequenza dei mutamenti che noi ordiniamo cronologicamente.
Il tempo, privo di mutamento, esiste ed è l'oggettività abitata da oggetti privi di mutamento.
Abitare il tempo significa: non mutare. E, per quanto ci riguarda, non muta ciò che è stato nel mondo della ragione.
Il "ciò che è stato" abita il presente della ragione all'interno del mutamento che ha generato. Cessando la partecipazione a quel mutamento si è fissato nel mutato e le sue trasformazioni sono presenti nel mutato, pronto a partecipare a nuove mutazioni qualora le condizioni richiamano la sua presenza alla coscienza.
Il mondo del tempo è abitato dagli oggetti della coscienza e della consapevolezza, dove l'oggetto assume sostanza e rappresentazione solo nel suo mutare che appare fermo in un presente. Nel mondo della forma noi osserviamo un soggetto con un corpo materiale. Quel corpo materiale emana emozioni, coscienza e consapevolezza che appaiono come oggetti fisici nel mondo del tempo nel momento stesso che la coscienza e la consapevolezza si espandono e le emozioni assumono sostanza veicolandosi nel mondo razionale.
Coscienza e consapevolezza sono ciò che un soggetto è, come nel mondo della ragione. La mia coscienza e la mia consapevolezza è ciò che sono. La mia ragione è ciò che uso nel mondo della forma. Nel mondo della ragione non si presentano coscienza e consapevolezza; si presenta la forma del soggetto dalle cui azioni si deduce la sua coscienza e la sua consapevolezza in relazione alla coscienza e alla consapevolezza dello spettatore.
Nel mondo della ragione, le emozioni vengono veicolate mediante le azioni. L'emozione in sé è relazione e comunicazione che la ragione disconosce come oggetto in sé per considerare le emozioni un'eccitazione del corpo e della mente; come espressione di parti del corpo, ma non come oggetti in sé, indipendenti dalla ragione, che costruiscono legami con il mondo.
La ragione nega che esista una comunicazione priva di parole, di verbo. La comunicazione emotiva è priva di parole e la sua comunicazione non è in grado di giungere alla coscienza razionale superando il controllo della ragione. La ragione cede alla comunicazione emotiva soltanto quando si presenta sotto forma di intuizione, sussulto emotivo o sotto forma di sensazione. Oppure, quando la ragione è frustrata nella sua descrizione del mondo, viene bloccata o si blocca. Allora la ragione cede una parte del controllo della coscienza, tende a ritirarsi per sopravvivere e riprendere, subito dopo, il controllo della coscienza. In quel momento l’emozione si presenta alla coscienza, introduce un diverso modo di “guardare il mondo” per ritirarsi subito dopo. In questo modo l’emozione fissa una diversa coscienza che diventa “oggetto” nel mondo del tempo mentre, nel mondo della ragione, la ragione riprende il controllo fagocitando parte delle nuove informazioni suscitate dall’arrivo dell’emozione.
Nel mondo del tempo, la ragione non ha il controllo della coscienza e della consapevolezza. La comunicazione emotiva invade la coscienza e questa vive una specie di “doppia vita”. La vita della parola e della necessità di descrivere il mondo mediante le parole e il suo abitare il mondo, privo di parole, che le parole non sono in grado di descrivere, ma che necessita di azione nelle relazioni.
La coscienza, che appare nel mondo del tempo, è fissa nel suo presente in cui sono presenti tutti i mutamenti attraversati da quella coscienza, attraverso l'attività del corpo, come patrimonio di possibilità della coscienza.
La coscienza abita il mondo del tempo, cerca relazioni nel mondo del tempo. Libera dalle costrizioni della ragione, si alimenta di emozioni non mediate dalle necessità della ragione di controllare il corpo mediante la parola.
Mentre nel mondo della ragione le emozioni vengono mediate dalle azioni e dalle necessità quotidiane della vita del corpo, le emozioni abitano il mondo del tempo coinvolgendo l’intero corpo in cui le emozioni abitano.
Dopo queste brevi riflessioni, ricordando che nel mondo del tempo gli oggetti, diversi dalla coscienza e dalla consapevolezza, appaiono perché si trasformano e non appare l’oggetto, ma la trasformazione, il movimento, che è l’oggetto in sé; si deve ricordare che l'universo che viviamo è uno solo. Un solo mondo. Sia che lo abitiamo con il corpo in quanto mondo della ragione, sia che lo abitiamo con la coscienza e la consapevolezza, svincolate dalla ragione, come mondo del tempo, sia che lo abitiamo con le emozioni immergendoci in un mondo emotivo che la ragione chiama “caos”.
Un solo mondo che si percepisce e si abita in modi diversi. Mondi diversi dello stesso mondo. Mondi diversi dai quali Zeus ci vuole proteggere elevando solide mura di bronzo affinché gli Esseri della Natura siano confinati nella ragione finché non hanno abbastanza potere per superare quelle porte e accedere alle altre percezioni della realtà permettendo alla loro ragione di riprendere il controllo della coscienza dopo essere stata estromessa per superare quelle barriere.
Con la riflessione sul tempo concludevo il quinto volume della "Teoria della Filosofia Aperta".
Metafisica del tempo nel quinto volume della Teoria della Filosofia (sesta sezione):
Testo mio, Claudio Simeoni
a) Coscienza, tempo, emozioni e ragione: riflessioni sparse sul tempo come mondo e la coscienza.
Fine della Metafisica del tempo nel quinto volume della Teoria della Filosofia (Sesta sezione).
Sito di Claudio Simeoni
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
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e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Ultima modifica ottobre 2025
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