Eraclito affermava che: "Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato".
Non è l'acqua che scorre, come vorrebbe Platone, ma è l'uomo che muta e cambia e ogni volta che scende nel fiume non è mai lo stesso uomo.
La filosofia metafisica è, in sostanza, la ricerca della verità della soggettività e dell'oggettività, in sé e per sé.
I limiti della conoscenza sono i limiti propri del soggetto che vuole conoscere, nell'attimo attuale in cui afferma di conoscere.
Se la possibilità della conoscenza dell'intero esistente è una possibilità che sollecita la fantasia della ragione, il conoscere è un processo di trasformazione soggettivo che può essere favorito, ma non può essere dato in quanto la conoscenza si deve conquistare mediante l'esperienza del proprio vissuto nella relazione fra soggetti.
Né per i soggetti, né per un immaginario assoluto "Tutto", esiste la conoscenza dell'universo perché non esiste qualche cosa che sia statico nell'universo e che, sia pur con tempi diversi, non modifichi la propria rappresentazione rispetto ad altri soggetti o all'oggettività come insieme.
L'errore fondamentale della filosofia metafisica come trattata, se di errore si può parlare e non di una precisa volontà criminale, è quella di aver considerato l'uomo che comprende il mondo e non il mondo che comprende l'uomo. Di aver parlato della verità del mondo e non della verità delle trasformazioni dell'uomo e del mondo. Soprattutto il primo crimine fu commesso da Aristotele quando aprì la sua metafisica dicendo:
Tutti gli uomini sono protesi per natura alla conoscenza: ne è un segno evidente la gioia che essi provano per le sensazioni,giacché queste, anche se si metta da parte l'utilità che ne deriva,sono amate di per sé, e più di tutte le altre è amata quella che si esercita mediante gli occhi. Infatti noi preferiamo, per così dire,la vista a tutte le altre sensazioni, non solo quando miriamo aduno scopo pratico, ma anche quando non intendiamo compiere alcuna azione. E il motivo sta nel fatto che questa sensazione, più di ogni altra, ci fa acquistare conoscenza e ci presenta con immediatezza una molteplicità di differenze. E un fatto naturale, d'altronde,che tutti gli animali siano dotati di sensibilità, ma da tale sensibilità in alcuni di essi non nasce la memoria, in altri sì. E appunto perciò questi ultimi sono più intelligenti ed hanno maggiore capacità di imparare rispetto a quelli che sono privi di facoltà mnemoniche; e sono intelligenti, ma non hanno capacità di imparare tutti quegli animali che non sono in grado di percepirei suoni (come l'ape e ogni altra classe di animali che si trovino in simili condizioni); hanno, invece, la capacità di imparare tutti quelli che sono forniti, oltre che della memoria, anche dell'udito. Nella vita degli altri animali, però, sono presenti soltanto immagini e ricordi, mentre l'esperienza vi ha solo una limitatissima parte; nella vita del genere umano, invece, sono presenti attività artistiche e razionali. E negli uomini l'esperienza trae origine dalla memoria, giacché la molteplicità dei ricordi di un medesimo oggetto offre la possibilità di compiere un unica esperienza.
Aristotele, Metafisica, Editore Hachete, 2005, p. 7-8
Afferma una verità in essere del mondo e una verità dell'uomo rispetto al mondo. Tale verità è menzogna in sé perché impone una visione statica della realtà mettendo l'attenzione sulla sua rappresentazione al fine di ignorare cause, motivazioni e necessità che hanno portato una condizione della realtà ad essere rappresentata e della soggettività che la interpreta e la rappresenta.
E' il concetto metafisico di trasformazione che induce ad affrontare la realtà in cui si vive; non una definizione di questa da parte di un soggetto che la impone ad altri.
Pertanto, non si può parlare di che cos'è un oggetto, ma attraverso cosa, attraverso quali fenomeni, io identifico quell'oggetto e ne immagino la sua realtà.
Indubbio che ciò che immagino è utile a me, ma è utile alla collettività degli uomini? A quale collettività? Per quali fini?
La filosofia metafisica ha fatto dei cammini nella coscienza degli uomini; per quali fini e a quale scopo gli uomini hanno immaginato una realtà altra del mondo vissuto?
La filosofia metafisica è stata definita per discutere della verità, come se la verità fosse un oggetto statico al di fuori del tempo e non il prodotto che il tempo presenta nell'oggi.
Credere che una cosa sia, non significa che la cosa è, ma significa che qualcuno crede che la cosa sia. Chi crede che la cosa sia ha scelto di ingannarsi perché ha sostituito l'uso della cosa per ciò che vuole ottenere con la sottomissione alla credenza della cosa per ciò che lui vuole che sia.
Quest'inganno è proprio della filosofia metafisica dove tutti i filosofi si affannano a raccontare che cosa vuole Dio per salvare gli uomini e gli uomini fingono di non vedere il delirio di quei filosofi che si fanno Dio, il Dio padrone, nei confronti degli uomini.
Il cammino nella metafisica consiste in questo: come è avvenuto il cammino della ricerca della verità dell'oggettività nella quale viviamo?
8) Cristianesimo come assolutismo nella filosofia del fascismo attuale
7) L'unità teologica del cristianesimo con il fascismo
5) La filosofia dichiara guerra alla metafisica
3)Metafisica antica e quotidianità contemporanea
1) Metafisica
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Noi cessiamo di vedere il cammino della trasformazione della metafisica quando iniziamo ad affrontare oggetti separandoli dall'insieme in cui tali oggetti si sono trasformati e ignoriamo che quell'insieme si trasformava continuamente.
Gli oggetti, trattati separatamente dalla loro oggettività, appaiono alla nostra ragione come forme create e non come dei vissuti che si sono adattati all'ambiente.
Il creazionismo non consiste nella condizione formale nella credenza che un Dio abbia creato il mondo, ma nell'assenza nell'idea delle possibilità di trasformazione degli oggetti. Allo stesso modo, le idee del filosofo non nascono dal filosofo, ma dall'ambiente in cui vive che lo costringe a processi ideali adattativi attraverso i quali abita quell'ambiente. Oppure, se vogliamo, processi adattativi attraverso i quali si impone su quell'ambiente. Questi processi adattativi escono da quell'ambiente e, qualcuno, pretende che vengano considerati come oggetti in sé, li presenta come creati perché questo è nelle sue necessità. Un prodotto ideale della trasformazione appare come creato, come se fosse un oggetto in sé. Un oggetto in sé pronto a produrre inganno perché considerandolo un oggetto in sé non fornisce la conoscenza dei processi adattativi che il soggetto potrebbe usare nella propria specifica oggettività. Impedisce al soggetto di appropriarsi dei meccanismi per formare le proprie specifiche idee nella propria specifica oggettività.
La metafisica è consapevolezza delle trasformazioni, della presenza di Cronos che continua ad agire nell'ambiente costruito da Zeus per permettere la nascita della vita.
Sito di Claudio Simeoni
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell Anticristo
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
Ultima modifica 27 settembre 2025
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