A chi appartiene veramente il libero arbitrio?

Libero arbitrio dell'Uno

Seconda parte: commento all'ideologia neoplatonica

Dal VI° libro dell'ENNEADI – 8^ parte

di Claudio Simeoni

Il neoplatonismo

 

Plotino è entrato in una situazione di stallo. Il concetto di Libero arbitrio si sta fermando. Il concetto in sé stesso deve essere imputato a qualche cosa. Dice Plotino:

"questo libero arbitrio che si fa appartenere a noi, a quale potenza dev'essere assegnato?"

Dove per potenza cita l'istinto o qualsiasi impulso. Plotino, dopo un ragionamento, decide a chi assegnare il libero arbitrio:

"No, soltanto al ragionamento esatto e alla giusta tendenza.".

Plotino deve assurgere ad una verità cui riferirsi. Il ragionamento esatto o la giusta tendenza altro non sono che manifestazioni di una verità predefinita alla quale l'individuo deve riferirsi. Si tratta di una situazione tanto tragica che porta Plotino ad elucubrare su ciò che è giusto e su ciò che è esatto dove il ragionamento è all'origine del libero arbitrio.

Plotino riduce il libero arbitrio alla dimensione della ragione di cui egli è portatore e che estende a tutto l'universo. Il libero arbitrio è manifestazione di volontà. A qualsiasi specie appartenga e a qualsiasi livello noi la possiamo definire. L'azione di volontà è l'azione di arbitrato del soggetto nell'oggettività in cui si manifesta. L'azione di arbitrato (o anche la rinuncia all'azione di arbitrato che diventa azione essa stessa) diventa manifestazione del soggetto nel mondo in cui vive. E' proprio attraverso questa manifestazione che permette a Plotino far risalire un arbitrato incondizionato all'Uno universale.

Plotino manifesta il desiderio di diventare l'Essere incondizionato. Quando afferma:

"Ma come possiamo essere padroni, in generale, quando siamo trascinati?".

E' una domanda ossessiva che lo pervade! Tutti noi siamo all'interno di condizioni. Tutti noi subiamo l'azione di un numero infinite di volontà, molte delle quali appartengono ad un inconoscibile che noi non riusciremmo mai a raggiungere. Ciò nonostante il problema non è essere padroni delle condizioni, ma è quello di sviluppare le nostre determinazioni all'interno delle condizioni nelle quali viviamo. Pertanto, il libero arbitrio non è determinato dalla nostra capacità di possedere le cose e con esse un ipotetico destino, ma è la capacità di organizzare noi stessi all'interno delle condizioni nelle quali abbiamo germinato la nostra Coscienza e la nostra Consapevolezza.

Aggiunge Plotino:

"Di fatto, il bisogno, non è il padrone della cosa alla quale si sente totalmente astratto. Come potrebbe, del resto, dipendere da sé stesso chi deriva da un altro e ha in un altro il suo principio e trae da esso la propria natura?"

Di fatto abbiamo l'essere padroni, come possessori di qualche cosa e, dall'altro, essere dipendenti da un qualche cosa da cui si deriva e nel quale si ha il proprio principio. Se introduciamo il concetto di essere padroni dell'azione, introduciamo anche il concetto del Potere di Avere come determinazione delle cose relative alla vita dell'individuo. L'individuo che possiede è la degenerazione dell'intero pensiero filosofico che si contrappone all'individuo che vive!

Il concetto di VIVERE, in contrapposizione al concetto di POSSEDERE, per Plotino è sconosciuto. In sostanza, diciamo che il libero arbitrio appartiene agli Esseri che vivono e non appartiene agli Esseri che possiedono in quanto gli Esseri che possiedono altro non sono che oggetti posseduti e pertanto rinunciano all'esercizio del libero arbitrio per attenersi ad una verità (quella del loro possessore ) precedentemente determinata.

I figli di GAIA, qualunque sia la loro forma, sono portatori di LIBERO ARBITRIO, ma non possiedono. LO ESPRIMONO nelle loro azioni. Le azioni, dei figli di GAIA, sono la loro espressione di libero arbitrio. A cosa si riferisce il Libero Arbitrio? Alle determinazioni attraverso le quali la Coscienza di sé afferma, nell'oggettività in cui vive: "IO ESISTO!".

Il Libero Arbitrio è la manifestazione della Coscienza di Sé nel momento stesso in cui afferma, nell'oggettività in cui esiste, la propria esistenza e il proprio diritto all'espansione. Noi, come Esseri Umani, non abbiamo il diritto di disquisire sulla qualità o l'appartenenza del Libero Arbitrio perché, a differenza di quanto afferma Plotino, noi non siamo i padroni o i giudici dell'esistente, ma siamo parte dell'esistente e pertanto non possiamo disquisire sulle scelte dell'Essere Topo Ragno, perché le scelte dell'Essere Topo Ragno non appartengono alle scelte dell'Essere Umano, ma appartengono all'insieme delle scelte dell'Essere Natura.

N.B. Le citazioni di Plotino sono prese dalla traduzione di Giuseppe Faggian ed. Bompiani!

Marghera, 23 luglio 2001

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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Il termine "paganesimo"

Troppo spesso il termine Paganesimo viene usato nel significato che gli danno i cristiani. Tutti i non cristiani sono "pagani" e questo è fonte di molta confuzione. I Wicca sono costruiti da Gardner sulle superstizioni cristiane alle quali Gardner attribuisce un "potere magico". Da qui l'uso dei tarocchi, dell'astrologia, delle rune, che secondo i wicca predicono un futuro determinato dalla volontà del loro dio o della loro dea. Proclamano i principi di un "Rede" che ha l'origine in un "padre" della chiesa cattolica (Agostino d'Ippona) e manifestano principi morali cristiani. La Religione Pagana non è più disposta a tollerare questo tipo di fraintendimenti.